Oggi non intendo raccontarvi di uno dei miei viaggi ma di uno dei modi in cui amo viaggiare,… il couchsurfing!
Tutti, o quasi, ne avrete sentito parlare e sicuramente qualcuno di voi ne fa anche parte. Una grande community attiva ormai da anni a livello mondiale che consente di vivere il viaggio a stretto contatto con i locali, risparmiando anche qualche soldino che male non fa…
Come funziona il couchsurfing?
Nulla di più semplice. È sufficiente registrarsi al sito (www.couchsurfing.org), compilare il proprio profilo, individuare l’area – città o paese – in cui si desidera essere ospitati e poi, finalmente, partire alla ricerca del couch!
Una delle domande ricorrenti quando consiglio di viaggiare con il couchsurfing è: “Ma cosa mi viene chiesto in cambio?”. Nulla! Non esiste obbligo di reciprocità, né verso chi ci ospita né verso altri. Se uno ha voglia di farlo ben venga ma non è una condizione sine qua non…
La filosofia del viaggiare con il couchsurfing è basata sullo scambio e la condivisione di culture, esperienze e momenti. Tutto qua. Poi ovvio, se non siamo degli scrocconi patentati il modo per “ricambiare” il nostro anfitrione lo troviamo, sempre nella logica della condivisione. La cucina italiana è rinomata in tutto il mondo e offrirsi di preparare una bella spaghettata per tutti raccoglie sempre un sacco di consensi. Ci sono stati casi di couch sudamericani che grazie a me sono diventati carbonara addicts! Tra l’altro io viaggio con la moka nello zaino e non solo perché senza un buon caffè non carburo ma anche, e soprattutto, per portare un pezzo della nostra cultura a casa di chi mi ospita. Chiamatemi fessa…
Ma torniamo al couchsurfing e a come procedere una volta individuato il nostro couch. Le strade da percorrere sono due.

La prima consiste nell’inviare una richiesta spiccia di ospitalità ma per esperienza vi dico che non dà grandi risultati. Come ho già detto, l’ideologia del viaggiare con il couchsurfing non è quella di dormire a sbafo ma quella di condividere. In qualche angolo remoto del pianeta c’è qualcuno che, senza conoscerci, ci apre le porte di casa sua. Il minimo sindacale, a mio avviso, è presentarci prima di bussare.
E questa infatti è la seconda opzione che richiede qualche minuto di tempo in più ma generalmente sono minuti ben spesi. Anziché sparare a raffica richieste di ospitalità che spesso e volentieri non portano a nulla, è meglio prendersi la briga di leggere il profilo della persona individuata come possibile couch. Una breve presentazione in cui si racconta, a grandi linee, qualcosa di sé e del proprio viaggio è indubbiamente la strategia vincente.
Qualche consiglio utile prima di contattare un possibile couch
La prima cosa da fare, una volta individuati i nostri probabili couch, è quella di verificare da quanto tempo non si connettono e la percentuale relativa al tasso di risposte. Chiedere ospitalità a qualcuno che non si collega da mesi o che risponde una volta su dieci è un po’ come giocare un terno al lotto!
La seconda cosa che raccomando di fare è leggere con attenzione il profilo della persona a cui vorremmo chiedere ospitalità. Una delle prime volte che ho viaggiato ricorrendo al couchsurfing, ho mandato una richiesta di ospitalità senza leggere bene annessi e connessi e mi è sfuggito il fatto che in casa ci fossero tre gatti. Niente di grave, almeno per me, ma l’amica con cui viaggiavo era allergica al pelo di gatto e abbiamo dovuto levare le tende nel cuore della notte per cercare un altro posto. Il suo rantolo sordo e sommesso non si poteva proprio sentire. Certo, i nostri couch hanno capito la situazione, niente da dire in merito, ma sicuramente abbiamo perso qualcosa di bello…
Perché viaggiare con il couchsurfing
Perché è figo! Scoprire un luogo lontano con i suoi profumi, i suoi sapori e tutto il microcosmo che gli ruota attorno spogliandosi dei panni del turista e indossando, anche se per poco, quelli del locale è una sensazione impagabile. Un modo per entrare più in intimità con un luogo che non è lontano solo dal punto di vista geografico, spaziale, ma anche e soprattutto culturale! E vivere qualche ora, o qualche giorno, a stretto contatto con gli autoctoni, insegna cose che difficilmente capteremmo da soli. Quantomeno, non con poco tempo a disposizione.
Bisogna inoltre considerare che il 90% della community del couchsurfing è fatta di gente che viaggia – o ha viaggiato – ed è ben propensa a calarsi nei nostri panni per farci vivere un’esperienza indimenticabile. Quel 10% che “apparentemente” non viaggia… se fa parte del couchsurfing è perché comunque viaggia con la fantasia e vive il mondo attraverso i nostri occhi. Sono pochi ma mi è capitato di incontrarne qualcuno e la trovo una cosa meravigliosa…
Ma il couchsurfing è pericoloso?
