Mindo suona come lindo che nello spagnolo d’America significa bello. Se la scelta del nome sia voluta o casuale non lo so ma indubbiamente questo minuscolo villaggio di duemila anime, situato a soli 80 km da Quito, di bello ha davvero tutto e merita ben più di una toccata e fuga.

In primis l’atmosfera rilassata e cordiale che si respira passeggiando per le sue vie polverose. La Plaza de Armas, nella sua estrema semplicità, è un appetitoso invito ad accomodarsi e godere del ritmo lento e rallentato del pueblo. Qui tutti si conoscono e tutti ti salutano, come se fossi parte integrante della comunità. I mindini si caratterizzano per il saper essere ospitali e cordiali senza per questo diventare invadenti. Qualità non da poco direi.
Ma se appena appena gli dai il la, lo colgono al volo e in men che non si dica ti troverai a sorseggiare un canelazo in compagnia del tuo nuovo grande amico che ti elencherà con dovizia di particolari tutte le bellezze della sua terra. “Perché” – come mi ha confidato Henry, conosciuto poche ore dopo il mio arrivo – “la gente da Mindo non se ne va. E se lo fa, prima o poi ci torna!”
Poche ore in questo minuscolo villaggio sono più che sufficienti a capirne il motivo.
Non è facile lasciare un paesaggio come quello di Mindo, situato a 1.250 metri sul livello del mare e circondato da alte pendici interamente ricoperte dal Bosque Protector Mindo-Nambillo che deve il suo nome ad una delle cinque cascate che risuonano fragorose nella folta e lussureggiante vegetazione.

Un invito aperto a perdersi nei suoi meandri, in uno scenario che ricorda quello di Indiana Jones, con la nebbia che dall’alto cala sul bosco generando un effetto surreale e mistico, o a noleggiare una bici di montagna e marcare i suoi impervi sentieri per avvistare le centinaia di uccelli dai mille colori che si librano leggiadri tra fiumi e cascate. La gente di Mindo quest’effetto lo sente come parte integrante della vita quotidiana.

Mindo è poi un vero e proprio concentrato di adrenalina pura. Il bosco nebuloso attraversato da fiumi e cascate ben si presta alla pratica del Canopy e del Canyoning, attività ben note agli appassionati di sport estremi, ma anche – e soprattutto – del Tubing e del Tarzan Swing.
Immagina il tuo cuore nel percorrere un tratto del fiume Mindo – approssimativamente pari a 3 km di lunghezza – a bordo di una zattera composta da sei pneumatici tenuti insieme l’uno all’altro con delle semplici corde. Il consiglio è quello di afferrarti bene e di fare attenzione ai piedi e alla testa se non vuoi rischiare di tornare a casa monco o con le corna. Anche il Tarzan Swing è tutta un’avventura: lanciarsi da una piattaforma situata a 45 metri di altezza legati a una corda e lasciarsi dondolare sul bosco sottostante come l’uomo della giungla.
Tutti questi sport, che vengono proposti e praticati in assoluta sicurezza, acquisiscono un sapore ancor più forte e intenso in uno scenario come quello di Mindo.

Un sapore esattamente opposto a quello che ti lascia in bocca il tour del cioccolato organizzato presso il Quetzal: oltre a essere interessantissimo nei suoi risvolti economici e sociali si conclude con la degustazione di un brownie artigianale, un concentrato di dolcezza e raffinatezza semplicemente unico.
La dolcezza per gli occhi la offrono invece il mariposario, con l’incredibile varietà di forme e colori offerta dalle diciotto famiglie di farfalle presenti nella zona, e il Jardín de Orquideas Armonía con la sua impressionante collezione di orchidee. Un’esplosione di colori che sarebbe riduttivo tentare di descrivere, ma ti assicuro che è qualcosa che resta impressa nelle pupille come un tatuaggio sulla pelle.

E la mia sosta a Mindo di cinque giorni si è rivelata senza ombra di dubbio un vero toccasana: per il corpo, sempre in movimento, e per lo spirito che nella semplicità di un pueblo e nell’energia della Pacha Mama ha trovato linfa vitale.
La Globetrotter
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I posti più inacessibili e nascosti spesso sono quelli che riservano le sorprese migliori. Paesini lontani gente semplice e questo racconto che invoglia il lettore a mescolarsi con loro.
Ho osservato con una certa malinconia le foto delle case perchè le case disperse in villaggi lontani sono dolcemente malinconiche, molto di più di una casa di nyc o di milano, ed esercitano su di me un potente effetto calamita.
Un paradiso in quanto tale deve per forza rimanere nascosto.
Verissimo Paolo, sono totalmente in sintonia con i tuoi pensieri… io fuggo dalla frenesia della città in cerca di questi paradisi, consapevole che non lo resteranno in eterno! Grazie
me lo devo assolutamente ricordare. L’Ecuador è li nel cassetto. Ciao Diana
Assolutamente Michele, ne vale la pena… e quando tiri fuori l’Ecuador dal cassetto ricordati anche di me che posso darti qualche consiglio utile…
Ciao Diana ,
sto pianificando un viaggio in Ecuador e Perú e sto legendo molto volentieri il tuo interessantissimo blog.
Volevo chiederti riguardo al Mindo nambillo se era obbligatorio visitarlo con una guida o se era possibile farlo da soli, e se per caso avevi qualche prezzo da indicarmi .
Grazie mille per qualsiasi aiuto che mi potrai dare.
Ciao Daniele e grazie mille peravermi scritto.
Premesso che io sono stata nel 2015 e le cose possono essere cambiate nel frattempo, io avevo fatto tutto in autotonomia. Mindo è uno spettacolo, ti piacerà. Purtroppo non ho prezzi da indicarti anche perché è passato del tempo ma n9n è cara, assolutamente.
Quando parti?