Che l’America Latina sia una delle mie grandi passioni è cosa risaputa così come credo sia risaputo il fatto che non ho un gran feeling con le città. Per quanto belle esse siano, mi devastano. Questa è la ragione per cui, nonostante il tempo non mi manchi, ho deciso di trascorrere solo due giorni a Quito per poi dileguarmi in cerca di lidi più tranquilli.

Tuttavia mentirei spudoratamente se dicessi che Quito non è una bella città. Situata a circa 2.700 metri di altezza, la capitale dell’Ecuador è un sali e scendi continuo che oltre a rinforzare i muscoli e bruciare la cellulite più tenace regala un susseguirsi di scorci talmente belli da togliere il fiato.

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Due giorni a Quito

Perché quindi trascorrere solo due giorni a Quito?

Beh, perché come tutte le grandi metropoli, è un vero delirio. Enorme, congestionata dal traffico, sovrappopolata, inquinata all’ennesima potenza e chi più ne ha più ne metta. Certo, fa parte del gioco e riconosco che il gioco vale la candela altrimenti non ci sarei rimasta nemmeno dieci minuti…

Ma sono piacevoli da trascorrere due giorni a Quito?

Assolutamente si! Senza ombra di dubbio, Quito è una città ricca di cose belle da vedere, culturalmente vivace e con una temperatura tutto sommato gradevole. Certo, a me che sto bene solo dai 24° in su risulta un po’ freddina ma una temperatura che si attesta intorno ai 17° in una giornata coperta mi sembra comunque accettabile. E quando c’è il sole, come ieri e oggi, a 2.700 metri si fa sentire. Sono già rossa come un peperone…

Quito in due giorni

Alla fine, lo riconosco, i miei due giorni a Quito sono volati molto più piacevolmente del previsto grazie a un incontro inaspettato che mi ha cambiato la prospettiva.

Quito è la città dalle mille chiese e dai mille colori. Il suo centro storico è noto per essere non solo il più grande di tutta l’America Latina ma anche quello meglio conservato. Non a caso Quito fu la prima città al mondo a essere dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Dalla Basilica del Voto Nacional, l’opera più importante dell’architettura neo-gotica americana dalle cui torri si gode di una splendida panoramica sulla città, alla meravigliosa Iglesia de San Francisco, la più antica della capitale nonché una delle più belle che abbia visto in vita mia, alla Compañía de Jesus, una delle più importanti espressioni dell’architettura barocca del continente – sebbene pagare 5 dollari per accedere a un luogo di culto mi sembra un furto legalizzato – a La Merced, la Iglesia Santo Domingo, la Iglesia San Agustín, e via dicendo. Senza dimenticare, ovviamente, la Catedral Primada de Quito che sovrasta Plaza de la Independencia e ospita l’omonimo museo.

La Basilica del Voto Nacional
La Compañía de Jesus
Iglesia de San Francisco

Personalmente, pur riconoscendo la bellezza dei luoghi di culto, ciò che mi ha realmente ammaliata di Quito sono stati i colori e l’architettura degli edifici che si diramano da calle Garcia Moreno attraverso anguste strade in cui si respira l’essenza coloniale della città. Per farvi un’idea, ho percorso non so quante cuadras camminando con il naso all’insù. Il modo migliore per scoprirla è quello di lasciarsi semplicemente guidare dai colori e i profumi che aleggiano nell’aria. Profumi di cibo, ovviamente. Il cibo preparato dalle mamacitas indigene che, avvolte nei loro ponchos con la bombetta in testa e magari un seno scoperto per allattare la loro creatura, occupano gli angoli delle strade ed emanano un’aurea di infinita dolcezza.

