Vi è mai capitato di rientrare da un viaggio e trovarvi catapultati senza quasi accorgervene in un altro viaggio? A me si ed è una cosa che mi piace da matti. Lo scorso anno, una settimana dopo aver lasciato la Colombia, sono stata invitata in Salento per un servizio sui riti e le tradizioni della Settimana Santa. Strepitoso! Quest’anno l’arrivo improvviso di un amico peruviano mi ha regalato uno splendido weekend a Milano alla scoperta della mia città natale. Suona strano, lo so, ma è la sacrosanta verità. Quando Rafael mi ha chiesto se un paio di giorni erano sufficienti per visitare Milano, il primo impulso è stato quello di rispondergli che con una mezza giornata se la sarebbe cavata allegramente. Poi però mi sono detta, ma è possibile che ci sia così poco da vedere a Milano? Non l’ho mai ritenuta una bella città e mi sorprendo sempre quando incontro qualche straniero che, al contrario, ne tesse le lodi! Beh, le lodi proprio no ma si esprimono sempre tutti positivamente per cui la domanda sorge spontanea. Cosa vedere a Milano? Sono così cieca da non riuscire a percepirne la bellezza o semplicemente l’ho sempre data troppo per scontata?

Diciamo quindi che l’arrivo di Rafael è stato provvidenziale. Quella di dedicare un po’ di tempo a esplorare Milano come se mi ci fossi appena trasferita è un’idea costante nella mia testa che puntualmente si lascia risucchiare dalla pigrizia. Con lui ho preso la palla al balzo e vi dirò che un weekend, tra l’altro striminzito, è stato a malapena sufficiente per farci solo un’idea della ricchezza storica, artistica e religiosa di questa città!

Felice come una Pasqua… con Rafael sui Navigli

È arrivato il genio della lampada, obietterà qualcuno! No di certo, non sono così presuntuosa. Il fatto è che sebbene io a Milano ci sia nata e vi abbia trascorso l’intera esistenza, mi sono sempre sentita un ospite indesiderato e credo sia questa la ragione del mio astio nei suoi confronti. In realtà il problema è sempre stato tutto nella mia testa. Milano non mi ha fatto nulla di male, anzi… Se faccio la vita che faccio è proprio perché vivo qui, in una città a misura d’uomo – dopo aver trascorso un po’ di tempo tra Buenos Aires e Rio de Janeiro si ridimensiona tutto – che oltre ad aprire un sacco di porte e offrire ottime opportunità, è di mente aperta, elastica, quasi eclettica.

Detto questo, per offrire a Rafael una panoramica il più completa possibile del mio habitat mi sono messa a studiare! Scorrendo le pagine di google nel tentativo di organizzare al meglio questa visita di Milano mi sono resa conto che sono davvero tante le cose che non conosco nemmeno per sentito dire. Che poi, a dirla tutta, non conosco bene neppure quelle che ho quotidianamente sotto il naso. Ecco perché per me questo fine settimana è stato un bel viaggio e trovarmi in compagnia di Rafael che parla solo spagnolo ha amplificato la mia sensazione di estraneità.

Così oggi ho deciso di dar voce a Milano. Per tutti coloro che ancora non la conoscono e pensano non ci sia nulla di particolarmente interessante da fare o da vedere e per chi, come me, la conosce solo in maniera superficiale e non ha necessariamente bisogno di andare lontano per sentirsi in viaggio.

Cosa vedere a Milano il primo giorno… scarpe buone ai piedi e voglia di camminare!

Rafael è uno di quei personaggi che non ti lasciano indifferente. Ci siamo conosciuti in Colombia qualche anno fa e abbiamo trascorso insieme una decina di giorni, poi ci siamo ribeccati casualmente a Lima qualche mese dopo. È un nomade, uno di quelli che passa la vita viaggiando e reinventandosi giorno dopo giorno, paese dopo paese. Stima profonda da parte mia!

Sapendo che rientravo dopo oltre due mesi di viaggio in Africa ha preferito non essere invadente e senza chiedermi nulla ha prenotato un hotel a Milano della catena Best Western di cui mi ha dato un feedback assolutamente positivo. Lui è molto attento a tutto ciò che è legato al tema ambiente per cui ne ha scelto uno eco-friendly che, oltretutto, al prezzo di 1 euro offre una ricca colazione continentale. Considerato che a Milano con 1 euro a volte non ti paghi nemmeno un caffè direi che è da tenere presente se si pianifica di trascorrere qualche giorno in città.

