Qualche mese fa mi hanno commissionato un lavoro che purtroppo non è mai stato pagato. Da quando ho iniziato la mia vita da freelance è la prima volta che mi trovo in una situazione simile e ti dirò, è un boccone amaro da digerire. La fiducia nell’essere umano resta per me basilare e così, per non rischiare che mi restasse sullo stomaco, ho deciso di non buttare al vento il lavoro fatto e di trasformarlo in un simil-itinerario volto a fornire informazioni su cosa vedere in Salento, dall’Adriatico allo Ionio, con sette giorni di tempo a disposizione.

Perché visitare il Salento

La prima immagine che visualizziamo pensando al Salento è il mare: 180 chilometri di costa in cui si alternano insenature rocciose e distese di sabbia bianca bagnata dalle acque cristalline di Ionio e Adriatico che lasciano intravedere i fondali variopinti.

Un’immagine che fa da cornice al Salento rurale dove a fare da protagonisti sono la macchia mediterranea, gli ulivi secolari, i muretti a secco, le pajare e la terra rossa, arsa dal sole, intensa e accogliente come la sua gente.

Storia, arte, tradizione e gastronomia completano il quadro che ti porterai a casa di ritorno da un viaggio in Salento: emozioni che resteranno li, come pennellate sulla tela, immortalando il ricordo della terra dei due mari.

Il Salento e la macchia mediterranea
Il Salento e la macchia mediterranea

Simil-itinerario di una settimana in Salento

Sono stata in Salento non so quante volte da quando i miei genitori, nel 1999, hanno deciso di trasferirsi a Santa Maria di Leuca. Ci sono arrivata in aereo, treno, bus, macchina e persino in bicicletta: nel 2021, in piena pandemia, mi sono improvvisata ciclo-viaggiatrice e ho attraversato il Bel Paese da nord a sud in sella a una bicicletta prestatami per l’occasione (da cui il mio secondo libro, Lungo lo Stivale. Su due ruote tra i racconti dell’Italia).

LEGGI ==> Lungo lo stivale: da Milano al Capo di Leuca in bicicletta

Quello che ti propongo in quest’articolo è un simil-itinerario del Salento che tocca alcuni dei principali luoghi d’interesse e delle spiagge più belle della zona, dal versante adriatico a quello ionico.

Se uso il termine simil-itinerario – neologismo coniato dalla sottoscritta – al posto di itinerario non è un caso. Ognuno di noi vive il viaggio a sua maniera. C’è chi corre perché vuole vedere tutto, chi se la prende con calma perché preferisce vedere meno cose ma viverle più a fondo e c’è chi cerca un punto d’incontro tra i due estremi. C’è poi l’appassionato di storia che declina la spiaggia in favore dei piccoli borghi (e viceversa), così come c’è chi ama la gastronomia e passa più tempo con le gambe sotto il tavolo che sulla strada.

Ecco perché parlo di simil-itinerario, una sorta di linea guida da seguire, adattandola ai tuoi gusti e le tue necessità. Il territorio non è vasto per cui, volendo, puoi anche decidere di fare base da qualche parte e dedicare ogni giorno a una zona diversa. Io prediligo i viaggi itineranti perché amo l’idea della strada, ma sono sicuramente più stancanti.

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Sarò un po’ schematica per non tediarti troppo: ho già scritto parecchio sul Salento e nel corso dell’articolo ti lascerò alcuni link di approfondimento, se trovi l’argomento interessante.

Ulteriori informazioni le puoi trovare sulla mappa sottostante, cliccando sul luogo che più ti chiama l’attenzione.

Cosa vedere in Salento il primo giorno

Da Lecce a Torre dell’Orso

Tappe: Lecce – San Foca – Area Archeologica Roca Vecchia e Grotta della Poesia – Torre dell’Orso (28 km)

La prima cosa da vedere in Salento è Lecce che è nota come la Signora del Barocco per lo stile decorativo che caratterizza palazzi, chiese e conventi del centro storico, ma anche come la Signora delle Chiese per la presenza massiccia di luoghi di culto – all’incirca un centinaio – disseminati per le vie della città.

Io Lecce l’adoro e ogni volta che scendo a Leuca a trovare i miei vecchi le dedico sempre qualche ora nonostante ci sia stata un numero complessivo di volte superiore ai miei anni (che pochi non sono!).

