
Guida di Cali, capitale mondiale della salsa
Gli appassionati di questa danza sanno bene di cosa sto parlando. Salsa, cumbia e vallenato sono ballate un po’ ovunque in America Latina ma è qui, a Cali, che la salsa trova la sua espressione più piena. Ai colombiani, e ai caleños in particolare, sembra che la salsa scorra nelle vene come linfa vitale. E non parlo per sentito dire. Anni fa ho vissuto una love story con un caleño e credetemi, vederlo ballare era una delle tre cose che più amavo di lui. Peccato che tra le sue virtù la pazienza non fosse contemplata e dopo un anno di follie la storia si è conclusa senza che imparassi a muovere anche solo i passi basici. Io sono un pezzo di legno, gliene do atto, ma con un po’ di buona volontà avrebbe fatto volare un elefante. Tuttavia, è giusto dirlo, non è necessario essere dei ballerini per uscire estasiati da una serata di salsa. È sufficiente guardare il gioco di anche e bacini di una qualsiasi delle coppie che si scatenano in pista per sentirsi a teatro. Avete mai assistito a un balletto di danza classica? Ecco, con un ritmo diverso… ma l’effetto è pressappoco lo stesso! Sembra che a Cali la salsa non abbia diritto al giorno di riposo. Il lunedì è serata alla Topa Tolondra (Calle 5 no. 13-27) vivamente consigliatami dal mio ex-caleño ma ogni sera c’è il locale di tendenza in cui deliziare corpo, vista e spirito.Guida di Cali, città artistica a 360 gradi
Partendo dal presupposto che la salsa, in quanto danza, è un’arte, non è difficile capire il perché di questo sottotitolo. Ma come vi dicevo all’inizio, Cali non è solo salsa…



A spasso per Cali con una guida
Non amo particolarmente i tour ma in alcuni casi possono essere istruttivi. Ebbene, appena giunta a Cali ho conosciuto Demi, una ventiquattrenne dall’energia incredibile che propone free-tour della città (i free-tour si intendono con mancia obbligatoria) ed escursioni fuori porta nei dintorni di Cali (come la gita al río Pance o quella al pueblito di Pichinche). Ho passato parecchio tempo con lei e credo che la sua passione per Cali e per la costa del Pacifico mi abbiano influenzata non poco…
Guida di Cali, la città dell’amore
Ebbene si, non lo sapevate? Un sacco di stranieri che hanno lasciato la loro patria per stabilirsi in Colombia hanno scelto Cali come fissa dimora. E, spesso e volentieri, l’hanno fatto inseguendo una passione! Io stessa, ribadisco, ho letteralmente perso la testa per un caleño e probabilmente, se non l’avessi incontrato, non sarei la donna che sono oggi. Le due settimane trascorse a Cali mi hanno regalato sorrisi, allegria e tanta dolcezza… al punto che a distanza di anni mi è pure venuta un po’ di nostalgia del mio ex!Dove dormire a Cali sentendosi a casa
Inutile dirvi che sono giunta Cali con il proposito di trascorrerci meno tempo possibile per cui ho chiesto a Doña Ana, proprietaria dell’Hostel Encuentro (Carrera 4, Calle 2 Oeste, no. 4-16, San Antonio), se mi poteva fissare quanto prima un appuntamento con il suo dentista. Alla fine, tra una cosa e l’altra, ho trascorso quasi venti giorni con loro – spezzati dalla visita al Desierto de la Tatacoa e al mercato indigena di Silvia – e sono stata trattata come una figlia. Ana, Adolfo e Lisandro, tre persone che difficilmente dimenticherò! Tre persone che hanno confermato il mio amore per questa terra e per questa gente.
