Lo chiamano il paese dei puri e la ragione appare evidente non appena ti lasci alle spalle Islamabad e imbocchi la strada diretta ad Abbottabad. Un paese ancora vergine, integro, in cui negli occhi della gente percepisci – quasi fosse palpabile – quella curiosità sana e genuina dei popoli non ancora avvezzi al turismo e l’idea che ti eri fatto del Pakistan, quella veicolata dai media, si scontra subito con la realtà che ti si profila dinanzi agli occhi nel corso dell’intero viaggio.
Una terra intrisa di storia, come dimostrano le incisioni rupestri e i siti archeologici rinvenuti in un paese che ha acquisito l’indipendenza non più di settant’anni fa, ma anche una terra ricca di bellezza e carica di umanità. Una scoperta continua che segna una traccia indelebile nella tua vita di uomo prima e di viaggiatore poi, un’esperienza che giustifica in pieno questo breve post sull’impatto emotivo che il viaggio in Pakistan ha avuto su di me.

Dai paesaggi incontaminati che si susseguono senza soluzione di continuità – tra laghi dai colori incantevoli incorniciati da cime che svettano oltre i 7.000 metri di altezza e strade dimenticate da Dio che attraversano villaggi bucolici in cui rilassarsi condividendo il piacere di un chai con i locali – fino a raggiungere la Kalash Valley per rendere omaggio a Uchao, una delle divinità pagane venerate dall’etnia Kalash, minoranza etnica che nel secondo paese al mondo con la percentuale più alta di mussulmani è riuscita a mantenere vivo il proprio credo praticando una religione politeista, il viaggio in Pakistan ha sgretolato una volta di più i pregiudizi di cui, vuoi o non vuoi, siamo tutti un po’ vittime.
LEGGI ==> Alla scoperta dei Kalash, minoranza etnica del Pakistan

E me ne rendo conto ancor di più ora che sono tornata e cerco di spiegare a colleghi e conoscenti i miei cambi di rotta. Le ragioni che mi hanno vista partire coincidono solo in parte con le ragioni che mi hanno vista tornare così piena di amore e per quanto possa prodigarmi nel raccontarle, difficilmente troveranno lo stesso terreno fertile che ho trovato io spingendomi laggiù.
Come dimenticare i sorrisi di tutte le persone che si sono avvicinate chiedendoci un selfie e di quelle che ci hanno invitato nelle loro case con un cesto di albicocche in mano o una tazza di té?
Come non sentirsi miseri dinanzi a chi, scusandosi per le mani sporche di grasso perché stava lavorando e non poteva sedere accanto a noi, ci ha obbligati ad accettare dei soldi per bere un tè alla sua salute?
Come non ricordare il venditore di spezie che, impossibilitato a prepararmi del curry per mancanza di un ingrediente, mi ha regalato un sacchetto di curcuma senza accettare nulla in cambio?
Che sarà mai? – ti chiederai, come se il dono fosse correlato al valore economico e non al gesto in sé.
E ancora, soprattutto, come non ammirare chi si è prodigato per farmi riavere il portafogli smarrito contenente poco più di 40 euro in un paese in cui lo stipendio medio di una famiglia si aggira intorno ai 150 euro al mese? Un tesoro, peraltro privo di documenti, che passando di mano in mano ha viaggiato per oltre 200 chilometri fino a giungere a me, completamente intatto.

Sarò sensibile, cosa devo dirti, ma non posso e non voglio rimanere fredda e indifferente dinanzi a tanta purezza d’animo. Io viaggio, e continuerò a farlo, fino a quando troverò qualcuno in grado di sorprendermi con la spontaneità delle piccole cose e dei piccoli gesti.
E così i miei timori e le mie paure pre-partenza su questo popolo che per forza di cose identifichiamo con l’immagine del talebano e dell’estremista si sono sgretolati poche ore dopo l’arrivo e il mio cuore si è riempito di sentimenti positivi verso questo paese caloroso, ospitale e onesto che ci ha accolti come esseri umani prima e come turisti poi.