Anfiteatro romano di Lecce
Anfiteatro romano di Lecce

LEGGI ==> Lecce in un giorno: cosa vedere nella Signora del Barocco

San Foca è invece un borgo marinaro con un bell’esempio di torre cinquecentesca e un porto turistico che sventola la Bandiera Blu.

Lungo la strada tra Lecce e San Foca troverai la Masseria Cinque Santi, un’azienda biologica attiva sul territorio da tre generazioni che produce oli e formaggi e propone Tasting Tour e laboratori con degustazione del prodotto finito (su prenotazione).

Un paio di chilometri prima di Torre dell’Orso c’è la Grotta della Poesia, una piscina naturale di acqua salata che cela una storia antichissima: un tempo questa cavità carsica scavata dal mare era un luogo di culto in onore del Dio Thator Andirahas e riporta numerose iscrizioni votive in lingue diverse.

Tra le cose da vedere in Salento c'è la Grotta della Poesia
Grotta della Poesia

Torre dell’Orso è una delle località più incantevoli del litorale adriatico e rientra tra le spiagge che ti consiglio di vedere in Salento.

Passeggiando lungo la spiaggia ti troverai ad ammirare due scogli staccati dal costone roccioso, simili tra loro, che i salentini hanno battezzato Le Due Sorelle, permeandoli di un alone leggendario: si racconta che due sorelle si recarono sulla scogliera per sfuggire alla calura estiva della campagna e che una di loro, dopo essersi tuffata, iniziò a dibattersi tra le onde agitate del mare. Nel tentativo di salvarla si tuffò anche la sorella e persero la vita entrambe: il dio del mare, intenerito e dispiaciuto per la fine delle due giovani morte l’una per incoscienza e l’altra per amore fraterno, le trasformò in due faraglioni, vicini per l’eternità.

  • dove mangiare a Torre dell’Orso: SalentOsteria ha una gastronomia ricca e variegata – dai piatti contadini delle masserie alle pietanze di pesce dei borghi marinari – rigorosamente a base di prodotti biologici del territorio;
  • dove dormire a Torre dell’Orso: alla Masseria Bosco Mazza, tra la pace degli ulivi e delle querce secolari.

Il secondo giorno in Salento

Da Torre dell’Orso a Otranto

Tappe: Torre dell’Orso – Faraglioni di Sant’Andrea – Otranto (18 km)

Torre dell’Orso è il luogo ideale per rilassarsi un po’: da Baia del Bastimento a spiaggia di Conca Specchiulla, passeggiando lungo il sentiero litorale che attraversa la Pineta di Sant’Andrea e si affaccia su calette e spiaggette nascoste, avrai l’imbarazzo della scelta.

Lungo la strada per Otranto fermati ad ammirare i Faraglioni di Sant’Andrea: sono stati forgiati dal vento e dall’acqua e sembrano emergere da una tavolozza di colori più che dal mare.

Faraglioni di Sant'Andrea
Faraglioni di Sant’Andrea
  • per pranzo: il Fuori Orario (via del Porticciuolo, località Sant’Andrea) propone ottime pucce salentine a base di pesce con una vista panoramica di tutto rispetto.
Otranto

Otranto è sicuramente un’altra delle cose imperdibili da vedere in Salento: fu a lungo uno dei porti di riferimento per i commerci con l’Oriente e meriterebbe ben più di una toccata e fuga.

Passeggiando senza fretta per i vicoli tortuosi del borgo antico racchiuso tra le mura erette in seguito all’assalto dei turchi, potrai ammirare le emergenze architettoniche della città tra cui Porta Alfonsina (edificata nel XV secolo come parte della cinta muraria), il Castello Aragonese (che ha ispirato il primo romanzo gotico della storia), la Cattedrale intitolata a Santa Maria Annunziata (un edificio in pietra paglierina con il rosone gotico dai motivi arabescanti, il portale seicentesco e il mosaico pavimentale risalente al 1166 che adorna l’interno), la piccola basilica di San Pietro (XI secolo) che custodisce mirabili affreschi di arte bizantina, oltre alle architetture civili tra cui Palazzo dei Mori (dimora storica dedita oggi all’accoglienza) e Palazzo Lopez, risalente al XVI secolo e sede attuale del Museo Diocesano.

