Nonostante sia trascorso già più di un mese dal termine del mio viaggio in Libano serbo ancora ben vivido il ricordo dei giorni trascorsi laggiù. Un ricordo in cui mi rifugio per non lasciarmi abbruttire dai fumi nefasti della città e che custodisce gelosamente tutti i benefici che mi sono portata a casa. Così, tra le tante cose da fare prima dell’ormai imminente partenza per il sud-est asiatico, mi ritrovo con il desiderio di scrivere l’ennesimo post sul Libano. Un post in cui ti racconto qualcosa di Tiro e Sidone, due perle di indicibile bellezza affacciate sul Mar Mediterraneo.
Il Libano è grande quanto un francobollo – 10.452 km² – e sia Tiro che Sidone si raggiungono tranquillamente da Beirut in giornata. Io e Riky – il mio compagno di avventure che ha lasciato la sua firma sul blog con uno splendido racconto sulla Yellow House di Beirut – optiamo però per un viaggio itinerante e trascorriamo nel sud del paese gli ultimi tre giorni. Mai fatta scelta più azzeccata.
Premesso che il Libano mi ha regalato una sorpresa dopo l’altra, se qualcuno mi chiedesse cosa ho amato di più, di pancia risponderei il sud. Così vicino alla capitale e al contempo così lontano. Nei ritmi, nei colori, nell’atmosfera e nel calore della gente che a mio avviso racchiudono l’essenza di un luogo.

Tiro e Sidone tra storia, religione e guerra
Tiro e Sidone. Due città che affondano le loro radici in epoca fenicia e che raggiungono l’apice grazie al commercio marittimo sotto l’impero babilonese prima e quello romano poi. Un viaggio nel sud del Libano è quindi un salto nella storia remota del paese – e dell’intero bacino del Mediterraneo – con la scoperta di siti dal valore inestimabile quali Al-Mina e Al-Bass a Tiro o il Castello del Mare a Sidone

Tiro e Sidone, a maggioranza sunnita la prima e sciita la seconda. Due città in cui è il canto del muezzin a scandire il ritmo delle giornate e non – come accade ad esempio nella Qadisha Vallery – le campane delle chiese. In Libano, il cui territorio supera di poco quella della Basilicata, convivono ben diciotto confessioni religiose diverse che lo colorano sia spiritualmente che culturalmente.
Tiro e Sidone, due città profondamente colpite dalle drammatiche vicende che hanno coinvolto il Libano negli ultimi cinquant’anni, dalla guerra civile del 1975-1991 al conflitto militare tra Israele e Hezbollah del 2006.
La tragedia di Sidone ce la racconta il grande Fabrizio de André nell’album Crêuza de mä con una canzone in genovese che ti consiglio vivamente di ascoltare: ecco il testo in traduzione perché altrimenti si capisce poco o nulla.

Una canzone contro la guerra in cui la morte del bambino diventa metafora – come dichiarato dallo stesso De Andrè in un’intervista – della fine civile e culturale del Libano, la Fenicia, “che nella sua discrezione è stata forse la più grande nutrice della civiltà mediterranea”. Per inciso, è a Sidone che ha inizio la lavorazione del vetro e l’uso del murice per tingere i tessuti di porpora.
Tiro e Sidone, due città dove abbiamo consumato le suole delle scarpe lasciandoci trasportare dal profumo di spezie.
Se chiudo gli occhi un istante mi rivedo ancora li, tra i vicoli del souk diretti verso la Corniche di Sidone e le casette colorate dalle porte in stile arabo di Tiro, regina dei mari e Patrimonio Mondiale dell’Umanità dal 1984.

Mi rivedo seduta in mezzo al gruppo di palestinesi che oltre alla sciscia condividono con noi un pezzo della loro storia e della loro vita.
E dopo aver respirato l’aria di umanità, congediamo il sud del Libano che si rivela prodigo fino alla fine regalandoci un tramonto stratosferico. Pochi minuti sulla spiaggia di Tiro, una delle più rinomate del paese, e il sole si eclissa pennellando il cielo di giallo, rosa e arancione. Madre Natura, inutile a dirsi, non si smentisce mai…

La Globetrotter
Hai mai pensato di visitare il Libano? Cosa ti attira e/o cosa ti trattiene?
Hai trovato questo post piacevole e interessante? Lasciami un commento e condividilo sui social?
Se cerchi spunti per organizzare un viaggio in Libano, qui trovi tutti i miei articoli
Iscriviti alla Newsletter per non perderti le novità settimanali sul blog. Nuovi itinerari, racconti di viaggio, consigli pratici, approfondimenti culturali, partenze di gruppo e tanto altro!
Ciao, sto lavorando: un lavoro giudiziario (non ci azzeccherebbe a primo acchito) e facendo una ricerca su Google su Europa (etimo/mitologia) per ri-spolverare il mito del toro bianco e di lei, figlia del re di Tiro (gli anni del liceo a volte li senso lontani, a volte vicini), è ripartito il mantra: tizio, re di Tiro e di Sidone (avevo curiosità di rispolverare un po’ di nomi di quei re). Google mi ha portato qui: complimenti per il reportage. Ho letto anche l’articolo sul viaggiare da soli o meno (L’ho trovato molto interessante e intelligente). Ripasserò quando avrò tempo e potrò leggere il tuo sito, non in mezzo al lavoro! Intanto mi premeva salutarti e farti tanti complimenti: è raro leggere qualcosa del genere (trovo spesso troppa autoreferenzialità, troppi contenuti tutti uguali ect su internet, per fortuna ci sono anche svariate eccezioni, così interessanti.
Ciao
Ma grazie infinite, che piacere leggere un commento così sentito. Sono felice tu abbia trovato qualcosa di diverso, credo che il motivo sia spiegato dal fatto che per me il blog è uno spazio di condivisione in cui dare e ricevere, oltre che uno spazio intimo in cui mettere nero su bianco emozioni e sentimenti. Spero tu possa trovare al tuo ritorno altri argomenti interessanti e chiaramente i commenti sono sempre ben accetti, specialmente quelli positivi. Buon weekend