Il Kenya è senza ombra di dubbio uno dei luoghi più turistici in cui mi sia capitato di viaggiare. Tuttavia, paradossalmente, è anche quello che ho trovato più difficile da affrontare da sola. Per carità, di informazioni su come organizzare un viaggio in Kenya fai da te il web è pieno, ma nella maggior parte dei casi si tratta di informazioni che si replicano l’un l’altra.
Il tour classico prevede un soggiorno in spiaggia – generalmente tra Malindi, Watamu e dintorni – cui si aggiunge un safari che spesso e volentieri, per motivi logistici, ha luogo allo Tsavo Est. Per chi invece ha un budget più elevato, non è interessato alla tintarella e insegue il sogno della savana, c’è l’opzione dei Parchi Nazionali. Meritevoli entrambi, non c’è che dire, ma se appena appena vuoi uscire dal seminato son dolori!
Io ho trascorso in Kenya poco più di un mese viaggiando da backpacker in solitaria. Non dico di averlo girato in lungo e in largo – gli spostamenti con i mezzi pubblici ti sfiniscono – né tantomeno ho la pretesa di conoscere questo paese così grande e complesso. Tuttavia un’idea sicuramente me la sono fatta, sulla mia pelle!
Eccomi quindi a cercare di mettere ordine tra appunti e scarabocchi nel tentativo di buttare giù una sorta di guida per chi vuole organizzare un viaggio in Kenya fai da te. Un qualcosa che possa essere utile sia a chi decide di visitare il paese in economia, sia a chi non ha questo limite ma vuole comunque affrontare il viaggio in autonomia.
Kenya fai da te: itinerario e consigli utili
- Il mio itinerario
- Altri luoghi di interesse in Kenya
- Parchi Nazionali e safari in Kenya
- Consigli e informazioni utili sul Kenya
- Periodo migliore per organizzare un viaggio in Kenya
- Come ottenere il visto per il Kenya
- Valuta e metodi di pagamento in Kenya
- Viaggiare in Kenya con i trasporti pubblici
- Wi-fi e rete mobile in Kenya
- Cibo e bevande in Kenya
- Sicurezza (e note dolenti) in Kenya
- Quanto può costare un viaggio in Kenya
- Viaggiare in Kenya con i bambini
Il mio itinerario
Inutile voler fare gli alternativi a tutti i costi! Quando si visita un paese per la prima volta ci sono cose che vanno viste e fatte si o si. Il mio intento è quello di raccontarti le mie scelte, le mie motivazioni, le mie aspettative, le mie difficoltà e, a posteriori, darti il mio parere in merito. Iniziando dalla costa del Kenya perché il mio viaggio è partito da li.
Mombasa
Sono atterrata a Mombasa con un volo dell’Ethiopian Airlines carico di italiani diretti a Malindi e Watamu. Io ero una delle poche che non prendeva quella direzione. Quanto meno non subito.
La mia è stata una scelta tattica. A Mombasa avevo contattato una famiglia tramite il couchsurfing che mi offriva ospitalità per un paio di giorni. Essendo la prima volta che viaggiavo in Kenya, mi piaceva l’idea di avere qualcuno che mi aprisse la porta di casa.
Fatto sta che quella porta mi ha letteralmente fagocitata e anziché visitare il Fort Jesus, la Memorial Cathedral e la città vecchia, come da programma, ho imparato a fare chapati e a spiaccicare quattro parole in swahili! Poco male, è stata indubbiamente una bella esperienza anche se riconosco che il mix culturale e religioso di Mombasa poteva essere interessante da approfondire. Fatto sta che dopo un paio di giorni di vita all’africana, me la sono lasciata alle spalle e mi sono diretta a sud.
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Come raggiungere Mombasa
Mombasa è una delle città più importanti del Kenya, se non sbaglio la seconda, e i mezzi di comunicazione non mancano.
Se arrivi dall’Italia e vuoi raggiungere il centro città devi necessariamente prendere un taxi. Il prezzo di una corsa oscilla (prezzi aggiornati a gennaio 2018) tra i 1.200 e i 1.500 scellini anche se, molto probabilmente, ti chiederanno di più per cui preparati alla guerra! Inutile dirti che io mi sono fatta spellare come un pollo, ma l’esperienza insegna!
Mombasa si trova su un’isola separata dal continente da due piccoli fiumi e fa da spartiacque tra la costa meridionale e quella settentrionale del Kenya. I matatu diretti a sud e nord, oltre a essere economici, sono molto frequenti.
Se da Mombasa vuoi raggiungere Nairobi, il mio consiglio è quello di prendere il treno. Economico, veloce, pulito, panoramico e, soprattutto, sicuro. In Kenya gli incidenti sono all’ordine del giorno per cui, laddove si può, perché non evitare di rischiare la pelle? Non è un caso che, a differenza degli autobus, vada prenotato con qualche giorno d’anticipo.
LEGGI ==> Frammenti di vita quotidiana in kenya
Diani Beach e la costa meridionale
Diani Beach è una spiaggia da urlo che si estende per 13 chilometri lungo la costa meridionale del Kenya. Con la sua sabbia bianca e finissima su cui si depositano le onde dell’Oceano Indiano e la lussureggiante vegetazione tropicale che sembra volerla difendere dagli attacchi esterni, è senza ombra di dubbio una delle destinazioni top – quanto meno marine – di un viaggio in Kenya. Vivamente consigliata la profilassi anti beach boys se si vuole godere di questa meraviglia in santa pace!
Ma Diani Beach non vuol dire solo spiaggia e relax.
Le varie strutture ricettive propongono una serie di escursioni da fare in giornata tra cui la visita di Wasini Island e del Kisite Marine National Park, la gita al Columbus Conservation o alla Kaya Kinondo Sacred Forest e il tour alle Three Sister Caves (sempre che non ti spaventano i pipistrelli), per citarne qualcuna.
Inoltre Diani Beach si presta a una serie di attività dedicate agli amanti dello sport. Dal kitesurfing al windsurf, dallo sky-diving al quad-bike, e poi scuba diving, passeggiate a cavallo, kayak e via dicendo…
Bene o male tutte le strutture ricettive dispongono degli stessi tour agli stessi prezzi e spesso è conveniente contrattare con i beach boys. Per quanto fastidiosi offrono prezzi migliori. Per darti un’idea, la visita a Wasini Island e al Kisite Marine Park, che il Diani Backpapers propone a 9.000 scellini, l’ho strappata sulla spiaggia a 5.000 scellini!
Tra le cose economiche che si possono fare partendo da Diani Beach ti segnalo il tramonto da Shimba Hills e la spiaggia di Tiwi Beach, avendo l’accortezza di farsi accompagnare da un tuc-tuc o un moto-taxi perché – pare – gli assalti a scopo di rapina non sono affatto infrequenti.

Dove dormire a Diani Beach
Trattandosi di uno dei luoghi più turistici e rinomati della costa meridionale, Diani Beach dispone di un’ampia scelta di strutture ricettive adatte alle esigenze di tutti i viaggiatori.
Io ho alloggiato al Diani Backpackers, un ostello graziosissimo frequentato prevalentemente da nordeuropei, australiani e americani. Atmosfera piacevole, scelta musicale ottima, personale gentile, una deliziosa piscina e, non ultima, la presenza di un ristorante che serve pasti buoni a prezzi più che accettabili. Se sei munito di tenda, è anche possibile campeggiare.
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Come raggiungere Diani Beach
Per recarti a Diani Beach da Mombasa prendi un matatu o un moto-taxi diretto a Likoni. Da qui parte il ferry – gratuito – che in poco più di dieci minuti ti depositerà sulla riva opposta del fiume.
Sali quindi su uno dei matatu che vanno a sud dicendo al conducente che vuoi scendere a Diani Beach. A seconda del matatu e della voglia di trattare, spenderai tra i 70 e i 100 scellini.
