Milano è una città strana che spesso e volentieri genera effetti contrastanti. Un po’ come l’India, di cui si dice che la ami o la odi, di Milano ho sentito dire una città che dice tutto o, al contrario, una città che non dice nulla. Io, che non l’ho mai amata particolarmente, mi sento di dire che la verità sta nel mezzo perché ogni luogo ha qualcosa da dire, sta a noi essere disposti ad ascoltare. Io, per esempio, ogni tanto mi dedico a fare la turista a Milano e come sempre, quando scopro luoghi nuovi, ne rimango colpita. Ecco perché ho deciso di parlarti della Casa Museo Bagatti Valsecchi, frutto di una straordinaria vicenda collezionista della Milano di fine Ottocento.

Un’opera d’arte a tutti gli effetti! Dopo la visita di Villa Necchi Campiglio, gestita e conservata dal FAI (il Fondo Ambiente Italiano che dal 1975 opera per salvaguardare le testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano), pensavo che più nulla a Milano potesse sorprendermi e invece il Museo Bagatti Valsecchi è andato ben oltre le aspettative.

Se ci sei già stato non me ne volere se leggerai cose già note, ho scoperto qualcosa di bello e mi sembra doveroso condividerlo con chi ancora non ha avuto questo piacere. In primis mi rivolgo ai milanesi, di nascita e adozione, che conoscono poco il valore di questa città (io per prima) e a seguire tutti gli altri.

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Dalla Casa al Museo Bagatti Valsecchi

La Casa Museo Bagatti Valsecchi affonda le radici negli anni Ottanta del XIX secolo quando due fratelli, i baroni Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi, decisero di ristrutturare la dimora di famiglia, nel cuore di Milano, ispirandosi ai palazzi signorili del Cinquecento lombardo e arredandola con dipinti e oggetti d’arte rinascimentale.

I due fratelli, mettendo da parte la professione di avvocato (peraltro mai praticata) e seguendo le orme artistiche del padre Pietro, si impegnarono in prima persona nel restyling del Palazzo che divenne un caso unico nel suo genere: un insieme armonico in cui l’edificio, le decorazioni e gli oggetti d’arte contribuiscono in ugual misura alla fedeltà dell’ambientazione neo-rinascimentale.

alt="Arredo interno del Museo Bagatti Valsecchi"
Letto a baldacchino

Suddivisa in due appartamenti collegati tra loro da ambienti di rappresentanza comuni, con sale a tema e monumentali camini, letti a baldacchino, cassoni, ceramiche, attrezzi e oggetti d’uso antichi, tappezzerie originali e un labirinto che decora il soffitto dell’omonima sala, la Casa Bagatti Valsecchi passò nel 1974 alla Regione Lombardia con la clausola di conservare nella loro integrità gli allestimenti storici del piano nobile per preservare il legame tra “contenuto” e “contenitore”, tratto distintivo della vicenda collezionista dei due fratelli.

E grazie a questa clausola dal 1994, anno in cui il Museo Bagatti Valsecchi ha aperto al pubblico, oggi tutti noi possiamo ammirare quest’opera d’arte, dal valore inestimabile, e viaggiare nel tempo senza bisogno di andare lontano.

alt="Collezione del Museo Bagatti Valsecchi"
Collezione del Museo Bagatti Valsecchi

Per informazioni dettagliate su prezzi, orari e prenotazioni, consulta QUI il sito ufficiale.

La Globetrotter

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