Mi chiedo spesso come mai ci siano luoghi che fanno scintille mentre altri, ugualmente belli, restano nell’ombra ed è questa la ragione per cui ho deciso di dedicare un articolo alla scoperta dell’Abruzzo. Benché piccino – la sua superficie supera di poco i 10.000 km2 attestandosi come la tredicesima regione più grande d’Italia – ha davvero tanto da vedere ed è tutto talmente bello da sembrare irreale. 

La mia prima volta in Abruzzo risale al 1997. Andai a trovare un’amica d’infanzia che si era innamorata di un aquilano e aveva deciso di trasferirsi lì. Ci tornai tre volte nel corso dello stesso anno. La scusa era sempre la stessa, visitare Roberta. La verità è che in quel luogo, attraversato decine di volte in macchina diretta a Santa Maria di Leuca senza mai fermarmi, mi sentivo bene.

Paesaggi dalla bellezza inenarrabile, piccoli borghi dimenticati da Dio paragonabili a perle di rara bellezza, gente accogliente e ospitale, gastronomia superlativa. Cosa potevo desiderare di più? Cosa posso desiderare di più?

Poi ho iniziato a esplorare il mondo e l’Abruzzo, come un po’ tutta l’Italia, è rimasto lì, silente, in attesa che mi ricordassi di lui. E quando è successo, nel 2016, ho capito che era una regione piena di potenzialità. Nel 2018 gli ho proclamato amore eterno e quest’anno ci sono tornata due volte nel giro dello stesso mese.

A dirla tutta, quando ci sono passata in bicicletta durante il mio viaggio da Milano a Leuca, l’intenzione era quella di attraversarlo, senza perderci troppo tempo. Mi ero fermata più a lungo del previsto sia in Emilia Romagna sia nelle Marche, il caldo stava diventando asfissiante e la meta era ancora lontana. Non entro nel merito del perché, fatto sta che le mie intenzioni hanno subito cambiato direzione e ti confesso che è la parte in Abruzzo è stata una delle più intense di tutto il viaggio.

Ora, non intendo scrivere una guida su cosa vedere in Abruzzo perché ho ancora tanto da scoprire, mi limiterò a raccontarti i luoghi che ho visitato e che hanno fatto breccia nel mio cuore… che poi siano tanti è un altro discorso!

Costa dei Trabocchi
Abruzzo: colori che scaldano il cuore

Alla scoperta dell’Abruzzo

Scoprire l’Abruzzo: i miei tuffi al cuore

Te l’ho già detto: di tutto e di più!

Se ami la montagna, in Abruzzo toccherai il cielo con un dito.

Se sei appassionato di borghi, in Abruzzo ne scoprirai di incredibili.

Se non disdegni la vita di spiaggia, in Abruzzo comincerai a vedere spiagge di un certo tenore (cerca di capirmi, sono salentina e quando si parla di mare ho la puzza sotto il naso!).

Se ami mangiare bene, per giunta spendendo poco, l’Abruzzo delizierà le tue papille senza alleggerire di troppo le tue tasche.

Se cerchi la tradizione, in Abruzzo ne troverai a volontà.

Cosa puoi desiderare di più?

Rocca Calascio

Rocca Calascio è uno dei luoghi più belli che abbia visitato da un anno a questa parte. Si trova all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, e con i suoi 1.460 metri d’altezza domina la valle del Tirino e la piana di Navelli.

Rocca Calascio vanta origini antichissime – si parla dell’anno 1000 anche se le prime documentazioni scritte risalgono al XV secolo – e nasce come punto di osservazione militare. Ai suoi piedi sono presenti i ruderi dell’antico borgo cui si accede tramite un ponte di legno.

La leggenda narra di una sfida tra il re Marrone (Signore di Rocca Calascio) e il re delle Corone (Signore della Piana di San Marco) che si dichiararono guerra per una diatriba relativa ai confini territoriali: gli scontri e le violenze si perpetrarono per oltre dieci anni costringendo re Marrone tra le mura della Rocca e riducendo la popolazione alla fame.

A risolvere il conflitto fu un anziano contadino che propose di preparare un’enorme caciotta con il latte di tutti gli animali e delle puerpere da offrire al re delle Corone per fargli credere che la Rocca fosse stracolma di provviste e a quel punto l’avversario, convinto dell’inutilità di prolungare l’assedio, firmò la tregua con il Signore di Calascio e in questa magica terra tornò a regnare la pace.

