Oggi ti racconterò una storia che ruota attorno a due ingredienti fondamentali della vita umana: la passione e il coraggio di una ragazzina pakistana che da anni lotta per affermare il diritto all’istruzione delle donne di Mingora (nel dipartimento dello Swat) e del mondo intero. Probabilmente la conosci già, il suo nome ha fatto il giro del mondo quando nel 2012, a soli 15 anni di età, è stata vittima di un attentato da parte dei talebani che la ritenevano il simbolo dell’oscenità e che non potendole togliere la parola “con le buone”, sono passati alle maniere forti sparandole tre colpi di pistola (uno dei quali le ha trapassato il cranio mentre rientrava da scuola). Una storia aberrante raccontata con semplicità e dovizia di particolari dalla corrispondente di guerra Christina Lamb nell’opera biografica Io sono Malala edita in Italia da Garzanti nel 2013. Un inno alla tolleranza e al diritto all’educazione che mi è stato donato da un caro amico in occasione del mio primo viaggio in Pakistan e che a mio avviso dovrebbe entrare a far parte della biblioteca di ognuno di noi.
Io sono Malala non è solo la biografia di una ragazzina miracolosamente sfuggita dal braccio della morte. Io sono Malala è la storia di un paese meraviglioso che a causa di una mela marcia vive da anni incastrato in una ragnatela di pregiudizi e convinzioni non necessariamente fondati. Una mela marcia non infetta tutto l’albero ed è questo che ci trasmette Malala parlando della vita nella bellissima e verdeggiante valle dello Swat (e in Pakistan in generale) di cui ci racconta la storia, le tradizioni, la religione.
Pur essendo un paese giovanissimo, il Pakistan ha un trascorso alquanto tormentato, pieno di avvenimenti terribili come disastri naturali, guerre e rivolte, ma è anche un paese che ha voglia di superare tutto ciò per andare incontro a un futuro diverso ed è questo ad aver spinto l’allora undicenne Malala a iniziare la sua guerra per il diritto all’istruzione di tutte le donne. Perché “l’educazione è l’unica soluzione” per costruire un futuro migliore per il suo paese: la cultura e la conoscenza sono elementi fondamentali per formare le nuove generazioni che saranno libere di fare scelte consapevoli e non vittime dell’ignoranza.
Malala ci coinvolge nella sua vita personale raccontandoci della sua famiglia, dei rapporti tra i suoi genitori, delle piccole invidie e scaramucce tra amiche, della sua quotidianità e delle sue battaglie, ma ci trascina anche nel mondo dei talebani raccontandoci del loro arrivo nello Swat e delle loro idee sull’inferiorità del sesso femminile che dovrebbe essere privo di ogni diritto fino all’imposizione, in nome dell’Islam, di leggi che non trovano alcun fondamento nel Corano.
In maniera umile e naturale Malala, che grazie a una serie di delicatissimi interventi chirurgici (prima in Pakistan e poi in Inghilterra) è uscita quasi completamente illesa dall’attentato, condivide con noi i suoi pensieri, il suo credo e la sua intimità lasciandoci con un messaggio di pace.
I libri e le penne sono le armi più potenti.
Non è un caso che nel 2014 Malala, a soli 17 anni di età, sia stata insignita del Premio Nobel per la Pace “per la lotta contro la sopraffazione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini all’istruzione”.
Come ho detto nell’intro di questo post, Io sono Malala è un libro che tutti dovrebbero leggere, dagli adulti che sempre più spesso finiscono vittime dei pregiudizi agli adolescenti cellulari-dipendenti che non sanno nemmeno cosa voglia dire avere un ideale.
Un libro che dovremmo leggere tutti noi per apprezzare fino in fondo la fortuna che ci ritroviamo tra le mani: la libertà di poter studiare, di poter pensare, di poter parlare…
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La Globetrotter
Rispondi di pancia, senza pensarci troppo. Qual è la prima immagine che ti viene in mente se pensi al Pakistan? Io lo confesso, prima di andarci era un paese che mi incuteva un certo timore!
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Anche per cause diametricalmente opposte vedo molta similitudine tra di voi: il coraggio, la passione, il credere per la propria causa pagando di persona le proprie scelte. Per dedicargli un post credo che la storia ti abbia colpito non sai quanto sia felice che ti sia piaciuto. Intanto in attesa del tuo prossimo viaggio, e perché no di un prossimo libro, ti abbraccio con affetto e a prestooooo
Non esagerare… in fin dei conti io faccio quello che amo per me stessa, lei lo fa per gli altri e non è cosa da poco. Comunque si, mi è piaciuto un sacco e ti ringrazio infinitamente per il pensiero. Un abbraccio