A questo splendido edificio ci passo davanti tutti i giorni da non so quanto tempo. Anzi si, dal 2014, anno in cui il Bosco Verticale è entrato a far parte della nuova skyline milanese. E io stessa, che ho sempre avuto un rapporto molto conflittuale con la mia città natia, non riesco a trattenermi dall’alzare gli occhi al cielo ogni qualvolta lo intravedo all’orizzonte. Nel bene e nel male Milano non cessa mai di sorprendere…

Il Bosco Verticale
Il Bosco Verticale

Suona strano detto da me che non l’ho mai ritenuta una città degna di nota ma ti confesso che da quando ho aperto il blog mi sono riconciliata con me stessa e con ciò che mi circonda. Sarà per questo che riesco a guardare anche Milano, luogo che vivo da sempre come se fossi un’ospite indesiderata, sotto un’altra prospettiva. Una prospettiva che non mi spiace affatto…

Era già un po’ che mi frullava per la testa l’idea di provare a vivere la città dall’esterno, come una turista. Non sono matta, semplicemente io Milano non la conosco e quando qualcuno mi viene a trovare lo porto a vedere le solite quattro cose e poi lo dirotto in Isola o sui Navigli per il classico happy hour.

Ma davvero Milano non ha altro da offrire oltre al suo lato fashion che, di fatto, è l’aspetto che mi attira di meno?

Certo, se la paragoniamo a Roma, Venezia o Firenze – ma io aggiungerei anche Napoli, Lecce e Mantova – non ha granché da dire, quantomeno a noi profani. Eppure anche Milano vanta un passato importante che, a dispetto di tutto, sembra quasi aver dimenticato.

In realtà la questione è un’altra. Come tutte le città, anche Milano ha un’anima e dei tratti caratteristici. Uno di questi, il più rilevante forse, è la sua capacità di mantenersi giovane. Una città in eterno divenire in grado non solo di adeguarsi ai cambiamenti – economici, culturali o sociali che siano – ma addirittura di prevenirli agendo da motore propulsore.

Questo l’ho capito dopo aver trascorso una domenica mattina in compagnia di Giacomo Zavattari e Antonella Fuga. Esperto in conservazione dei beni culturali lui, storica dell’arte e guida turistica lei, una decina di anni fa hanno aperto MilanoArte, un’agenzia che propone visite e tour guidati di Milano all’insegna dell’arte.

Generalmente odio le visite guidate. Se il tono di voce dello speaker non è particolarmente vivace e frizzante dopo dieci minuti mi perdo via, ma le tre ore di chiacchiere con Giacomo e Antonella mi hanno tenuta vigile dall’inizio alla fine. Completamente ipnotizzata, come una bimba che ascolta la fiaba prima di dormire, con la variante che non sono scivolata nel sonno. Una forma di raccontare che pur toccando tematiche non sempre leggere – di natura storica, sociale, ecologica – mi ha fatto vivere un’esperienza memorabile all’insegna della curiosità e della leggerezza. E qui chiudo la parentesi, sai che sono estremamente prodiga di parole quando qualcosa mi conquista. Era giusto per dire che il mio approccio con Milano in veste di turista, grazie anche ai miei accompagnatori, è stato decisamente coinvolgente.

Orbene, quando Giacomo mi ha chiesto da cos’avrei voluto iniziare, mi sono messa nelle sue mani. “Conoscendo poco e niente… non saprei” – gli ho risposto. Lui ha scelto di farmi alzare lo sguardo al cielo per percorrere con lui la nuova skyline milanese. Ti dirò, mi sono vergognata come non mai nel confessargli che vivo a 15 minuti a piedi da Piazza Gae Aulenti, cuore pulsante del Progetto Porta Nuova e fonte perenne di vitalità, di giorno come di sera. Ho viaggiato in paesi dimenticati da Dio e non so cosa succede a due passi da casa mia…

Torre Unicredit di Milano
Torre Unicredit

E così, in un’uggiosa domenica mattina di inizio maggio, partendo da un Corso Como pressoché deserto dopo i bagordi della notte, mi sono addentrata nei meandri della storia di questo quartiere lasciato per anni a se stesso, in stato di totale abbandono. Di fatto il Progetto Porta Nuova ha puntato sulla riqualificazione di un’aria dismessa e degradata – come si presentava non più tardi di una quindicina di anni fa – attraverso un piano armonico ed equilibrato delle architetture milanesi.