Contratta infine un tuc-tuc o un moto-taxi (50 scellini il primo, 100 scellini il secondo) per raggiungere la spiaggia o il tuo alloggio.
Tra Malindi, Watamu e la costa settentrionale
Se la maggior parte degli italiani sceglie di trascorrere un periodo di ferie, più o meno lungo, sulla costa settentrionale del Kenya un motivo c’è. Le spiagge che orbitano attorno a Malindi sono di una bellezza stratosferica! Se non fosse per la presenza massiccia e fastidiosa di beach boys le definirei paradisiache anche se, concedimelo, il vero Kenya io l’ho trovato altrove! Comunque sia, quel che vale per me non vale necessariamente per tutti per cui direi che la zona di Malindi merita sicuramente di essere inserita in un itinerario di viaggio in Kenya, specialmente se ami il mare!
Alla fine io ci ho trascorso un’intera settimana, più che altro per la piacevole compagnia trovata a casa di Laura, un’italiana con un b&b immerso nel bush vicino a Malindi in cui ho alloggiato. Una settimana volata via velocemente visitando gli immediati dintorni.
Dalle splendide Blue Bay e Ocean Breeze di Watamu, raggiungibile da Malindi con un matatu (100 scellini), alla spiaggia di Jacaranda, una delle più note della zona; dal villaggio di Mayungu in cui, oltre ad assistere all’arrivo delle barche cariche di pesce, è possibile farsi preparare un’ottima grigliata da consumare direttamente sulla spiaggia (1.000 scellini, da uscirne paghi!) al meraviglioso tramonto di cui si gode dal Crab Shack Dabaso accompagnato da un bello spritz e una porzione di samoza di granchio (superlative!); dal Canyon di Marafa, noto anche come l’Hell’s Kitchen per le temperature infuocate che raggiunge durante il giorno, a Che Shale, conosciuta come la spiaggia dorata per il colore della sabbia reso tale dalla presenza della pirite che al sole brilla di luce propria; dal mercato di Malindi, un’esplosione di forme e di colori, alla spiaggia di Garoda definita da alcuni la più bella del Kenya. Non ultimo, il bosco di baobab immerso nel bush a pochi chilometri da casa di Laura!

Di cose da fare nella zona di Malindi ce ne sono, eccome se ce ne sono! Non ho nemmeno avuto il tempo di visitare le rovine di Jedi, uno dei pochi siti storici del Kenya, e Mida Creek, un’insenatura marina naturale nei pressi di Watamu.
Tuttavia, nonostante i posti di incredibile bellezza, io ho vissuto il tutto con un certo disagio. Trattandosi di una delle zone più turistiche del Kenya il mzungu è visto prima come un bancomat ambulante e poi, forse, come un essere umano. Non entrerò nel merito delle mie ragioni, mi sono già abbondantemente spesa al riguardo nel post tanto polemizzato Sulla costa del Kenya, dal paradiso all’inferno. Tolto questo, a livello paesaggistico non ho assolutamente nulla da eccepire anzi…

LEGGI ==> Sulla costa del Kenya, dal paradiso all’inferno
Dove dormire sulla costa settentrionale del kenya, tra Malindi e Watamu
A Malindi e Watamu le strutture ricettive non mancano, ce ne sono per tutti i budget e per tutti i tipi di viaggiatori.
Se vuoi fare un’esperienza diversa dal resort e non sei particolarmente interessato ad avere la spiaggia sotto il naso, ti consiglio di provare il b&b di Laura Scrivani, il Mimi na Rangi House Kenya. La spiaggia più vicina si può raggiungere con un moto-taxi in una decina di minuti e oltre alle bellezze del luogo, avrai modo di toccare con mano il vero Kenya, quello dei villaggi (non turistici, ben inteso!). Laura ci vive ormai da quattro anni e conosce la zona in tutte le sue sfaccettature. Chiedile di portarti al Karen Blixen, ti farai quattro risate! Non ti anticipo nulla per non togliere l’effetto sorpresa. E poi non perderti la messa nella chiesa di Msoloni, il villaggio di Laura. Loro si che hanno capito tutto dalla vita…
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Come raggiungere Malindi
Prendo come punto d’arrivo Malindi che è collegata sia con Nairobi (via autobus) sia con Mombasa (via matatu).
Il matatu da Mombasa a Malindi impiega tre ore o poco più e a seconda che sia espresso o meno costa tra i 300 e i 500 scellini.
La maggior parte delle destinazioni che orbitano attorno a Malindi si possono raggiungere in moto-taxi o matatu.
Per il Crab Shack Dabaso, Che Shale e il Canyon di Marafa è consigliato avere un mezzo privato a disposizione. Se si vuole risparmiare, è possibile concentrare i tour nella stessa giornata.
Lago Naivasha
Il lago Naivasha è spesso trascurato da chi decide di fare un viaggio in Kenya. Questa quantomeno la mia impressione considerato che nessuno (o quasi) dei “tuttologi” offertisi di darmi consigli perché “ormai in Kenya son di casa” ne sapeva granché.
Personalmente lo ritengo un grave errore. Dopo la costa per me è stata una boccata d’ossigeno e il fatto che sia trascurato non significa che non abbia nulla da offrire.
Il lago Naivasha regala pace, quiete e serenità, ma anche momenti emotivamente molto intensi per cui, a mio modo di vedere, è una delle mete assolutamente da non perdere nel corso di un viaggio in Kenya.
Il motivo principale per cui si decide di visitare il lago Naivasha è la possibilità, con un giro in barca, di avvicinare gli ippopotami. Per lo più restano immersi nell’acqua per proteggere la loro pelle sensibile dal sole ma la sera, con un po’ di fortuna, li vedrai passeggiare sulla riva del lago. Io mi sono trovata madre e figlio a pochi metri di distanza e nonostante la paura – al di là dell’aspetto mansueto pare siano animali pericolosi – è stata un’emozione incredibile. Un giro in barca di un’ora costa 3.500 scellini e può portare fino a sette persone.
Ma c’è un’altra ragione per cui vale la pena decidere di trascorrere un paio di giorni al lago Naivasha. Partendo da qui è possibile fare un safari all’Hell’s Gate National Park. Un safari molto particolare visto che il parco si può girare a piedi o in bicicletta. Certo, non aspettarti di trovarti davanti felini o elefanti ma passerai accanto, se non addirittura in mezzo, a branchi di giraffe, zebre, gazzelle, impala, facoceri e bufali.
E ancora, il lago Naivasha è il punto di partenza per un bel trekking sul monte Longonot (2.776 metri di altezza), un cratere vulcanico inattivo dal 1869 da cui, teoricamente, si godono viste panoramiche da urlo. Purtroppo io ci sono stata in una giornata fosca e a parte il trekking impegnativo, soprattutto l’ultima parte, non ho visto granché!
L’ingresso al Parco Nazionale Longonot costa 26 dollari ma a mio avviso è un po’ esagerato. Come è logico che sia i mzungu pagano sempre un prezzo maggiorato. Tuttavia, se hai un buono spirito d’orientamento, sappi che c’è una strada alternativa per saltare la biglietteria.

Dove dormire al lago Naivasha
Al lago Naivasha io ho pernottato al Fisherman’s Camp, sulla riva del lago. È possibile noleggiare una tenda direttamente in loco con un supplemento sul prezzo. La notte fa un po’ freddo, ma aprire gli occhi sul lago alle prime luci dell’alba con il canto degli uccelli in sottofondo è qualcosa di incredibile. In ogni caso il Fisherman Camp dispone anche di soluzioni più classiche. Inoltre ha un ristorante annesso che serve pietanze di buona qualità e prezzi tutto sommato economici. Altro punto a favore del Fisherman Camp è che si trova a soli 5 chilometri dall’ingresso dell’Hell’s Gate National Park per cui, volendo, si può noleggiare la bicicletta e raggiungere il parco pedalando.
