Io e le mie amiche storiche, quelle che mi accompagnano da sempre, abbiamo la buona abitudine di celebrare le ricorrenze regalandoci una gita fuori porta che unisca il piacere di scoprire un luogo – o in taluni di casi di riscoprirlo a distanza di anni – a quello di nutrire lo spirito assistendo a qualche performance artistica. Abitudine che, ultimamente, è andata un po’ scemando – tra figli, fidanzati gelosi e io che sono stata ribattezzata uccel di bosco – ma che nei giorni scorsi ci siamo ripromesse di riprendere quanto prima. E sebbene il quanto prima non sia ancora una data certa – al contrario della meta, Londra, un omaggio alla nostra adolescenza che si visita sempre con piacere – io mi sono già messa alla ricerca di qualcosa di interessante da proporre alle mie compari.
Tutte e tre amiamo sia la musica che il teatro per cui mi sono detta… perché non scegliere un musical che unisce le due cose? Londra si presta bene a questo tipo di svago, almeno nel mio immaginario.
Tu che portale usi per fare questo tipo di acquisti? Ce ne sono così tanti che uno si perde via! Io presto sempre una certa attenzione al prezzo e HelloTickets mi è parso il più conveniente, quanto meno tra quelli consultati che non saranno tutti, ma sono comunque un bel po’. Dalla sua ha inoltre il fatto di essere specializzato in eventi culturali e sportivi che hanno luogo solo nell’area anglofona tra cui, superfluo a dirsi, Londra.
Spesso mi chiedo perché piattaforme che offrono lo stesso servizio divergono così tanto sul prezzo. Perché E-Dreams, per dirne una, mi propone un biglietto a 500 euro e Opodo mi offre la stessa tratta a 550 euro? Non sarò certo l’unica che non si ferma al primo risultato trovato e che confronta le tariffe per scegliere quella che, a parità di condizioni, si presenta più bassa! Non so cosa pensare e non mi interessa indagare oltre, fatto sta che tra le varie proposte trovate su HelloTickets ho scelto Il fantasma dell’Opera in scena all’Her Majesty’s Theatre. Questo non perché io sia una despota e debba decidere tutto io, ma perché le mie amiche si fidano di me! Luglio mi sembra l’ideale per fare una scappata a Londra, ci sono stata sempre in inverno e non mi spiacerebbe visitarla anche in estate. Per gli amanti della letteratura francese – la mia seconda lingua al liceo e all’università – questo post sarà un déjà vu ma visto che la mia attività di scribacchina sta evolvendo e potrebbe trasformarsi in qualcosa di ben più corposo di qualche articolo sparso qua e là per il web – incrocia le dita per me! A tempo debito ti dirò tutto! – ho pensato di raccontarti, senza averlo mai letto né visto, qualcosa riguardo a Il fantasma dell’Opera.
Perché come per tutte le cose, anche l’arte richiede esercizio e visto che in questo particolare frangente la mia creatività ha lo stesso andamento di un encefalogramma piatto – sono stata aggredita e rapinata pochi giorni fa in quel di Milano alle 11.00 del mattino e la cosa mi ha turbata non poco – per non perdere la mano mi dedico a qualche piccolo esercizio di stile (da Raymond Queneau che ha scritto un libro al riguardo). Peraltro non è nemmeno la prima volta in cui mi diletto con argomenti non strettamente legati al viaggio. Tempo fa avevo scritto un post sul Cenacolo Vinciano che aveva avuto un discreto successo. Ora, Londra la conoscono quasi tutti ma magari l’idea di assistere a un musical a Londra può essere un modo diverso di vivere la città.
Il fantasma dell’Opera di Gaston Leroux
Il fantasma dell’Opera nasce dall’estro creativo di Gaston Leroux, poeta, giornalista e scrittore nato e vissuto in Francia tra il 1868 e il 1927. Come si può facilmente intuire dal titolo, il romanzo è ambientato al Teatro di Parigi, l’Opéra Garnier, durante il regno di Napoleone III. Esce dapprima a puntate sul quotidiano Le Gaulois e l’anno dopo, nel 1910, viene pubblicato anche sotto forma di romanzo. Nello scriverlo, Leroux si ispira a una leggenda circolante negli ambienti dell’Opéra di Parigi e la rielabora in una trama dall’atmosfera oscura e stregata, ricca tanto di elementi gotici, quanto di elementi precursori del genere poliziesco.