Alla scoperta dell'Abruzzo: Rocca Calascio
Rocca Calascio

Da Rocca Calascio a Santo Stefano di Sessanio

Da Rocca Calascio, con una passeggiata di cinque chilometri attraversando un paesaggio estremamente suggestivo, puoi raggiungere il borgo di Santo Stefano di Sessanio. Meraviglioso.

É un borgo minuscolo con pochissimi abitanti per cui lo scorso anno è partita la “campagna” volta a ridare vita a questo gioiello architettonico d’epoca medievale.

Hai mai sentito parlare delle “case a un euro”? Non è mica uno scherzo. In pratica, io compro la casa a un euro e in cambio mi impegno a trasferire in quel luogo la mia residenza e iniziare un’attività per almeno i prossimi cinque anni. L’idea mi piace, poi non so se resisterei così a lungo in un borgo situato a 1.300 metri d’altezza, dove d’inverno si gela e quei pochi abitanti stanno bardati in casa.

Comunque sia, oltre a essere annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, Santo Stefano di Sessanio è noto per la produzione di lenticchie e penso sia un valido concorrente di Castelluccio Norcia, in Umbria.

Il percorso tra Rocca Calascio e Santo Stefano di Sessanio non è particolarmente impegnativo. Tra l’andata e il ritorno sono dieci chilometri di cammino, ma sarai talmente affascinato da ciò che ti circonda da non rendertene nemmeno conto.

Al ritorno, giacché sei sulla strada, fermati al borgo fortificato di Calascio. Dopo aver visto Santo Stofano non ti lascerà a bocca aperta, ma si respira comunque una bella atmosfera e se sei un amante dei borghi, sai di cosa sto parlando.

Trekking da Rocca Calascio a Santo Stefano di Sessanio
Trekking da Rocca Calascio a Santo Stefano di Sessanio

Il cuore d’Abruzzo: borgo e lago di Scanno

Situato in provincia de L’Aquila, tra i borghi di Scanno e Villalago, questo splendido lago a forma di cuore è uno dei must indiscussi di tutto l’Abruzzo, uno dei luoghi da vedere sì o sì. D’altronde se è il lago più fotografato d’Italia, una ragione ci sarà.

Secondo la leggenda il lago di Scanno si sarebbe formato in seguito a un combattimento tra i romani e Re Battifolo, sovrano del posto, che vedendo il suo esercito in difficoltà invocò in aiuto il Mago Bailardo, figura della tradizione popolare, che con un incantesimo ricoprì d’acqua il campo nemico formando quello che nell’immaginario collettivo sarebbe diventato il cuore d’Abruzzo.

Chiaramente la realtà è ben diversa: il lago di Scanno si formò 12.000 anni fa in seguito a una frana del sovrastante Monte Gervana che interruppe il corso del fiume Tasso, generando il bacino naturale più grande della regione.

Tra l’altro pare che il lago non abbia realmente la forma di un cuore e che questa sia visibile solo da alcuni punti panoramici, raggiungibili percorrendo l’omonimo sentiero.

Alla scoperta dell'Abruzzo: lago di Scanno
Il lago di Scanno, cuore d’Abruzzo

Rocca Scalegna

Roccascalegna è un piccolo borgo del sud dell’Abruzzo situato sulle colline che circondano il fiume Sangro e che dominano la valle del Rio Secco, in provincia di Chieti.

Sorge per volontà dei Longobardi che individuano subito le potenzialità difensive dello sperone e vi erigono una torre di avvistamento contro gli attacchi dei Bizantini. È solo nel periodo Normanno-Svevo (XI e XII secolo) che l’insediamento assume le fattezze di un castello.

Narra la leggenda che nella prima metà del XVII secolo il barone Corvo de Corvis, che aveva trasferito la sua dimora dalla Corte di Napoli al borgo abruzzese, si adoperò per ripristinare la pratica medievale del Ius primae noctis obbligando le donne del paese a concedere a lui, anziché al legittimo consorte, il privilegio della prima notte di nozze.