Se il couchsurfing fosse pericoloso, secondo voi ne farei parte? O, peggio ancora, vi consiglierei di provarlo? Certo che, come in tutte le cose, il malato mentale o il furbetto di turno si può incontrare, ma è raro. Tuttavia si può ovviare al rischio leggendo con attenzione non tanto il profilo quanto le referenze lasciate da chi ci ha preceduti. Personalmente non scelgo mai couch che non hanno almeno un paio di referenze, ma poi seguo molto l’istinto. In ogni caso, se proprio si vuole andare sul sicuro, basta scegliere i cosiddetti “coach verificati” che sono segnalati con una spunta verde.
Di preciso non so come funzioni, credo che i membri verificati debbano fornire non solo copia del passaporto ma debbano anche pagare qualcosa a garanzia della loro autenticità. Io però sono una che vuole vedere sempre il bello ovunque e verificati o meno, se mi ispirano li seguo.
Devo dire che finora mi è sempre andata bene. Va da sé che, a differenza di quanto pensa qualcuno che mi ritiene una pazza scriteriata, uso sempre un po’ di testa. Essendo una donna e viaggiando da sola cerco, se posso, di farmi ospitare da donne, coppie o famiglie a discapito di uomini single. Ma mi è capitato anche di essere ospitata da uomini single con cui ho trascorso nottate a bere birra e chiacchierare senza per questo essere oggetto di attenzioni indesiderate! Il filo conduttore è, e resta, quello del viaggio, non dimentichiamolo. Questo vale sia per l’host che per il couch…
A grandi linee, tutte le esperienze vissute con il couchsurfing sono state ricche e fruttuose. Ognuna a modo suo ma le ricordo tutte con piacere. Con alcuni dei miei couch sono rimasta anche in contatto… perché alla fine si diventa amici! Pensate che i miei primi couch, una coppia di venezolani di Caracas, non solo mi hanno invitata al loro matrimonio ma a distanza di due anni sono andata a trovarli in Thailandia. Potete anche solo immaginare l’emozione di ritrovarci insieme dall’altro capo del mondo?

Viaggiare low cost con il couchsurfing
Senza dimenticare la logica di base che, ripeto, è la condivisione… viaggiare con il couchsurfing consente anche di risparmiare qualche soldino. Specialmente quando si fanno viaggi lunghi e non si dispone di un budget elevato. Senza, ovviamente, volerne approfittare. Quando trascorro più giorni a casa di qualcuno, in un modo o nell’altro cerco di contribuire alla gestione delle spese ordinarie. Non che sia un obbligo, semplicemente un po’ di buon senso improntato al mutuo rispetto. Voglio dire, se risparmio sul pernottamento e mangio in casa, contribuire alla spesa mi sembra il minimo sindacale.
Insomma, per come la vedo io viaggiare con il couchsurfing è qualcosa che ti arricchisce profondamente. A volte è necessario uno spirito d’adattamento piuttosto elevato – varie volte ho dormito su un materasso buttato a terra – ma vi assicuro che il gioco vale la candela. L’importante è liberarsi dai pregiudizi e calarsi in toto nella situazione, sempre e comunque…
Beh, non sono certo stata esaustiva perché le potenzialità che offre il couchsurfing sono tantissime ma se avete domande… non esitate a chiedere!
La Globetrotter
Vuoi altre idee su come viaggiare a lungo risparmiando? Leggi il mio post In barca a vela alle San Blas in cui racconto come ho fatto la traversata da Panama alla Colombia gratis a bordo di un veliero…
Grazie! Molto interessante! Grande Diana!
Linda
Grazie Linda, dovresti provare… lo spirito d’adattamento non ti manca, l’ho testato sul campo, e chissà che non ti esca anche qualche storia interessante da fotografare! Iscriverti non costa nulla, lanciati…
Grande Diana! Questa possibilità non la conoscevo! Una soluzione che mi esalta per la possibilità di vivere fra la gente del posto, la cosa che voglio sviluppare di più in un viaggio.
Ma mi fai anche inc…re!
Ma solo con me stesso ;D, e questo mi spinge definitivamente a dedicarmi allo studio dell’inglese, per poter praticare una cosa che, diversamente, non potrei vivere allo stesso modo.
Sempre
Ciao
Sai Andrea, a volte credo di dare troppe cose per scontate. Non mi sono mai chiesta se il couchsurfing fosse pratica nota o diffusa perché io lo conosco da anni e fa parte di me ormai. Non che lo usi poi così spesso ma quando lo faccio è sempre con grande piacere…
Cmque… inglese o nn inglese, credo sia giunto il momento di lanciarti! Potresti anche iniziare con paesi in cui si parla spagnolo, come tanti… non ti pare?
Un abbraccione