Il Salar de Uyuni era uno dei miei sogni nel cassetto che ho coronato solo durante il mio terzo viaggio in Bolivia.

Il Salar de Uyuni è un deserto, o meglio, è il deserto… Il deserto di sale più grande al mondo, con i suoi dodicimila chilometri quadrati di superficie a tremilacinquecento metri sul livello del mare.

La nascita del Salar de Uyuni è frutto di varie leggende. Una di queste, a mio avviso la più delicata, narra di una fanciulla bellissima di nome Tunupa che aveva partorito una bambina di pari bellezza. Tutti gli uomini ne erano innamorati e le donne, spinte dalla gelosia, decisero un bel giorno di far sparire la figlia di Tunupa che iniziò a piangere senza mai fermarsi. Tanto pianse la povera Tunupa che le sue lacrime allagarono tutti i campi rendendoli sterili fino a che al loro posto si formò un immenso deserto di sale.

Bella vero? Ma come mai tante leggende attorno a un semplice deserto? Perché uno potrebbe ingenuamente pensare “visto un deserto visti tutti”. Invece non è così. L’unica cosa che non cambia, quando ti trovi nel deserto, è la consapevolezza di quanto sei piccolo rispetto all’immensità che ti circonda. E nel caso del Salar, in particolare, sei piccolo quanto un granello di sale. Perché una delle prerogative del deserto è che l’occhio si spinge all’infinito senza intravederne mai la fine.

Il Salar de Uyuni, noto anche come il lago d’argento, assume un fascino particolare nella stagione delle piogge quando l’immensa distesa di sale si trasforma magicamente in uno specchio dalla bellezza sconvolgente, rievocando il tipico paesaggio lacustre. Intravedi una macchina all’orizzonte che scivola sulla superficie del Salar e hai la sensazione che stia semplicemente volando. L’effetto è surreale.

Poco dopo il paesaggio assume un altro volto e lo specchio d’acqua si trasforma, per effetto dell’evaporazione, in una pista da pattinaggio sulla quale si disegnano figure geometriche pentagonali ed esagonali dai contorni perfetti.

Mano a mano che si procede, le nuvole disegnano il cielo e il deserto camaleontico muta nuovamente trasformandosi in un campo da scii, con i colori che sfumano all’orizzonte e incorniciano i vulcani inattivi sullo sfondo. I riflessi del sole ne fanno una spiaggia tropicale di finissima arena.

Subentra infine il tipico paesaggio arido desertico in cui l’unica forma di vita, a parte la presenza umana in contemplazione, è quella della serie infinita di cactus a candelabro che ne ricoprono la superficie.

L’ultima immagine, prima di allontanarmi, è quella del Salar all’orizzonte che brilla di luce propria. La Pacha Mama, ancora una volta, ha superato se stessa e non esistono parole per descrivere le sensazioni che si provano in un posto così irreale, indubbiamente unico nel suo genere. Sei incredibilmente piccolo e insignificante e al contempo ti senti parte integrante del cosmo, dell’universo che è lì, dinanzi a te, attendendoti a braccia spalancate.

alt="Salar de uyuni, il deserto di sale più grande al mondo"
Salar de Uyuni

E ancora una volta, questo è solo l’inizio!

La Globetrotter

Sei stato al Salar de Uyuni? E’ o non è un luogo unico al mondo?

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22 pensieri su “Il Salar de Uyuni, tra sogno e realtà

  1. petra ziegler dice:

    Le immagini sono di una bellezza davvero travolgente. Il racconto mi trascina e mi viene subito voglia di fare un viaggio per vedere e vivere di persona questa esperienza. Anche la leggenda di Tunupa fa quasi venire le lacrime anche a me. Brava Diana!

  2. Antonella gentile dice:

    …..eh già! sei nella tua dimensione naturale, hai i lineamenti distesi (nel senso di rilassati) è sempre un piacere ritrovarti colma di energie con il desiderio bruciante di andare sempre un pò più in là ……..
    grazie

    • Diana dice:

      Grazie Lorenzo sono tanti i posti da vedere al mondo ed è’ bello lasciarsi qualcosa dietro per poterci ritornare… Scoprire qualcosa di nuovo ma anche riscoprire qualcosa d già vissuto con occhi diversi… Mi dirai un giorno

  3. Nadia dice:

    Cara Diana, hai magnificamente descritto ciò che ti è donato di vedere, ma non sarei riuscita a immaginare tale assoluta bellezza senza vederne le immagini. Noi siamo un granellino di sale, siamo il SALE della Terra. Diana, tu dai sapore alla vita, come il cibo al sale, offrendo ai nostri occhi tale grandiosità. Grazie

    • Diana dice:

      Grazie mille… detto da te che, da quel che ho letto sul tuo blog, hai una concezione del viaggio molto vicina alla mia, lo ritengo ben di più di un complimento! E “viaggiare con i piedi”, puntando a conoscere le persone prima delle cose senza pianificare alcunché, credo sia la forma migliore di viaggiare. Quindi, per quel che può valere, complimenti anche a te!

  4. Andrea Coliselli dice:

    Bellissimo il tuo racconto con le tue foto splendide, complimenti , sono già ora emozionato e pensa quando mi troverò davanti a questo meraviglioso spettacolo della natura, manca poco!!!
    Grazie Diana

    • Diana dice:

      Grazie a te Andrea… ti dico solo una cosa. Nel caso del Salar, la realtà supera l’immaginazione e non c’è foto che renda realmente lo spettacolo che ti trovi davanti! Ma mi saprai dire al tuo ritorno, aspetto un resoconto!

    • Diana dice:

      Sono felice Cristina, vedrai che sarà un viaggio strepitoso! Dal mio punto di vista, che non ho la presunzione di conoscere il mondo ma solo un pezzettino, il Salar è uno dei posti più magici che ci sia! un abbraccio anche a te, tienimi al corrente!

  5. michele dice:

    mi ricordo ancora le sette coperte “rubate” per poter dormire la notte;-)). Bisognerebbe tornarci nel periodo delle piogge. Comunque ricordati…non esiste una forma migliore di viaggiare perché esistono tante forme, siamo noi che scegliamo quello che più ci fa stare bene

    • Diana dice:

      Perle di saggezza le tue Michele, concordo pienamente con te… perchè in fin dei conti il viaggio vero è quello che facciamo dentro noi stessi e ognuno di noi deve trovare la forma più congeniale per riuscire a viversi fino in fondo…

  6. Sara dice:

    Che meraviglia, questo deserto è uno dei miei sogni da un po’ di tempo. E con questo racconto mi fai salire la voglia di vederlo ancora di più. Un posto, appunto, surreale, troppo particolare per non essere visto 🙂

    • Diana dice:

      Esattamente Sara ma sono sicura che realizzerai questo sogno quanto prima… il tuo nome, saraesploratrice, la dice lunga in merito! E se hai bisogno di dritte… sai dove trovarmi!

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