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Come raggiungere il lago Naivasha
Il lago Naivasha dista circa 90 chilometri da Nairobi e i matatu partono con una certa regolarità. Il viaggio dura un paio d’ore e costa tra i 170 e i 250 scellini. Giunto a Naivasha, prendi un altro matatu o un moto-taxi diretto al lago. Facile e indolore!
Nakuru
Uno dei parchi più belli del Kenya, a detta di molti, è il Nakuru National Park che si trova sul lago Nakuru, nei pressi dell’omonima città. Da Naivasha ho raggiunto Nakuru convintissima di poter trovare in loco un gruppo a cui aggregarmi per organizzare un safari senza spendere un patrimonio.
Come si suol dire, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi e il fatto che la maggior parte dei pacchetti promossi sul web abbinino il Nakuru National Park al Masai Mara non mi ha minimamente insospettita. Fatto sta che una volta a Nakuru mi sono ritrovata con un pugno di mosche in mano.
Per carità, avrei potuto optare per un tour privato ma 160 dollari per un game drive di tre ore mi sono sembrati eccessivi considerato che, comunque, tra lo Tsavo Est e l’Hell’s Gate National Park di animali ne avevo visti parecchi.
Magari, chi lo sa, un giorno ci tornerò. Possibilmente in gruppo per abbattere il costo del noleggio della macchina che sul budget di chi viaggia in solitaria ha un peso non da poco!
Detto questo, fatta eccezione per il famigerato parco, Nakuru in sé non ha grandi attrattive e non la ritengo una tappa imperdibile nel corso di un viaggio in Kenya fai da te.
Dove dormire a Nakuru
Ero così convinta di riuscire a fare il safari al Nakuru National Park da aver prenotato due notti in anticipo al Punda Millas Nakuru Camp. Per fortuna il posto era carino e ben lontano dal caos cittadino per cui mi sono regalata due giorni di totale relax.
Il Punda Millas offre sia la possibilità di campeggiare sia quella di dormire in una banda, la tipica “stanza” dei campi tendati allestiti in Kenya. Assolutamente consigliato per chi vuole trascorrere una giornata tranquilla a bordo piscina in compagnia di un buon libro e una bella birra ghiacciata spendendo una sciocchezza.
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Come raggiungere Nakuru
Nakuru dista da Nairobi poco più di 160 chilometri che con un matatu si traducono in tre o quattro ore di viaggio.
Se arrivi da Naivasha (100 scellini) calcola comunque un paio d’ore.
Kakamega Forest
Kakamega Forest è quella parte di Kenya che in pochi conoscono, una delle zone ancora vergini e incontaminate del paese. Uno di quelli che amo definire luoghi dell’anima laddove il rosso della terra, il blu terso del cielo e il verde della vegetazione si fondono l’un l’altro in un’opera d’arte di indicibile bellezza.
Difficilmente troverai turisti a Kakamega Forest ma a mio avviso vale la pena farci una capatina, più o meno lunga, per entrare in contatto con quella parte di paese ancora integra nella sua umanità.
A parte la foresta pluviale – 23.000 ettari di superficie che faranno la gioia degli appassionati di birdwachting e in cui coabitano sette diversi tipi di scimmie e babbuini – la regione del Western Kenya ospita tantissime piantagioni di tè, bevanda onnipresente nelle case kenyote. Case in cui con ogni probabilità verrai invitato a entrare e da cui difficilmente uscirai a mani vuote. Essendo così poco avvezza alla presenza del turismo di massa, la gente qui è prodiga di sorrisi e di calore.
Per visitare la Kakamega Forest è opportuna una guida che ti condurrà in questo viaggio sensoriale tra la flora locale per illustrarti tutte le qualità terapeutiche delle differenti piante. Chiedi di essere portato fino a Buyango Hill, il punto più alto della foresta, da cui si gode di una bella panoramica..
L’ingresso alla Kakamega Forest costa 600 scellini e il pagamento viene effettuato tramite il metodo di pagamento Mpesa operato direttamente dagli addetti alla biglietteria.
LEGGI ==> Kakamega Forest, cuore pulsante del Kenya

Dove dormire a Kakamega Forest
Io sono stata ospite per una settimana di una famiglia a Murhanda, un piccolo e delizioso villaggio in cui ho vissuto i momenti più intensi di tutto il mio viaggio in Kenya. Ti consiglio vivamente di andare a trovarli. Se vuoi essere messi in contatto con Boniface sarà un piacere.
Difficile a credersi ma Kakamega Forest non è un luogo battuto dal turismo e la presenza di strutture ricettive di un certo livello è molto ridotta. Non mancano comunque le sistemazioni economiche per viaggiatori senza troppe pretese.
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Come raggiungere Kakamega Forest
Se provieni da Nairobi, il mezzo di trasporto migliore per raggiungere Kakamega è il bus.
Da Nakuru prendi invece un matatu via Kisumu (tra le cinque e le sette ore) che ti costerà 700 scellini.
Il viaggio non è una passeggiata ma se ami la natura sarete ampiamente ripagati della fatica.
Lago Vittoria e Rusinga Island
Se mi chiedi perché mai abbia scelto di trascorrere gli ultimi giorni del mio viaggio in Kenya a Rusinga Island non saprei cosa rispondere. Non c’è una ragione precisa, semplicemente mi piaceva il nome! Ed è stata una scelta azzeccatissima, una piccola oasi di pace in mezzo al nulla, o quasi.
Di fatto a Rusinga Island non c’è granché da fare se non godere a pieno dell’atmosfera romantica e dei meravigliosi panorami lacustri. È un’area rurale e a parte un giro dell’isola in sella a un moto-taxi (tra i 500 e i 1.000 scellini per due ore di tempo a seconda della tua capacità di trattare), la visita a uno dei villaggi di pescatori dove organizzare un giro del lago in canoa (io sono stata a Kiumba Beach e ho trascorso dei momenti piacevoli in compagnia dei locali che mi hanno sorpresa con la loro accoglienza) e visitare il museo di Tom Mboya, il politico kenyota assassinato nel 1969, l’unica cosa da fare è vivere la tranquillità del luogo, i suoi paesaggi, la sua natura e la semplicità della sua gente. Oltre, ovviamente, ai suoi tramonti.
Se decidi di visitare Rusinga Island non dimenticare il repellente contro le zanzare! Non solo sono particolarmente aggressive, ma è uno dei pochi luoghi del Kenya in cui la malaria miete ancora molte vittime.

Dove dormire a Rusinga Island
Rusinga Island è cara, mi ha avvisato un amico quando gli ho detto che avrei congedato il Kenya da li. Indubbiamente può essere cara, dipende sempre da quel che si cerca! Io ho trovato un posticino delizioso a prezzi abbordabili, il Wayando Beach Eco Lodge. La proprietaria è un’ultrasettantenne statunitense con un grande estro creativo.
Il complesso – quattro casette che ricordano quelle delle fiabe dei fratelli Grimm – è costruito nel pieno rispetto dell’ambiente circostante in cui si integra alla perfezione. Il cibo, sempre seguendo l’estro creativo di Linda che di fantasia ne ha da vendere, è eccellente.
Lo spazio è ampio e offre anche la possibilità di campeggiare mettendo a disposizione delle belle tende spaziose se ne si è sprovvisti. Infine, cosa non da poco… amache su cui dondolarsi con lo sguardo rivolto verso il lago. Semplice si, ma con quel tocco di classe che male non fa!
Come raggiungere Rusinga Island
Per raggiungere Rusinga Island bisogna recarsi a Kisumu che dista da Nairobi 450 chilometri.
