Una decina di giorni fa ho condiviso su Facebook un vecchio post in cui raccontavo del come e il perché ho deciso di cambiare il mio stile di vita trasformandomi in una viaggiatrice part-time. Lo stesso giorno sono stata contattata su Messanger da varie persone che dopo essersi congratulate con me per la mia scelta, mi chiedevano alcuni consigli per viaggiare low cost.

So bene che sono già stati versati fiumi d’inchiostro sull’argomento e probabilmente questo post non aggiungerà nulla di nuovo al noto. Tuttavia, da viaggiatrice low budget a lungo termine nonché blogger di viaggi, ho deciso di mettere nero su bianco alcuni dei trucchi appresi nel corso degli anni che mi consentono di viaggiare per vari mesi l’anno senza dover accendere un mutuo né fare grosse rinunce. Per alcuni di voi saranno scontati ma per altri, quelli che me l’hanno chiesto, lo saranno un po’ meno…

Come sempre, ci tengo a precisarlo, le mie non vogliono essere perle di saggezza ma semplicemente un modo alternativo, il mio, di vivere il viaggio. Non è detto che sia il migliore, anzi, credo che l’essenza del viaggio sia quella di sperimentare e cucirsi addosso il proprio modello su misura. Tuttavia, considerato che la wanderlust da lungo viaggio sta mietendo molte vittime ultimamente, spero di riuscire a darvi qualche spunto utile rispondendo, al contempo, a coloro che mi chiedono dove trovo i soldi per stare sempre in giro.

Ecco quindi i miei consigli per viaggiare low cost, specialmente a lungo termine, corredati di riflessioni personali e aneddoti.

Il nord-est andino, in Argentina: uno dei tanti regali che mi sono fatta da quando viaggio low cost

Una premessa è d’obbligo. Non sono sempre stata così. Fino a una decina di anni fa, come buona parte della popolazione italiana affetta dal mio stesso male, mi concedevo un viaggio all’anno a lungo raggio e qualche weekend fuori porta per spezzare la monotonia degli undici mesi lavorativi.

Per il viaggio a lungo raggio, che generalmente durava un mese, mettevo a budget un massimo di 1.000 euro a seconda della località da spendere strada facendo – il biglietto aereo lo compravo in anticipo con i soldi della tredicesima – ed ero contenta e soddisfatta per la mia oculatezza.

Idem per i weekend fuori porta. Compravo un volo low cost in promozione e fissavo un tetto massimo di 200 euro che dilapidavo senza ritegno fino all’ultimo centesimo. Colleghi, amici e parenti mi chiedevano se avevo la pianta degli euro in balcone e io rispondevo basita che di fatto spendevo poco più che se fossi rimasta a Milano.

Questo fino a quando non ho iniziato con il benedetto part– – time che funziona in questo modo. I tre mesi invernali – gennaio, febbraio e marzo – sono a tutti gli effetti “disoccupata”: non percepisco stipendio, non mi vengono versati i contributi, non maturo ferie, non ho diritto alla malattia e la mia tredicesima è proporzionata ai mesi di stipendio lavorati. Trattandosi di una mia scelta non mi spetta nemmeno il sussidio di disoccupazione anche se, è giusto dirlo, riconosco il vantaggio di non dovermi sbattere ogni volta che torno per trovare un lavoro e non è cosa da poco. Riassumendo, io in quei tre mesi non ho introiti ma ho comunque delle spese fisse a cui non posso sottrarmi, quelle legate alla casa di cui diventerò proprietaria tra quasi vent’anni – bell’affare! – e ovviamente quelle necessarie ad affrontare il viaggio.

Con il Salto Angel ho inaugurato la mia vita di viaggiatrice part-time

Perdonatemi, ho esagerato un po’ con i dettagli ma volevo darvi un quadro il più completo possibile della mia situazione per non sentirmi dire, come è già successo, di smetterla di dire stronzate che senza soldi non si va da nessuna parte. Certo, senza soldi non si va da nessuna parte ma d’altronde credo che viaggiare sia l’ultimo dei pensieri per chi davvero non ha soldi.

Tuttavia viaggiare low cost – e con low cost intendo viaggiare a basso costo senza privarsi necessariamente di tutto o fare la vita del pezzente – è possibile e io ne sono la prova vivente!

