La montagna è una dimensione che ho sempre sentito distante anni luce dal mio modo di essere. Questo fino allo scorso anno quando la mia amica Samantha mi ha proposto una gita fuori porta all’Alpe Devero. Ho accettato per il piacere della sua compagnia più che per un reale interesse verso la destinazione. Sarà che sono salentina d’origine e ho sempre prediletto l’elemento acqua all’elemento terra ma la montagna, d’estate o d’inverno, non mi ha mai detto granché. Fatto sta che l’incontro con l’Alpe Devero è stato un fulmine a ciel sereno! Lo stesso fulmine che mi ha spinta a trascorrere le prime due settimane del mio viaggio in Ecuador a 2.800 metri di quota per preparami all’incontro con il vulcano Cotopaxi (ho raggiunto la soglia dei 4.800 metri d’altezza). E sempre lo stesso che un paio di settimane fa mi ha fatto accettare esultante la proposta di Rosanna di partire alla scoperta di La Thuile, in Val d’Aosta.
Un lungo weekend fatto di emozioni per me uniche e adrenalina nella sua forma più pura. Tra ghiacciai, trekking, mountain bike, profumi e sapori d’alpeggio, buon vino e ottima compagnia, a La Thuile ho rafforzato il legame agli albori con questa dimensione a me estranea. Ed è stato tutto talmente intenso che ancora oggi ne sento i benefici anche se, è giusto dirlo, quando si sta bene con se stessi… si sta bene ovunque!

Da La Thuile al ghiacciaio del Monte Bianco il passo è breve…
La prima emozione forte del viaggio si presenta la mattina dopo il mio arrivo a La Thuile.
Per me il Monte Bianco è sempre stato un’entità astratta relegata nei meandri della memoria dei miei studi elementari e nulla più. Ma quando ho saputo che il tour prevedeva l’incontro con il Massiccio d’Europa ho sentito una vampata diffondersi lentamente dentro di me. Ho deglutito a lungo per tentare di soffocarla, combattuta tra il desiderio e la paura. Non avendo confidenza con la montagna credo che sia normale. Inutile dire che l’ha spuntata il desiderio…
Totalmente a digiuno in materia, mi presento all’appuntamento con un paio di scarpe da trekking estive, pantaloni di cotone pesante e un piumino che regge a dir tanto i 10 gradi centigradi. Mi guardano tutti un po’ allarmati, come se avessero di fronte una folle dall’istinto suicida. La sorte vuole che Monica, una delle organizzatrici del tour, abbia i miei stessi numeri e mi riveste di tutto punto. Freddolosa come sono, non so se avrei retto botta!
Lasciamo La Thuile di buon’ora alla volta di Courmayeur e da lì, con la Skyway del Monte Bianco, raggiungiamo Punta Helbronner (3446 metri). Ci accompagna Alberto Miele, guida alpina di Zerovertigo, che ci tempesta di nozioni e informazioni. Un abruzzese innamorato dell’ecosistema alpino che ha lasciato la sua terra d’origine per vivere la sua passione. Una passione che gli si legge negli occhi ogni volta che ne parla, ma gliela si legge anche quando tace con lo sguardo rivolto all’orizzonte. E la passione, in alcuni mestieri più che in altri, fa la differenza.
Lo Skyway offre una panoramica a 360° sul paesaggio sottostante che i miei occhi famelici divorano con voracità. Quando lo scenario del ghiacciaio si apre davanti a me, come un ventaglio, sono già ebbra. Il giusto mix di entusiasmo, adrenalina e timore che l’ha resa un’esperienza memorabile.
Se mi avessero detto anche solo qualche mese fa che mi sarei trovata a camminare tra ghiacci e crepacci del Monte Bianco mi sarei fatta una grassa risata. Emozioni che non si dimenticano, ne sono sicura. Emozioni da vivere, non da raccontare…

Trekking alle cascate Ruitorine
Anche il secondo giorno ha in serbo grandi emozioni per me. Ancora una volta partiamo da la Thuile la mattina presto diretti alle cascate Ruitorine, a quanto pare tra le più spettacolari della Val d’Aosta.
Un percorso circolare che parte da La Joux, a tre chilometri da La Thuile, e sfila davanti alle tre cascate, figlie del sesto ghiacciaio d’Italia. Il Ruitor. Una più bella e suggestiva dell’altra, ognuna regina indiscussa del territorio su cui veglia dall’alto.
Il circuito è accessibile a tutti. Quattrocento metri di dislivello percorribili con un’ora e venti di camminata, ma è tutto talmente scenografico che noi ce ne impieghiamo tre abbondanti! La vista del ghiacciaio in lontananza ci tiene inchiodati al punto panoramico parecchio tempo…

