A 30 chilometri da Siena, tra i filari dei cipressi e le morbide colline toscane, si trova l’Abbazia di San Galgano che racconta una storia di fede e di coraggio: la storia di un uomo che, a testimonianza della propria conversione, conficca la sua spada in una roccia, trasformandola in una croce.

Ci sono capitata per caso in un pomeriggio afoso di metà agosto, di ritorno da un periodo di villeggiatura a Santa Maria di Leuca, e come spesso accade in questi casi, mi sono resa conto di quanto poco conosco l’Italia. Se ancora non ci sei stato ti consiglio di metterla in lista, sia per la bellezza del luogo sia per la sua storia che profuma di leggenda.

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Abbazia di San Galgano in stile gotico cistercense

Galgano e la conversione

Galgano Guidotti, figlio di Guido e Dionisa, nasce a Chiusdino, piccolo borgo nei pressi di Siena, nel 1148. Le fonti lo ricordano come un giovane dal carattere autoritario e arrogante che conduceva una vita dissoluta. Questo fino a quando, intorno ai vent’anni d’età, gli appare in sogno l’arcangelo Michele che mostrandogli la sua vita inutile e priva di scopo, lo spinge alla conversione.

Nel 1180 Galgano è pronto a compiere il grande passo: incurante della disperazione della madre, abbandona gli ideali cavallereschi e si ritira sulla collina di Montesiepi per vivere in penitenza e preghiera. In segno rinuncia a ogni forma di violenza, conficca la sua spada nella roccia così da realizzare una croce con l’elsa: un gesto dalla forte valenza simbolica con cui Galgano arruola se stesso nelle milizie di Gesù Cristo. L’anno seguente, a trentatré anni di età, muore abbracciando la sua croce.

Nel 1183 il vescovo di Volterra, Ugo Saladini, ordina la sepoltura di Galgano accanto al masso che serrava ancora la spada-croce e la costruzione di una cappella sull’eremo, nota come la Rotonda. Due anni dopo papa Lucio III incarica una commissione di prelati di accertare l’effettiva esistenza di miracoli e la presunta santità dell’eremita, per procedere alla sua beatificazione.

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La Rotonda di San Galgano

Oggi le reliquie di Galgano, consistenti nel cranio e in due frammenti ossei, sono custodite in un contenitore nella chiesa di San Michele a Chiusdino.

L’Abbazia di San Galgano

Nel 1191 i cistercensi arrivano nel luogo di Galgano, ne catturano la sacralità e la fanno loro, insediandosi nella Rotonda: quando diventano troppo numerosi, decidono di avviare la costruzione di un’abbazia nella piana circostante. I lavori di edificazione, guidati da un religioso, iniziano nel 1218 secondo le regole dettate da Bernardo di Chiaravalle e si protraggono fino al 1288. Orientata verso est e costruita lungo un’importante via di comunicazione nelle vicinanze del fiume Merse, l’Abbazia di San Galgano diventa in poco tempo un centro economico e culturale di primo piano in tutta l’Italia centrale dell’epoca.

La carestia del 1329 e la peste del 1348 colpiscono duramente la comunità cistercense che alla fine del XV secolo si trasferisce a Siena, consegnando l’abbazia alla decadenza e all’oblio. Nel 1786 crollano il tetto e il campanile, conferendole l’aspetto attuale di tempio con il cielo che funge da tetto.

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L’Abbazia di San Galgano, con il tetto al posto del cielo

Nel 1789 l’abbazia di San Galgano viene sconsacrata e convertita ad altri usi (tra cui quello di stalla) fino a quando, nel 1926, lo stato italiano ne riconosce il valore culturale e inizia il recupero dell’edificio come Patrimonio Nazionale, da tutelare.

La Rotonda di Montesiepi e la Spada nella Roccia

A pochi minuti di cammino dall’abbazia, sulla collina di Montesiepi, si trova la Rotonda edificata nel punto in cui Galgano conficcò la sua spada e condusse la sua breve vita da eremita.

All’interno, oltre alla spada protetta da una teca in plexiglass (a seguito di due episodi vandalici che hanno avuto luogo il secolo scorso) si trova uno splendido ciclo di affreschi attribuiti ad Ambrogio Lorenzetti.

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Interno della Rotonda di San Galgano affrescata da Ambrogio Lorenzetti

Se come me ti stai interrogando sull’autenticità della spada, la risposta è affermativa: secondo la voce ufficiale che ispezionò il manufatto nel 2001, si tratta di una spada del XII secolo che pare abbia attraversato la pietra come se fosse stato burro caldo.

La Globetrotter

Prima di visitare l’Abbazia di San Galgano, non sapevo dell’esistenza di una spada nella roccia in Italia: per me c’era solo quella di Re Artù. Tu la conoscevi? Hai visitato il luogo? Cosa ne pensi?

Per ulteriori informazioni sulla visita dell’Abbazia di San Galgano, consulta il sito ufficiale.

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6 pensieri su “Visita dell’Abbazia di San Galgano, tra Storia e Leggenda

  1. Marco Beghini dice:

    Molto interessante la storia di San Galgano.
    Appena sarò da quelle parti ci andrò. Grazie per il bellissimo racconto. Ho scoperto una nuova meta da visitare.

  2. Barbara dice:

    Visitare l’eremo di Montesiepi e l’abbazia di S. Galgano merita assolutamente! È un luogo carico di magia, che infonde pace e serenità. Alla sera, poi, l’abbazia illuminata nel buio della notte, é uno spettacolo imperdibile! Grazie Diana, per avermi riportato alla mente, con il tuo racconto, dei ricordi bellissimi!

    • Diana Facile dice:

      Sono felice Barbara! Purtroppo io ci sono stata in tempi di Covid e prima del tramonto hanno chiuso e mandato via tutti, non mi sarebbe spiaciuto affatto vederla illuminata! Un abbraccio

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