A chi invece si è permesso di insinuare che sicuramente ho la famiglia che mi mantiene dico che se c’è una cosa di cui ringrazio la mia famiglia è quella di avermi insegnato a contare solo su me stessa senza aspettarmi niente da nessuno. Insegnamento applicato alla lettera e da quando ho lasciato la casa dei miei genitori, 23 anni fa, mi sono sudata fino all’ultimo centesimo i soldi che mi sono spesa! E le sole rinunce che faccio, credetemi, sono quelle che non mi pesano tipo andare dal parrucchiere tutte le settimane, comprarmi abiti costosi e via dicendo.

Imparare a viaggiare a basso costo è stata una vera palestra che mi ha messa di fronte a me stessa e alle capacità che non sapevo di possedere.

Va beh, come al solito le mie prefazioni sono più lunghe dell’intero post. È il momento di passare ai fatti con i consigli per affrontare un viaggio low cost a lungo termine. Nel mio caso sono poco più di tre mesi l’anno, nel vostro me lo direte voi!

La scelta della destinazione in un viaggio low cost

Dunque, comincerei con la scelta della destinazione.

Un viaggio low cost in un paese del terzo mondo, ovviamente, non ha lo stesso peso che può avere un viaggio low cost in Europa, Stati Uniti, Canada e via dicendo. Il budget cambia, c’è poco da fare, e la scelta della destinazione va ponderata sulla base dei soldi di cui presumiamo di disporre.

Io parto sempre con l’idea di mettere via un tot al mese ma poi si sa, gli imprevisti ci sono sempre e raramente ci riesco. Per questo non compro mai il biglietto aereo con largo anticipo.

Quando rientro dal mio viaggio invernale inizio a sognare le potenziali mete di quello successivo cercando di fare un bilancio tra le bellezze che mi aspetto di trovare e i relativi costi. Cerco video su youtube, leggo libri che parlano di quei paesi e ascolto musica per entrare nei differenti mood.

Piano piano le idee si affinano e mi ritrovo un paio di mesi prima della partenza con tre destinazioni in testa. Una con impatto minimo (a cui non ho ancora dovuto ricorrere ma è sempre meglio tenere il paracadute a portata di mano!), una low budget (che è quella che va per la maggiore) e, infine, una di medio livello.

A quel punto tiro fuori l’estratto conto e faccio rapidamente un calcolo del costo delle differenti opzioni. Un calcolo comprensivo di volo, vitto, alloggio e trasporti in loco. Arrotondo per eccesso e aggiungo poche centinaia di euro da destinare alle escursioni che non si possono organizzare in autonomia e agli imprevisti. Poi, finalmente, scelgo.

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Tra le forme e i colori del deserto de la Tatacoa

Diciamo quindi che il primo consiglio che mi permetto di darvi per organizzare un viaggio low cost è quello di non fissarvi su un’unica destinazione ma di avere la mente elastica.

Viaggiare low cost non vuol dire privarsi di tutto perché il viaggio è vita ed è lecito fare in viaggio ciò che si fa nella quotidianità. Certo, se siete tipi da aperitivi e cene fuori tutte le sere non credo siate adatti a un viaggio low cost ma d’altronde, presumo, non ne avrete nemmeno bisogno. Io non amo particolarmente la vita mondana ma almeno un paio di volte alla settimana mi piace uscire e cerco di mantenere la stessa buona abitudine anche quando sono in viaggio.

A volte leggo post sui gruppi di facebook scritti da fanatici che sostengono con orgoglio di non vivere perché la loro mission è viaggiare. Scusate ma che senso ha? Onestamente non lo capisco. Quando avevo a disposizione un solo mese di tempo uscivo tutte le sere sia a Milano che in viaggio e infatti, guarda caso, me ne potevo permettere uno l’anno. Ora che ho meno soldi con 1.000 euro sto in giro mediamente due mesi e qualcosa in più e anche quando non sono in viaggio… vivo!

I soldi sono lo strumento che ci consente di realizzare i nostri sogni, ma se per realizzare un sogno devo perdermi mesi di vita che nessuno mi ridarà più… allora preferisco ridimensionare quel sogno e riempire di significato la mia vita! Anche perché, a dirla tutta, i grossi sacrifici non fanno per me!

