Era una mattina di metà maggio e come di consueto la prima cosa che ho fatto, dopo aver bevuto il caffè, è stato accedere alle mail. Tra la tanta posta spazzatura di quel giorno mi è balzato subito all’occhio l’invito a un weekend benessere all’Abano Ritz in arrivo dalla collega giornalista Elena Bianco. A dirla tutta non era la prima volta che Elena sollecitava la mia presenza nella struttura ma per una ragione o per l’altra non ero mai disponibile.

Quel giorno, ancora emotivamente scossa a causa dell’aggressione subita a Milano – in pieno giorno – la settimana prima, ho visto in quell’invito una benedizione divina. Era ciò di cui avevo bisogno per distendere il corpo ma soprattutto la mente e in tre nani secondi ho risposto a Elena annunciandole la mia partecipazione al Press Tour.

Come sempre, quando ci si avventura in ambiti nuovi, il primo momento di esaltazione è sfociato poco dopo in una serie di dubbi. Non che non ami prendermi cura del mio benessere ma più di qualche massaggio sporadico in giro per il mondo non ho mai fatto. Sono iperattiva per natura, non riesco a stare ferma nemmeno quando dormo.

Se sono su un’amaca o spalmata in spiaggia, tra le mani tengo un libro o un quaderno e una penna; sui mezzi di trasporto divento social e salto da facebook a instagram alla stessa velocità con cui parlo (per chi non ha ancora avuto il piacere di conoscermi, il mio secondo nome è “macchinetta”!); quando guardo la televisione, le mie dita sono impegnate nel creare qualcosa con il macramé da regalare agli amici e anche mentre cammino alimento il cervello propinandogli documentari scaricati precedentemente da youtube.

Giusto qualche esempio banale per farvi capire quanto poco adatto a me fosse quell’invito. E invece, rullo di tamburi… si è rivelata una gran bella esperienza!

In primis perché regalarsi un weekend benessere non implica il non far nulla dalla mattina alla sera, tutt’altro. E poi perché, oltre a quel tutt’altro, concedersi qualche ora di coccole e relax è un piacere non da poco. Sono momenti che dedichi a te stesso in cui non devi far altro che perderti e lasciarti trasportare dalle abili mani del massaggiatore (o massaggiatrice) per il quale, in quel momento, esisti solo tu. Per inciso Denis, con cui ho fatto un fantastico trattamento di riflessologia plantare, mi ha seguita nel mio viaggio interiore definendomi, al ritorno, ipercinetica! Non avevo mai pensato al massaggio come a uno scambio di energie, l’ho capito in quel momento e trovo sia una cosa incredibile! Mi sentivo totalmente rilassata ma Denis, senza conoscermi, è riuscito a cogliere in pieno la mia natura…

Tornando a noi, la seconda remora sul Press Tour riguardava la destinazione, Abano Terme. L’ho sempre associata all’immagine di mia madre che andava a fare i fanghi per l’artrite e per quanto bene voglia a mia madre, non è certo una bella immagine. Va beh che non sono più di primo pelo – come direbbe qualcuno – ma non sono nemmeno così rattrappita da aver bisogno delle terme, pensavo ingenuamente.

Con il senno di poi benedico la mia impulsività che mi fatto accettare l’invito all’Abano Ritz senza pensarci troppo altrimenti non sarei qui a scrivere questo post.

Abano Ritz, tra innovazione e modernità

Inizio parlandovi dell’Abano Ritz dove abbiamo trovato ad accoglierci Ida Poletti che ignara della mia soggezione – avventurarsi in qualcosa di nuovo implica sempre l’uscire dalla propria confort zone e vuoi o non vuoi causa un certo disagio – mi ha fatta sentire subito una di casa.

Il suo modo di comunicare, tranquillo e rassicurante, mi ha permesso di rompere il ghiaccio e pochi minuti dopo al disagio è subentrata la curiosità di scoprire quest’universo a me ignoto.