E mentre Giacomo mi raccontava la rava e la fava sulla faccenda, io mi perdevo nei ricordi della mia adolescenza e prima giovinezza quando l’unica attrattiva della zona erano le Varesine, note giostre milanesi che per noi provinciali – fino ai 23 anni di età ho vissuto nell’hinterland milanese – erano un must!

Per qualche oscura ragione ho sempre pensato che Milano non rientrasse nel novero delle città destinate al cambiamento. Quando torni in un luogo a distanza di anni ci trovi inevitabilmente qualcosa di diverso. Nella città in cui vivi questo cambiamento spesso ti sfugge. Sarà che la vedi giorno dopo giorno e partecipi in qualche misura alla sua mutazione, certo è che non rendersi quasi conto di quanto stia accadendo sotto il tuo naso è a dir poco inqualificabile, specialmente da una curiosa come una scimmia come me!

Da Piazza Gae Aulenti, su cui si affaccia imponente ed elegante la Torre Unicredit di Cesar Pelli con i suoi 231 metri di altezza, al Bosco Verticale di Stefano Boeri che nel 2014 si è aggiudicato l’International Highrice Award come il grattacielo residenziale più bello al mondo; da Torre Diamante che si eleva per 140 metri con le vetrate che le conferiscono l’aspetto di una pietra preziosa, all’Unicredit Pavillon di Michele de Lucchi, uno spazio polivalente a forma di seme che simboleggia l’ideologia di base del progetto Porta Nuova. L’intero complesso, infatti, è strutturato secondo i principi dell’eco-sostenibilità con l’uso di pannelli solari e soluzioni di riscaldamento geotermico.

L’iceberg di tutto ciò, dal mio punto di vista che prediligo di gran lunga le città green, è la realizzazione della Biblioteca degli Alberi. Una superficie di circa 90.000 m2 che ospita 900 alberi conferendo all’asse Porta Nuova un aspetto decisamente più umano.

Il sellino e le tre torri residenziali di Porta Nuova
Il sellino e le tre torri residenziali di Porta Nuova

Dulcis in fundo, la domenica mattina il Palazzo della Regione Lombardia apre gratuitamente le porte del suo belvedere per una panoramica di Milano a 360.

La Globetrotter

E tu cosa mi dici della tua città? La conosci come le tue tasche o, come me, l’hai sempre data troppo per scontata?

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6 pensieri su “La Milano verticale del Progetto Porta Nuova

  1. Saverio dice:

    Racconto coinvolgente e stupendo, come al solito. Ogni tuo racconto attira attenzione dalla prima, all’ultima parola. Bellissime anche le foto. Grazie per aver stuzzicato di voglia di conoscere la Città che mi ospita da oltre 30 anni e che non conosco abbastanza. Ciaoooo.

    • Diana dice:

      Hey Saverio, grazie a te! Ma sai che si potrebbe pensare, dopo l’estate, a mettere su un gruppo che desidera scoprire Milano in forma indipendente? Chissà quante persone sono nella nostra stessa situazione… Salutami ‘u Salento, l’altra mia casa! Beso

  2. Alfonso dice:

    La mia città Castellammare di Stabia non è molto grande quindi credo di conoscerla molto bene certo non mi è mai capitato di fare da Cicerone per qualcuno ma mai dire mai. Sai Diana Milano è una città particolare o la ami a la odi non esiste un compromesso ma cambiare opinione è lecito, io per esempio ho capito che a farti cambiare idea su una città basta poco anche una visita lampo ma con adrenalina a mille può farti sembrare la città completamente diversa. Buona domenica.

    • Diana dice:

      Hai capito benissimo Alfonso e poi io parto dal presupposto che qualunque luogo, se lo avvicini nel modo giusto, può dirti qualcosa. Anche la tua stessa città che pensi di conoscere…

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