La Garganta del Diablo, altra grande emozione da quando viaggio low cost

Viaggiare low cost: come risparmiare on the road

Partiamo dal presupposto che se decidiamo di visitare una destinazione non è perché dobbiamo aggiungere una bandierina al nostro planisfero ma perché ci interessa conoscere un determinato paese, i suoi paesaggi, la sua gente, le sue tradizioni e chi più ne ha più ne metta. Sembra scontato ma mi è capitato di incontrare viaggiatori che si spostano da una località all’altra senza perdere una festa, passano il giorno sbattuti in branda giusto per dire “Ci sono stato!”. Se non si dispone di un grosso budget fare festa tutte le sere non è la soluzione migliore per stare in giro a lungo.

Personalmente, al momento di partire, ho già le idee ben chiare sul costo giornaliero della vita del paese che mi ospiterà.

Mettiamo, ad esempio, di trovarci in Ecuador dove per vitto e alloggio – con il lusso della birretta la sera – possiamo tranquillamente stare dentro ai 15 dollari al giorno. Si trova da dormire a partire dai 4 dollari, si mangia con 2 dollari e i trasporti costano poco e niente. Ebbene, io fisso il mio budget a 20 dollari al giorno e quei 600 dollari mensili, che sono poco più di 500 euro, serviranno a coprire le spese vive che includono anche i tour, a meno che non si tratti di tour particolarmente costosi come possono essere le Galapagos, uno dei miei sogni ridimensionati. Ci saranno sicuramente giornate in cui di dollari ne spenderemo 20 se non addirittura 25, ma ce ne saranno altre in cui ne spenderemo 10 se non meno.

Per esperienza, in buona parte dell’Asia e dell’America Latina si può tranquillamente stare dentro questo budget. L’Africa è molto più cara, a meno che non si scelga l’Africa Occidentale, ma anche li, con una buona dose di pazienza e di volontà, ce la si può fare senza spendere una follia.

Superfluo dire che bisogna avere un grande spirito di adattamento.

A Portobelo ho trascorso tre settimane dormendo su un’amaca… divino!

Per me l’alloggio è irrilevante e se devo dividere la stanza o il bagno con altre persone non me ne cruccio, l’importante è che sia pulito.

Le guesthouse e gli ostelli della gioventù – anche se ormai tanto giovane non sono ma vi ho incontrato parecchia gente ben più matusalemme di me – sono la soluzione che prediligo. Tra l’altro spesso e volentieri le stesse strutture organizzano tour per i loro ospiti a prezzi assolutamente onesti e se si viaggia in solitaria è un ottimo modo per conoscere gente con cui, all’occorrenza, dividere le spese.

Per viaggiare low cost e riuscire a viaggiare bene, infatti, bisogna essere oculati e ricettivi. Mettiamo di prendere un taxi al giorno che ci costa 3 dollari. Un’inezia, lo so bene, ma alla fine del mese sono 90 dollari, quasi un sesto del budget totale. Se invece quel taxi riusciamo a dividerlo con altre persone, di dollari ne spenderemo complessivamente 30, o anche 20, e i restanti li destineremo ad altro. Ma questo è giusto un esempio visto che difficilmente prenderemo un taxi viaggiando low budget e sapete perché? Perché se il taxi ci costerà 3 dollari, che non sono nulla, per la stessa corsa in autobus ci verranno chiesti 30 centesimi.

In fin dei conti il trucco per viaggiare low cost senza dover rinunciare a tutto è quello di mantenere le stesse abitudini che abbiamo a casa risparmiando laddove il buon senso ce lo dice. Voi come vi muovete nella vostra città? In taxi? Io raramente, quando non ho alternative. Perché allora in viaggio dovrei agire diversamente? E se la matematica non è un’opinione… direi che stiamo già risparmiando parecchio o sbaglio?

Va beh, a sto giro non riesco proprio a dare un filo logico a tutte le cose che vorrei dire. Scusatemi.

Torniamo all’alloggio e a come risparmiare on the road.

Un’alternativa alla guesthouse e all’ostello è il campeggio. Io parto sempre munita di tenda personale ultraleggera, materassino e sacco a pelo. Quando sento il bisogno di un po’ d’intimità e non ho voglia di dividere la stanza con altri dormo in tenda. Sicuramente più economica di una stanza privata. Ovviamente dipende dal tipo di meta scelta ma visto che difficilmente vado in posti freddi la tenda, o l’amaca in alcuni casi, si è sempre rivelata un’ottima compagna di viaggio. Una notte in campeggio costa mediamente tra i 2 e i 3 dollari contro, supponiamo, i 7 dell’ostello… quanti soldi abbiamo risparmiato con cui possiamo fare altro?