E poi mi ha rapito la passione che trasudava mentre parlava della sua terra. Perché uno pensa che ad Abano Terme non ci sia nulla da fare e invece non è così. Quanto limitanti sono i pregiudizi???

Comunque sia, l’Abano Ritz racchiude nei suoi oltre cinquant’anni di storia la vocazione all’accoglienza e all’ospitalità che ne hanno costruito l’identità rendendolo un luogo confortevole e familiare in cui tradizione e innovazione si intrecciano con sapienza e armonia.

Un hotel elegante, ma non per questo opulento, con un intero piano improntato al design e alla creatività – il quinto – e uno splendido giardino con tanto di amaca che, come qualcuno ben saprà, è la mia grande passione! E poi, piscine d’acqua salso-bromo-iodica delle Terme Euganee, idromassaggio, sauna, bagno turco, doccia emozionale, solarium, palestra, area relax, un barbecue all’aperto sotto le fronde degli alberi, due ottimi ristoranti – il White Gloves, tradizionale sia per lo stile sia per il menù con piatti ispirati al territorio e alle stagioni, e Il brutto anatroccolo, molto più vintage e creativo con ottimi piatti che narrano storie di terra e di mare – e un bel pianoforte a coda le cui note stimolano pace e serenità. Tutto assolutamente perfetto! E poi, con l’amaca e il pianoforte, l’Abano Ritz mi ha conquistata.

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Creatività e design all’Abano Ritz – photo credits AR
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Una delle piscine dell’Abano Ritz – photo credits AR
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Nel parco dell’Abano Ritz – photo credits AR

Un luogo d’approdo più che un luogo di transito, in cui abbandonare abitudini e routine per iniziare il viaggio alla riscoperta e all’ascolto di se stessi. Uno dei momenti più intimi del weekend l’ho vissuto la prima sera, dopo cena, quando nella Sala Specchi mi sono lasciata rapire dal suono dell’Hang/Handpan suonato dal musico-terapeuta Paolo Borghi che mi ha aperto le porte della percezione! Non conoscevo questo strumento e lo trovo divino. Se anche voi ne ignorate l’esistenza, potete ascoltare questi pochi secondi di musica che ho registrato in diretta senza quasi rendermene conto, talmente ero trasportata.

A dedicarsi con passione all’Abano Ritz, dopo quattro generazioni di donne, sono Ida e Terry Poletti – le proprietarie – che lo vivono come uno spazio dell’identità e delle relazioni tra le persone e con il territorio, un valore aggiunto che ha un peso non irrilevante nel bilancio complessivo di una nuova esperienza.

Abano Terme e la fangoterapia

La fangoterapia è la ragione principale per cui si decide di soggiornare ad Abano Terme, fruendo per qualche giorno dei benefici terapeutici e fisiologici apportati dall’Argilla Termale del Bacino Euganeo. Benefici di cui possiamo godere tutti, giovani e vecchi, perché le terme sono luoghi terapeutici ma anche centri per il benessere e la prevenzione.

Oltre a rappresentare un toccasana per patologie come l’artrosi e l’artrite, i fanghi svolgono un’azione anti-infiammatoria, disintossicante e decongestionante che apporta benefici anche ai semplici disturbi legati alla vita sedentaria e alla scarsa attività fisica di cui, chi più chi meno, siamo tutti un po’ vittime.

L’Argilla Termale è ottima inoltre come maschera per il corpo che agisce come un peeling sulle cellule morte favorendo la lucentezza della pelle e preparandola per l’esposizione al sole e, non ultimo, ha un effetto anti-stress ed è un rimedio alternativo ed efficace all’assunzione di farmaci antidepressivi o ansiolitici.

Per beneficiare degli effetti della fangoterapia è opportuno eseguire almeno un ciclo di sei trattamenti consecutivi che agiscono sull’organismo in modo progressivo e sempre più in profondità, amplificando l’azione terapeutica del trattamento.