Se non vuoi affrontare il lungo viaggio via terra – dipende da dove parti – puoi atterrare all’aeroporto di Kisumu – mi hanno detto che si trovano voli sui 50 dollari – e da li prendere lo shuttle per Luanda Kotieno (300 scellini) che ti depositerà al porto da cui partono i ferry diretti a Mbita (150 scellini). Il tragitto in ferry è piacevole e offre scorci meravigliosi.
Una volta giunti a Mbita, non ti resta che contrattare un moto-taxi che per 100 scellini ti depositerà dall’altra parte del ponte, a Rusinga Island.
Altri luoghi di interesse in Kenya
Inutile dire che ci sono luoghi che avrei voluto visitare e a cui, a malincuore, mi è toccato rinunciare.
La prima è Lamu. Cittadina risalente al XIV secolo situata sull’omonima isola, Lamu si caratterizza per l’assenza assoluta di mezzi di trasporto che non siano il tradizionale asino. Pare sia uno dei pochi luoghi del Kenya che ha mantenuto intatti stile di vita, cultura e architettura e qualche viaggiatore incontrato lungo il cammino me l’ha confermato definendolo un viaggio a ritroso nel tempo.
Perché ho desistito? Perché raggiungerla in autonomia richiede uno sforzo che non avevo voglia di affrontare e l’idea di partecipare a un tour organizzato non mi allettava particolarmente. Inoltre mi avevano sconsigliato di andarci da sola per l’alta concentrazione di mussulmani che in questo frangente non la rende il luogo più sicuro al mondo. Ti dirò, a mio modo di vedere è il solito allarmismo visto che di backpackers che ci sono stati per i fatti loro ne ho conosciuti parecchi. Diciamo che mi sono lasciata fagocitare dalla pigrizia ma se tornassi indietro non ci penserei due volte.
Un altro luogo di cui mi hanno parlato bene, sempre sulla costa del Kenya, a metà strada tra Mombasa e Malindi, è Kifiri, con le sue piccole spiagge a strapiombo sul mare e una serie di baie e isolette che le ruotano attorno.
Se atterri a Nairobi e vuoi trascorrerci un paio di giorni, tra le cose da fare in capitale Ti segnalo il safari al Nairobi National Park che pare sia unico nel suo genere visto che si sviluppa sullo sfondo cittadino, il David Sheldrick Wildlife Trust dedicato al salvataggio e la mobilitazione di elefanti e rinoceronti e il Bomas of Kenya, centro culturale dedito a promuovere danze, canti e tradizioni locali. Io Nairobi l’ho saltata a pie pari, non mi interessava particolarmente e mi hanno detto che è un po’ pericolosa. Odio sentirmi in pericolo in viaggio per cui mi sono detta, a che pro?
Altre due mete interessanti e decisamente di nicchia che si possono inserire in un itinerario di viaggio in Kenya fai da te sono il lago Turkana, situato in piena Great Rift Valley, che con le sue acque color giada si inserisce in un contesto surreale fatto di montagne laviche, crateri, deserti lunari e foreste, e il trekking sul monte Kenya, la montagna più alta del paese nonché la seconda nel continente dopo il Kilimangiaro. Inutile a dirsi ma sia in un caso che nell’altro bisogna godere di un’ottima forma fisica…
Parchi Nazionali e safari in Kenya
Il Kenya è indubbiamente uno dei luoghi migliori al mondo per organizzare un safari! La varietà di parchi e animali è notevole per cui c’è solo l’imbarazzo della scelta. Il problema sono i costi, notevoli quanto la varietà. Per i non residenti l’ingresso ai parchi più importanti va dai 60 dollari del Nakuru National Park agli 80 dollari dello Tsavo Est e del Masai Mara, per fare qualche esempio, e ha una durata di 24 ore. Alla fine, per un safari di due giorni e una notte, considerando il limite delle 24 ore all’interno del parco, partono come se nulla fosse circa 200 euro! Comunque sia ritengo che il safari sia una di quelle esperienze assolutamente da fare in Kenya. Puoi ripeterlo all’infinito senza stancarti mai! Non hai certezza di nulla ma nella savana, si sa, qualcosa sempre accade…
Io di safari in Kenya ne ho fatti due, il primo allo Tsavo Est e il secondo all’Hell’s Gate National Park. Il primo emozione pura, il secondo armonia con il creato.
Tsavo National Park
Lo Tsavo Est è il parco più gettonato dai vacanzieri della costa. Non è assolutamente necessario prenotarlo con anticipo perché sia Malindi che Mombasa pullulano di agenzie e beach boys che propongono safari. Generalmente dura due giorni e una notte e il costo, a seconda dell’operatore, si aggira sui 200 euro.
È il parco più grande di tutto il Kenya ma nonostante la sua vastità non mancano le possibilità di avvistare animali, anzi! Elefanti, zebre, giraffe, impala, bufali, gazzelle e, con un po’ di fortuna, i big five!
Io ho visto leoni, anche se da molto lontano, e una leonessa con i cuccioli dieci minuti dopo il mio arrivo. Saltavo dalla gioia come un bambino che scopre l’acqua calda! E poi il paesaggio e meraviglioso, con la terra rossa e polverosa che colora anche gli animali e conferisce al tutto un’atmosfera suggestiva.
Adiacente allo Tsavo Est c’è lo Tsavo Ovest che però mi hanno sconsigliato per la difficoltà di vedere gli animali. Non ci sono stata per cui non mi esprimo in merito.

Hell’s Gate National Park
L’Hell’s Gate National Park, come ho già anticipato, si trova nella zona del lago Naivasha e la sua peculiarità è che può essere girato a piedi o in bicicletta. Una passeggiata di salute in un contesto superlativo. Tra l’altro, se ti piace arrampiare, per 10.000 scellini avrete pure la possibilità di godere del panorama dell’Hell’s Gate National Park dall’alto della Fisher’s Tower..
L’ingresso al parco, che si può pagare solo con carta di credito, costa 26 dollari a cui si aggiunge il costo della bicicletta che oscilla tra i 500 e gli 800 scellini. Se la noleggi fuori, dovrai pagare un supplemento per l’entrata. Vale la pena farlo se raggiungi l’Hell’s Gate National Park pedalando dal lago.
Considera tra le cinque e le sei ore di tempo per girarlo tutto con calma. Porta acqua in abbondanza, un cappellino per il sole, la protezione solare e non dimenticare le scarpe da trekking se vuoi completare il giro del parco scendendo nella Njorowa Gorge. Io, purtroppo, ho dovuto rinunciare poco dopo aver iniziato per evitare di rompermi una gamba con le mie havaianas. La solita svegliona!

Nakuru National Park
Anche sul Nakuru National Park ho già speso qualche parola. Dicono tutti sia meraviglioso e non ho dubbi in merito. Oltre a ospitare in un territorio ristretto buona parte degli animali presenti negli altri parchi, il Nakuru National Park è rinomato per la presenza dei rinoceronti bianchi e neri e dei fenicotteri che tingono di rosa le acque del lago. Tuttavia ho avuto notizia che ultimamente la maggior parte di loro è migrata altrove.
È possibile organizzare un safari al Nakuru National Park in autonomia direttamente in loco ma conviene essere in gruppo. Il prezzo d’ingresso al parco è di 60 dollari a cui si aggiunge il costo della macchina. A me, per darti un’idea, hanno chiesto 160 dollari, tutto compreso, per un game drive di tre ore. Decisamente troppi per le mie tasche, ma è il prezzo da pagare se si viaggia da soli!
Amboseli National Park
Se la tua passione sono gli elefanti, non perderti il safari all’Amboseli National Park, al confine con la Tanzania. Già pregusto la scena: centinaia di elefanti che si abbeverano nelle pozze d’acqua sullo sfondo del Kilimangiaro. Magia pura. Io comunque di elefanti ne ho visti a bizzeffe anche allo Tsavo Est per cui ho saltato.
