Affacciato come una finestra sul Golfo di Tunisi, in pieno mar Mediterraneo, Sidi Bou Said è un delizioso borgo arabo-andaluso definito da molti il paradiso bianco e blu. A ragion veduta. È talmente bello che sembra dipinto!
Visto da lontano il villaggio di Sidi Bou Said brilla come un gigantesco mosaico sotto l’impetuoso sole del Mediterraneo. Da vicino, invece, si presenta come un labirinto di vicoli tortuosi su cui si affacciano antichi portoni azzurri costellati di motivi tradizionali e religiosi.
Era da tempo che desideravo tornare a sentire il profumo dell’Africa e l’occasione ha finalmente bussato alla mia porta proponendomi di partecipare a un Educational organizzato dall’Ente Tunisino Nazionale per il Turismo in collaborazione con Tunisair. Dopo la disavventura brasiliana mi ci voleva proprio e la scelta degli organizzatori di offrirci per dessert la visita di quest’incantevole borgo è stata la ciliegina sulla torta. Me ne avevano decantato in molti la bellezza ma, come spesso accade, la realtà supera l’immaginazione.

Situato a una ventina di chilometri da Tunisi e arroccato in cima a una collina, Sidi Bou Said vive in costante contemplazione dell’azzurro. Non solo l’azzurro del cielo e quello del mare. Sidi Bou Said l’azzurro ce l’ha impresso nell’anima e si incarna nel colore delle porte e delle finestre delle case. Questo perché nel 1920, per rendere omaggio al lavoro del pittore francese Rodolphe d’Erlanger deceduto nel paese, venne approvata una legge che imponeva uno stile architettonico comune secondo cui tutte le costruzioni del villaggio dovevano essere bianche con le porte e le finestre azzurre.
Se mi ci avessero condotta a occhi chiusi e una volta lì mi avessero chiesto “dove ti trovi?” avrei risposto in Grecia o in qualche paesino della Spagna del sud. Non avrei certo pensato alla Tunisia, quantomeno alla Tunisia del mio immaginario.
Le origini del nome di Sidi Bou Said pare siano legate al santo Abou Saïd Khalaf Ibn Yahya el-Tamimi el-Béji che vi si installò nel 1220 per dedicarsi alla meditazione e alla diffusione del Sufismo. Alla sua morte venne edificato un Mausoleo in suo onore che fece del villaggio, fino ad allora noto come Jabal el-Menar, un luogo di pellegrinaggio.
Al volgere del XIX secolo, poi, Sidi Bou Said si trasformò in un’altra meta di pellegrinaggio, quella degli artisti bohémiens in fuga dalla cosmopolita Tunisi. Sembra infatti che il piccolo, grazioso e raccolto villaggio fosse divenuta la Montmartre tunisina, luogo alternativo alla capitale per gli spiriti inquieti ed eclettici. Artisti del calibro di Henri Matisse, Paul Klee, Simone de Beauvoir e Oscar Wilde, per citarne qualcuno, fecero del Café des Nattes la sede privilegiata dei loro salotti letterari. Ancora oggi il pittoresco locale è un’istituzione a Sidi Bou Said, il luogo ideale in cui rilassarsi su una stuoia sorseggiando un tè alla menta con pinoli o fumando un narghilè dall’intenso aroma mediorientale.
Una lunga via, la rue Dr Habib, attraversa il villaggio e ospita i negozianti che invitano i passanti ad ammirare la loro merce. L’artigianato tunisino è splendido anche se, come sempre nei paesi del Maghreb, i venditori sono un po’ assillanti. Sembra di essere finiti in una trappola per turisti.
Ma se appena appena ti apparti un po’ addentrandoti nei vicoletti labirintici per inebriarti dell’armonia di colori di Sidi Bou Said – con il bianco delle case su cui spicca luminoso l’azzurro di porte e finestre contornate di bouganville e gelsomini dal profumo penetrante – e poi ti affacci a quella finestra sul Mediterraneo e inizi a scrutare l’orizzonte, trait-d’union tra l’azzurro del cielo e quello del mare, sono sicura che anche tu, come me, ti sentirai parte integrande del piccolo “paradiso bianco e blu”.

La Globetrotter
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Bellissimo Villaggio, descritto benissimo…… Mi perderei nei suoi colori, nei suoi profumi, nelle sue immagini, nelle sue bellezze……Mi perderei, mi ritroverei, per ritornarci……
Esattamente come me Rita… un abbraccio!
già visitata molti anni fa… con il tuo racconto mi è venuta voglia di tornarci…
Questa è la cosa più carina che potessi dirmi… grazie!
Bella la descrizione arricchita di cenni storici interessanti e, altrettanto belle le foto. Mi è sembrato di essere tornata li, dopo quasi trent’anni : è come se tu mi avessi presa per mano e accompagnata. Il tuo racconto così ricco di espressioni, di osservazioni ha ricreato l’atmosfera. Grazie per avermi coinvolta in questa illusione che ha fatto riemergere il ricordo per me di un bel viaggio.
Alda
Grazie a te per esserti lasciata andare sull’onda delle mie parole e aver viaggiato con me, anche solo virtualmente. Un abbraccio
Fantastica! Grazie alle tue parole sono riemersi splendidi ricordi di un viaggio fatto ormai più di dieci anni fa…e quello che riaffiora alla mente subito è l’AZZURRO intenso, indimenticabile, che spicca prepotente dalle pareti bianchissime delle costruzioni. E quelle porte…. Grazie infinite perché ancora una volta con le tue foto e, soprattutto, le tue parole riesci a trasmettere emozioni tue che rinnovano quelle di chi ti segue o invitano a rimettersi in viaggio!!
Mi fa veramente un immenso piacere leggere il tuo commento così entusiasta. Riuscire a far vivere emozione, o a rievocarle nel tuo caso, mi riempie il cuore di gioia e, non lo nego, alimenta la mia autostima. Per cui… grazie a te!
Non conosco queste zone e, in realtà, questa parte dell’Africa non mi ha mai attirata molto, forse per un pregiudizio nei confronti degli abitanti. Quasi quasi, però, il tuo racconto, i tuoi accenni storici, artistici, letterari, le sensazioni che fai nascere con il tuo modo di rendere partecipe chi legge…mi potrebbero far cambiare idea…
Vale la pena Petra, è davvero un bel paese, ricco di storia, cultura, colori… l’ho visto poco ma quel poco mi è bastato!
Che bel posto, mi ricorda Sant’Angelo ad Ischia.
Allora ci devo andare quanto prima, visto che non lo conosco… grazie del consiglio!
Ma per viverci da pensionati? Prezzo medio degli affitti? Presenza di servizi?
Mi spiace Giuseppe, non ne ho idea! Io ci sono stata un giorno nel 2016, desolata di non poterti aiutare…