India… o la odi o la ami! Questo mi è stato detto quando, nel 2009, mi sono imbarcata per Kolkata. Non sono d’accordo! Io l’ho odiata all’inizio ma a distanza di anni sento il desiderio di tornarci. Forse all’epoca non ero pronta. Forse non si è mai pronti per l’India ma è sicuramente un viaggio che bisogna fare, almeno una volta nella vita. Mi ci sono voluti due anni prima di metabolizzare quell’esperienza. Un viaggio iniziato a Kolkata e diretto a New Delhi passando per Jaipur, il Taj Mahal di Agra e il Karni Mata Temple di Bikaner, sede del famigerato tempio dei topi. In tutto questo Varanasi è stato l’unico posto in cui mi sono sentita paradossalmente serena dall’inizio alla fine…

Varanasi, sulle rive del Gange
Dopo dodici ore di treno giungo a Varanasi. L’aria è talmente intrisa di umidità da togliere il fiato. Fermo un tuc-tuc al volo e chiedo al conducente di portarmi al Lalita Gath dove c’è una piccola e accogliente guesthouse consigliatami da due spagnoli. Sono emozionata, carica di aspettative e di buoni propositi.
Varanasi, la città mistica del fiume Gange. È qui che gli induisti si bagnano per purificarsi di tutti i peccati. Il sogno di ognuno è quello di morire e di essere cremato a Varanasi per interrompere il Samsara, il ciclo della reincarnazione, e assicurarsi la liberazione. Trascorro qualche giorno in questo posto lasciandomi semplicemente cullare dal flusso di energia che trasuda da ogni poro, umano e inumano. È un’orgia di profumi, colori, odori e sensazioni.
Gironzolo senza meta nel dedalo intricato di vicoli con la presunzione, tipicamente occidentale, di carpirne i segreti. Rigagnoli di scolo che si portano dietro di tutto, dalle coppette del chai agli scarti di cibo, dai topi morti agli escrementi delle vacche. Mi perdo tra le bancarelle per turisti e i negozi indiani palpando sete di Benares, indossando sari, assaporando lassi al mango, chapati e dhal di lenticchie.
Mi infilo curiosa nei luoghi di culto per respirare la spiritualità di Varanasi. Vishwanath Temple. Durga Temple. New Vishwanath Temple. Tulsi Manas Temple. Nepali Temple. Bharat Mata Temple. E non finisce qui. Perché fuori dai templi si respira la stessa atmosfera mistica. Navigo sul Gange, all’alba, per assistere al risveglio della città.
C’è chi prega immerso fino alla cinta facendo le sue abluzioni, chi si cosparge la testa con l’acqua del fiume, chi vi si immerge completamente per liberarsi dalla contaminazione dei peccati e chi si tuffa e nuota con il semplice proposito di lavarsi.
Ci sono le donne che fanno il bucato a riva e i bambini che sguazzano felici nell’acqua torpida. Un canto in sottofondo invoca Shiva per augurarle il buongiorno. E la sera, al tramonto, mi siedo sui gradini di un Gath per contemplare la puja: nel buio che sta per inghiottirmi centinaia di lumini e di fiori arancioni fluttuano silenziosi nelle acque della Madre Gange. Dal silenzio si leva dolcemente il canto dei sacerdoti.
L’odore acre del fumo proveniente dal Burning Ghat si sparge nell’aria strappandomi alla contemplazione di questo spettacolo mistico in cui si venerano tutti i simboli sacri dell’induismo. Il fiume è lì, pronto ad accogliere le ceneri di coloro che se ne vanno, interrompendo il pellegrinaggio continuo di morti e resurrezioni.
Sul Gange nasce e muore la vita. Perché il Gange è la vita. Una vita che io continuo a non capire, per quanto ci provi. Nonostante tutto, il mio sguardo da occidentale non mi consente di andare oltre ciò che vedo. Miseria, disperazione, malformazioni, spazzatura.
Percepisco la pace e la spiritualità ma non riesco a coglierla nella sua essenza, e rientro in stanza la sera in preda alle vertigini, incapace di verbalizzare ciò che provo.

La Globetrotter
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Complimenti per l’originalita’ del sito…e per farci conoscscere quei posti in parte “spiritualmente sconosciuti”…almeno a me…e che da la possibilita’ di viaggiare…anche solo con il pensiero….
Grazie Luca… come ripeto spesso, chi non sa viaggiare con il pensiero non sa viaggiare con il corpo! perchè alla base di ogni viaggio c’è l’elasticità mentale… e qdo inizierai a viaggiare sarai già un passo avanti!!! un abbraccio
molto bello questo post.. cerco un posto dove andare.. questo sicuramente ispira
Grazie Giuseppe, Varanasi è il posto dell’India che ho preferito… Ti confesso, non è una passeggiata, ma credo sia un viaggio da fare prima o poi…
Varanasi…!! Unica ! Un’ insieme di colori suono, odori e..altro che hai ben descritto. La vita e la morte che diventano UNO come in nessun altro posto! Grazie delle immagini –
Grazie a te carissimo Oro… a distanza di anni ancora non so dire se mi è piaciuta o no, di fatto non mi ha sicuramente lasciata indifferente…
Diana il racconto del tuo viaggio in India, mi ha trasmesso tante emozioni…mi ha anche posto alcune domande e ho ricevuto alcune risposte. Premesso che il post è veramente interessante e ha risvegliato in me due mie ricordi legati a Ranci, da quando, anni fa, avevo adottato due bambini a distanza, Anand e Jonson. Questi sono stati i miei primi contatti con l’India -è stata un particolare periodo ed esperienza della mia vita – forse i miei primi passi concreti verso gli altri “lontani”….Mi sto dilungando, ma desidero arrivare a metabolizzare insieme a te quella forte esperienza di vita sacra e profana, e tu l’hai descritta con le tue perplessità, sensazioni, aspettative, non da viaggiatrice qualunque, ma come Globetrotter, alla ricerca delle forti esperienze e sensazioni umane….Ti abbraccio con profonda stima.
Grazie mille Rita, i tuoi commenti e pensieri sono sempre i benvenuti e mi fa piacere riuscire in qualche modo a trasmetterti qualcosa… un abbraccio e buona giornata
Tra due giorni partirò di nuovo per Varanasi, la mia città, in India. E’ un po’ come una seconda casa per me, con tante persone che mi riconoscono per strada e mi salutano in modo molto amichevole. Da lì poi mi sposterò, non so ancora verso dove. Tornerò in Italia fra cinque mesi. Da qualche tempo, quando viaggio, scrivo un diario che si può trovare nel mio blog: http.www.ilmioviaggio.me A presto, allora, attraverso il mio diario!
Fai buon viaggio Antonietta! Ti seguirò a Varanasi, anche se io sarò nell’altro emisfero! Un abbraccio
Che viaggio quello in India. Credo sia e sarà il mio preferito. Capisco appieno le tue sensazioni perché l’ho vissute di persona. Meraviglioso racconto.
Ho fatto un giro dalle tue parti dopo aver letto questo messaggio e devo dire che si, sicuramente mi capisci perfettamente. L’India è davvero molto particolare, per me non è vero che la odi o la ami perché puoi odiarla e amarla al tempo stesso… grazie!