Masai Mara National Reserve
Il mio unico, grande rammarico è quello di aver lasciato il Kenya senza essere stata al Masai Mara National Reserve! Questa sarà la seconda ragione – oltre al desiderio di riabbracciare la famiglia di Kakamega Forest – per cui un giorno, forse, tornerò in Kenya! C’è da dire che il periodo migliore per visitare il Masai Mara è tra luglio e agosto quando si assiste alla migrazione delle gru per cui il mio rammarico si riduce almeno un po’.
È sicuramente il luogo ideale in cui far salire l’adrenalina alle stelle viste le dimensioni ridotte e la presenza massiccia di leoni, iene, ghepardi e leopardi.
Per il Masai Mara vale lo stesso principio degli altri parchi, è possibilissimo organizzarlo in loco! Io avevo contattato Bonfire Adventures che dopo un po’ di trattative mi avrebbe lasciato il safari di tre giorni e due notti a 280 dollari all inclusive (tutto sommato un buon prezzo) a cui però avrei dovuto aggiungere 160 dollari per due giorni di ingresso al parco. Questa compagnia me l’ha consigliata Laura e pare sia una di quelle che offre il miglior rapporto qualità prezzo.
Anche qui, in gruppo si può pensare di raggiungere il Masai Mara con i mezzi pubblici, pernottare fuori dal parco e poi noleggiare una macchina per i game drive. Pagherai gli 80 dollari di ingresso ma ammortizzerai il costo della macchina. Conosco gente che l’ha fatto, non credo sia particolarmente complicato.

Questi i parchi più importanti o, comunque, quelli più gettonati. Un motivo ci sarà!
Consigli e informazioni utili sul Kenya
Giusto un paio di dritte prima di iniziare con i consigli e le informazioni utili per organizzare un viaggio in Kenya fai da te.
Se ancora non la conosci, scaricatevi MapsMe sul cellulare. Si tratta di un’applicazione che funge da navigatore e funziona anche se non sei connesso a internet. È molto intuitiva e facilissima da usare.
La seconda dritta è quella che mi ha letteralmente salvato la vita. A Naivasha ho conosciuto un ragazzo israeliano che mi ha invitata a iscrivermi a un gruppo whatsup, il Mzungu Backpack Africa, in cui si possono chiedere o condividere informazioni su tutti i paesi di questa parte di mondo. Io ho trascorso una settimana in compagnia di un’australiana e un irlandese conosciuti sul gruppo ed è stato assolutamente piacevole.
Ovviamente bisogna conoscere l’inglese perché è un gruppo di viaggiatori internazionali. Se stai organizzando un viaggio in Kenya fai da te e hai bisogno di informazioni su alloggi economici, su come raggiungere un tal luogo, sul nome di una guida per un trekking, o anche solo di compagnia per bere una birra, questo gruppo è meglio della Lonely Planet, aggiornato in tempo reale.
Periodo migliore per organizzare un viaggio in Kenya
Il Kenya è un paese che si presta a essere visitato tutto l’anno. Tuttavia, potendo scegliere, i mesi migliori sono febbraio, marzo e da giugno a settembre per quanto riguarda i safari mentre sono assolutamente sconsigliati aprile, maggio e giugno per quanto invece riguarda la costa. Sono i mesi della pioggia e a parte la scocciatura, il mare si riempie di alghe.
Come ottenere il visto per il Kenya
ll visto per il Kenya si può ottenere online o direttamente in aeroporto – 50 $ nel primo caso, 40 $ nel secondo – e ha una validità di tre mesi.
Se la tua intenzione è quella di proseguire il viaggio verso Uganda e Ruanda, chiedi che ti venga rilasciato l’East Africa Visa. La durata di questo visto, che costa 100 $, è sempre di tre mesi e ti consentirà di entrare e uscire dai tre paesi a tuo piacimento. Decisamente vantaggioso se stai pensando a un viaggio itinerante ma attenzione a organizzare bene le tappe. Sconfinare, per esempio in Tanzania, anche solo per un giorno, comporta l’annullamento del visto.
Valuta e metodi di pagamento in Kenya
La moneta utilizzata in Kenya è lo scellino kenyota. Al momento della stesura di questa guida – marzo 2018 – il cambio ufficiale è: 1 euro = 125 scellini kenyoti.
Nelle principali città, e in alcuni casi anche in quelle minori, sono presenti sportelli ATM funzionanti su vari circuiti. Cirrus e Maestro applicano una commissione che varia da istituto a istituto ma che generalmente non supera i tre euro a prelievo, indipendentemente dalla somma elargita.
Le carte di credito sono di uso comune e corrente anche se alcuni pagamenti, tra cui l’ingresso alla Kakamega Forest e l’acquisto dei biglietti del treno, possono essere fatti solo tramite un sistema chiamato Mpesa. Si tratta di una sorta di “carta di credito telefonica” – non saprei come altro definirla – che consente di effettuare varie operazioni senza ricorrere all’uso dei contanti.
Se non hai Mpesa e non vuoi farlo, l’ostacolo è facilmente aggirabile. Chiedi a un kenyota (ce l’hanno praticamente tutti) di pagare al posto tuo in cambio del corrispettivo in denaro (con l’aggiunta della commissione che è pari a pochi centesimi di euro).
Viaggiare in Kenya con i trasporti pubblici
Viaggiare in Kenya con i mezzi di trasporto pubblici non è affatto difficile. Partono sempre e collegano tutto il paese.
Tuttavia, è giusto dirlo, le norme di sicurezza in Kenya sono un optional e gli incidenti stradali, purtroppo, sono all’ordine del giorno. Per carità, se sono qua a scrivere è perché non mi è mai successo nulla ma credimi, ogni spostamento lo vivevo con una certa apprensione.
Dunque, la maggior parte delle tratte all’interno del paese sono coperte dai matatu, pulmini in cui viene stipato un numero considerevole di individui. Per capirci, su una fila da tre posti, quando va bene, siedono quattro persone. Considerato che i bambini non fanno numero e che generalmente una donna ha al seguito uno o due figli piccoli, capirai che si viaggia come sardine! Se sei fortunato e arrivi tra i primi cerca di accaparrarti il sedile vicino al conducente. È l’unica postazione in cui si gode di una certa comodità.
Nove volte su dieci cercheranno di farti pagare un supplemento per il bagaglio e poi tenteranno anche di piazzartelo sulle gambe. Ebbene, sappi che il supplemento non è dovuto! Chiedi di metterlo nel portabagagli e, se necessario, fai la voce grossa!
Informati sempre prima con qualcuno sul prezzo da pagare se non vuoi che ti venga applicata la tariffa mzungu!
Un’ultima cosa. Oltre a essere tremendamente scomodi, i matatu sono anche terribilmente lenti visto che si fermano a caricare gente per strada anche quando non c’è più spazio nemmeno per uno spillo. Armati di tanta pazienza perché comunque, a mio avviso, ne vale la pena.
Un viaggio in matatu è uno scorcio di vita del Kenya, quello della gente reale! Anche se ora ci scherzo su il mio pensiero ricorrente quando salivo su uno di quei trabiccoli era “per me è un’eccezione, per loro è la regola”! E ripenso al mio viaggio Dal Senegal al Mali on the road, uno di quelli che indubbiamente mi ha cambiato la prospettiva…
L’alternativa al matatu, possibile più che altro per le lunghe tratte, è l’autobus. Il posto a sedere è garantito e non lo dovrai spartire con nessuno. La compagnia migliore, a detta di molti, è la Easy Coach. Io l’ho usata per viaggiare dal Kenya all’Uganda di notte. Sono arrivata con le ossa a pezzi ma salva, non è cosa da poco.