Dove mangiare a Cali, bene e a buon prezzo
Tra i miei ristoranti preferiti, che sono diventati un appuntamento fisso nel quartiere, segnalo El Peñon de San Antonio (Carrera 4 no. 1-108, El Peñon) che per pranzo propone un ottimo menù, tutti i giorni diverso (sembra cosa da poco ma non lo è visto che la cucina colombiana è piuttosto monotona anche se, lo riconosco, la caleña ha il suo perché!). Per soli 9.000 COP (1 euro equivale a poco più di 3.000 COP) al Peñon vi verrà servito un pasto delizioso composto da zuppa, piatto forte (riso – al cocco, alle banane, agli spinaci e via dicendo – con platano e un secondo a base di pollo, carne o pesce preparato con arte e sapienza), succo, dolce e caffè (o tisana). Il tutto in un grazioso e piacevole contesto che unisce il senso del buon gusto a quello della vista che male non fa. Ironia della sorte, era lo stesso ristorante in cui mangiavo quando sono stata a Cali la prima volta… Sempre per pranzo, il Ciros (Calle 4 no. 6-13) è un ristorantino a conduzione familiare che propone due menù tra i 6.500 COP e gli 8.000 COP, entrambi gustosi e decisamente generosi. Un’ottima alternativa al Peñon de San Antonio… Infine, se amate la carne, la sera da Pizza Stevés (Carrera 10 no 1-199 Oeste) è possibile regalarsi un’ottima picada a partire da 10.000 COP. Le porzioni sono decisamente abbondanti (con 20.000 COP ci siamo saziati in tre) ed è carne di ottima qualità.***
Concludendo, credo che nulla accada per caso e che il mio piccolo incidente di percorso – senza il quale non avrei mai pensato di scrivere questa guida di Cali – sia stato un monito, un avvertimento. Mai fermarsi alla prima impressione, può essere fuorviante. E questo vale sia per i luoghi che per le persone anche se in alcuni casi la prima impressione si è rivelata illuminante. Ci sono stati posti, come il Costa Rica, Montañitas e il Morro di São Paulo, da cui me la sono data a gambe levate perché percepivo un’energia pesante e gli stessi, a distanza di tempo, sono stati lo scenario di eventi drammatici. Se sia intuito, caso fortuito o semplicemente una botta di fortuna non lo so… ma di Cali, che a prima vista non mi aveva detto granché, mi sono ampliamente ricreduta. Perché, come dicono i caleños, “¡Cali es Cali y lo demás es loma!” E a voi è mai capitato di tornare in un luogo e vederlo con altri occhi? O magari con gli stessi occhi ma sotto un’altra prospettiva? La Globetrotter Vuoi sapere cosa mi è successo in Brasile e la ragione per cui mi definisco jellata? Leggi L’assicurazione di viaggio, io ho deciso di farla perché…
Mi chiedevo…ma quali sono le altre 2 qualità del caleño? !
Conny… la prima è la dolcezza e la seconda… fa l’amore come balla la salsa, almeno il mio ex! Non ne ho provati altri… e non me lo potevi chiedere in privato???
mi piace la circostanza che vedi sempre tutto positivo. E’ una cosa non da tutti.
Eh già… ci sono due ragioni! La prima è che sono fermamente convinta che non esista il marcio al 100% e anche nelle situazioni peggiori (che non era questa= cerco sempre di trovare il lato che si salva, nei luoghi, nella gente, nelle situazioni…
Secondo… vedere la vita a colori non cambia realmente le situazioni ma ti evita attacchi di bile, collera, delusione e via dicendo. Per cui, anche quando tutto va storto, la mia filosofia di vita mi protegge…
Ciao! Ecco dove eri finita! Leggo che i fuori programma ti accompagnano sempre ma, per tua (e nostra) fortuna, da situazioni poco piacevoli si riesce spesso a trarre il meglio, come anche in questo caso a Cali. Visto attraverso i tuoi occhi tutto sembra fantastico… grazie per quest’altra cartolina dal mondo!
Un abbraccio
Ciao capo! Tu e tuo marito siete sintonizzati lo sai?
Considerato.che nn amo le città a Cali sono stata decisamente bene… e ora ripreparo lo zaino che si riparte! Un abbraccio