Il Lungomare degli Eroi, animato da bar e ristoranti, ti condurrà alla Cappella della Madonna dell’Altomare, un gioiellino arroccato su uno sperone tufaceo che presenta il pavimento a mosaico e decorazioni che richiamano la tradizione marinara.

Lascia per ultima Torre Matta, rimasta sepolta in un bastione del Castello per ben cinque secoli, da cui potrai portarti a casa una bella panoramica del porto.

Viaggio in Salento, a Otranto
Castello di Otranto

Nei pressi di Otranto, oltre a Baia dei Turchi – un continuum di spiagge sabbiose e scogliere che prende il nome dall’assedio della flotta ottomana nel 1480 – puoi fare un giro ai Laghi Alimini: due laghi naturali, il Grande e il Piccolo, che si alimentano d’acqua di mare (il primo) e d’acqua dolce (il secondo).

  • dove mangiare a Otranto: Terra Nostra è una location informale e accogliente nel cuore della città che propone la cucina della tradizione popolare contadina, accompagnandola con vini delle cantine locali;
  • dove dormire a Otranto: pochi chilometri prima di Otranto si trova la Tenuta Corallo Winery & Wine Resort, un agriturismo biologico impegnato nella salvaguardia dell’ambiente sito in posizione strategica, a ridosso di Baia dei turchi. Dispone di appartamenti con entrata indipendente e patio esterno all’ombra del pergolato che ricreano l’atmosfera dell’antica masseria rivestita di raffinata e rispettosa modernità.

Cosa fare in Salento il terzo giorno

Da Otranto a Castro

Tappe: Otranto – Cava di Bauxite – Monastero di San Nicola di Casole – Faro di Punta Palascia – Porto Badisco – Santa Cesarea Terme – Castro (26 km)

Sei pronto a rimetterti in viaggio verso il tacco d’Italia? Vediamo insieme cosa vedere in Salento il terzo giorno.

All’uscita di Otranto, seguendo la strada per Castro, si trova la Cava di Bauxite, uno scenografico ecosistema lacustre dall’acqua verde smeraldo che contrasta con il rosso intenso delle pareti rocciose circostanti.

Poco distante dalla cava dismessa ci sono l’Ipogeo di Torre Pinta (un esempio di torre colombaia dalla pianta a croce latina, oggi di proprietà privata) e il Monastero delle Clarisse, sito quest’ultimo sul Colle della Minerva che è passato alla storia per il martirio di ben ottocento otrantini nel 1480.

Sempre vicino alla cava di Bauxite ci sono le rovine del Monastero di San Nicola di Casole, distrutto durante l’invasione turca: all’epoca della fondazione, nell’XI secolo, costituiva uno dei centri culturali più importanti della cristianità dove giovani provenienti da tutta Europa si univano ai monaci basiliani per studiare e imparare l’arte del mosaico.

Il Faro di Punta Palascia è il più orientale d’Italia oltre che uno dei cinque fari del Mediterraneo protetti dalla Commissione Europea: la sua costruzione risale al 1867, fu abbandonato negli anni Settanta del secolo scorso e riaperto, con possibilità di visita guidata su prenotazione, nel 2008 (Tel. 328 0993732).

Faro di Punta Palascia, da vedere in Salento
Faro di Punta Palascia

Porto Badisco è un’insenatura naturale immersa tra fichi d’India e mirto dove si nascondono la Grotta dei Cervi, uno dei siti d’arte pittorica rupestre più importanti al mondo (non visitabile) e un porticciolo con una caletta di sabbia e sorgenti d’acqua dolce. La località è rinomata anche per i ricci di mare da provare (insieme ad altre specialità) all’Approdo di Enea (via del Porto, Tel. 320 8496382).

Santa Cesarea Terme

Santa Cesarea è una stazione termale fin dal lontano 1899 e merita una tappa per la presenza di ville eclettiche sul lungomare (tra cui spiccano Palazzo Sticchi, in stile moresco, e l’ottocentesca Villa Raffaella) e per le numerose sorgenti di acqua sulfurea che dona riflessi turchesi al mare e alimenta la piscina scavata nella scogliera, proprio sotto le terme.

La spiaggia adiacente, Porto Miggiano, si trova in un’insenatura delimitata da alte falesie a picco sul mare. A 600 metri dalla spiaggia si erge un’altra delle torri costiere del Salento da cui godere la brezza del vento e inebriarsi del profumo di mare.

