Rifugio privilegiato di eminenti personalità del panorama politico, artistico e letterario internazionale, Hammamet è diventata, nel giro di mezzo secolo, la destinazione balneare di tendenza della Tunisia. E a ragione veduta! Un vero e proprio incanto!
Devi sapere che la fama della città – situata a sud-est di Cap Bon, nel governatorato di Nabeul – è legata al nome del milionario rumeno Gheorge Sebastian che negli anni trenta del XX secolo se ne innamorò perdutamente e ordinò la costruzione di una sontuosa dimora in cui accogliere amici e familiari in visita ad Hammamet.
Fu una vera e propria epidemia: molti degli ospiti di Gheorge Sebastian seguirono le sue orme e la scelsero come sede per edificare la residenza di villeggiatura. Da lì a poco l’epidemia colpì anche i vacanzieri tunisini che si riversarono ad Hammamet trasformandola nel tempio del turismo e del divertimento più sfrenato.
Tuttavia, nonostante affluenza massiccia di turisti, Hammamet è riuscita a conservare inalterato il suo incanto e la sua autenticità.

La Medina è una delizia per la vista e l’olfatto, con le mura perfettamente conservate, i souks ebbri di colori sgargianti ed essenze profumate, le pareti bianche delle case che affacciano su vicoli strettissimi, le porte azzurre in stile arabeggiante, l’imponente Forte del periodo moro che svetta sullo skyline della città, la passeggiata lungo i bastioni, la spiaggia di arena finissima disseminata di barchette dei pescatori e le temperature decisamente gradevoli che hanno fatto innamorare ben più di una persona oltre al sopracitato milionario rumeno e i suoi discepoli.

Dal pittore Paul Klee, che ai primi del Novecento rimase abbagliato dalla sua luce, i suoi colori e le sue forme, a scrittori del calibro di Gustave Flaubert, Guy de Maupassant e Oscar Wilde, tra i tanti; dal trentaquattresimo presidente americano Dwight Eisenhower all’ex primo ministro inglese Winston Churchill che trovò ad Hammamet l’ispirazione per redigere una parte delle sue Memorie; dall’attrice Sophia Loren al noto Bettino Craxi, deceduto e sepolto nel cimitero cittadino, senza tralasciare i viaggiatori in cerca di esotismo ed evasione rimasti folgorati dall’incanto di Hammamet.
Vagabondare per la Medina della città è stato l’abbellimento di una nota della sinfonia iniziata la mattina con la visita del Dar Sebastian, l’antica dimora dell’eccentrico milionario iscritto dal 1999 nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Il complesso residenziale, ispirato tanto all’architettura locale quanto all’Art Déco, è oggi di proprietà dello stato tunisino e ospita il Centro Culturale Internazionale di Hammamet, luogo di incontro privilegiato di artisti e intellettuali nazionali e internazionali.

Gironzolare tra i resti del sito archeologico di Pupput – questo il nome di Hammamet in epoca romana – e perdersi tra templi, ville, bagni e tombe dei tempi che furono è un invito a un viaggio nel passato in cui immaginazione e suggestione avanzano di pari passo.

Non distante da Hammamet figura Nabeul, villaggio che ospita un centro di artigianato tunisino divenuto famoso grazie alla fabbricazione di ceramiche e stuoie e alla produzione di essenze al profumo di fiori d’arancio, gelsomino e geranio.
La ciliegina sulla torta è data dalla presenza di splendide spiagge bagnate dalle acque calde del Mediterraneo e solleticate dalla brezza marina. Assistere al tramonto dal Caffè Sidi Bou Hadid, il più famoso di Hammamet, sembra sia un’esperienza mistica. Io non ho avuto tempo a sufficienza, ma rievocando i colori di cui si accende il cielo al momento del crepuscolo non ho dubbi che realmente possa essere così.
Che altro aggiungere? Conosco poco la Tunisia ma quel poco che conosco è sufficiente per farmi desiderare di più! È davvero difficile resistere all’incanto dell’Hammamet storica, culturale e ludica, così com’è difficile sfuggire alla sua atmosfera rilassata ma vivace, con i colori del cielo e del mare che richiamano quelli della Medina e il profumo del couscous au poisson, piatto tipico della città, che invita a fermarsi, sedersi, mangiare e, perché no, dare libero sfogo alla creatività!

D’altronde il suo trascorso artistico è un biglietto da visita di prim’ordine, non ti pare?
La Globetrotter
Sei stato ad Hammamet? Cosa ne pensi?
Nel corso dello stesso Educational organizzato dall’Ente Tunisino Nazionale per il Turismo in collaborazione con Tunisair, ho avuto la fortuna di scoprire un altro gioiello: Sidi Bou Said, il paradiso bianco e blu.
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Diana, un interessantissimo racconto di cui non conoscevo alcuni retroscena…….Avevo già letto il tuo precedente su Sidi Bou Said, che mi aveva affascinata moltissimo…..La Tunisia è sicuramente da scoprire in tutto il suo splendore di coloro, di luci, di tramonti, profumi, ma anche di cultura e architettura…Passeranno questi bruttissimi tempi…. chissà se un giorno riuscirò a visitarla, almeno in parte…..Un abbraccio.
E’ un vero peccato Rita che a causa della situazione contingente molti posti non possano venire apprezzati adeguatamente… spero comunque di trasmettere un po’ dell’atmosfera che ho respirato laggiù! E, com edici tu, questi tempi bruttissimi passerano… un abbraccio
bellissima descrizione Diana! non sono mai stata ad Hammamet e in Tunisia, ma attraverso le tue parole mi sembrava di essere lì e vedere tutto coi tuoi occhi. Grazie 🙂
Grazie a te Antonella! Presto scriverò sul Marocco… spero di essere all’altezza delle tue aspettative! Buona giornata
Non sono mai stata in Tunisia, ma il tuo racconto e le tue immagini mi hanno davvero incuriosita!
Mi fa molto piacere cara Silvia, se hai bisogno di qualche info, se sono in grado, contattami… è una bella terra, a misura d’uomo e decismente affascinante! Ti confesso che è stata una piacevole sorpresa anche per me…
Non mi dispiacerebbe farci un pensiero per l’autunno… In caso ti scrivo allora. Grazie
Ti aspetto Silvia! Per quel che posso ti aiuto… la Tunisia è bella ed è anche economica, non è escluso che ci torni pure io presto…