Ovviamente, come sempre, la scoperta di un luogo ha inizio dai suoi must.

Avendo a disposizione due giorni scarsi e considerate le temperature tutto sommato miti, dedichiamo il primo giorno a passeggiare per la città passando per i siti di maggior interesse. Rafael alloggia a un paio di chilometri da casa mia che abito alle spalle del quartiere Isola (a mio avviso uno dei più carini della città) per cui iniziamo il nostro tour da piazza Gae Aulenti, cuore pulsante del progetto Porta Nuova su cui mi sono abbondantemente spesa lo scorso anno nel post Sguardo inedito su Milano, con il naso all’insù. È una città in costante movimento e il contrasto tra antico e moderno che caratterizza questa parte di Milano ne è la prova tangibile.

Piazza Gae Aulenti, cuore pulsante del progetto Porta Nuova

Da Piazza Gae Aulenti imbocchiamo Corso Como che di sabato mattina appare sonnolenta dopo i bagordi del venerdì sera e tra gli sguardi alle vetrine di Corso Garibaldi raggiungiamo la Basilica Cattedrale Metropolitana della Natività della Beata Vergine Maria nota a tutti come il Duomo di Milano. Credo sia totalmente inutile spendere parole su quella che è unanimemente ritenuta l’icona milanese, con la Madonnina che si erge sulla guglia maggiore per implorare a braccia aperte la benedizione di Dio sulla città. Una di quelle immagini che per una ragione o per l’altra ti passa sotto gli occhi migliaia di volte ma vederla in televisione o su una rivista non è come vederla di persona. Ti sbalordisce! Certo, sarebbe bello trovare la piazza sgombra di gente ma non succede mai, nemmeno in agosto! Figuriamoci di sabato mattina. Un tempo l’accesso al Duomo era gratuito e si pagava solo per salire in cima e godere della vista di Milano dall’alto ma le cose cambiano e oggi, per visitare l’interno, oltre alla fila chilometrica del weekend bisogna essere muniti di biglietto.

Da Piazza del Duomo, passando per la Galleria Vittorio Emanuele II – con tappa obbligata al mosaico centrale per il consueto giro su se stessi con il tallone del piede destro sulle palle del toro – e dal Teatro alla Scala, raggiungiamo il Castello Sforzesco che per me è un tuffo nel passato. Quando ero bambina vivevo nell’hinterland milanese e il sabato o la domenica si saliva tutti in macchina per trascorrere il pomeriggio tra le mura della dimora regale. Sono anni che non passeggio più tra quei cortili ed è una sensazione davvero gradevole. Il poco tempo a disposizione ci priva del piacere di dedicare qualche ora alla visita di uno dei tanti musei, o mostre, che ospita al suo interno. È anche vero che nulla mi impedisce di tornarci…

Il tepore del giorno invita a stare all’aperto e dopo una breve sosta al Parco Sempione imbocchiamo via Dante e proseguendo per via Meravigli raggiungiamo la Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore. È la prima volta che ci entro e resto a bocca aperta! Non è un caso che sia soprannominata la Cappella Sistina di Milano. Gli affreschi all’interno sono di una bellezza cosmica ed è sicuramente una delle cose da non perdere se si visita Milano, anche solo per qualche ora. Vi dirò, al momento forse la metto in pole position…

San Maurizio al Monastero Maggiore, la cappella sistina di Milano

Avendo avuto notizia della visita di Rafael con soli due giorni d’anticipo, non sono riuscita a prenotare la visita al Cenacolo per cui saltiamo Santa Maria delle Grazie e dirottiamo su piazza Sant’Ambrogio per ammirare la basilica dedicata al patrono di Milano. È un altro tuffo nel passato ritrovarmi in quella piazza dove un tempo si teneva la Fiera degli Obei Obei. Un appuntamento fisso con le mie amiche di sempre per bere vin brulé dai venditori abusivi di prodotti etnici. Sebbene all’epoca viaggiassi poco e niente l’attrazione verso l’esotico era già insita dentro di me.

Interno della Basilica di Sant’Ambrogio

Dopo aver visitato la Basilica di Sant’Ambrogio ci rimettiamo in marcia perdendoci per i vicoletti che conducono all’inizio di via Torino, una delle vie dello shopping milanese, passando per piazza Affari – voglio vedere l’espressione di Rafael davanti alla statua della mano con il dito medio alzato! – e per piazza San Sepolcro. L’idea è quella di visitare la cripta visto che non ci sono mai stata ma l’attesa è troppo lunga per i nostri tempi ristretti.

