Di vista le conosciamo tutti, magari non ne sappiamo il nome ma le immagini impressionanti delle montagne arcobaleno che da circa tre anni a questa parte piovono sui social come se non ci fosse un domani facendo concorrenza spietata a quelle dell’aurora boreale credo non siano sfuggite a nessuno di noi. Vinicunca e Palcoyo sono diventate una delle attrattive principali del Perù – alla stregua di Machu Pichu e delle Linee di Nazca, per intenderci – ed essendo stata nel paese quando ancora se ne ignorava l’esistenza (l’ultima volta nel 2015) ho deciso di inaugurare il mio viaggio invernale andando a conoscere una di queste due belle signore.
L’immagine virale che ci passa continuamente sotto gli occhi – i cui colori, superfluo a dirsi, sono tutt’altro che reali – è quella di Vinicunca che accoglie in media un migliaio di visitatori al giorno mentre Palcoyo, uscita alla ribalta in un secondo momento, vive ancora un po’ nell’ombra e ne vede a dir tanto una ventina. Se è la prima volta che mi leggi, sono un’amante del silenzio, della calma e della tranquillità per cui la mia scelta è facilmente spiegabile.
Se le cerchi su Google, Vinicunca e Palcoyo – situate a sud di Cuzco e nemmeno troppo distanti l’una dall’altra – appaiono entrambe sotto il nome di Rainbow Mountain e la ragione è presto detta: sono i depositi minerali risalenti all’epoca in cui erano ancora coperte dalla neve perenne del ghiacciaio – ferro, dolomite, zolfo, rame ed ematite – a conferire alle montagne quest’incredibile varietà di colori. Avevo già assistito a un fenomeno simile nella zona di Salta, nord dell’Argentina, ma con il tempo i ricordi sbiadiscono ed è sempre bello dargli una rinfrescata.
Io ho scelto di visitare Palcoyo a discapito di Vinicunca e ti dirò, l’effetto ottico generato dalle tre montagne arcobaleno che scivolano dolcemente l’una nell’altra intrecciandosi nelle forme e nei colori è strabiliante, ma mai quanto quello emotivo.

Chiusi gli occhi per un paio di minuti e immaginati, da solo, in quella magica terra appartenuta agli Inca secoli fa, tra montagne che sfiorano i 5.000 metri d’altezza. Pian piano l’aria rarefatta dovuta all’altezza non ti disturba più e riesci a respirare senza problemi. Ispira a fondo fino a sentire i polmoni che scoppiano e poi apri gli occhi davanti a questo spettacolo.
Posso sapere qual è stato il tuo primo pensiero?
Ok, lo riconosco, non sono una brava fotografa e non so usare fotoshop ma credimi, non c’è bisogno alcuno di truccarla perché Palcoyo va vista così, al naturale, con la sua bellezza non gridata che si svela dolcemente. E io, che sono sempre così prodiga di parole, una volta di più non posso far altro che tacere e inchinarmi al cospetto della Pacha Mama per la sua generosità senza eguali. Nonostante il male che le infliggiamo ogni giorno, anche in maniera inconsapevole, lei non smette mai di sorprenderci.
E ora, visto che anche la mia creatività sta accusando i colpi della quarantena e si lascia distrarre dall’idea di tutto quel che la mia vita si sta perdendo nella quotidianità, concludo questo post con qualche informazione pratica se stai pensando di organizzare una visita alle Rainbow Mountains, con l’augurio che sia il prima possibile.

Informazioni utili per visitare Vinicunca e Palcoyo
Quando decisi di visitare le montagne arcobaleno non sapevo fossero due e così, prima di partire, avevo raccolto informazioni solo su Vinicunca.
Arrivata in Perù il mio amico Champi, interessato a vederle dal vivo quanto me, mi mostra un video di Facebook risalente a un paio di giorni prima in cui Vinicunca appare completamente innevata. In altre parole, non si vede nulla! Chiaramente a 5.000 metri d’altezza, durante la stagione delle piogge, cosa spero di trovare se non la neve? Per farla breve, sono già pronta a un cambio di programma quando, passeggiando per le vie di Cuzco, vedo i manifesti di alcune agenzie che accanto all’immagine della Rainbow Mountain hanno la scritta Palcoyo.
E così scopro l’esistenza di un’altra montagna colorata che ha 300 metri di dislivello in meno e magari, con un po’ di fortuna, riesco a dare spazio al mio sogno. Palcoyo is amazing and maybe it won’t snow – mi dice Hubert, il tedesco da cui compro il tour più per simpatia che per reale fiducia nelle sue previsioni. Come sempre la fortuna aiuta gli audaci e la sera, al ritorno, sono da lui con gli occhi a cuoricino e tanta voglia di parlare.

