Il viaggio rappresenta da sempre l’opportunità di uscire dalla propria confort zone ed entrare in contatto con l’altro, il “diverso”, calandosi per un periodo più o meno lungo in una realtà che non ci appartiene se non di riflesso. L’infinita ricchezza del viaggio sta nel confronto con queste realtà di cui spesso percepiamo solo i contorni un po’ sbiaditi ed è un confronto che ci catapulta, fisicamente ed emotivamente, in una dimensione mitica e per alcuni versi onirica da cui si fa sempre un po’ fatica a risvegliarsi. Da qui la domanda cruciale “Perché viaggiamo”, tema della terza edizione dell’UlisseFest – la festa del viaggio – che ha animato il centro di Rimini per un intero weekend con un fitto calendario di incontri ed eventi incentrati sull’argomento.

Per l’occasione la Lonely Planet, editrice del festival, ha selezionato dieci candidati per partecipare al The Blog Experience @ Lonely Planet UlisseFest. Sono sempre stata un po’ restia nel partecipare a queste iniziative ma sarei stata una stupida a lasciarmi sfuggire una simile possibilità per cui, dopo aver letto i criteri selettivi del bando – capacità di scrittura, stile personale e passione per il viaggio – ho inviato senza troppe pretese la mia candidatura.

Superfluo a dirsi che se stai leggendo questo post è perché la Lonely Planet – che mi aveva già selezionata nel 2018 per la presentazione di Best in Travel a Matera – ha riconosciuto in me tutte queste caratteristiche e ti confesso che gongolo non poco. Come un po’ tutti i viaggiatori ho iniziato a “gattonare” per le vie del mondo sotto l’ala protettrice di Tony Wheeler, fondatore delle edizioni Lonely Planet, per cui oltre ad aver avuto la fortuna di veder sgretolare i miei grandi pregiudizi su Rimini che ho trovato nel complesso una bella città, ho vissuto quest’esperienza come una sorta di riconoscimento ufficiale delle mie attitudini al viaggio e alla scrittura.

Come ho accennato poc’anzi la domanda cruciale dell’UlisseFest, che è stata poi quella sulla base della quale hanno selezionato i partecipanti alla The Blog Experience, è stata “Perché viaggiamo”, dal titolo dell’omonimo libro di Tony Wheeler presentato al Teatro Galli di Rimini sabato mattina.

Non conoscevo il Wheeler scrittore ma dopo averlo sentito parlare e aver ascoltato alcuni brevi passaggi tratti dal libro, “Perché viaggiamo” è finito nella lista delle mie prossime letture. Una persona che pur avendo costruito un impero sembra non aver perso l’umiltà e il desiderio di scoprire il mondo nelle sue molteplici sfaccettature e ciò, più di qualsiasi altra cosa, lo rende un grande uomo oltre che un viaggiatore.

A parte i due interventi di Tony Wheeler, la cui presenza ha rappresentato per molti la punta di diamante dell’UlisseFest, sono stati tanti i momenti di confronto e gli spunti di riflessione sul viaggio e, in particolare, sul perché si viaggia. Ognuno di noi ha le sue motivazioni, tutte ugualmente valide, e ognuno di noi le declina secondo i suoi interessi e le sue necessità.

Dal Giappone ad Abu Dhabi, dall’Etiopia e l’Eritrea all’America profonda, dai suoni del Deserto alla voce del Grande Nord, dalle Citylights agli itinerari fuori rotta, tra modi di viaggiare alternativi, passeggiate in bicicletta sulle orme di Fellini e chi più ne ha più ne metta, l’UlisseFest è stato anche l’occasione per rivedere vecchi amici blogger e conoscerne di nuovi e ti dirò, molto probabilmente è stato con loro che ho riempito di significato la mia presenza lì.

Persone legate a me, oltre che dalla voglia di viaggiare, dal piacere di condividere le proprie esperienze attraverso la scrittura. Perché in fin dei conti credo sia stato questo il senso ultimo dell’UlisseFest: regalare alla gente – attori e spettatori – un momento di confronto e di crescita in un’atmosfera carica di buone vibrazioni e satura di bella energia.

Perché viaggiamo?

Tre giorni di festival che condensano la mia risposta alla domanda “Perché viaggiamo”.

Viaggiamo perché la ricchezza che ne deriva non ci riempie il conto in banca ma ci riempie lo spirito ed è una ricchezza che nessun ladro ci porterà mai via.