Piazza Affari… condivido quel dito!

Quando sei in un luogo per la prima volta, così come quando lo osservi realmente per la prima volta, il tempo scorre a un ritmo diverso. Cammini, ti guardi attorno, cerchi di cogliere l’insieme per poi soffermarti sul particolare, e il tempo vola via senza che te ne accorga. Sono patologica o anche voi vivete il tempo in maniera diversa?

Per farla breve saltiamo anche la cripta e ci dirigiamo, sempre camminando, verso corso di Porta Ticinese per visitare un’altra delle tante cose di cui disconoscevo l’esistenza, l’anfiteatro romano sito al civico 17 di via De Amicis, a pochi metri dall’incrocio con Ticinese. Ahimè, mai come questa volta mi rendo conto di quanto sia importante pianificare. Non ho preso nota dell’orario e il sabato alle due del pomeriggio il parco chiude ai visitatori. Conto sempre sulla mia ottima memoria e non accetto il fatto che con il passare degli anni anche lei sta perdendo colpi. Resto con l’acquolina in bocca… da saziare quanto prima! Fortuna che Rafael è un po’ come me ed è contento al solo respirare l’atmosfera di un luogo diverso. Io sono costernata ma lui non fa altro che rassicurarmi. Ningún problema corazón… Maledetto fascino latino!

Dunque, a me Porta Ticinese piace un sacco. È qui che ho trascorso i momenti più felici della mia vita meneghina. Priva di tutti i fronzoli della Milano da bere, è il luogo in cui mi sono sempre sentita al mio posto senza dover dimostrare niente a nessuno. Con la bella stagione prendi una birra, ti siedi sotto le C.olonne di San Lorenzo e in mezzo a una quantità indescrivibile di gente ti fai gli affari tuoi. È sempre stato un luogo molto sciallo che sembra non invecchiare mai.

Le Colonne di San Lorenzo… belle da vivere la sera, dalla primavera all’autunno

Concludiamo la giornata sui Navigli dopo una passeggiata sulla Darsena e una puntata al vicolo dei Lavanda. Uno degli scorci più romantici e dall’aria un po’ retro di tutta la città e lo visito sempre con immenso piacere anche se, è giusto dirlo, il nome è fuorviante. Non erano certo gli uomini a recarsi al lavatoio per fare il bucato, ma che ve lo dico a fare?

I Navigli milanesi

Un happy hour al Capetown Café per rifocillarci a dovere trova subito il benestare di Rafael che lamenta i piedi doloranti. A onor del vero io odio l’happy hour ma a Milano è un’istituzione. Quello che in altri posti viene comunemente chiamato aperi-cena che al prezzo di un drink – generalmente tra i 7 e i 12 euro – puoi attingere a volontà da un buffet più o meno ricco e vario a seconda dei locali. In passato sono stata una frequentatrice assidua di happy hour, li vedevo come un buon modo per non cucinare. Sarà che sto invecchiando ma ora ci vedo solo i lati negativi. L’attacco alla linea – disporre liberamente del cibo induce a mangiare a oltranza – e al portafogli visto che poi, di fatto, difficilmente ci si ferma alla prima consumazione! Ma dopo aver scarpinato tutto il giorno quasi senza sosta, e considerato che Rafael è un pozzo senza fondo, l’happy hour è indubbiamente l’opzione migliore.

Cosa fare a Milano il secondo giorno. Dal generale al particolare.

Una delle cose interessanti da fare a Milano la domenica mattina è salire sul belvedere del Palazzo Lombardia per godere della panoramica della città. L’ingresso è gratuito e se il cielo è terso è davvero un bello spettacolo. Nonostante ci sia salita già tre volte, decido di portarci Rafael per fargli avere una visione d’insieme di quel che è Milano oggi. L’essere appena rientrata non giustifica la mia mancanza e quando arriviamo alla porta del Palazzo Lombardia… lo troviamo chiuso al pubblico. Un vero peccato! Non è cosa da tutti i giorni vedere la Madonnina del Duomo di Milano dall’alto del 39° piano. Mi sa che a Rafael gli toccherà tornare prima o poi e affidarsi a qualcuno meno disastroso di me…

Le nostre ultime ore insieme volano via tra la visita del Cimitero Monumentale, una passeggiata per Brera e una puntata al Quadrilatero del Silenzio.