Il romanzo
Siamo nel 1880 e all’Opéra di Parigi accadono fatti inspiegabili. Un uomo viene trovato impiccato ma la corda che gli legava il collo è scomparsa. Inizia a circolare la voce che l’Opéra sia abitata da un’entità sconosciuta e ben presto la direzione deve accettare il fatto che un fantasma di nome Erik stia infestando il teatro.
Nato con il volto sfigurato, il povero Erik nasconde le sue orrende fattezze dietro una maschera e per vendicarsi della sua condizione di reietto, miete le sue vittime aggirandosi quatto quatto per i meandri del teatro. C’è chi afferma di aver visto il suo viso, talmente osceno da non avere nulla di umano, ma la sua deformità è ripagata da un talento eccezionale nel canto e nella musica che gli dona un inaspettato tocco di umanità.
Nel mentre, una giovane e inesperta cantante di nome Christine viene chiamata a rimpiazzare la Soprano – malata – dell’Opéra. La sua esibizione nel Faust di Gounod si rivela un gran successo ma la ragazza non si sente al sicuro e rivela al visconte Raoul de Chagny, segretamente innamorato di lei, una storia incredibile. Durante la notte una voce melodiosa la chiama, lei sente il suo nome e ciò è sufficiente per ispirarne il canto. Inoltre l’Angelo della Musica – così lo definisce la giovane – visita frequentemente la sua loggia, la numero cinque.
Christine e Raoul ci impiegheranno poco a scoprire che la voce melodiosa da cui Christine è ammaliata è la stessa del noto fantasma, l’uomo dal viso orrendo – non ha naso né labbra, gli occhi sono infossati e ricorda un teschio coperto di carne morta ingiallita – che ha ripiegato nel suo reame sotterraneo per comporre un’opera lirica. Innamoratosi della giovane cantante, Erik la rapisce e la tiene imprigionata nei sotterranei del teatro. Raoul si butta alla ricerca dell’amata e dopo aver superato una serie di trappole diaboliche poste in atto da Erik con le sue antiche doti di prestigiatore, ritrova Christine e i due, insieme, inducono Erik al pentimento.
Il musical
Dall’opera di Gaston Leroux, nel 1990 è stato tratto il musical rappresentato per la prima volta a Miami e rimasto in scena ben quattro mesi consecutivi cavalcando l’onda – a quanto pare – fino ai giorni nostri. Direi che è giunto il momento di colmare questa lacuna e di andare a inebriare i sensi di bellezza acustica, oltre che visiva…
La Globetrotter
Adoro le storie che hanno l’happy end. Almeno nella fantasia mi piace credere nel trionfo del bene sul male anche se, a dirla tutta, non me la sento di additare Erik come il malvagio della situazione. È il suo aspetto esteriore a farcelo percepire maligno, inaccettabile in una società che basa tutto, o quasi, su valori estetici. Tu cosa ne pensi?
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Se questo è il risultato di un elettroncefalo piatto, la terapia intensiva che sia a porta libera. Certo che una rimpatriata tra amiche epiche anche per chi è uccel di bosco in solitaria é da sottoscrivere subito. Buon fine settimana carissima Diana
Ahahah ma davvero sto facendo fatica a riprendermi a sto giro! Comunque si, le rimpatriate tra amiche all’estero sono una cosa fighissima, prima capitava molto più spesso ma va beh… le cose cambiano! L’importante è non perdersi mai… Un abbraccio
Ciao Diana,
sono capitata sul tuo blog per caso e ti faccio i miei complimenti! Ottime dritte e non solo di viaggi, io sono spesso in giro per eventi ma non conoscevo questo portale, sicuramente lo proverò. Continua così
Ciao Annalisa, è sempre un piacere incontrare nuove persone sul blog e condividere impressioni, emozioni e, in casi come questo, consigli utili! Grazie, spero di rivederti presto