Questa è la storia di un viaggio che ha inizio a Negombo, un villaggio di pescatori situato sulla costa orientale dello Sri Lanka, quaranta chilometri a nord della capitale, e che passando per alcune delle città antiche e dei luoghi sacri del paese ci conduce al Back of Beyond, un incanto immerso nella giungla.

È la storia di un paese erroneamente considerato da alcuni una semplice appendice dell’India e che invece a mio avviso con l’India ha ben poco a che spartire. Ed è la storia di un paese leggendario in cui la figura del Buddha occupa, da sempre, un luogo di rilievo nella vita dei suoi abitanti. Non ultimo, è la storia dei primi giorni del mio viaggio alla scoperta di un paese e di un popolo distanti geograficamente e culturalmente.

Come tanti, direte voi. Si, come tanti, ma indubbiamente più di tanti altri…

Prime impressioni sullo Sri Lanka

Negombo è giusto una toccata e fuga, il luogo in cui riprendermi dalla fatica del volo. Fatta eccezione per il mercato del pesce che mi travolge con i suoi odori forti e penetranti, non mi dice granché. Sono ancora nel limbo, quella fase di adattamento a un luogo così lontano da me. Come dire, entro nel paese in punta di piedi e mi fermo in anticamera respirando lentamene il profumo d’esotico.

Villaggio di pescatori di Negombo

La gente è ospitale e l’impatto con lo Sri Lanka si rivela immediatamente positivo. Lo chiamano la “lacrima dell’India” ma la differenza tra i due paesi mi sembra abissale. Attorno a me non regna la sporcizia e la miseria che mi avevano colpita come uno schiaffo a mano aperta quando sono arrivata a Varanasi nel 2009.

Qualcuno, non ricordo più chi, mi aveva detto che gli spostamenti con i mezzi di trasporto pubblico in Sri Lanka sono deliranti. Prima di partire Claudia aveva contattato l’Ente del Turismo  che ci aveva offerto una macchina con conducente per agevolarci il viaggio, ma di comune accordo abbiamo rifiutato. Viaggiare con gli autobus locali è un modo per entrare nel mood del paese che si visita e, soprattutto, osservarne da vicino la popolazione. Si perde sicuramente qualcosa ma si guadagna molto altro.

E così la mattina di buonora ci avviamo alla stazione di Negombo dirette ad Anuradhapura. Vi dirò, il caldo umido, la guida del conducente che pare essersi guadagnato la patente con i punti Miralanza, le strade dissestate e la gente ammassata l’una sull’altra ci fanno quasi maledire la nostra scelta. Ma, ripeto, è solo questione di entrare nel mood. Una volta dentro, l’idea di impiegare mediamente un’ora in condizioni aberranti per percorrere a dir tanto una trentina di chilometri non fa più nessun effetto.

Tra città antiche e luoghi sacri

Da Negombo raggiungiamo Anuradhapura per visitare le rovine dell’antica capitale dello Sri Lanka. Dedichiamo cinque ore di tempo all’esplorazione del sito in sella a una bicicletta che ci spacciano per nuova ma che avrà a dir poco dieci anni di età. L’atmosfera che si respira all’interno è magica ma il sito, in sé, non ha nulla di speciale e a mio avviso non vale i 25 dollari richiesti ai turisti per l’ingresso. Considerato che nemmeno la città nuova sembra granché, ce la lasciamo alle spalle in un paio di giorni alla volta di Dambulla.

alt="Sri Lanka tra città antiche, luoghi sacri e natura selvaggia"
Il sito di Anuradhapura

Il secondo spostamento in autobus mi lascia con l’amaro in bocca. Il colore della nostra pelle comunica al bigliettaio che siamo i polli di turno da spennare e pensa bene che il nostro posto valga il doppio di quello di un qualsiasi cingalese. Visto che siamo entrambe viaggiatrici navigate, subodoriamo la puzza di bruciato e reclamiamo il mal tolto. L’uomo, senza dire una parola, ci rende i nostri soldi, ma non mi toglie di bocca l’amarezza. Sono cose che accadono, lo so bene, ma ogni volta è come se fosse la prima…

Giungiamo a Dambulla in tarda mattinata, lasciamo gli zaini in un negozio e ci fiondiamo a visitare il Royal Rock Temple, l’icona religiosa dello Sri Lanka. Una ripida salita sotto il sole a picco ci conduce ai templi rupestri, una serie di grotte che fungono da santuari al cui interno sono custodite varie statue del Buddha. Il fervore dei fedeli è palpabile ma ancora una volta il costo del biglietto per gli stranieri è decisamente esagerato. Ce ne facciamo una ragione e riprendiamo il cammino dirette a Sigiryia che, a detta di tutti, è un vero gioiellino.