Cosa fare nei dintorni di Abano Terme, tra abbazie e giardini seicenteschi

Detto e assodato che Abano Terme è il più antico e importante centro termale d’Europa e che la fangoterapia ha effetti benefici sull’organismo, vi farà piacere sapere che oltre al corpo e allo spirito si può nutrire l’intelletto visitando i suoi meravigliosi dintorni. Siamo nella zona dei Colli Euganei, primo parco regionale del Veneto, che tra boschi di quercia e castagno racchiude un tale patrimonio storico e artistico da imporre necessariamente delle scelte e a quanto hanno riferito Elena e Ida, scegliere quali meraviglie portarci a visitare non è stato affatto facile.

Il pomeriggio dopo il nostro arrivo – guidati da Carmen, titolare di Viaggiare Curiosi che organizza tour di uno o più giorni, a piedi, in bicicletta e in barca – abbiamo raggiunto l’Abbazia di Praglia, un luogo suggestivo edificato dai Maltraverso per l’ordine benedettino nel 1080 che rappresentò a lungo una base fondamentale per la gestione agricola della campagna padovana.

Cortile pensile dell’Abbazia di Praglia – photo credits Elena Bianco
Amo la forma dei portici, ovunque essi siano... questi sono quelli dell'Abbazia di Praglia
Amo la forma dei portici, ovunque essi siano… questi sono quelli dell’Abbazia di Praglia

Oggi, della struttura originaria, resta solo la torre campanaria ma il complesso conserva l’impianto medievale articolato in quattro chiostri. Tutto molto bello e interessante, in particolar modo la biblioteca in cui sono custoditi, sotto un magnifico soffitto ligneo del Cinquecento, antichi volumi restaurati dagli stessi monaci. Nutro una passione smodata per i libri, oltre che per la lettura, e tenere tra le mani uno di quei meravigliosi volumi sarebbe per me un viaggio in paradiso.

Don Vladimiro nella biblioteca dell’Abbazia di Praglia

Il pomeriggio del secondo giorno l’abbiamo invece dedicato alla visita del Giardino Monumentale di Valsanzibio voluto dalla nobile famiglia veneziana Barbarigo nella seconda metà del XVII secolo, con un tuffo nella storia dei Colli Euganei.

Dicono sia uno dei giardini più belli dell’epoca – non ha caso qualcuno ha definito il complesso come “la piccola Versailles” – e rappresenta un percorso allegorico sulla “via di perfezione” che porta l’uomo dall’Errore alla Verità, dall’Ignoranza alla Rivelazione.

Vi state chiedendo in che modo?

Beh, passando attraverso le quattro zone in cui è diviso il parco: dal Padiglione di Diana – arricchito da fontane, bassorilievi e statue su cui domina Diana-Luna, divinità preposta alla natura, agli animali selvaggi, ai mutamenti e ai prodigi – si arriva al Decumano percorrendo il quale si raggiungono il centro del Giardino e la Fontana della Pila. Qui le opzioni sono due: girare a sinistra e imboccare il Gran Viale che costeggia da un lato il Labirinto (tappa importante nel percorso di purificazione) e dall’altro la Grotta dell’Eremita (meta allegorica dove meditare sulle scoperte fatte percorrendo il labirinto), oppure svoltare a destra imboccando il Gran Viale in direzione della Villa, fiancheggiando l’Isola dei Conigli (simbolo della condizione umana di vivere tra i confini dello spazio e del tempo) e il Monumento al Tempo.

Padigione di Diana – Complesso Monumentale di Valsanbizio – photo credits Elena Bianco
Il labirinto allegorico del Complesso Monumentale di Valsanbizio
Il labirinto allegorico del Complesso Monumentale di Valsanbizio

E così si è chiuso il cerchio, con una scheggia infinitesimale in più dell’immensa bellezza del nostro paese…

La Globetrotter

Sei mai stato ad Abano Terme e ai Colli Euganei? Ci sono altre ragioni per cui consiglieresti di andarci?

Sono stata ospite dell’Abano Ritz nel corso di un Press Tour nella zona dei Colli Euganei e le opinioni espresse sulla struttura sono assolutamente imparziali e obiettive altrimenti non lo consiglierei sul mio blog.

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