Altra buona opzione per viaggiare low cost è il couchsurfing anche se mi pare che ultimamente funzioni meno che in passato. Il couchsurfing consente di essere ospitati a casa dei locali condividendo con loro un pezzo di viaggio e un pezzo di vita. Se vi interessa sapere come funziona leggete il mio post Viaggiare con il couchsurfing, immersi nella cultura locale.

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Consigli per viaggiare low cost? Provate con il couchsuring…

Se avete intenzione di intraprendere un viaggio low cost a lungo termine, sicuramente vi sarà utile iscrivervi al Workaway, un sito che mette in comunicazione “domanda e offerta”. Una lista di anfitrioni disseminati su buona parte del pianeta che saranno lieti di offrirvi vitto e alloggio in cambio di qualche ora di lavoro al giorno. L’offerta è ampia e variegata: dal lavoro nel campo alle lezioni di lingua straniera, dal volontariato con i bambini ai progetti ambientali, dal presiedere la reception di un ostello al prendersi cura degli animali in una fattoria, e via dicendo. Basta mettere subito i puntini sulle “i” – Quante le ore di lavoro settimanale? Come sono ripartite? Qual è il tempo di permanenza minimo? – e si risparmiano un bel po’ di soldini che si aggiungeranno alla ricchezza interiore data da una nuova esperienza di vita.

Il workaway è una buona piattaforma per organizzare un viaggio low cost

Personalmente cerco un workaway quando per una qualsivoglia ragione intendo fermarmi in una località almeno una settimana per cui la mia scelta è assolutamente mirata.

In Ecuador volevo salire sul Cotopaxi e visitare la laguna di Quilotoa ma non volevo correre, così ho trovato un workaway in una finca vicino a Latacunga, punto d’accesso privilegiato alle mie destinazioni. Vi ho trascorso una settimana, da domenica a domenica. Una settimana di sveglie alle 4 del mattino per mungere le mucche e di ore trascorse in mezzo alla natura con la famiglia che mi ospitava. Una settimana in cui non ho speso un dollaro. Il sabato mattina, seguendo i consigli di Oswaldo, il capofamiglia, ho raggiunto il Cotopaxi in autonomia. Probabilmente se non avessi cercato un workaway sarei finita in un ostello e avrei partecipato a un tour – come buona parte delle persone conosciute nel corso del viaggio – che per 40 dollari mi avrebbe offerto quello per cui io ho speso 3 dollari o poco più.

A Salvador de Bahia, invece, ho trovato un workaway in un ostello perché sentivo che non era una città da visitare ma da vivere. Ci sono rimasta due mesi, allontanandomi nel fine settimana per andare alla scoperta dei dintorni. Lo ricordo come uno dei viaggi più belli. In primis perché il piccolo incidente di percorso che mi ha vista costretta a un intervento chirurgico in Brasile mi ha mostrato quanto la gente sa essere buona, altruista, umana. In particolare Neuza, la proprietaria dell’Hostel Torre, che si è presa cura di me come se fossi stata sua sorella, e poi di tutti gli amici reali e virtuali che mi hanno trasmesso la loro forza e la loro energia. E poi quei due mesi a Salvador li ho vissuti con altri sei volontari di diverse nazionalità e con ognuno di loro è nato un legame intenso, profondo, che è tuttora in corso nonostante la distanza spaziale e temporale.

Forse non si direbbe… ma ero partita da sola! Salvador de Bahia agli inizi del Carnevale…

Ovviamente il Workaway non è l’unica piattaforma che applica questo format, ce ne sono altre che consentono di “mantenersi” in viaggio ma, pare, è quella che funziona meglio. Non mi sbilancio in merito visto che le altre non le conosco ma garantisco sulla serietà di Workaway altrimenti non continuerei a rinnovare l’iscrizione di anno in anno.