Viaggio in Salento, a Santa Cesarea Terme
Santa Cesarea Terme
Castro

Castro è un’altra delle cose da vedere in Salento sì o sì: un borgo delizioso che affonda le radici nella romana Castrum Minervae dove Virgilio colloca il primo approdo di Enea in Italia dopo la fuga da Troia in fiamme.

  • dove cenare a Castro: Delizie in contea per un bicchiere di buon vino accompagnato dall’aperi-frisa, originale aperitivo salentino proposto dal locale, o Pesceria Seafood se vuoi fare una scorpacciata di pesce, preferibilmente fritto o crudo. Entrambi i locali si trovano in Piazza Vittoria, di fronte alla Basilica Bizantina;
  • dove dormire a Castro: La Rosa Antica, un grazioso B&B dotato di tre abitazioni a poche centinaia di metri dal centro storico.

Cosa visitare il quarto giorno in Salento

Da Castro a Santa Maria di Leuca

Tappe: Castro – Grotta Zinzulusa – Cala dell’Acquaviva – Specchia – Marina Serra – Santa Maria di Leuca (43 km)

Castro appare come un presepe a strapiombo sul mare e si distingue nella Città Vecchia (Castro Superiore) e la Marina.

Nel borgo antico si trovano le attrattive culturali, storiche e artistiche più importanti di Castro: il Castello Aragonese (costruito intorno al XIII secolo a scopo difensivo) con l’annesso Museo Archeologico che espone il busto in pietra leccese di Atena e una mostra permanente di reperti preistorici, messapici, illirici e medievali ritrovati durante gli scavi effettuati sul territorio nell’ultima decade, le mura che si sviluppano per un perimetro complessivo di circa 700 metri e la Cattedrale edificata nel 1171 sulle rovine di un tempio greco che si caratterizza per la parete laterale su cui sono incorporati i resti di una chiesa bizantina a croce latina.

Prima di scendere a Castro Marina fermati alla Pasticceria Caffetteria Baccaro per una pausa pasticciotto: se c’è quello al pistacchio, non lasciartelo sfuggire!

Lungo la costa frastagliata, priva di spiagge sabbiose, si trovano varie grotte alcune delle quali sono visitabili a piedi: da non perdere Grotta Zinzulusa, inserita nella lista delle dieci cavità più importanti al mondo.

Prima di lasciare Castro fai un giro al Porto Vecchio dove fino a qualche tempo fa sostavano le barche a remi e le lampare, imbarcazioni particolari che si avvalevano di luci per attirare il pesce, oltre alle donne che con amore e dedizione riparavano a mano le reti danneggiate di mariti e figli dediti alla pesca.

Il porto di Castro
Il porto di Castro
  • dove pranzare a Castro: l’Isola del Sole è un ristorante specializzato in pesce fritto che a Castro è ritenuto un must.

LEGGI ==> Le ragioni per visitare Castro e innamorarsene

Vicino a Castro c’è Cala dell’Acquaviva, una baia intima e accogliente avvolta nella vegetazione che somiglia più a un fiordo che a una spiaggia.

Specchia, uno dei borghi più belli d’Italia, richiede una deviazione nell’entroterra: qui potrai ammirare edifici medievali perfettamente conservati (come Palazzo Risolo) e scoprire la Specchia sotterranea, quella dei frantoi ipogei scavati nella roccia tra il XVI e il XIX secolo. Per le visite guidate con accesso ai siti rivolgiti alla Proloco (prolocospecchia@libero.it, Tel. 0833 536245).

Puoi fare una pausa golosa con uno spumone – gelato semifreddo tipico del Salento – da Mille Voglie, la pasticceria di Giuseppe Zippo che dall’età di otto anni vive con le mani in pasta e si è aggiudicato parecchi titoli, dentro e fuori dai confini nazionali.

Riprendendo la strada per Leuca troverai prima la Piscina Naturale di Marina Serra – delimitata dalle rocce della scogliera e lambita da acque cristalline – e l’adiacente Torre Palane con vista sul mare e sulla scogliera sottostante, e poi il Ponte Ciolo da cui ammirare il panorama del fiordo dall’alto.

Il Capo di Santa Maria di Leuca

Santa Maria di Leuca appare delimitata dai promontori di Punta Meliso e Punta Ristola protesi verso il mare, come se fossero i garanti della tranquillità del luogo.