Un privilegio che costò caro al simpatico signore di Roccascalegna! Si dice infatti che l’ultima sposa novella, o il suo consorte travestito da donna, abbia posto fine alla pratica imposta dal barone accoltellandolo nel talamo nuziale. Si dice inoltre che nel morire il feudatario abbia lasciato l’impronta della mano insanguinata su una roccia della torre e che quest’impronta sia indelebile nonostante i reiterati tentativi di lavarla via.

Roccascalegna - Photo Credits @Massimo Aggius Vella
Roccascalegna – Photo Credits @Massimo Aggius Vella
LEGGI ==> Il castello di Roccascalegna, gioiello leggendario del Medioevo

Costa dei trabocchi

Della costa abruzzese, e in bicicletta l’ho percorsa tutta, il tratto che va da Ortona a Vasto è quello che mi ha impressionata di più. É conosciuto come la Costa dei Trabocchi e pare abbia ispirato anche Gabriele d’Annunzio che nei pressi di San Vito Chietino acquistò una casetta di pescatori per trasformarla nel suo nido d’amore.

Lungo il litorale si nascondono calette di acqua cristallina mentre i trabocchi, antiche macchina da pesca su palafitte, si stagliano nell’azzurro del cielo e del mare e regalano panorami dalla bellezza inenarrabile.

Oggi molti dei trabocchi sono stati restaurati nel rispetto del carattere originario e ospitano ristoranti che servono piatti locali, preferibilmente a base di pesce.

Punta Aderci è il fiore all’occhiello della Costa dei Trabocchi, un luogo sconfinato fuori dal tempo che ti lascerà senza fiato.

Interessanti sia la visita di Ortona con il castello aragonese a strapiombo sul mare, sia la visita di Vasto Alto che si trova in altura, se non sbaglio a 5 chilometri da Vasto Marina.

Punta Aderci
Punta Aderci

Abruzzo da scoprire: i borghi e i paesi

Scoprire l’Abruzzo significa andare a caccia di borghi, da quelli più grandi e conosciuti a quelli più discreti, popolati da poche centinaia di anime. Tutti, indistintamente, trasmettono il senso del tempo che fu e ti lasciano addosso un’invidiabile sensazione di pace e serenità. Pensa che nel corso di uno stesso giorno mi capitava di visitarne anche tre, o quattro, senza esserne paga a sufficienza.

Quel che ti colpisce, oltre all’autenticità, è la quasi totale assenza di turisti, il che con ogni probabilità rne appresenta anche il punto di forza.

Da visitare tra Chieti e La Maiella

Oltre a Roccascalegna, gli altri borghi che mi sono piaciuti un sacco e che ti consiglio di visitare tra Chieti e La Maiella, sono:

  • Archi, uno dei borghi autentici d’Italia, noto come la Terrazza sul Sangro perché domina sia la Val di Sangro sia la Valle dell’Aventino regalando panorami strabilianti;
  • Pennadomo, anche lui di origine medievale e anche lui, come Archi, si affaccia sulla Val di Sangro. Il suo nome deriva da “Penna in Domo” dove Penna, da “pinna”, significa masso affiorante dal suolo e Domo, da “domus”, indica il territorio;
  • Villa Santa Maria, altrimenti noto come la Città dei cuochi per la presenza di un istituto alberghiero che ha sfornato chef divenuti famosi a livello mondiale;
  • Casoli, di origine antichissima, la cui punta di diamante è rappresentata dal Castello Ducale sorto attorno a una torre di avvistamento del IX secolo.
Borgo di Casoli
Borgo di Casoli – Photo Credits @Massimo Aggius Vella
LEGGI ==> 5 splendidi borghi in Abruzzo, tra Chieti e la Mijella

Da non perdere nel pescarese

Tra tutte le località abruzzesi, Pescara è quella che mi ha detto di meno. Fatta eccezione per la casa di Gabriele D’Annunzio, la cui visita è d’obbligo, personalmente non ci perderei troppo tempo. Tuttavia, se decidi di restare in città, nei dintorni ci sono alcuni borghi e paesoni interessanti che possono impreziosire la tua scoperta dell’Abruzzo.

