È pratica abbastanza comune tra i travel blogger chiudere l’anno con un post riassuntivo dei luoghi visitati o con i progetti dei viaggi futuri. Un paio di volte l’ho fatto pure io ma quest’anno ho deciso di prendere un’altra direzione. Di viaggi ne ho fatti parecchi e li ho quasi tutti documentati in tempo reale. Non li ho fatti perché sono una travel blogger ma perché amo viaggiare più di ogni altra cosa al mondo, e non li ho documentati perché sono una travel blogger ma perché scrivere è per me tanto importante quanto viaggiare. Il 2018 lo concluderò quindi con la storia dei sogni nel cassetto di una viaggiatrice non più in erba. Sogni che sembra si stiano realizzando e non perché io sia fortunata ma perché ci ho creduto e mi sono impegnata come non mai nella vita perché ciò accadesse. Prima di parlarvi dei miei sogni nel cassetto, però, vi racconterò cosa mi ha condotta fin qui. Alcuni aneddoti, se mi conoscete o mi leggete regolarmente, li conoscete già. Altri sono inediti per tutti, metaforicamente parlando anche per me.

Il mio destino era scritto nelle stelle

Non so come la vedete voi, se credete nel destino e nell’astrologia o meno. Io in parte ci credo. Non negli oroscopi, beninteso, ma nel fatto che su di noi aleggi un destino pre-definito si. Ebbene, quando avevo sedici anni la mia insegnante di musica, appassionata di astrologia, decise di farmi il piano natale. A me non interessava particolarmente ma le faceva piacere e ho accettato di buon grado. Con il tempo ho dimenticato tutto quel che le stelle avevano in serbo per me tranne due cose. “Incontrerai l’uomo della tua vita in tarda età e non sarà una cosa passionale” – la prima. Beh, mi sembra non ci sia andata troppo lontana. A 46 anni suonati sono ancora single e di questo passo l’uomo della mia vita lo troverò all’ospizio! Ovvio che non sarà una cosa passionale il che, vi dirò, mi disturba notevolmente! “Viaggerai un sacco nella vita e con il tempo la tua passione potrebbe diventare il tuo lavoro” – la seconda. Qualcuno potrebbe obiettare che fa comodo credere a una profezia di questo tipo ma la verità è che all’epoca sognavo sì di scoprire il mondo ma l’idea di poterne fare una professione era ben lungi da me altrimenti, credo, non avrei atteso tanto. La scelta di iscrivermi al liceo linguistico non ha nulla a che vedere con la mia passione per i viaggi, direi che è stata un ripiego. Volevo fare il liceo classico ma mio padre spingeva per ragioneria e alla fine il liceo linguistico è stato il giusto compromesso. Finito il liceo mio padre, come logica conseguenza, mi suggerì di iscrivermi a lingue così avrei potuto insegnare e avere due mesi liberi in estate ma io, bastion contrario per antonomasia, ho preso un’altra strada che ho miseramente abbandonato dopo qualche anno. Mi vedete voi a fare l’avvocato o il giudice? Alla fine, ironia della sorte, mi sono laureata in lingue ma dovevo arrivarci da sola. Il mio motore propulsore è la passione e al ritorno dal mio primo viaggio in Guatemala, innamorata della storia e della letteratura dell’America Latina, ho chiuso un capitolo della mia vita e ne ho aperto un altro. Ma anche allora ero ben lungi dall’idea di lavorare in ambito travel. All’epoca mi concedevo un viaggio oltreoceano di un mese in estate e qualche weekend in giro per l’Europa nel corso dell’anno per spezzare con la monotonia della vita quotidiana. I soldi non erano sufficienti per fare di più e me li facevo bastare ignara del fatto che in realtà era tutta una questione di priorità. Durante il mio primo viaggio in solitaria in Senegal ho iniziato a percepire il viaggio diversamente e a dare la priorità al tempo più che ai soldi. Un mese non mi bastava più così come non mi bastava più un viaggio l’anno ma come fare? Avevo la possibilità di chiedere un part-time verticale (dove lavoro io lo concedono) ma “senza soldi non si va da nessuna parte” – pensavo all’epoca. Alla fine, dopo averci rimuginato su per qualche anno, mi sono decisa e da anni sverno nell’altro emisfero cercando di calarmi il più possibile nella realtà locale.