Passiamo ora a parlare del cibo per cui vale lo stesso principio dei mezzi di trasporto. Quando siete a casa vostra dove consumate la maggior parte dei vostri pasti? Per quanto a tutti noi piaccia concederci qualche coccola, credo siano davvero pochi quelli che vanno fuori a cena tutte le sere, cosa che io assolutamente adoro ma adoro anche preparare a casa qualcosa di buono per non sentirmi una sfigata. E visto che buona parte delle guesthouse e degli ostelli comprendono l’uso cucina, perché non approfittarne? Spesso è proprio attorno a un bel piatto di pasta, magari scotta ma pur sempre pasta, che nascono le più belle connessioni. Ancora una volta al risparmio si aggiunge la possibilità di uno scambio di energie positive che non fa mai male. Sarò fortunata ma difficilmente mi è capitato di conoscere persone “negative” in viaggio.

Se non vi piace “lavorare sotto padrone” ma avete delle abilità nascoste è il momento di tirarle fuori e di unire l’utile al dilettevole. Suonate uno strumento musicale? Fate trucchi di magia? Sapete dipingere? Vi piace cucinare? Mettetevi in piazza che magari non diventerete ricchi ma il bilancio sarà sempre positivo.

In America Latina, il continente che conosco meglio, tutto è lecito. Ricordo ancora l’imbarazzo delle prime volte che mi sedevo in mezzo agli hippie per imparare da loro a lavorare il macramè, o del mio primo mangueo in spiaggia vendendo crepes.

A Panama poi, nell’attesa di trovare un modo per raggiungere la Colombia, ho lavorato in un ristorante, ho fatto la PR per un paio di concerti e sono stata assoldata per attraversare il Canale a bordo di una barca polacca. E visto che il modo “lecito” per raggiungere la Colombia passando per San Blas era fuori dalla mia portata, mi sono attivata per trovare qualcuno che mi desse un passaggio in cambio di manodopera. Certo, ho “perso” tre settimane – anche se per me non sono state affatto perse! – ma mi sono fatta un mese in barca a vela di cui quasi due settimane alle San Blas.

alt="Viaggiare low cost più di così non si può... un mese in barca a vela ai Caraibi"
Viaggiare low cost più di così non si può… un mese in barca a vela ai Caraibi

Ora… secondo voi i 600 dollari mensili che avevamo posto come tetto massimo per vitto, alloggio, spostamenti, tour a basso costo e un po’ di festa che male non fa non sono più che sufficienti? Ci scappa anche qualche souvenir e perché no, una volta ogni tanto, una bella stanza con bagno privato in un luogo che ci sembrerà il paradiso in terra.

Ma la cosa più importante è che viaggiare low cost non è solo un modo per risparmiare e viaggiare più a lungo. No! Viaggiarelow cost è una scuola di vita che ti insegna ad affrontare il mondo con un altro spirito e, soprattutto, un’altra consapevolezza di te stesso. Non è sempre facile o sempre divertente e a volte comporta delle rinunce ma ti pone sempre davanti a delle alternative valide.

In Uganda ho rinunciato alle Murchison Falls per aver dato la mia priorità al Gorilla di Montagna e ho dirottato sulle Sipi Falls, un luogo intimo, poco turistico, dall’energia incredibile in cui ho conosciuto Noemi e Brian che si sono convertiti, in men che non si dica, nei miei compagni di avventure. Avessi avuto qualche soldo in più non mi sarei persa le Murchison Falls ma a conti fatti è stato meglio così.

alt="Felice come una Pasqua con i Gorilla di Montagna"
Una delle emozioni più grandi da quando viaggio low cost… l’incontro con il Gorilla di Montagna

Se state pensando di affrontare un viaggio low cost, specialmente a lungo termine, siete sicuramente persone eclettiche, dalla mente elastica. che non hanno paura a rimettersi in discussione. Ho conosciuto medici e avvocati che avevano interrotto temporaneamente la loro carriera per realizzare il sogno di un lungo viaggio e nonostante non gli mancassero i soldi hanno scelto di farlo low cost.

Perché il viaggio, in fin dei conti, non è fatto solo di cose viste ma anche, e soprattutto, di esperienze vissute e condivise. Esperienze che faranno la tua grande ricchezza, sia come persona e come viaggiatore.

La Globetrotter

Inutile a dirsi che le accortezze che si possono adottare per viaggiare low cost sono tantissime e cambiano a seconda della destinazione e della persona.

Se hai qualche dritta che vuoi condividere con me o con gli altri lettori lasciala pure nei commenti. Se invece hai qualche domanda, a cui spero di poter rispondere… non esitare a chiedere!

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20 pensieri su “Trucchi e consigli per viaggiare low cost… a lungo termine!