E questo è un messaggio anche per te. Il messaggio che i pakistani, con lo sguardo colmo di speranza, mi hanno chiesto di consegnarti e che non ho potuto, né voluto, dimenticare.
La Globetrotter
Sei stato in Pakistan? Com’è stata la tua esperienza? E se non ci sei ancora stato ma hai pensato di andarci, cosa ti trattiene dal farlo?
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Prima di conoscere le due sorelle pachistane in Cambogia, non avevo mai pensato al Pakistan come meta di un mio eventuale viaggio. Parlavano del loro paese con molto entusiasmo e dicevano che era sicuro. Ora, leggendo il tuo racconto ne sono ancora più convinta. Le tue parole trasmettono sempre tante emozioni e invogli a partire.
Molto belle anche le foto.
Grazie!
Grazie mille Conny! Esattamente come te, nemmeno io prima di conoscere loro avevo mai realmente pensato al Pakistan, mi faceva anche un po’ paura. Invece ora anche in Asia ho trovato la magia…
Sono rimasto incantato a vedere tutte le foto, e poi il resoconto ha confermato le emozioni delle foto. Viaggio meraviglioso che mi sarebbe piaciuto tanto fare se non fosse stato così caro (almeno per me).
Chissà, magari il prossimo anno se il costo diminuirà un po’…
Caro Lauro, sarebbe un onore per me viaggiare con te lo sai! Mi hanno affidato il viaggio di maggio che sicuramente sarà più economico considerata la bassa stagione e la conseguente diminuzione del prezzo del volo! Sono felice di averti lasciato a incantato e resti tra me e te, è anche merito tuo!
Brava, aspetto il seguito…
Tanto x la cronaca! Può darsi che a ottobre/novembre 2020 ci farò un giro anch’io.
Beh, potresti anche venirci con me a maggio o agosto 2020 visto che ci torno! Il seguito a breve… abbi fiducia!
Emozioni, piccoli grandi gesti, volti… insomma Esperienze … è proprio questo che rende ogni viaggio degno di essere vissuto! Grazie per aver condiviso tutto questo :*
Grazie a te Massi! Assolutamente, sono le piccole cose che fanno un grande viaggio! Un abbraccio
Interessante e inusuale meta, dalle foto vien voglia di partire subito. Bello trovare ancora persone pure e genuine, sono quelle che ogni viaggiatore si augura di incontrare sul proprio cammino. Spero che l’essere preservate dal turismo di massa le conservi ancora così per molto tempo.
Hai detto bene Virna, il sogno di ogni viaggiatore è quello di vivere esperienze autentiche con i locali, cosa che purtroppo accade sempre più di rado. Sono però fiduciosa, l’ambiente in cui vivono li ha preservati finora e credo che per almeno qualche anno ancora, se non di più, continuerà a farlo…
Grazie” Mi hai donato un bellissimo racconto di una terra lontana, per me sconosciuta… Raccontata da te, bella e affascinante.
Grazie a te Giovanna! Una terra estremamente affascinante, credimi, e le mie parole non sono in grado di renderle giustizia come merita! Un abbraccio
Sono stata una delle tue compagne di viaggio e non posso che sottoscrivere, parola per parola, le tue riflessioni. Paese meraviglioso ed esperienze uniche.
Cara Anto, che bello leggerti! Già, una delle mie compagne e che compagna! Con la C maiuscola! Eh si è stato un viaggio meraviglioso, sono contenta che anche tu condividi ma non avevo dubbi in merito…
Da viaggiatrice che si appresta ad intraprendere un viaggio in Pakistan – Paese su cui ci sono pochissime informazioni – non posso che ringraziarti per la tua testimonianza (e consigli di lettura) che ben restituisce il valore di un popolo spesso guardato con la diffidenza e il pregiudizio dell’Occidente. Apprezzo molto il tono dei tuoi racconti che dimostrano un reale interesse ad entrare in contatto con le persone e con la loro cultura più profonda. Dopo aver letto i tuoi articoli, ho ancora maggior desiderio di partire!
Grazie mille Carlotta, non sai quanto piacere mi facciano le tue parole! Ti auguro buon viaggio e spero di risentirti al rientro.
Salutami il Pakistan, un abbraccio