  • Caramanico Terme è un suggestivo borgo medievale situato a 650 metri di altezza, nel cuore del Parco Nazionale della Maiella. Come si evince dal nome, la sua peculiarità sono le sorgenti solfuree e oligominerali che dal lontano 1576 ne fanno un luogo dedicato al benessere e alla salute. Da qui è possibile partire per dei trekking sulla Maiella, ma anche il semplice giro del borgo sarà sufficiente a regalarti un momento di felicità;
  • Abbateggio, poco più di 360 anime, è annoverato tra i Borghi più belli d’Italia e ti confesso che tra i tanti che ho visitato, è quello che mi è piaciuto di più. Noto anche come il Paese del Farro, Abbateggio è uno dei punti di partenza per i trekking alla scoperta degli eremi abbarbicati sulle rocce della Maiella di cui ti parlerò più avanti;
  • Roccamorice, un migliaio di abitanti circa, si trova a dieci chilometri da Abbateggio e anche da qui partono i sentieri per la scoperta degli eremi. Passeggiando per i vicoli del centro si ha l’impressione che le casi siano state intagliate nella montagna, quasi fossero sculture naturali;
  • Spoltore è disegnato su una collina che si affaccia sul fiume Pescara ed è stato inserito nella lista dei Borghi Autentici d’Italia; il centro storico, d’impianto medievale, è un gioiellino che pullula di edifici civili e religiosi di pregio architettonico;
  • Città Sant’Angelo è meravigliosa. Per darti un’idea, nel 1999 ha ottenuto il riconoscimento di Città d’Arte e nel 2009 è stato il primo tra i comuni pescaresi a essere nominato come uno dei Borghi più belli d’Italia. É anche la città del vino e dell’olio, oltre a vantare il privilegio di essere una città verde e slow. Infine, nel 2018, è stata declamata dalla rivista statunitense Forbes tra le dieci migliori località al mondo in cui vivere, definendola come “un angolo di paradiso, il segreto meglio custodito d’Italia”. Qualunque cosa io dica, sarebbe superflua;
  • San Valentino è un grazioso borgo di duemila anime che domina la valle del Pescara, nel comprensorio montano della Maiella e del Morrone per cui offre splendidi scorci panoramici. Il nucleo originario attorno a cui si è sviluppato l’abitato è dominato dal castello risalente alla fondazione del paese (1006).
Alla scoperta dell'Abruzzo: borgo di Abbateggio
Borgo di Abbateggio

Da scoprire nell’aquilano

A parte L’Aquila e Sulmona di cui ho splendidi ricordi radicati nell’Età della Pietra cui dovrei dare una rinfrescata, tutta la zona dell’aquilano è a mio avviso impressionante. D’altronde Rocca Calascio, Santo Stefano di Sessanio e il lago di Scanno, i miei tuffi al cuore, ruotano tutti intorno alla provincia dell’Aquila, qualcosa vorrà dire. E pure Campo Imperatore, di cui non ti anticipo nulla perché non ci sono ancora stata e mi toccherà tornare presto in Abruzzo perché me l’hanno decantato come uno dei suoi luoghi più mistici.

Ti segnalo inoltre:

  • Anversa degli Abruzzi, un altro dei Borghi più belli d’Italia;
  • Castrovalva, arroccato su uno sperone roccioso a 800 metri sul livello del mare che conta – così mi han detto – quattordici abitanti;
  • Capestrano, affacciato sulla Valle del Tirino e sovrastato dalla mole del Castello Piccolomini, con due torrioni cilindrici e la torre quadrata.
Vista del borgo di Capestrano dal Castello
Vista del borgo di Capestrano dal Castello Piccolomini

Da vedere nel teramano

Anche il teramano offre scorci di tutto rispetto e anche se Teramo città non l’ho visitata, me ne hanno parlato molto bene. Ti posso però consigliare:

  • Atri, cittadina di origine pre-romana che custodisce tra le sue mura importanti testimonianze del passato e ospita uno dei migliori esempi di architettura abruzzese, la Cattedrale dell’Assunta, con la faccia in pietra d’Istria e gli interni con affreschi risalenti al XV secolo. Tra l’altro, poco distante, si trova la Riserva Naturale Regionale Oasi WWF Calanchi di Atri: noti come le “bolge dantesche”, i calanchi sono delle sculture naturali che si ergono nel paesaggio lunare modellate dall’erosione dell’acqua oltre due milioni di anni fa;
  • Silvi Alta, un altro dei Borghi Autentici d’Italia, che offre una splendida vista sulla spiaggia e sul Gran Sasso;
  • Giulianova, località balneare con ben cinque chilometri di litorale affiancata da una bella ciclabile che da il senso e la misura della città. Anche Giulianova, come Silvi e Vasto, ha il suo corrispettivo nella parte alta, l’antico Castrum. Notevole il Santuario di Maria Santissima dello Splendore, luogo di devozione e meta di pellegrinaggio fin dalla seconda metà del Cinquecento in seguito a un’apparizione della Vergine nel 1557, raggiungibile a piedi percorrendo un lungo viale con le XIV Stazioni della Via Crucis.
Giulianova
Giulianova