Altra possibilità, che purtroppo copre solo pochissime tratte, è il treno. Comodo, economico, efficiente. Io l’ho preso per raggiungere Nairobi da Mombasa ed è stato il viaggio migliore che abbia fatto in Kenya per cui lo consiglio vivamente! Il biglietto si acquista online e il pagamento si effettua tramite Mpesa. Bisogna recarsi in stazione almeno un’ora prima della partenza per stampare il titolo di viaggio.
Per gli spostamenti a corto raggio ci sono due possibilità. Il tuc-tuc (usato prevalentemente nella zona costiera) e il moto-taxi, noto anche come bajaj sulla costa o piki-piki nel resto del paese.
Tra i due mezzi il tuc-tuc è il più sicuro e paradossalmente il più economico. Sul bajaj è consuetudine viaggiare almeno in tre, incluso il conducente! Rigorosamente senza casco, per lo più su strade dimenticate da Dio, con il bagaglio caricato davanti per rendere le manovre più complicate. La tariffa minima del bajaj è di 50 scellini anche se difficilmente un mzungu riuscirà a pagarne meno di 100.
In città, quanto meno a Nairobi e Mombasa, funziona bene Über, più economico del taxi e indubbiamente più sicuro. Se non ce l’hai, scaricati l’applicazione sul cellulare prima di partire. Ti sarà utile!
Wi-fi e rete mobile in Kenya
Premesso che non sono stata nei resort dove forse è possibile riuscire ad avere una linea decente, direi che per lo più il wi-fi in Kenya funziona poco e male.
La cosa migliore da fare, se si vuole restare connessi con il mondo esterno, è quella di comprare una SIM locale e scegliere una delle opzioni disponibili per l’uso dei dati.
Io ho optato per Safaricom che costa un’inezia e offre una copertura accettabile in tutto il paese.
Cibo e bevande in Kenya
Dal punto di vista gastronomico, il Kenya subisce fortemente l’influenza indiana. In tutto il paese, ma specialmente sulla costa, si possono trovare chapati, samoza e pietanze a base di curry a prezzi irrisori. Per i viaggiatori low-budget questi piatti rappresentano un’ottima alternativa al riso e pollo (o in alternativa ugali e fagioli) servito nei ristoranti locali.
Superfluo a dirsi che il Kenya è un paese turistico e che, volendo, si può trovare di tutto e di più. Io per scelta non vado a cercare la pasta o la pizza quando sono all’estero ma tento, anche se a volte mi pesa, di adeguarmi a quel che offre il paese.
Vuoi sapere cosa si mangia in Kenya? Cosa si mangia nelle case?
Ebbene, io sono stata otto giorni ospite di una famiglia e per otto giorni, sia a pranzo che a cena, ho mangiato ugali – una sorta di polenta totalmente priva di sale – accompagnata da patate in umido e verdure locali. Quando andava di lusso c’era anche un pezzettino di pollo, che poi per me lusso non era visto che non amo la carne! Niente da dire sulla qualità, Laura è un’ottima cuoca, ma non ne potevo più di vedere sempre gli stessi alimenti!
Se sei amante della frutta, invece, il Kenya è il paradiso! Una varietà di forme, colori e sapori tali da rigenerare corpo e spirito! Un bel concentrato di vitamine che quando fa caldo male non fa!
Una delle bevande tipiche in Kenya è il tè e non, come erroneamente pensavo, il caffè. La regione di Kericho e quella di Kakamega pullulano di piantagioni e il thermos sempre pieno è un elemento onnipresente nelle case. Viene servito con il latte, come il chai indiano, e offerto a qualunque visitatore di passaggio.
Per quanto riguarda le birre, ce ne sono vari tipi ma quella che va per la maggiore è la Tusker che a seconda del luogo può costare tra i 200 e i 300 scellini.
In Kenya producono anche un distillato noto come vino di cocco adatto a chi ha lo stomaco di ferro ed è capace di ingurgitare di tutto. Io l’ho provato una sera ed è stato come bere alcol puro!
Sicurezza (e note dolenti) in Kenya
Ovviamente di note dolenti in Kenya, come in tanti altri paesi, ce ne sono parecchie! Purtroppo, è triste dirlo, ciò che mi ha causato più disagio durante il viaggio è stata la gente. Non tutta ovviamente, ho trovato persone meravigliose, in particolare laddove il mzungu è una mosca bianca, ma siamo comunque sempre percepiti come polli da spennare allegramente. E non mi riferisco solo ai beach boys di cui ho già ampiamente parlato e su cui non intendo tornare.
I problemi maggiori li ho avuti ogni qualvolta mi apprestavo a prendere un mezzo di trasporto pubblico. Moto-taxi e matatu applicano tariffe diverse a seconda del colore della pelle e anche se gli dici che conosci il prezzo devi sempre lottare per riuscire a spuntarla. Ora, sto parlando di cifre irrisorie ma mi chiedo perché, se viaggio come loro e rischio la pelle come loro, devo pagare doppio, se non addirittura triplo, per potermi spostare!
La cosa più sgradevole che mi è successa durante il viaggio in Kenya è accaduta l’ultimo giorno. Avevo comprato un biglietto del bus con Easy Coach al terminal di Kisumu diretto a Jinja in Uganda. L’arrivo del bus era previsto per le 4 di mattina (d’altronde l’altro arrivava alle 11 di sera) ma il bigliettaio mi aveva assicurato che avrei potuto attendere l’alba in tutta sicurezza al terminal. Gli ho chiesto mille volte garanzie in merito considerato che sono una donna e che viaggio sola.
Ebbene, la sera della partenza, mentre mi appresto a imbarcare il bagaglio, il conducente dell’autobus mi dice che a Jinja non c’è nessun terminal e che mi lasceranno al distributore di benzina. Do fuori di matto! Non hanno pietà di niente e di nessuno! D’altronde non ce l’hanno nemmeno di loro stessi considerate le condizioni barbare in cui viaggiano! Alla fine, dopo la mia sfuriata e la minaccia di chiamare la polizia, mi è toccato arrivare fino a Kampala e poi tornare a Jinja sullo stesso autobus per salvaguardare la mia incolumità. E non è stata certo l’unica volta in cui, a mia insaputa, mi sono ritrovata in un luogo anziché in un altro!
Altra nota dolente, che a me ha semplicemente sfiorato ma che affetta un sacco di gente, è la corruzione della polizia. Spesso e volentieri se non vuoi avere guai devi pagare. Sempre l’ultimo giorno, alla frontiera, un poliziotto ha tentato di intimorirmi adducendo che stavo trasportando marihuana. Il che, ovviamente, non era vero! Voleva soldi ma io mi sono imputata, anche se con un po’ di timore, a non seguirlo. Poi fortunatamente un paio di persone sono intervenute in mia difesa e me la sono cavata solo con un po’ di stress.
A parte questo, che comunque mette a repentaglio la sicurezza di una persona che viaggia in Kenya, non ho riscontrato altri problemi ne ho mai avuto la sensazione che si trattasse di un paese pericoloso. L’unico luogo in cui non mi sentivo tranquilla e che pertanto ho evitato – nonostante siano passati due anni dalla rapina a mano armata a Salvador de Bahia, non ho ancora superato totalmente la cosa! – è stata Nairobi.
Quanto può costare un viaggio in Kenya
Un viaggio in Kenya può costare tanto o relativamente poco, dipende da cosa si cerca.
I safari, l’ho già detto, costano un occhio della testa ma per il resto non ho trovato il Kenya particolarmente caro. Si può mangiare bene con quattro o cinque dollari (optando per la cucina locale si spende anche molto meno), le bevande, birra inclusa, costano poco e nulla e per dormire non mancano le sistemazioni economiche e di prezzo medio. Tutto sommato un buon compromesso che consente di inserire all’interno dell’itinerario almeno un safari a scelta senza per questo dover accendere un mutuo.