Il belvedere di Punta Meliso regala un colpo d’occhio straordinario: alle sue spalle il faro ottocentesco e la Basilica della Madonna de Finibus Terrae, davanti una scalinata di 300 gradini che costeggia la Cascata Monumentale dell’acquedotto Pugliese e si collega al vecchio porto, il lungomare su cui si affacciano le ville eclettiche di fine Ottocento, il porto turistico, la Torre dell’Omomorto e la costa rocciosa puntellata di grotte che si spinge fino a Punta Ristola.

  • dove cenare a Santa Maria di Leuca: la Trattoria Zia Lucia (via Reverendo Papa Fedele, Marina di Felloniche, Tel. 327 2112725) si trova sulla litoranea, dopo Punta Ristola, ed è una location molto semplice, vista mare, che serve piatti tradizionali, di carne e pesce, accompagnati da vini locali;
  • dove dormire a Santa Maria di Leuca: la Masseria Palane è un’antica dimora ristrutturata nel rispetto degli elementi tipici dell’architettura salentina con le volte a stella, i tufi, le mura tinte a calce e le cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, immersa nel verde dei boschi di lecci, tra muretti a secco e ulivi secolari.

LEGGI ==> Cosa vedere a Santa Maria di Leuca, la Terra dei due Mari

Cosa vedere in Salento il quinto giorno

Da Santa Maria di Leuca a Gallipoli

Tappe: Santa Maria di Leuca – Maldive del Salento – Torre San Giovanni – Gallipoli (50 km)

Santa Maria di Leuca non è solo il tacco d’Italia, è anche il punto in cui ionio e Adriatico convolano a nozze: quale luogo migliore per un bel giro in barca prima di cambiare scenario? Sul lungomare ci sono agenzie che propongono escursioni guidate alle grotte di Levante o di Ponente e a mio avviso vale la pena farne almeno una.

Santa Maria di Leuca, da vedere in Salento
Santa Maria di Leuca

Da Santa Maria di Leuca, percorrendo il litorale ionico, troverai le spiagge più belle del Salento (nell’ordine):

  • Le Pesculuse (ne avrai sentito parlare come le Maldive del Salento);
  • Posto Vecchio;
  • Torre Pali;
  • Lido Marini.

A Torre Mozza, subito dopo Lido Marini, puoi fermarti al Ristorante Da Gianni per gustare un ottimo pranzo a base di pesce fresco e olio di produzione propria, oltre alle specialità di carne, preparate secondo i canoni della tradizione salentina, con vista panoramica sul mare.

Altri 7 chilometri di strada e raggiungerai Torre San Giovanni che non ha nulla da invidiare alle Maldive, e non solo quelle del Salento: il faro dipinto è in realtà l’antica torre di vedetta e fa da spartiacque tra le scogliere, a nord, e la sabbia setosa protetta dalle pinete profumate a sud.

Fermati per un caffè da Martinucci (Corso Annibale 80): è presente sul territorio dalla metà del secolo scorso ed è un vero e proprio must, per salentini e no.

Rimettiti in macchina e segui la litoranea fino a Gallipoli che ti riserverà altre belle sorprese tra cui Marina di Racale, a 10 chilometri da Torre San Giovanni, una scogliera frastagliata con l’acqua dai mille colori che regala tramonti memorabili, e la selvaggia Punta Pizzo (all’interno del Parco Naturale Regionale Isola di Sant’Andrea) in cui potrai respirare il profumo tipico della macchia mediterranea che si fonde con quello del mare.

  • dove cenare a Gallipoli: l’Osteria del Vico (vicolo Mercato 1, Tel. 0833 266186) propone ottimi crudi di pesce accompagnati da vini locali e primi piatti superlativi sia in termini di qualità sia di quantità. A pochi metri dall’osteria si trova Blanc Café & Living Store (via XXIV Maggio 19) dove sorseggiare un drink artigianale e acquistare pezzi unici di produzione locale che spaziano dai complementi d’arredo ai capi d’abbigliamento, accessori e calzature;
  • dove dormire a Gallipoli: Torre Sabea è un agricampeggio e glamping a ridosso della scogliera pensato seguendo i precetti della sostenibilità; puoi noleggiare una bicicletta e raggiungere il centro storico pedalando.