Le mie velleità da scrittrice

Erano anni che la mia amica Samantha mi incitava ad aprire un blog. “Fai viaggi pazzeschi, scrivi da Dio, se non lo fai tu chi altri?” – mi ripeteva spesso. Varie volte, nel corso di questi ultimi anni, mi sono chiesta perché non le ho dato retta all’epoca quando ancora il web non era congestionato di blog di viaggi e sarebbe stato tutto più facile anche se oggi, in totale serenità, accetto il fatto di non aver mai voluto realmente diventare una travel blogger e non a caso mi sono sempre definita una viaggiatrice che scrive un blog di viaggi. Per farla breve, non appena ho iniziato con la mia nuova vita part-time mi è caduta dal cielo la possibilità di scrivere per una rivista di viaggi online con cui ho collaborato per un paio d’anni. Da cosa nasce cosa e nel mese di ottobre 2014 sono partita come giornalista per una missione umanitaria. 7MML Around the World 2015, un viaggio solidale attorno al mondo per documentare attraverso la scrittura, i video e le immagini le abitudini alimentari del pianeta. Ebbene, al rientro in ufficio da quell’esperienza faticosa ed elettrizzante al tempo stesso ho avuto il primo, e unico, attacco di panico della mia vita. Sentivo una morsa allo stomaco, faticavo a respirare e improvvisamente sono scoppiata a piangere come una fontana. 7MML Around the World 2015 aveva segnato il punto di non ritorno e così ho partorito La Globetrotter, in pochi minuti – quantomeno l’idea – che il 5 gennaio compirà i suoi primi quattro anni di vita. Ora, se fossi stata furba e intelligente avrei dato fin da subito al blog un altro imprinting ma forse non sono né furba né intelligente oppure, cosa che ritengo più probabile, non desideravo realmente fare la travel blogger. Una volta un ragazzo con la passione per la musica mi disse “a me interessa creare, tutto il resto è conseguenza”. Ebbene, sulla sua falsariga vi confesso che a me interessa scrivere e il modo in cui lo faccio può piacere o meno – sebbene non sia immune ai complimenti – ma il mio piacere viene prima di tutto e scrivere di viaggi è per me l’apoteosi. Raccontare, evocare, emozionare, ispirare. Questo è quel che ho sempre desiderato fare con il blog e in più di un caso ci sono anche riuscita. E ogni volta che qualcuno mi rivela di aver scelto la tal destinazione grazie a me, i miei sogni nel cassetto entrano in fibrillazione. Con il tempo, lo confesso,  mi sono anche un po’ evoluta e per rispondere alle richieste di informazioni che mi pervengono con una certa regolarità ho creato delle “guide-racconto”, rigorosamente esperienziali, in cui unisco l’utile al dilettevole. Qualcuno a questo punto si chiederà che differenza c’è tra quel che faccio io e la professione di travel blogger. Per quel che ho capito io nel corso di questi anni il travel blogger, oltre a saper scrivere e viaggiare, deve – soprattutto – saper vendere e questa non è una mia prerogativa. Riesco bene solo nelle cose in cui credo fino in fondo e non sono poi così tante.