Viaggiare in Kenya con i bambini
Mentre ero in viaggio ho ricevuto più volte messaggi su facebook da parte di gente che mi chiedeva se il Kenya è fattibile con i bambini per cui la ritengo un’informazione utile.
Assolutamente si e credo che per un bambino un viaggio nella savana africana sia ancor più emozionante di quanto lo sia per un adulto. Magari senza andare allo sbaraglio come me, ma con un minimo di organizzazione è assolutamente possibile portare i bambini a scoprire questo paese così ricco che lascerà un ricordo indelebile nei loro cuori. E se lo dico è perché ne ho viste tante di famiglie, soprattutto straniere, con i bambini al seguito e ho visto la luce illuminare i loro sguardi ebbri di felicità.
***
Come sempre, questa guida è il frutto della mia esperienza vissuta sul campo. Se hai osservazioni o dritte che possano essere utili a me per le prossime guide, ma soprattutto a chi transiterà da qui per cercare informazioni su come organizzare un viaggio in Kenya fai da te lasciami un commento. Come dicono sulla costa del Kenya, Hakuna Matata! Più il post è completo, più sono felice.
La Globetrotter
Sei stato in Kenya? Hai altri posti da consigliare? Ti aspetto nei commenti.
Il 24 settembre 2020 è uscito il mio libro Sulle strade del Kenya. Una mzungu tra le contraddizioni dell’Africa, ispirato a questo viaggio ed edito da Alpine Studio. Lo trovi in libreria, sui principali portali di vendita online e su AMAZON.
E se vuoi partire per un Viaggio fai da te, senza l’ausilio di un Tour Operator, ma non hai il tempo di organizzarlo, io sono qui anche per questo. Consulta la sezione del blog DISEGNO IL TUO VIAGGIO e scrivimi!
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Bellissima guida di viaggio, insolita e per veri backpackers! Grazie Diana
Ahahah grazie Riky! Pronto a partire?
ciao volevo ringraziarti molto per la tua guida. la sto trovando fantastica con spunti molto interessanti
Ciao Stefano, grazie mille ne sono felice visto che le ho dedicato tanto tempo e prestato tanta attenzione! Fa piacere sapere che è utile a qualcuno, buon viaggio!
sì adesso devo solo convincere gli altri del gruppo ad andare un pò più allo sbaraglio, e viaggiare un pò più all’avventura senza tante sicurezze, che mi è parso di capire ad ogni modo possono essere stravolte in qualsiasi momento, se non affidandosi ad organizzatori luxury, e non è il nostro caso. noi siamo in tre e dovremmo riuscire ad ammortizzare le spese del noleggio auto.
Credo di si, non ho idea di quanto costi noleggiare una macchina ma di certo se volete vedere e vivere il Kenya è meglio farlo in forma indipendente!
Ciao! Assolutamente complimenti per questa preziosissima guida, molto esauriente e immediata 🙂 starò due mesi in Kenya, a Kisumu per un progetto. Avendo giorni liberi pensavo di esplorare quanto più possibile da li sapendo di doverci fare ritorno. Stavo valutando un po il sistema per viaggiare e volevo chiederti se esistono delle mappe per i matatu per capire dove collegano? Noleggiare una macchina con altri compagni è una cosa fattibile o è pericoloso e meglio affidarsi ai trasporti pubblici?
Grazie Mille!!!
Ciao Valerio,
Grazie a te per avermi scritto. Dunque, per quanto riguarda la mappa dei matatu non credo proprio che ne esista una Stai andando in Africa non dimenticarlo. In ogni caso per esperienza ti posso dire che con i trasporti pubblici arrivi un po’ ovunque. Matatu, bus e mototaxi. Fatti il segno della croce prima di salire però Nella peggiore delle ipoteso fai autostop e paghi chi ti tira su, se te lo chiede.
Per quanto riguarda il noleggio macchina non so cosa dirti. Ho conosciuto solo due persone che viaggiavano con macchina a nokeggio ma avevano anche l’autista. Le strade non sono il top. Magari se sei su facebook prova a cercare di entrare im qualche gruppo e chiedi li. Mi sembra ce ne sia uno che si chiama Vivere in Kenya anche se per quel che ho potuto constatare il Kenya lo conoscono poco, fuori da Malindi e Watamu sanno poco e miente ma magari per la macchina ti posso aiutare!
Aggiornami.
Ciao Diana,
ho trovato il tuo un ottimo spunto. grazie mille.
volevo chiederti se conoscessi gruppi facebook per chiedere pareri a persone che hanno fatto questi viaggi e come fae ad entrare sul gruppo whatsapp nel caso.
sto organizzando oer agosto e volevo organizzare un bell’itinerario. grazie ancora
Ciao Sam, eccomi e grazie per avermi scritto! Clicca sul link che ho indicato nel post, ho aggiunto il collegamento alla pagina (avevo dimenticato!) dove trovi gruppo whatsapp e favebook, sconti e consigli. E buom viaggio…
ciao
io sarei interessata ma per dicembre
Stesso discorso fatto a Sam… gruppo whatsapp è ancora attivo, se ti iscrivi puoi avere un sacco di consigli e informazioni, nel caso in cui tu viaggi in Fai da te. Se invece vuoi affidarti a qualcuno, scrivimi pure via mail che qualche dritta te la posso dare.
ti ringrazio per il tempo dedicato a scrivere questo articolo, di sicuro mi sarà utile.
di cuore grazie
Ciao Cristina, grazie infinite per questo tuo messaggio! Dai un senso a quel che faccio e l’impegno che ci metto. Vuoi partire sola? In fai da te? O con qualche Tour Operator?
Guida molto utile e ben dettagliata. Mi ha aiutato moltissimo ad organizzare il mio viaggio in Kenya. Grazie di tutto Diana
Grazie a te Luca! Spero tu faccia uno splendido viaggio! E se hai bisogno scrivimi pure…
ciao, sono Francesca, piacere di conoscerti…ho letto il tuo itinerario di viaggio ed ho trovato tutti i tuoi consigli molto utili dato che partirò per agosto in Kenya. Se posso, vorrei il tuo indirizzozzo e-mail per farti qualche domanda… Grazie, un abbraccio
Ciao Francesco, grazie per avermi scritto! scrivimi pure a laglobetrotter2015@gmail.com, ti risponderò con piacere al più presto (starò via qualche giorno)
Ciao Diana,
io e mia moglie andremo in Kenya, Uganda e Ruanda per oltre un mese. Tu sai se il East African Tourist Visa, che vale per i tre paesi, si può fare tranquillamente all’arrivo in aeroporto a Nairobi?
Altra domanda, in Kenya si può prelevare con il bancomat?
grazie e complimenti anche da parte mia per il tuo blog e per il tuo viaggi in solitaria.
Ruggero
Ciao Ruggero, tanto per cominciare grazie mille! E’sempre belle sentirsi apprezzati e un po’ ti invidio per il tuo viaggio, meno per il Kenya e più per l’Uganda che ho amato tantissimo!
Fermo restando che io sono stata lo scorso anno e che a mio avviso ti conviene comunque fare una telefonata all’ambasciata del Kenya in Italia – argomento costantemente ssoggetto a modifiche – quando sono stata io si, si poteva! Io sono atterrata a Mombasa ma se me l’hanno fatto li, non credo non lo rilascino a Nairobi. Per quanto riguarda invece gli sportelli ATM, certo! Specialmente in città e nei luoghi turistici puoi sia prelevare con il bancomat che pagare con la carta di credito. Lo steso vale per Uganda e Rwanda ma sempre, ovviamente, nei centri più grandi.
Quando partite?