Il Cimitero Monumentale non è un luogo troppo battuto dai visitatori ed è un vero peccato. Più che un cimitero è un museo a cielo aperto in cui ripercorrere la storia artistica di Milano attraverso le tombe di nomi illustri come Alessandro Manzoni, Salvatore Quasimodo, Enzo Tortora, Gino Bramieri, Giorgio Gaber e Alda Merini, per citarne qualcuno. Durante il weekend c’è anche la possibilità di effettuare visite guidate gratuite su prenotazione. Rafael è estasiato, almeno una cosa è andata a buon fine.

alt="Cosa vedere a Milano? Il Cimitero Monumentale di Milano... un'opera d'arte!"
Cosa vedere a Milano? Il Cimitero Monumentale di Milano… un’opera d’arte!

Passeggiare per le vie di Brera è un piacere per gli occhi e per lo spirito. Uno di quei quartieri in cui, nonostante l’afflusso costante di turisti e non, si respira un’aria di quiete e tranquillità. La ragione principale per visitare il quartiere, oltre che per godere dell’atmosfera rilassata, è la Pinacoteca che ospita alcuni capolavori di celebri artisti come il Mantegna, Raffaello, Caravaggio, Tintoretto e, non ultimo, il bacio di Hayez. La prima domenica del mese l’accesso è gratuito ma ritengo siano comunque soldi ben spesi.

Concludiamo il nostro tour di Milano in una zona che passa quasi in sordina ma che a mio avviso merita assolutamente una visita. Milano è comunemente nota per il Quadrilatero della Moda ma ben pochi sanno dell’esistenza del Quadrilatero del Silenzio. Io l’ho scoperto per caso un paio d’anni fa e ne sono rimasta affascinata. Mi trovavo in zona Porta Venezia per una commissione e ho notato un gruppetto di gente che curiosava attraverso l’inferriata di una villa. Mi sono avvicinata anch’io e indovinate cosa stavano guardando i curiosoni? Fenicotteri. C’è voluto poco per capire che mi trovavo davanti ai fenicotteri rosa di Villa Invernizzi di cui avevo sentito parlare più volte. Fatto sta che seguendo le indicazioni di MapsMe mi sono avventurata – manco fossi nella giungla – in quello che avrei scoperto essere il Quadrilatero del Silenzio. Quattro strade che racchiudono una serie di gioielli in stile liberty milanese proteggendoli dal traffico, dai rumori, dal brusio. Un pezzo di Milano, peraltro in una zona centralissima, in cui potresti essere ovunque fuorché a Milano.

L’architettura liberty del Quadrilatero del Silenzio

Congedo Rafael dopo la visita guidata di uno di questi gioielli, Villa Necchi Campiglio, la dimora storica in cui è stato girato il film Io sono l’amore. Se non l’avete visto ve lo consiglio vivamente e poi ditemi se vi viene voglia o no di farvi un giro all’interno della villa.

All’interno di Villa Necchi

***

La gioia di scoprire cose nuove è l’essenza intima del viaggio.

Che sia vicino o lontano non fa alcuna differenza.

Quel che fa la differenza è la nostra prospettiva…

E tu come vivi la tua città? Ti capita mai di trascorrerci una giornata da turista? Perché non provi a trasportarmi li raccontandomela un po’?

La Globetrotter

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2 pensieri su “Cosa vedere a Milano in un weekend

  1. Alfonso dice:

    Ore 06:15 sono sveglio da un pezzo poca voglia di andare a lavorare capita dopo 38 anni come raddrizzare una giornata cupa se non con un tuo post.Sai mi capita spesso di visitare la mia città frecciando sulla mia amata moto,ma non mi è mai capitato di farla conoscere a qualcuno.A dirla tutta un pizzico d’invidia per Rafael c’e girare Milano con la globtrotter non è da poco anche se conosci piu il mondo che Milano credo.Sai stamane pensavo di provare a descriverti Castellammare di Stabia ma mi ripetevo tu sei matto non è nelle tue corde non so se riuscirò ma se si lo leggerai con leggerezza e insieme ci faremo una gran bella risata.BACIO

    • Diana dice:

      Volentieri Alfonso! Quando vuoi farmi conoscere la tua città, anche solo a parole, sai dove sono! E magari la prossima volta che scendo a Napoli me la farai vedere personalmente! E pur non lavorando da 38 anni credimi, io non ho mai voglia di recarmi in ufficio… Un abbraccio

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