Centro storico di Quito

Quito è una città culturalmente vivace che pullula non solo di chiese ma anche di musei. Onestamente, se ho poco tempo a disposizione, evito di rinchiudermi in un museo ma la Capilla del Hombre, il museo d’arte costruito su iniziativa del pittore Oswaldo Guayasamín, è una delle cose che ho amato di più a Quito. Un percorso tra gli immensi murales dipinti dall’artista che ripercorre le tradizioni e la cosmovisione delle civiltà precolombiane, la scoperta dell’America e la repressione degli indios durante la fase della colonizzazione. Agghiacciante e commovente al tempo stesso. Al contrario, sono rimasta profondamente delusa dal Museo Casa del Alabado che ospita collezioni archeologiche e opere d’arte precolombiana. Parlo da profana ma l’autenticità dei pezzi esposti non mi ha convinta del tutto.

La Capilla del Hombre

“Si no tenemos la fuerza de estrechar nuestras manos con las manos de todos, si no tenemos la ternura de tener en nuestros brazos a los niños del mundo, si no tenemos la voluntad de limpiar la tierra de todos los ejércitos; este pequeño planeta será un cuerpo seco y oscuro.”

Reperto archeologico del Museo del Alambado (4.000 a.C. ???)

Decisamente graziosa calle La Ronda con il suo concentrato di bar, ristorantini e negozietti d’artigianato dall’atmosfera decisamente bohémienne, e merita un giro anche La Marescal di notte per farsi un’idea della movida di Quito. Non è pane per i miei denti ma ovviamente un giro per annusare l’aria che tira me lo sono fatto.

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Due giorni a Quito: calle La Ronda
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Due giorni a Quito: calle La Ronda

Ero molto indecisa se andare o meno a visitare La Mitad del Mundo. L’idea di posare un piede nell’emisfero nord e l’altro nell’emisfero sud mi allettava parecchio ma lo vedevo un po’ come uno specchio per le allodole. Alla fine la curiosità ha avuto il sopravvento e nonostante sia sempre convinta che si tratti di uno specchio per le allodole ho fatto bene a recarmi in questo luogo simbolico, non fosse altro perché sul cammino ho conosciuto Martín, un quiteño che mi ha regalato un pezzo della sua vita e della sua cultura.

La Mitad del Mundo
Sogno o son desta?

Sicuramente, se non avessi conosciuto lui, avrei potuto investire il mio tempo per scoprire altri aspetti della città di Quito – come salire al Panecillo con il teleferico – ma probabilmente questa città sarebbe rimasta una delle tante, senza né arte né parte. Incontrare una persona per caso e vedere la luce e la passione che illuminano il suo sguardo quando ti racconta della sua città, con tutti i suoi pro – quelli che vediamo noi che l’avviciniamo per qualche ora o per qualche giorno – e i suoi contro – come il fatto che lo stipendio minimo garantito per un lavoratore in regola si aggira intorno ai 360 dollari mensili quando il costo della vita, per quanto economico a noi possa apparire, è ben lontano da quei 360 dollari – mi ha fatto vedere Quito sotto una luce diversa. E vi dirò, ora come ora due giorni a Quito mi sembrano anche pochi. Ma fa parte del viaggio. Domani è un altro giorno, domani ha inizio un’altra avventura, ma sicuramente il ricordo di quest’uomo che si è messo a nudo senza pudore dinanzi a una perfetta sconosciuta regalandomi una parte di sé senza aspettarsi nulla in cambio è qualcosa che difficilmente dimenticherò.

El Panecillo

E ora vi lascio con qualche suggerimento personalmente testato dalla sottoscritta

Dove dormire a Quito

Ovviamente non posso che consigliarvi l’Auberge Inn Quito dove ho alloggiato le tre notti che ho soggiornato a Quito. Un albergo grazioso, accogliente ed economico messo in piedi da un ingegnere svizzero che negli anni novanta iniziò a bazzicare il Sud America, si innamorò di un’ecuadoriana e decise di iniziare una nuova vita qui.