Ma passiamo ora alle informazioni pratiche su come visitare Vinicunca e Palcoyo in modo che tu possa decidere quale delle due fa al caso tuo. Un solo consiglio: quale sia la scelta finale, contrattala in loco. I prezzi sul web sono pari quasi al doppio di quelli delle agenzie di Cuzco che, peraltro, proliferano come pidocchi. Tranquillo che non resterai deluso! E se poi proprio non sai cosa fartene dei soldi in più, il mio conto corrente sarebbe ben lieto di ospitarli temporaneamente! Scherzi a parte, non credo che risparmiare qualcosa, a parità di servizio offerto, faccia schifo a nessuno, o mi sbaglio?
Generalmente – dipende molto dalla tua capacità di contrattazione – il costo di un tour a Vinicunca si aggira tra i 60 e i 70 soles (15 – 18 dollari) mentre quello per Palcoyo oscilla tra i 90 e i 110 soles (24 – 27 dollari), a conti fatti sono solo pochi euro di differenza. Se opti per Palcoyo, chiedi se nel voucher è incluso o meno l’ingresso al sito (10 soles). Il tour include il trasporto, la guida bilingue e il pranzo (squisito) in una comunità.
Sull’afflusso di gente delle Rainbow Mountains mi sono già espressa per cui, se non ti piacciono i luoghi affollati in cui bisogna fare a gomitate per portarsi a casa uno scatto, non esitare a spendere quei pochi euro in più perché la magia che ti regalerà Palcoyo li vale tutti.
Pur essendo vicine l’una all’altra, i tour per Vinicunca partono a orari improponibili, intorno alle 03.00 del mattino, quelli per Palcoyo partono invece alle 07.00. Il rientro, in entrambi i casi, è previsto tra le 18.00 e le 19.00. La differenza di orario non sta tanto nella distanza da percorrere in autobus quanto in quella da percorrere a piedi. L’autobus lascia i passeggeri nel parcheggio e se nel caso di Palcoyo ti aspetta una passeggiata di 45 minuti per salire e altrettanti – se non meno – per scendere, nel caso di Vinicunca preparati a un trekking di 4 ore tra andata e ritorno. Chiaramente per gli escursionisti esperti e abituati alle alte quote, il problema non si pone!
Sia Palcoyo che Vinicunca sono visitabili in maniera autonoma, con i mezzi pubblici o con macchina a noleggio. Economicamente il gioco non credo valga la candela ma è sicuramente una buona opzione per chi, come me, non ama le costrizioni imposte dai tour e preferisce organizzarsi da sola anche se alle volte, come per le Rainbow Mountains, non mi è dispiaciuto sacrificare il sapore della libertà a vantaggio della comodità…

Giusto per completezza, il periodo migliore per visitare le montagne colorate è sicuramente la stagione secca che va da aprile a ottobre… poi certo, se non si può diversamente credo valga la pena tentare la sorte! A me, come puoi notare, è andata alla grande!
La Globetrotter
E tu, hai visitato le Rainbow Mountains? Sono sempre grandi emozioni quelle che ci regala la Madre Terra, sei d’accordo?
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Io non ci sono mai stato, ma ti garantisco che ne ho fatto un indigestione sul IG,quei colori pastello, quelle nuvole artefatte. Tu dici di non saper usare fotoshop, be a me mi sa un po della favola di Pinocchio, la verità è che hai un senso di rifiuto verso il falso, l’irreale, la non verità è per niente al mondo venderesti l’anima al diavolo per snaturare la Globetrotter. In barba al covid ti abbraccio Diana a presto
Su questo non ci piove lo sai! Ed è proprio l’onestà intellettuale che mi ha permesso di conoscere persone bellissime, tra cui tu ovviamente. Un abbraccio