Quando i sogni nel cassetto si realizzano…

Naufragato così quello che pensavo fosse il sogno della mia vita mi sono presentata a qualche Tour Operator come viaggiatrice esperta manifestando il desiderio di lavorare con loro. Ed è arrivato il mio regalo di Natale con l’ingresso ufficiale nel team di Viaggi Tribali in veste di esperta culturale. Una gioia infinita! Qualcuno di voi potrebbe rammentarmi che pure lo scorso anno di questi tempi avevo annunciato il mio ruolo di accompagnatrice per un viaggio di gruppo in Uganda che poi si è rivelato essere una bufala. È vero, non l’ho dimenticato. Lo desideravo talmente tanto da non rendermi conto che la gatta frettolosa fa i gattini ciechi e che se si vuole raccogliere bisogna seminare e attendere che i tempi siano maturi. Nessuno ti regala nulla. Non ho mai saputo cosa sia successo con loro (scusate se ometto il nome ma il mio intento non è quello di diffamare nessuno), fatto sta che mi sono ritrovata con un biglietto pagato in mano e nessun interlocutore con cui rapportarmi. Ora, quando qualcuno mi chiede “sei pronta?” nell’imminenza di un viaggio, sorrido. Sono sempre pronta e non lo sono mai. Sono pronta all’idea di affrontare da sola una nuova avventura, di confrontarmi con un’altra cultura, di impregnarmi dei colori di un’altra terra e dei sapori di un’altra gastronomia ma non sono mai pronta su ciò che mi aspetta. L’unica cosa certa è che sarò sola e vi dirò che forse, da sola, non avrei scelto di fare un viaggio zaino in spalla in Africa Orientale. Sono arrivata lì con l’idea di avere un punto di riferimento e mi sono ritrovata abbandonata a me stessa. Non ero preparata, non lo ero per niente. Non avevo nemmeno comprato le guide, totalmente disorganizzata, totalmente nel panico, ma me la sono cavata e non ho abbandonato l’idea di mettere le mie capacità al servizio degli altri. Così al ritorno mi sono messa alla ricerca di un Tour Operator che proponesse viaggi in sintonia con il mio modo di sentire. Ne ho selezionati e studiati accuratamente non so quanti cercando di cogliere i punti di forza e i punti deboli di ognuno di loro. Alla fine non sono stata io a trovare Viaggi Tribali ma è stato lui a trovare me. Credo che il nome sia evocativo sul tipo di esperienze che propone e per me è stato amore a prima vista. Per cui, a chi cercherà di mettermi in guardia affinché non mi rompa le ossa un’altra volta, rispondo fin d’ora che preferisco il rimorso al rimpianto e che per quanto mi riguarda il rischio vale la posta in gioco. Mi è venuta a mancare un’amica pochi giorni fa. Così, all’improvviso. Una persona che mi ha dato tanto e senza la quale probabilmente non sarei qui. E’ per lei che ho scritto il mio primo racconto sul vodù e con lei, fotografa d’eccezione (date un’occhiata al suo portfolio e capirete cosa intendo), ho condiviso sogni e ambizioni. In un soffio se ne è andata, a pochi mesi dalla tanto agognata pensione. Avrebbe avuto tutto il tempo per realizzare i suoi sogni e ora quel tempo, beffardo, non c’è più. E so che lei, in questo mio rimettermi in gioco, è accanto a me e mi sostiene fino in fondo da lassù. Ora, Viaggi Tribali è un piccolo Tour Operator della provincia di Padova che lavora con la mente e con il cuore. Poche proposte, tutte accuratamente studiate e poco convenzionali, che farebbero venire l’acquolina in bocca a molti di voi. Specializzati principalmente in alcuni paesi africani – di cui il titolare è follemente innamorato – e asiatici, stanno per aprirsi la strada, anche grazie a me, verso l’America Latina dove ho svernato negli ultimi sette anni. Stiamo preparando dei viaggi fantastici in Colombia per il prossimo anno ma ci sono anche altre proposte tra cui Vietnam: le minoranze etniche del nord, che accompagnerò personalmente. C’è una frase molto bella che mi porto dentro dai tempi del mio viaggio in Mali. Il faut toujours regarder la vie avec des yeux d’enfants. Bisogna sempre guardare la vita con gli occhi di un bambino. Solo così riusciremo a tirare fuori dal cassetto i nostri sogni e a cercare di realizzarli, indipendentemente dall’età, dal sesso, dalla religione e, soprattutto, totalmente privi dello spauracchio di ciò che sarà domani. Si prospetta un 2019 ricchissimo ma questo non significa che abbandonerò i miei viaggi in solitaria, anzi. Se possibile li apprezzerò ancor di più…

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Tra i sogni nel cassetto di una viaggiatrice non più in erba

La Globetrotter

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30 pensieri su “Tra i sogni nel cassetto di una viaggiatrice non più in erba

  1. Guillermo Jiménez dice:

    Diana,,, escribes de una manera, que me haces sentir emoziones y viajó con la imaginación… continúa así… mil felicitaciones

  2. Riccardo Bettoni dice:

    Ciao Diana, che dire..sei nata per scrivere e viaggiare, se poi tutto questo diventa anche fonte di reddito si può ben dire che la tua strada è segnata. Cammina sempre e solo sul tuo sentiero, andrai molto lontano. In bocca al lupo per questa nuova grande avventura.

