La sostenibilità ambientale e la biodiversità sono elementi che da sempre suscitano il mio interesse e che oggi, più che mai, dobbiamo tenere presenti se vogliamo lasciare ai posteri un mondo che meriti la pena di essere vissuto. Per mia fortuna, e lo dico senza sentirmi egoista, non ho figli cui lasciare il peso di un’eredità che stiamo distruggendo, giorno dopo giorno, a suon di piccoli gesti privi di lungimiranza e la Madre Terra, generosa per antonomasia, diventa sempre più intransigente e ci sta rendendo pan per focaccia. Tuttavia, è giusto dirlo, sono sempre più numerose le realtà che hanno a cuore la salute del pianeta e che lo pongono come valore primario su cui costruire un nuovo modo di vivere, lavorare e sentire: tra queste merita di essere raccontato il Darwin Eco-System di Bordeaux che ho avuto modo di scoprire durante il mio ultimo soggiorno in Francia e che ti consiglio di visitare nel caso in cui tu decida di partire alla scoperta della capitale girondina.

Come avevo anticipato nel post su cosa vedere a Bordeaux, il Darwin Eco-System è uno spazio alternativo ubicato nel quartiere La Bastide, sulla riva destra della Garonna, che radica sulla parola d’ordine “essere ecologici”: tutto ciò che si trova al suo interno è realizzato partendo da materiali di recupero. Ma facciamo un passo indietro e vediamo come nasce e si sviluppa quello che oggi è ritenuto uno dei luoghi imperdibili della città – quantomeno da parte dei bordolesi – alla stregua dei classici di rito che si materializzano nell’imponenza della Grosse-Cloche e del Pont de Pierre o del gotico slanciante ed emozionante di Saint-André e Saint-Michel.
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La Bastide, un tempo quartiere operaio in cui defluivano le piene e ristagnavano sacche di disagio sociale, è oggi un’area brulicante di giardini e di nuovi spazi residenziali ottenuti da una serie di recuperi post-industriali. É sufficiente lasciarsi alle spalle il centro storico e attraversare il massiccio Pont de Pierre per ritrovarsi catapultati in un’altra Bordeaux, meno affollata ma non per questo meno interessante. Per inciso il mio albergo – l’Eklo Hotels Bordeaux, impegnato in progetti di eco-sostenibilità – si trovava proprio a La Bastide, ma è stata pura casualità visto che la guida consultata prima di partire le dedicava a dir tanto una decina di righe!
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Il Darwin Eco-System, cuore pulsante de La Bastide, parte dal recupero di una caserma militare abbandonata nel 2005, la Neil, e nel giro di pochi anni si trasforma in una vera e propria esperienza sociologica destinata a riunire sotto un’unica matrice profili diversi e progetti innovativi che radicano tutti nel medesimo sentire e in una comunione di intenti che senza esagerare definirei lodevoli.

Ogni giorno il Darwin Eco-System accoglie non so quanti visitatori – di età, religione, origini geografiche e socio-politiche diverse – legati dall’amore per l’ecologia, la natura, l’arte di strada o lo skateboard (giusto per fare qualche esempio); gente che sceglie il villaggio utopico come luogo in cui lavorare, passeggiare, leggere, pranzare bio, bere qualcosa, coltivare la terra (ebbene si, c’è anche la fattoria urbana con uno spazio destinato a orti e giardini condivisi) e incontrare altra gente. Il tutto in un ambiente realizzato con materiali di riciclo e ossessionato dalla sobrietà energetica che si traduce nell’allestimento bioclimatico degli spazi, l’assenza di aria condizionata, l’ottimizzazione dell’illuminazione naturale e l’attenzione sempre vigile al risparmio energetico.

Come ci sono arrivata? Cercando, o meglio chiedendo!
Avevo visitato qualcosa di simile durante il mio weekend a Lisbona di fine ottobre e non so cosa mi abbia spinta a considerare Bordeaux come il terreno giusto in cui far attecchire un esperimento di questo tipo, fatto sta che il mio fiuto si è rivelato intuitivo! Mi è bastato varcare la soglia del micro-villaggio pieno di colori e di buone vibrazioni per rendermi conto di essere finita in un luogo davvero speciale.

La Globetrotter
Sei stato a Bordeaux? Hai avuto modo di passare dal Darwin Eco-System? È una realtà che ritieni interessante conoscere? Dimmi cosa ne pensi, ti leggo con piacere.
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È davvero qualcosa di inusuale, accattivante da un lato, dall’altro mi chiedo se apprezzerei la sobrietà energetica in periodi di caldo estremo come questi…in ogni caso un’iniziativa apprezzabilissima!
Giusta osservazione Angela, anche se è proprio a causa dei nostri comportamenti esagerati (non dico ora che senz’aria non si respira ma anni fa non era così) che ci troviamo in un clima tropicale…
Ho avuto modo di visitare questo fantastico quartiere con la famiglia del mio corrispondente in francia, e ne sono rimasta affascinata, è fantastico il modo in cui questo quartiere sia cosi tranquillo ma allo stesso tempo fantastico e pieno di tesori nascoati… un esperienza bellisima!
Sono d’accordo con te! Anche a Lisbona c’è un quartiere simile, LX Factory. Se capiti da quelle parti…