Cosa vedere il sesto giorno in Salento

Da Gallipoli a Porto Cesareo

Tappe: Gallipoli – Santa Maria al Bagno – Parco Naturale Regionale Porto Selvaggio – Porto Cesareo

Dedica la mattinata alla scoperta di Gallipoli che va ben oltre le spiagge caraibiche – tra cui Puritate, in pieno centro storico, e Punta della Suina o Baia Verde, un po’ più dislocate – e vanta un borgo antico molto vivace situato su un’isola collegata alla terraferma dal ponte di pietra seicentesco: prima di attraversarlo fermati ad ammirare la fontana greca realizzata alla fine del XVI secolo da uno scultore locale, un’opera di vivido realismo segnata dalla sapiente raffigurazione di figure mitologiche.

Il centro storico è un dedalo di stradine su cui si affacciano antichi palazzi nobiliari e varie chiese, per lo più in stile barocco, tra cui spiccano la Cattedrale di Sant’Agata e la chiesa dedicata a San Francesco d’Assisi: al suo interno è contenuta la statua del Malladrone, conosciuta e cantata da Gabriele D’Annunzio che la definì un’opera di orrida bellezza per il ghigno beffardo e inquietante del ladrone crocefisso accanto a Gesù. L’altro simbolo della città è l’imponente Castello Angioino-Aragonese edificato all’imbocco del ponte per proteggere l’accesso alla città.

Il Castello di Gallipoli
Il Castello Angioino-Aragonese di Gallipoli

Perdendoti per i vicoli del borgo scoprirai la presenza di botteghe artigiane in cui entrare a curiosare: tra le varie ti segnalo:

  • La Bottega di Oz (via Antonietta de Pace 118) che ha per protagonisti il vetro e la ceramica lavorati da Luisa e Davide seguendo le tecniche più antiche;
  • Arte E (via Antonietta de Pace 93/B) il cui proprietario, Alberto Gorgoni, è un esponente della vita artistica di Gallipoli sin da piccolo con creazioni in ceramica, terracotta, cartapesta e in alcuni casi materiali di recupero;
  • Salamastra (via Antonietta de Pace 90, Tel. 0833 261577), concept store salentino che propone prodotti ispirati alla località balneare di Gallipoli, dall’abbigliamento, ai gioielli, alle decorazioni e ai complementi d’arredo per la casa, ma anche mosaici, maioliche e tessuti di qualità con il riutilizzo di materiali vintage;
  • La Bottega del Salento (via Antonietta de Pace 77) in cui fare incetta di prodotti salentini tipici e genuini come olio, vino, grappe, liquori e birre artigianali, ma anche pasta, frise, taralli, dolci, confetture, conserve e l’immancabile Caffè Quarta che una volta lasciato il Salento, non troverai da nessuna parte.

Da Gallipoli riprendi la strada verso nord e seguila per una decida di chilometri fino a Santa Maria al Bagno dove potrai rifocillarti al Ristorante Pizzeria Filieri di Rico e Paolo sito all’interno di una storica villa in stile liberty di proprietà della famiglia dagli anni Settanta del secolo scorso, oppure procedi fino a Torre Uluzzo, uno degli ingressi del Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio.

Questo pezzo di costa è ricoperto da un immenso bosco di pini d’Aleppo e oltre alla spiaggia ospita grotte ricche di reperti preistorici e pesci fossili d’importanza mondiale. Da Torre Uluzzo, risalente al XVI secolo, partono due sentieri principali, il naturalistico Baia di Porto Selvaggio (1.740 metri) digradante verso il mare e il naturalistico-archeologico Grotta del Cavallo (1.995 metri) che conduce al belvedere: sono entrambi ben segnalati e fattibili in autonomia.

L’arrivo a Porto Cesareo al calar del sole è un must: uno dei più belli che abbia visto in vita mia. Puoi prendere un aperitivo sul mare al Bar Principe seguito da una passeggiata lungo Via delle Pescherie: i negozi che espongono pesce si susseguono l’un l’altro e ogni vetrina fa capo a un peschereccio che procura quotidianamente quintali di pesce, molluschi e crostacei.