Viaggiamo perché l’incontro con altre culture, altri mondi, altri popoli, altre tradizioni, altri modus vivendi – lontani e vicini – ci aiuta a vedere il mondo con altri occhi e a viverlo in maniera più consapevole.

Viaggiamo perché solo nel confronto c’è la crescita ed è qui che la mente, oltre ad aprirsi, prende forma (Bruce Chatwin).

La Globetrotter

E tu perché viaggi? Te lo sei mai chiesto? Regalami nuovi spunti di riflessione condividendo con me la tua risposta.

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10 pensieri su “Perché viaggiamo? La domanda dell’UlisseFest 2019

  1. Andrea dice:

    Viaggio perché il pensiero corre così veloce che a volte provo a corrergli dietro.
    Perché nel viaggio ogni volta scopro una parte di me che non conoscevo, anche perché ogni volta sono diverso e diverse son le cose che scopro.
    Inseguo le mie passioni e guardo per scoprire quelle degli altri, un viaggio nel viaggio.
    Complimenti Diana 🙂

  2. Alfonso dice:

    Potrei citare numerose frasi fatte,ma per carità tutte belle e veritiere,tutte con un senso logico,tutte condivisibile.Ma personalmente viaggio perché durante ogni avventura anche breve(per me)non mi assale il quesito;cosa vorresti fare per essere felice,lo sto facendo.Leggo fino alla nausea che un viaggiatore deve sempre essere un grande sognatore,ma se il sogno è destinato a rimanere supplente a vita,credimi il sogno diventa incubo.Un abbraccio a te Diana è un arrivederci che mi auguro si materializzerà a breve

    • Diana dice:

      Un viaggiatore è prima di tutto un sognatore ma ovviamente non si ferma li! Capisco perfettamente cosa vuoi dire ma credimi… sono tante le strade del mondo che ci attendono e sono tante quelle per raggiungere la felicità… A presto caro Alfonso, grazie mille per aver condiviso il tuo viaggiare con me!

  3. Arianna dice:

    Ho sempre ammirato la scelta di vita a dir poco coerente di Wheeler e credo davvero che nel suo intervento di sabato ci abbia dato una serie di spunti e stimoli molto interessanti.
    Devo ancora leggere il suo ultimo libro, cosa che mi riprometto di fare quanto prima. Al momento uno dei suoi testi più “illuminanti” rimane per me “Fuori Rotta, otto viaggi oltre la linea d’ombra”. Wheeler in questo testo parla della Colombia (ti dice qualcosa, tesoro?), di Haiti, Israele e Palestina, Nauru, Pakistan, Papua Nuova Guinea, Repubblica Democratica del Congo e Zimbabwe, otto paesi problematici e difficili, in grado, tuttavia, di “regalare avventure piene di fascino e la consapevolezza di percorrere le strade meno battute del mondo”.
    E’ questo, credo, che accomuna, perdonami l’immodestia, me e Tony, anche se, ovviamente, le mie destinazioni, almeno sinora, sono state decisamente meno avventurose, Israele e Palestina a parte. Mi spiego meglio, o perlomeno ci provo: quanto ci accomuna è il piacere di viaggiare “oltre la linea d’ombra”, l’esplorare posti con problemi, cercando di capirne le motivazioni più profonde e non lasciandosi condizionare, soprattutto, dall’immagine stereotipata di siti fuori dalle rotte comuni.
    Viaggiare per me significa anche, e soprattutto, comprendere questo: “tutti i posti sono meno malvagi di come i mass media vorrebbero farci credere. Le persone restano sempre persone, ed è ancora più piacevole incontrarle quando si viaggia in posti difficili”.

    • Diana dice:

      Bellissimo e verissimo tutto ciò che hai scritto Arianna e grazie del suggerimento sul libro che comprerò oggi stesso! Io pure cerco di andare “oltre la linea d’ombra”, cerco di andarci anche in quei paesi apparentemente “facili” come possono essere Kenya e Thailandia ma non è sempre facile riuscirci. I mass media pensano di avere a che fare con persone incapaci di seguire il proprio cuore e il proprio cervello ma fortunatamente non siamo tutti così e noi che “osiamo” avventurarci oltre scopriamo quell’umanità che il potere vorrebbe sopprimere, non so se mi spiego. Discorso lungo e complicato ma sono felicissima di aver letto la tua! Grande donna!

  4. LAURO dice:

    Io viaggio perchè mi piace, senza pormi troppe domande.
    Complimenti Diana per essere stata selezionata per questo importante evento.

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