Situato in una posizione strategica, a metà strada tra il centro storico di Quito – raggiungibile tranquillamente a piedi – e La Mariscal, l’Auberge Inn Quito si caratterizza per l’atmosfera conviviale e giovanile, le camere semplici ed essenziali ma decisamente gradevoli e pulitissime (con o senza bagno privato), una colazione di tutto rispetto, la sala da biliardo e un delizioso patio all’aperto in cui sentirsi come a casa propria. La presenza del ristorante, di una cucina accessoriata e dell’ottima scelta musicale che si propaga nelle zone comuni a tutte le ore del giorno rappresentano la ciliegina sulla torta. Insomma, il bello dell’ostello in cui è facile e immediato comunicare con un sacco di gente unito alla comodità dell’albergo che regala la giusta privacy e intimità.

Una delle zone comuni dell’Auberge Inn Quito
Patio dell’Auberge Inn Quito

Dove mangiare a Quito

Se volete provare la cucina tradizionale spendendo poco, il ristorante Caribetra Venezuela e Simón Bolivar, nel centro storico di Quito – è il posto giusto. Il menù ejecutivosopa (deliziosa), secondo con contorno, gelato e succo naturale – costa 3,50 $. Altri piatti tipi si aggirano sui 7 $. Camminando per le vie di Quito ho notato molti ristoranti che offrivano vari tipi di menù ejecutivo a prezzo inferiore ma il Caribe mi era stato vivamente consigliato da un paio di quiteños e dopo averlo provato mi sento di consigliarlo a voi.

Agenzia di viaggi last-minute a Quito

Se arrivate a Quito disorganizzati e non avete ancora scartato l’idea delle Galapagos, in Venezuela 10-17 y Oriente, a una cuadra dalla Basilica, si trova l’Agenzia Ecuador Family Tours (ecuadorfamilytours@gmail.com) che propone offerte last minute appetibili. Gabby, la proprietaria, e Cassandra, la nipote, sono due persone estremamente gentili, preparate e disponibili nel fornire qualsiasi tipo di informazione. Per me erano comunque troppo care ma se al posto di tre mesi fossi stata in giro meno tempo non avrei esitato a farmi una crociera di otto giorni alle Galapagos per 1.200 $. Il tour era denso e interessante ma bisognava aggiungere il prezzo del volo e della tassa d’entrata. Sarà per la prossima volta!

Dove mangiare a La Mitad del Mundo

Se vi recate a La Mitad del Mundo troverete una scelta variegata di ristoranti in cui mangiare. Tuttavia non mi convincevano. Generalmente sono posti in cui il rapporto qualità-prezzo non è assolutamente vantaggioso. Così Martín mi ha proposto di andare a provare la migliore Fritada della zona. Non lasciatevi ingannare dal nome, non ha nulla a che vedere con la nostra frittata ma è un piatto tipico ecuadoriano che in altre province è conosciuto sotto nomi diversi tra cui Yapingacho (Ambato) e Chugchucara (Latacunga).

Per farla breve, siamo usciti da La Mitad del Mundo e abbiamo preso il primo autobus diretto a Quito. Siamo scesi al paesino di Pomasqui (si e no 10 minuti dopo) e siamo entrati al ristorante Fritadas Charito in Avenida Manuel Córdova Galarza y Sucre. Dieci minuti dopo aver ordinato, accanto a una bella Pilsen gelata, è arrivato un piatto stratosferico che conteneva di tutto e di più: mais tostato, mais bollito, pannocchia, patata, platano maduro, cuero (cotica fritta) e carne di maiale. Un po’ pesantino, lo riconosco, ma al prezzo di 4 $ ho fatto sia pranzo che cena. Non è sicuramente una cosa da mangiare tutti i giorni ma se viaggiare significa conoscere la cultura di un paese, quale modo migliore per farlo se non attraverso la sua gastronomia? Insomma, io la vedo così e voi?

Fritada

La Globetrotter

12 pensieri su “Due giorni a Quito… e scappo via!

    • Diana dice:

      Grazie Narrabondo, ne sono lieta e onorata! Vedrai quando racconto la nuova avventura, è appena iniziata e ho già duemila cose da dire! La differenza culturale è abissale…

  1. Giovanna dice:

    Ed eccoti di nuovo in marcia! La tua ‘cronaca di ‘viaggio’ è efficacissima come sempre! Ti seguirò con grande attenzione e….tantissima invidia!

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