Tramonto a Porto Cesareo
Tramonto a Porto Cesareo
  • dove cenare a Porto Cesareo: l’Osteria Panarino (Piazza Risorgimento 7) propone piatti rivisitati della tradizione salentina con un’attenzione particolare ai prodotti del territorio;
  • dove dormire a Porto Cesareo: la Masseria Tenuta Flora Maria ha basato la sua mission sull’attenzione al territorio e sul rispetto per l’ambiente; la persegue attraverso l’uso di energia pulita, l’utilizzo di prodotti biodegradabili e la riduzione di prodotti chimici nella pulizia e nel processo agricolo.

Settimo e ultimo giorno in Salento

Da Porto Cesareo a Lecce

Tappe: Porto Cesareo – Leverano – Lecce

Il litorale di Porto Cesareo consta di 17 chilometri di spiagge e la presenza, di fronte a quella principale, dell’Isola dei Conigli raggiungibile con una barca dal porto turistico. Dedica la mattinata al relax nelle spiagge più belle di questo tratto di costa: Torre Lapillo e Punta Prosciutto, paragonate da qualcuno ai Caraibi del Salento per le dune di sabbia, la vegetazione spontanea e i bassi fondali incorniciati dalla macchia mediterranea.

Tra i profumi delle cantine di Guagnano, capitale del Negramaro
Torre Lapillo

Regalati l’ultimo pranzo a base di pesce da Mare Fritto da Nonno Mimì a Torre Lapillo (Tel. 338 1483804) e preparati a congedare il Salento con la visita (e possibile degustazione) della cantina Vecchia Torre di Leverano, evoluzione della Cantina Sociale Cooperativa nata nel 1959 come forma di resistenza contro l’emigrazione al nord e recentemente premiata per il suo Negramaro, ritenuto il miglior rosso della zona.

Insieme all’adiacente Guagnano, Leverano è uno dei centri nevralgici per la produzione di Negramaro: se sei un amante del buon vino, nel post sottostante ti segnalo alcune cantine che ho visitato nel corso di un press tour qualche anno fa.

LEGGI ==> Le cantine di Guagnano: un viaggio nel mondo del Negramaro

Leverano fa parte del circuito dei Borghi Autentici d’Italia: prima di rientrare a Lecce per una passeggiata serale tra le vie del centro puoi visitare il Mercato dei Fiori, uno dei più importanti di tutta Italia che apre i battenti alle 16.15, e il centro storico dove si trovano alcune chiese interessanti e la Torre Federiciana edificata nel 1220 per difendere il territorio dalle incursioni dei pirati.

  • dove cenare a Lecce: Alex Ristorante di Alessandra Civilla, chef talentuosa che coltiva la passione per la cucina dall’infanzia e prepara i suoi piatti ispirandosi alla tradizione e i ricordi di famiglia;
  • dove dormire a Lecce: La Signura, un’antica dimora nel cuore della città che consta di tre stanze con terrazza e una ricca colazione a base di prodotti biologici di altissima qualità.

Salento: come raggiungerlo e come spostarsi

Come ho scritto all’inizio di questo lungo articolo, il Salento è raggiungibile in vari modi:

  • in aereo puoi volare su Brindisi (o eventualmente Bari, resta un po’ più distante ma puoi approfittarne per visitare il capoluogo pugliese che è strepitoso): tra le low cost, l’aeroporto di Brindisi è servito da RyanAir e EasyJet;
  • in treno, con le Ferrovie dello Stato, arriverai direttamente a Lecce, non lontano dal centro città;
  • in bus con Itabus, Flixbus e Marino Bus (a mio avviso il migliore);
  • in auto, di cui peraltro avrai bisogno se vuoi visitare il Salento: purtroppo i collegamenti sul territorio (bus e treno con le Ferrovie Sud-Est) lasciano molto a desiderare. In estate sono un po’ più organizzati, ma fuori stagione la macchina non è un optional, ma una necessità.

Di cose da fare e da vedere in Salento, come avrai notato, ce ne sono tante. É una terra che amo profondamente e non perché ce l’ho dentro geneticamente, ma perché fonte continua di emozioni. Spero di averti ingolosito quel tanto che basta da spingerti verso questi luoghi a me così cari, possibilmente da visitare fuori stagione, evitando i mesi di luglio e agosto in cui diventa complicato viverli e coglierli nella loro essenza e intimità.

La Globetrotter

Sei già stato in Salento? Che luoghi hai visitato? Qualcosa ti ha colpito in particolare?

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