Che risposta veloce. Si domani provo a chiamare l’ambasciata. Pensavamo di partire intorno al 20 luglio per tornare verso fine agosto. Volevamo anche andare a vedere i gorilla in Uganda, ma sembra sia già tutto pieno nelle prime tre settimane di agosto (se eventualmente hai suggerimenti per risolvere questo problema…). Ci muoveremo con i mezzi pubblici e cercheremo volta per volta i posti dove andare a dormire; ci preoccupa un po’ la piccola criminalità di cui si sente parlare, ma ci ha rincuorati il fatto che tu hai girato da sola un mese senza problemi. Dovremmo essere abituati, perché abbiamo girato parecchio il mondo con i mezzi pubblici, ma i viaggi sembrano essere come gli esami, più ne fai e più paure hai…
Mi sembra di capire che l’Uganda valga proprio la pena e a te sia piaciuto anche più del Kenya?
Grazie ancora per i tuoi preziosi consigli.
Ruggero
Il Kenya è bello fuori dai circuiti battuti, l’Uganda è magico tutto! Io sono stata in giro 2 mesi e mezzo e tra i tre è quello che ho preferito.
Qualche consiglio? A parte il Kenya che hai già letto la guida e l’Uganda che uscirà a breve (ma tu sarai già partito… in Rwanda ti raccomando di fare il Congo Nile Trail, dura 4 giorni ma si può fare in 3 e comunque nel caso puoi fare anche solo due giorni) e la zona di Mitobo e dei laghi gemelli.
Fai una cosa, scrivimi via mail che ti passo i contatti che ho, sia per il gorilla che per il Queen Elizabeth, prova a sentire loro perché io ho preso il permesso per il gorilla una settimana prima…
Per i mezzi pubblici c’è un po’ da sclerare ma in due ci si fa forza. Microcriminalità nelle grandi città più che altro, e desumo sulla costa del Kenya.
Ti aspetto
Ho gia lasciato un commento sull’Uganda e voglio lasciarne uno anche per il Kenya…
Io e Paola siamo arrivati ieri sera a Nairobi ed ora stiamo andando verso il Massi Mara stipati dentro dei “matatu” che non partono mai… ora si è pure fermato per far vomitare la mia vicina di posto… questo è il vero Kenya.
Ci sono tanti racconti di viaggio in rete che parlano di “Kenya fai da te”, ma dove alla fine i viaggiatori si muovono quasi sempre in auto con autista.
Diana è l’unica ad averlo girato interamente con i mezzi pubblici e ad averlo descritto molto bene. Noi ci siamo convinti a partite grazie alle sue pagine… quindi, doppiamente grazie Diana
Grazie infinite Ruggero! Hai tutta la mia solidarietà credimi, ed è solo l’inizio! Ma alla fine è questo che rende il viaggio speciale, spero mi darai un feedback al tuo rientro! Un abbraccio e buona continuazione!
Grazie mille Diana per il bellissimo articolo, è stato davvero utile.
Dove posso trovare i safari più economici possibili?
Grazie!
Martina
Ciao Martina, purtroppo questo non te lo posso dire, l’unica cosa che ti consiglio è di non comprare da qui e di tirare sul prezzo partendo dal presupposto che l’ingresso ai parchi costa mediamente 80$ per 24 ore e questo è un dato di fatto e non si può bypassare. Se vuoi scrivimi via mail qualcosa in più sul tuo itinerario e se posso darti qualche consiglio, volentieri… La mail la trovi tra i contatti!
Ciao Martina, purtroppo questo non te lo posso dire, l’unica cosa che ti consiglio è di non comprare da qui e di tirare sul prezzo partendo dal presupposto che l’ingresso ai parchi costa mediamente 80$ per 24 ore e questo è un dato di fatto e non si può bypassare. Se vuoi scrivimi via mail qualcosa in più sul tuo itinerario e se posso darti qualche consiglio, volentieri… La mail la trovi tra i contatti!
Ciao Martina, purtroppo questo non te lo posso dire, l’unica cosa che ti consiglio è di non comprare da qui e di tirare sul prezzo partendo dal presupposto che l’ingresso ai parchi costa mediamente 80$ per 24 ore e questo è un dato di fatto e non si può bypassare. Se vuoi scrivimi via mail qualcosa in più sul tuo itinerario e se posso darti qualche consiglio, volentieri… La mail la trovi tra i contatti!
Grazie Diana per questa guida molto utile…..ormai sei meglio della lonely planet!!!!!
Ti scriverò al nostro ritorno
Ma grazie mille! Questo è uno dei complimenti più belli che mi abbiano mai fatto… ti aspetto!
Ciao! Grazie per tutte queste info! Per caso sai se ci sono dei mezzi che collegano shetani lava flow a kimana? Grazieee
Chiara cara, mi spiace ma non so proprio come aiutarti… il Kenya è tanto grande e io quando scrivo questi post mi baso esclusivamente sull’esperienza personale e li non ci sono arrivata… sorry!
Belle foto, anche l’articolo e molto dettagliato.
ottimi i consigli nella sezione finale
Grazie infinite Simone, davvero! E’ piacevole sapere che il mio impegno nel documentare ciò che vivo risulta utile a chi si appresta a vivere un’esperienza simile alla mia…
Ti ringrazio moltissimo…mi hai dato molti spunti fantastici per organizzare il mio viaggio…
Ora sono a Diani e sono stato due notti a casa di Emily e William…una bella esperienza….grazie.
Noooooo! Davvero sei stato da loro? Fantastici vero? Sono davvero felice di averti dato degli spunti interessanti, continua ad aggiornarmi se ti che mi fa piacere! Un abbraccio
ciao, mi dai qualche informazione in più sul bosco di baobab, non riesco a trovare la zona, hai qualche indicazione? grazie Luca
Ciao Luca,
purtroppo non è facile trovarlo perché non è turistico e lo conoscono in pochi. Se non ricordo male dal villaggio di Mssoloni (ma non si trova su google) abbiamo preso dei moto-taxi e poi abbiamo camminato un po’. Cerca su facebook Mimi na Rangi House Kenya, è il b&b di Laura Scrivani (nel caso ti potrebbe servire un buon alloggio), ci aveva portati lei e sicuramente ti sa dare qualche indicazione in più.
Quando parti?
ciao Diana
non sono mai stato in africa
da qualche anno abbiamo scoperto che la tomba di mio nonno si trova Nyeri (sacrario militare)
in questi anni ho sempre sognato di andare a fare una visita al sacrario
magari andare a Watamu e poi fare un escursione fai da te
qualche consiglio ,come muoversi se è sicuro
Ciao Luciano, benvenuto sul mio blog. Beh, direi che mi sembra un’ottima idea quella di andare a far visita alla tomba di tuo nonno. Ho visto che Nyeri si trova nella parte centrale del Kenya, a 150 km da Nairobi. Secondo me ti conviene atterrare in capitale e poi, se vuoi andare a Watamu, prendi un volo per Mombasa (mi pare che ora ci sia anche per Malindi) o in treno da Nairobi, così fai anche una bella esperienza. Se non sei mai stato in Africa non ti consiglio di muoverti con i mezzi locali (il treno fa eccezione, meglio dei nostri). Da Nairobi a Nyeri non so come siano i trasporti pubblici, puoi sempre affittare una macchina, con o senza driver. Non è pericoloso, quantomeno non lo era quando ci sono stata io (salvo viaggiare con i mezzi pubblici, allora devi farti il segno della croce ogni volta che sali). Un po’ di attenzione in capitale e chiaramente sempre buon senso quando si viaggia in paesi poveri… nulla di valore che possa attirare l’attenzione, per il resto direi che è una splendida idea. Se poi realizzi questo sogno e vuoi raccontarmi qualcosa, sai dove trovarmi. Buon anno