A La Thuile… è adrenalina pura!
Il soggiorno a La Thuile non è solo un carico di emozioni da novanta. È adrenalina pura!
A pochi minuti dal paese si trova infatti il Parco Avventura Mont Blanc dove gli amanti del brivido troveranno pane per i loro denti. Un’ebrezza che ho sperimentato a Mindo, in Ecuador, e sul lago Maggiore nel tentativo di sconfiggere la mia paura di volare. La zipline sorvola a velocità sostenuta un paesaggio idilliaco, con la Passerella sull’Orrido – una carrucola di 130 metri a un’altezza di 188 metri – in pole position.
Noi lo visitiamo lo stesso giorno dell’incontro con il ghiacciaio del Monte Bianco e sono già emotivamente piena. Non me la sento di replicare un’esperienza che, per quanto entusiasmante, tocca un tasto dolente per me. La paura del vuoto legata al terrore del nulla! Ma in un’altra circostanza… perché no?
Un’altra delle botte di vita che offre il territorio di La Thuile è l’Espace San Bernardo che d’inverno si presta alle discese sciistiche e d’estate si trasforma in un’ampia MTB Natural Trail Area per le discese in mountain bike. E giusto durante il mio soggiorno a La Thuile, l’Espace San Bernardo ospita la terza tappa della gara di Superenduro MTB.
Ora, dovete sapere che quando mi hanno chiesto se volevo scendere in mountain bike – dai 2.600 metri di quota con 1.200 metri di dislivello – mi sono gasata tantissimo. Non ho minimamente pensato che sarebbe stato difficile, almeno per me, prendere confidenza con la mountain bike. E così, dopo aver assistito alla partenza della gara, attraverso percorsi per principianti, iniziamo a volare tra monti e vallate.
Se vi dicessi che è stata l’esperienza più bella della mia vita mentirei. Ero troppo tesa – la mia mancanza di equilibrio in questo non aiuta! – e non credo lo rifarei. Ma gli altri del gruppo se la sono spassata parecchio per cui sicuramente vale la pena provarci! Io la magia del luogo l’ho percepita, tra un capitombolo e l’altro l’ho percepita eccome…

Prodotti d’alpeggio e gastronomia locale… una vera leccornia!
Io amo i formaggi di qualunque tipo, forma e dimensione! Raclette e polenta concia rientrano tra i miei sogni proibiti… fortunatamente solo tra quelli altrimenti diventerei una balena! Ecco perché il fatto che il tour a La Thuile prevedesse anche la visita di un alpeggio – l’Alpeggio Verney – è stato per me il valore aggiunto di un qualcosa già di per sé perfetto.
Così ho scoperto che la fontina, uno dei pochissimi formaggi che non gode dei miei favori, è una prelibatezza! Nulla a che vedere con quella che troviamo sui banchi dei nostri supermercati… viaggiare serve anche a questo! A prendere consapevolezza del fatto che i sapori a cui siamo abituati spesso e volentieri sono ben lontani da quelli originarli!
Tornare a casa con il bottone dei pantaloni che si chiude a fatica non giova al mio spirito ma è sicuramente un indice del mio gradimento verso l’offerta gastronomica del territorio di La Thuile. Tra i ristoranti provati, che vi segnalo alla fine del post, ce n’è uno in particolare che mi ha lasciata senza fiato. Il Rifugio Lo Riondet, sulla strada che conduce al Piccolo San Bernardo. Un bar ristoro a conduzione familiare divino sotto tutti i punti di vista: cibo tradizionale di qualità eccellente in un contesto strabiliante e un’atmosfera unica. Se qualcuno mi proponesse di partire da Milano per andare a pranzo al Rifugio Lo Riondet e tornare indietro in giornata – non è proprio dietro l’angolo – accetterei senza pensarci due volte!
E con il pranzo al Rifugio Lo Riondet congediamo La Thuile. La grolla calda prima di riprendere il viaggio sugella una nuova intesa, una nuova passione, un nuovo mondo da scoprire, conoscere, esplorare…

Dove dormire a La Thuile
Noi abbiamo pernottato a la Locanda Collomb, un luogo accogliente e impeccabile nella cura di tutti i dettagli. Otto stanze diverse l’una dall’altra, ognuna con il proprio stile e la propria anima. Un’oasi di pace e benessere tra il profumo del legno misto a fragranze aromatiche e i libri disseminati in ogni dove. E non è certo un caso. La Locanda Collomb è infatti il primo hotel Letterario in Valle d’Aosta. Chapeau!
Un paio di suggerimenti su dove mangiare a La Thuile
Il Ristorante La Lisse, uno storico locale di La Thuile gestito esclusivamente da donne.
La Taverna Coppapan, con la sua ampia scelta di ricette regionali e una vasta selezione di vini, regionali e nazionali.
Ulteriori informazioni su La Thuile le trovi sul sito ufficiale dell’Ente del Turismo.
La Globetrotter
E tu sei da mare o da montagna?
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Adoro La Thuile! Ci sono sempre stato d’inverno a sciare ma da come la descrivi tu… vale la pena farci un giro anche in estate! Grazie
Eheheh, magari ci diamo il cambio! Io sono curiosa di vederla in inverno, anche se temo l’assideramento…
E anche in luoghi cosi lontani (non solo geograficamente) dal tuo “habitat” hai scoperto e trasmesso splendide suggestioni. Non so se basteranno a chi, come me, la montagna non la inserisce tra le mete da raggiungere…ma sicuramente sei riuscita a destare non poca curiosità! Però non chiedermi più consigli sull’abbigliamento da portare in montagna!!! Mi sono sentita un po’ in colpa…. Bacio
Ahahah, ovvio che non te li chiedo! Anche se, in fin dei conti, se anche mi avessi consigliato di vestirmi diversamente non avrei avuto l’abbigliamento adatto! Chi ha mai pensato alla montagna, specialmente in questi termini? Fossi in te io un giro me lo farei… di questi tempi e con questo caldo poi me la sogno anche di notte mentre mi rigiro nel letto insonne! Meravigliosa