Altri suggerimenti sull’Abruzzo

Sono partita dall’idea di scrivere un post leggero e veloce sui miei tuffi al cuore in Abruzzo e sto tirando fuori un pippone infinito che potrà però servirti se decidi di buttarti alla scoperta di questa splendida regione. Il fatto è che ogni volta che penso di aver finito, mi vengono in mente altre cose e che faccio, me le tengo per me? Non voglio certo essere tacciata d’egoismo, e poi scrivere mi fa star bene.

L’Eremo di San Bartolomeo in Legio e l’Eremo di Santo Spirito a Maiella

Gli eremi mi incuriosiscono da sempre, ma per qualche oscura ragione non ne avevo mai visitati prima del viaggio in Abruzzo che insieme al Tibet custodisce il maggior numero di eremi al mondo. La sacralità che aleggia da sempre sulla Maiella attirò, intorno all’anno Mille, schiere di religiosi che si stabilirono nel profondo dei suoi valloni e adattarono le cavità naturali a luoghi di culto rupestri.

Dei più noti, ne ho visitati due.

L’Eremo di San Bartolomeo in Legio, risalente al 1275 e abitato fino al 1320, è incastonato in uno sperone lungo cinquanta metri ed è un’opera d’arte scavata nella roccia. L’ho adorato!

L’Eremo di Santo Spirito a Maiella è meno selvaggio e isolato del primo e si può raggiungere anche in macchina, il che però a mio avviso gli toglie la metà del fascino. Qui dimorarono importanti figure religiose, come Papa Vittore II nel 1053, ma fu Pietro da Morrone, futuro papa Celestino V, a riscoprire il luogo ascetico e a ristrutturarlo stabilendovisi con alcuni eremiti nella prima metà del XIII secolo.

Non sono stata all’Eremo di Sant’Onofrio all’Orfento, ma anche qui mi prometto di tornare. Ho fatto qualche passeggiata nella valle (chiaramente dell’Orfento) e ho percepito forte e chiara la voce della natura che mi diceva, semplicemente, questa è casa tua!

Alla scoperta dell'Abruzzo: Eremo di Santo Spirito a Majella
Eremo di Santo Spirito a Majella

Gole del Sagittario e Lago di San Domenico

Le Gole del Sagittario sono una Riserva Naturale Regionale, Oasi WWF, peculiare per la presenza di un canyon generato dalla millenaria erosione delle acque dell’omonimo fiume. C’è addirittura chi le paragona alle gole del Verdun, nel sud della Francia, ma non ne sono così convinta, anche se il mio ricordo delle gole francesi risale a un’altra vita!

Io ho seguito il Sentiero Geologico che risale le gole fino al borgo di Castrovalva e torna giù attraverso il bosco fino ad Anversa degli Abruzzi. Bello, ma non è il primo luogo che mi viene in mente se penso alla scoperta dell’Abruzzo.

Spettacolare invece il Lago di San Domenico, vicino al borgo di Villalago (che non sono riuscita a visitare, ma anche di questo mi hanno parlato bene). É un piccolo lago artificiale che ti conquisterà sia per il colore dell’acqua, verde smeraldo, sia perché ospita sulla sponda l’eremo-grotta del Santo Abate che gli conferisce un certo misticismo. Fortunella l’ha trovato chiuso, altrimenti l’avrei aggiunto nel paragrafo relativo agli eremi.

Spiagge e mare in Abruzzo

Io, non mi stufo mai di ripeterlo, essendo salentina di origine faccio un po’ fatica a trovare bello il mare altrui e la costa adriatica, fatte salve alcune eccezioni, non posso dire che mi entusiasmi. Certo è che scendendo dalla Riviera Romagnola, in Abruzzo ho trovato sicuramente delle belle spiagge, in particolare le calette della Costa dei Trabocchi di cui ti ho già parlato, e mi è piaciuta parecchio anche Pineto degli Abruzzi perché la spiaggia è riparata da una bella pineta.