Grotte di Dambulla

Definire Sigiriya non è un’impresa facile, ma se avessi a disposizione un solo aggettivo per descriverla, userei la parola “magica”. La rocca, che si erge sulla lussureggiante vegetazione come una regina sul trono, pare fungesse da fortezza regale e militare durante il regno di Kassapa del V secolo d.C. anche se alcune teorie, più recenti, ritengono si trattasse di un importante monastero buddhista della scuola theravada e mahayana risalente al III secolo d.C. La vista, dall’alto, è superlativa.

Non distante da Sigiryia si trova il tempio di Pidurangala, decisamente meno turistico e, a mio avviso, ancor più magico. Lo scenario di cui si gode è lo stesso della vicina Sigiriya a cui si aggiunge la visione sublime della sagoma della rocca in controluce. Il tutto nella quasi totale solitudine. Scalarle entrambe nel giro di poche ore è un’impresa ardua per i miei polpacci ma credetemi, il beneficio che ne trae il mio spirito è indescrivibile.

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Tra Sigiriya e Pidurangala

Il Back of Beyond, una gemma nella giungla dello Sri Lanka

Il Back of Beyond non ha nulla a che vedere con le città antiche o i luoghi sacri dello Sri Lanka ma merita comunque un cenno per l’incredibile energia che propaga attorno a sé. Situato a pochi chilometri dalla rocca di Sigiriya, è il luogo ideale in cui coniugare l’amore per la natura all’interesse per la cultura e la storia di cui sono intrisi gli immediati dintorni.

Sarà che il verde è il mio colore preferito è che il Back of Beyond è immerso nella giungla ma vi assicuro, è amore a prima vista! Un bijou che consta di sole sette abitazioni, di cui tre sono case sull’albero. Eh si, avete capito bene. Una vera e propria casa costruita in cima a un albero. Se da piccola mi avessero detto che un giorno avrei provato l’emozione di vivere un’esperienza alla Tarzan e Jane gli avrei riso in faccia. Oggi invece rido di me stessa al ricordo degli abiti lasciati appesi fuori durante la notte e di cui al risveglio ho trovato solo i brandelli. Sicuramente ha riso anche lui, scoiattolo o topo che fosse, mentre banchettava con i miei vestiti. Beh, sono cose che succedono se dormi in una casa sull’albero in mezzo alla giungla…

L’emozione di svegliarsi la mattina e respirare a pieni polmoni l’energia della Madre Terra è impagabile, così come terminare la giornata leggendo un buon libro con il solo brusio della natura in sottofondo. Ti riconcilia con il mondo e con te stesso, avvolgendoti in una sorta di pace cosmica. E quando rientri la sera, dopo aver trascorso l’intera giornata nutrendo gli occhi e lo spirito di cose belle, ritrovarti al Back of Beyond è quanto di meglio tu possa desiderare. Il finale perfetto di una trama ugualmente perfetta.

Il secondo giorno del nostro soggiorno lasciamo a malincuore la dimora sull’albero e ci trasferiamo in uno dei cottage che perde sicuramente in fascino ma ha un bagno stratosferico costruito attorno a una roccia. In un contesto simile il concetto di privacy non è ammesso e Claudia si doccia sotto lo sguardo curioso di una ranocchia che scruta discretamente l’ospite indesiderato.

Se a tutto ciò aggiungiamo il fatto che il Back of Beyond è stato costruito nel pieno rispetto dell’ambiente circostante e coinvolge attivamente le comunità locali nei progetti di riforestazione e di educazione al rispetto per gli animali… siamo a cavallo! Se il buongiorno si vede dal mattino, direi che questi primi giorni in quello che viene definito la lacrima dell’India sono partiti con il piede giusto.

Relax al Back of Beyond

La Globetrotter

E tu, sei mai stato in uno di questi luoghi? Che emozioni ti porti dietro che vorresti raccontarmi?

Sono stata ospite del Back of Beyond durante il mio viaggio in Sri Lanka e le opinioni espresse sulla struttura sono assolutamente imparziali e obiettive altrimenti non lo consiglierei sul mio blog.

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6 pensieri su “Sri Lanka tra città antiche, luoghi sacri e natura selvaggia

  1. Federica Farina dice:

    Bellissimo articolo, bellissimo blog!
    Diana mi ha dato consigli da viaggiatrice esperta che diventeranno sicuramente i cardini del mio prossimo viaggio. In Sri Lanka, of corse. E con nano 3enne al seguito. Can’t wait! Grazie Diana!

    • Diana Facile dice:

      Grazie a te Federica e scusa il ritardo nella risposta che arriva diretta dall’Amazzonia peruviana dove la connessione lascia molto a desiderare! Sei una grande a partire con il nano! Tutta la mia stima. Se hai bisogno di altre info… casa mia la conosci ormai! Un abbraccio

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