Esperienziale! Trovo sia un bell’aggettivo da associare al termine turismo che spesso e volentieri accende gli animi e scatena polemiche sui social. Non ho mai preso parte alla diatriba “turista o viaggiatore, da che parte stai?”, né intendo aprirne una qui e ora, in primis perché la ritento sterile e inutile e poi perché una cosa non esclude l’altra. Diversamente, il turismo esperienziale non avrebbe ragione di esistere e invece, guarda caso, esiste e sposa in pieno la mia concezione del viaggio.

L’esperienza genera conoscenza e apre nuovi orizzonti che poi, a conti fatti, è quel che ci spinge a viaggiare, e visto che la mia mission è quella di fare divulgazione, quest’oggi ti racconterò qualcosa su Di prato in pranzo, attività cui ho preso parte la settimana scorsa in Val Brenta, nel corso di un blog tour individuale organizzato dall’Hotel Alpina in collaborazione con Campiglio Dolomiti.

Che dire? Una delle giornate più belle, ricche e intense degli ultimi mesi, che oltre ad avermi rigenerata, come sempre accade quando sono in mezzo alla natura, mi ha anche illuminata.

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Passeggiata in Val Brenta

Di prato in pranzo e il turismo esperienziale

Di prato in pranzo è un’esperienza legata al territorio della val Brenta che coniuga l’aspetto naturalistico e quello gastronomico. Due i protagonisti indiscussi della giornata: le erbe spontanee che crescono nei boschi, rappresentate dall’esperta di foraging Noris Cunaccia,e il pranzo a base di prodotti tipici e prelibatezze preparate, con le erbe raccolte, dallo chef stellato Alfio Ghezzi. Il tutto, accompagnato da bollicine Ferrari, si conclude a Pra de la Casa, una location in mezzo al verde dove ogni partecipante, seguendo le direttive di Noris, confeziona il suo erbario da portare a casa.

alt="Turismo esperienziale in val Brenta con Di prato in pranzo"
Di prato in Pranzo in val Brenta

Detta così può sembrare un’esperienza per fighetti, in realtà si tratta di due passioni, due corpi e due spiriti che si sono incontrati, innamorati e uniti (in senso lato) per dar vita a qualcosa di bello. Noris e Alfio sono persone umili che dal legame con la loro terra hanno tratto linfa vitale!

Il feeling con Noris è stato immediato e fulmineo, non c’è stato nemmeno bisogno di sentirla parlare per capire chi era e non a caso, in barba al Covid e al distanziamento sociale, sono state sufficienti poche ore per trovarci strette in un abbraccio sotto l’ala protettrice della Madre Terra. Non è mia abitudine abbracciare gli sconosciuti, quantomeno non è più mia abitudine, ma con lei è stato inevitabile: mi sono vista riflessa, come in uno specchio, con qualche anno in più.

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Con Noris impregnandoci dell’energia della val Brenta

Una gran viaggiatrice che dopo aver girato mezzo mondo con lo zaino sulle spalle, si è ritrovata nella sua valle e oggi gira per i boschi raccogliendo erbe selvatiche da usare in cucina (e non).

Tralasciando il romanticismo dovuto all’incontro con un’anima affine, Noris è davvero una grande conoscitrice delle proprietà terapeutiche delle piante che tratta con rispetto e deferenza perché alla fine, sue testuali parole, la natura ti da quel di cui hai bisogno. E guarda un po’, quando le ho chiesto se potevamo cercare dell’iperico, pianta officinale nota per le proprietà fitoterapeutiche, quasi l’avessi chiamata me la sono trovata sotto il naso. E così, grazie a lei, oltre alla scoperta di erbe a me sconosciute, mi sono portata a casa il preparato per l’olio di iperico con cui curare una dermatite alla mano che mi perseguita da un po’. Prima di passare ai farmaci provo sempre i metodi naturali che tanto, alla peggio, non hanno effetti collaterali e il più delle volte, per quel che mi riguarda, han dato buoni risultati.

Se Noris è paragonabile all’energia sprigionata da un vulcano in attività, non ha nulla da invidiarle Alfio che sotto un’apparente coltre di quiete e tranquillità, nasconde uno spirito raffinato e avventuroso come pochi. Cinquant’anni di età e una passione per la cucina che l’accompagna fin dall’adolescenza, Alfio Ghezzi è il titolare di Senso Mart, “un luogo senza tempo in cui è possibile toccare con mano la relazione tra cibo e natura”, che poi è la stessa che abbiamo sperimentato noi nel corso del tour. Ma non finisce qui. Alfio è anche un grande viaggiatore, uno di quelli che vive il viaggio come l’espressione più pura della libertà, in parapendio. Un punto di vista invidiabile soprattutto per chi, come me, è in lotta perpetua con la paura di volare.

alt="Turismo esperienziale in Val Brenta con Doris e Alfio"
Outdor in val Brenta

Ed ecco che grazie al turismo esperienziale ho avuto modo di scoprire nuovi modi di approcciare il mondo il che, a mio modo di vedere, vale più di mille luoghi visitati.

Ora, come spesso accade mi sono persa via per la tangente e ho raccontato poco e nulla dell’esperienza in sé, ma spero che il mio entusiasmo possa contagiarti e incuriosirti quel quanto che basta da spingerti a sperimentare il più possibile, in Italia come all’estero. Perché alla fine, non mi stancherò mai di dirlo, il valore aggiunto è sempre quello del capitale umano, l’unico in grado di lasciare qualcosa di duraturo e concreto.

La Globetrotter

Cosa pensi del turismo esperienziale? Hai mai partecipato ad attività di questo tipo durante i tuoi viaggi? Ti aspetto nei commenti

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