Comunque sia lungo tutto il litorale, da Martinsicuro fino a San Salvo Marina, c’è l’imbarazzo della scelta e credo siano tutte più o meno valide.

Alla scoperta dell'Abruzzo: le calette della Costa dei Trabocchi
Costa dei Trabocchi

Abruzzo: cosa mangiare e cosa bere

La tradizione eno-gastronomica in Abruzzo è eccezionale, oltre a essere variegata ed economica (rispetto agli standard milanesi quantomeno). Ti lascio il nome di qualche prelibatezza da provare:

  • gli arrosticini, una sorta di spiedini di carne di pecora, deliziosi. In Abruzzo la carne d’agnello e/o pecora è un must, ma c’è anche la variante con il fegato, che però non ho apprezzato in egual misura;
  • le ferratelle, dolce simbolo dell’Abruzzio che ricorda vagamente il waffle e si mangia farcito con nutella, marmellata, miele (e vai di fantasia);
  • le pallotte cace e ove, piatto tipico della cucina contadina povera a base di formaggio grattugiato, uova e pane raffermo, a polpetta;
  • gli spaghetti all’amatriciana, noto piatto laziale nato quando la città di Amatrice, dove affonda le radici, era ancora sotto la provincia aquilana;
  • i maccheroni alla chitarra, pasta all’uovo preparata con l’ausilio di un telaio di legno dotato di sottili fili d’acciaio che come le corde di una chitarra, sono disposti paralleli l’uno accanto all’altro. Il condimento non è importante, ciò che conta è il modo in cui lo spessore assunto dalla pasta lo assorbe e lo rende suo;
  • i fiadoni, fagottini di sfoglia sottile ripieni di formaggio;
  • la Genziana, un amaro tipico a base di una pianta – gentiana appunto – nota per le proprietà digestive portentose;
  • i vitigni abruzzesi che vantano una tradizione secolare sono il Montepulciano (rosso) e il Trebbiano (bianco), cui si affacciano vitigni autoctoni nazionali tra cui il Pecorino, il Sangiovese e il Cabernet Sauvignon (giusto per fare qualche nome).

Qui mi fermo più che altro perché finirei con lo scrivere un post nel post e magari lo farò un giorno, dedicando uno spazio al capitolo gastronomia. Per ora ti basti sapere che mangerai bene, mangerai tanto e spenderai poco un po’ ovunque.

Clicca QUI per consultare le strutture disponibili in ABRUZZO.

Abruzzo si o Abruzzo no?

Se sei giunto fin qui, un’idea dell’Abruzzo te la sei fatto e volendo approfondire puoi consultare le informazioni presenti sul sito dell’Ente del Turismo.

Tuttavia la domanda sorge spontanea. Così, su due piedi, Abruzzo si o Abruzzo no?

Alla scoperta dell'Abruzzo: Santo Stefano di Sessanio
Borgo di Santo Stefano di Sessanio

La Globetrotter

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6 pensieri su “Abruzzo da scoprire: i miei tuffi al cuore

  1. Alfonso+Esposito dice:

    Sempre dettagliata, mai banale, l’Abruzzo una terra ricca di sorprese, un luogo d’altri tempi. Ora non mi resta che programmare un fine settimana tra Calascio, Santo Stefano, lago di Scanno. Sono certo che sono una miseria di tempo ma basta se associato alla tua divina penna. A presto Glob. 👍

    • Diana Facile dice:

      Beh, se riesci a fare un weekend intero è sufficiente, in un giorno ti dedichi alla Rocca e Santo Stefano, il giorno dopo vai al lago di Scanno e al borgo, se hai tempo aggiungi Villalago e il lago di San Domenico (io Villalago l’ho saltata perché lo stesso giorno avevo fatto le gole del Sagittario e tutto non si può fare!)…
      Fammi sapere cosa ne pensi, un abbraccio

      • Alfonso+Esposito dice:

        Sono perfettamente in sintonia con la tua esposizione cronologica. La verità però è che il cosa riesca a vedere ha una valenza relativa, il mio TEMPO seppur esiguo è la parte predominante che la fa da padrona su tutto

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