    • Diana dice:

      Grazie Riky, ricordo come fosse ieri le nostre conversazioni al telefono quando decisi di aprire il blog. Non immaginavo proprio che mi avrebbe portato su questa strada ma è assolutamente quella che voglio percorrere! Grazie

  3. Elena Facile dice:

    Ciao sorella, sai che non amo lasciare commenti ma volevo farti sapere che mi hai commossa… Saranno gli ormoni dell’allattamento?!! Un bacione

    • Diana dice:

      Magari non sono gli ormoni ma il mio modo di trasmettere emozioni (preferisco pensarla così), comunque grazie, mi fa piacere.

  4. Francesco dice:

    Ti leggo sempre e ogni volta, mi dai emozioni fortissime. Ti auguro con tutto il cuore di realizzare i sogni nel cassetto, sono certo che riuscirai.

    • Diana dice:

      Mi sembra un’ottima idea querida, ma possiamo anche brindare a Bangkok con una birra anche se, lo sai, al prosecco proprio non resisto…

    • Diana dice:

      Silvia carissima, ti ringrazio infinitamente per gli auguri che ovviamente ricambio. Mi sono letta i tuoi post sulla Cambogia, mi accompagnerai in questo viaggio! A presto

      • Silvia dice:

        Grazie mille! 🙂
        Che bello “ripartire” con te per la Cambogia, ti seguirò appassionatamente! I miei articoli sono un po’ datati ma spero tu sia riuscita comunque a trovare qualche informazione valida.
        Tra l’altro abbiamo rischiato di incrociarci da quelle parti… io son tornata da poco dal Laos e per un po’ ho avuto la tentazione di restare ancora un po’ e sconfinare proprio in Cambogia. Poi alla fine ho fatto la saggia (forse) e son rientrata a Milano.
        Dato che in Vietnam non son mai stata, invece, non vedo l’ora di leggere le tue esperienze!

        • Diana dice:

          Si, ho visto che sono del 2012 ma è sempre interessante leggere un punto di vista diverso, anche se lontano, e tenere il buono non trovi?
          Pensa, e invece non abbiamo mai rischiato di incrociarci a Milano? Ho scoperto solo oggi che vivi nella mia città, tra un viaggio e l’altro dobbiamo assolutamente organizzarci!
          Ottimo per Vietnam, ti saprò dire… besos

          • Diana dice:

            Vero hai ragione anche tu ma magari abitiamo anche nello stesso quartiere chi lo sa… comunque ci sentiamo quando torno e se non sei via ci prendiamo un caffe

  5. roberta dice:

    Ciao Diana…
    chissà se ti ricordi di me…
    due incontri fugaci in quel di Milano…
    Sono tanto felice per te…
    Lo ero anche l’anno scorso, ma leggo che finì male…
    Non ti ho letta spesso, ho sempre sentito parlar bene del tuo scrivere…
    Mi ha sempre affascinato il tuo modo di vivere e viaggiare, e te l’ho spesso invidiato…
    Ho un solo anno più di te, single uguale… probabilmente anche il MIO uomo arriverà all’ospizio…
    Ti auguro un futuro raggiante pieno di successi…
    e chissà, magari di poter aver la fortuna di incontrarci in un viaggio, o più…
    Sarebbe bello !!!
    Buona vita

    • Diana dice:

      Cara Roberta ma certo che mi ricordo di te! Non dico impossibile ma è difficile che mi dimentichi delle persone che incontro. Che dire, grazie mille, spero che tu abbia trovato riscontro su ciò che si dice di me (per quanto riguarda lo scrivere) e sicuramente dovremo organizzare per vederci al mio rientro e poi chissà… perché no qualche viaggio insieme! Viviamo day by day con la certezza che il futuro ci riservi delle belle cose tra cui, inch’allah, non dover veramente aspettare l’ospizio… Buona strada anche a te

  6. Andrea dice:

    Ti seguo da un bel po’ Diana.
    Ci siamo scambiati spesso pensieri sui nostri sogni e su quanto caparbiamente li perseguiamo.
    Perché, avere un obiettivo in cui credere, è un motore potente che invece di consumare energie le produce.
    E più ti avvicini, più le energie aumentano. E quando arrivi all’obiettivo comincia un altro percorso: mantenerlo vero, farlo crescere, creare spazio per altro…e via! l’energia sale.
    A te l’energia non è mai mancata, figuriamoci adesso…
    Complimenti, ti auguro mille viaggi ancora, di quelli in cui ti sposti con la mente; e mille viaggi ancora, di quelli in cui ti sposti col pensiero

    • Diana dice:

      Ciao Andrea, esattamente. Ne abbiamo parlato mille volte e altre mille volte probabilmente ne parleremo perché la mente e il pensiero sono in continuo divemire e se anche non cambia l’obiettivo può cambiare il modo di raggiungerlo. Grazis mille e augurissimi anche per i tuoi risultati! Sei un grande ❤

  7. lorenzo marchese dice:

    Cara Diana, si legge già dalle virgole che sei una VIAGGIATRICE e che AMI scrivere. La vita che ci è stata concessa non ho ancora capito quale senso oggettivo abbia, sicuramente però tu sei a buon punto per realizzare i tuoi sogni personali. Anche io giro in lungo ed in largo questo pazzo mondo e scrivo di viaggi, quindi capisco benissimo la tua libertà e gioia nel viaggiare, che si alterna ad un’acre sapore di costrizione quando “costretta” a stare qui. Ti auguro tante belle cose

    • Diana dice:

      Ciao Lorenzo, che gran piacere leggerti qui e leggere delle parole cosi belle! Prima o poi da qualche parte bisogna incontrarsi direi… abbiamo tanta africa da condividere, io non dimentico…

  8. Raffaella dice:

    Ciao! Ti ho trovata cercando info sulla Colombia (e me ne sono innamorata più di quanto già non lo fossi) e adesso sto leggendo piano piano tutto il tuo blog. Ammiro molto il tuo modo di viaggiare: io vivo per i viaggi, ma partire in solitaria ancora mi spaventa!
    Ti auguro un 2019 strepitoso

    • Diana dice:

      Cara Raffaella grazie mille. Non è importante partire da sola, l’importante è partire e aver voglia di conoscere il mondo. Della Colomboa ti innamorerai sicuramente non appena ci metterai piede. Se hai bisogno di qualcosa oltre alle info che trovi sul blog scrivimi, sarà un piacere darti una mano. Buon 2019 di viaggi anche a te

  9. petra dice:

    Ciao Diana! Finalmente sono riuscita a trovare il momento per immergermi nella lettura di questo tuo racconto così lungo, bello, appassionato, pieno di giuste aspettative per il futuro! Come sempre, il tuo modo di scrivere mi incanta e ti auguro di realizzare e trovare grande soddisfazione in questi nuovi percorsi verso cui ti stai lanciando. Sono sicura che ti attende un grandissimo 2019!

  10. Michele dice:

    ohh mamma mo pure esperta culturale!!!! e chi ti regge più!!! io continuo ad aspettare il libro. Comunque sei grande!! Tutta la mia stima anche se adesso ti metti a fare viaggi organizzati….e pure costosi ahahaha!!!!
    visto mai che un giorno…….
    ciao Diana Speciale!!

    • Diana dice:

      Ahahah caro Michele, eccoti di nuovo qui, era un po’ che non ti leggevo! Il libro procede, lentamente ma procede. Per quanto riguarda Viaggi Tribali… Ci conosciamo da un po’, anche se solo virtualmente, e se ho deciso di lanciarmi in quest’avventura “costosa” è solo perchè è un Tour Operator sopra le righe. I viaggi che propone sono da capogiro e dopo tanti anni di viaggi in solitaria, l’idea di condividere non mi dispiace affatto, fermo restando che io sono io e continuerò a ritagliarmi il tempo per me! Ti aggiorno… Un abbraccione

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