  1. LAURO dice:

    Molto, molto bello e interessante e utile. Sei bravissima e appassionante, come sempre. I tuoi viaggi non sono viaggi ma sogni che si realizzano.

  2. Pat dice:

    Sei una grande! Questo articolo è utilissimo, anche se non se riuscirò mai ad arrivare a questo livello di adattabilità necessario per viaggiare così. Però intanto ti seguo…

    • Diana dice:

      Cara Patty… come ho scritto nel post ognuno di noi si cuce addosso il vestito in cui si sente meglio! 3 sono sicura che tu saprai trovare quello che ti calza a pennello…

  3. Sara dice:

    Articolo molto interessante!!! Tu poi sei una vera maestra per esperienza sicuramente ma anche per ingegno!
    Se posso chiedere..come mai il couchsurfing funziona meno?
    Grazie per aver condiviso una bella fetta della tua vita con noi lettori!
    Un abbraccio

    • Diana dice:

      Ciao Sara… Ma grazie mille! Ma non so come mai so solo che un tempo trovare ospitalità con il couchsurfing era una passeggiata mentre oggi se va bene ti risponde il 70% dei couch… indaghero’ comunque! Besitos

  4. Andrea dice:

    Quando ti leggo mi sembra di esserti accanto nei tuoi viaggi.
    Credo che i tuoi consigli possano essere utili anche per chi, per mille motivi, non viaggia in posti così lontani. Lavorare in cambio di ospitalità lo si può fare anche in Italia. Non sarà certo così low cost, ma permetterà comunque di abbattere la spesa di parecchio.
    Una cosa resterà sicuramente la stessa: la possibilità di conoscere persone, imparare qualcosa, vivere in un’altra città, anche se italiana, con lo stesso spirito, con la stessa voglia di conoscere qualcosa che non ci è vicino.
    Complimenti e grazie per voler condividere le tue esperienze.
    Ciao Andrea

  5. Michele (mikito) dice:

    anche se hai detto poco o niente di interessante, anche da questo articolo si percepiscono le tue emozioni e si capisce quello che è la tua personalità ….tosta, creativa e determinata. E’ quanto basta.;-)

    • Diana dice:

      Ahahah OTTIMO! Infatti il mio obiettivo primario era quello di coinvolgervi nel mio mondo e nella mia vita non si è capito? Grazie Michele

  6. Juri dice:

    Ciao Diana.
    Ottimo post con consigli utilissimi.
    Da viaggiatore low-cost e da blogger dilettante li conoscevo già, ma fa sempre un piacere enorme vedere che anche altri la pensano al mio stesso modo e soprattutto che riescono a mettere in pratica tutto ciò. Purtroppo io non ho nessuna delle abilità che potrebbero permettermi di non stare “sotto padrone” e le mie ferie sono sempre quei 30 giorni l’anno circa dettati dalla busta paga + tutti i week-end.
    Il tuo livello non lo raggiungerò mai…però faccio del mio meglio col tempo a mia disposizione…questo è sicuro!
    Avanti così senza fermarsi!!!

    • Diana dice:

      Ciao Juri, sono contenta che un viaggiatore low-cost come te abbia trovato utile questo post! Immaginavo che per qualcuno non fossero novità ma credo che per la maggior parte della gente si.
      Per quanto riguarda le abilità… la sai una cosa? Io pensavo di essere un’inetta di prima categoria e invece quando mi sono trovata nella situazione ho scoperto di non essere così male per cui che dire, sono sicura che in fondo anche tu hai qualcosa da “vendere”.
      Per i 30 giorni l’anno… probabilmente se mi revocassero il part-time io dovrei prendere una decisione drastica perché non ce la farei più a tornare indietro… meglio morta di fame ma felice ahahah!
      Ho sbirciato il tuo blog e mi sembra che tu ti dia altamente da fare… complimenti!

  7. Conny dice:

    Mi riconosco molto nel tuo mondo ma devo ammettere che mi hai dato alcuni spunti e consigli.
    Tipo di non soffermarmi solo ad una destinazione quando penso al viaggio ma avere almeno 3 opzioni.
    E mi sa che anch’io devo iniziare a prendere in considerazione workaway..come dici tu, da cosa nasce cosa

    • Diana dice:

      Che dire, sono più che felice di averti dato qualche spunto vista la grande stima che nutro nei tuoi confronti, sia come donna che come viaggiatrice… e si, lo so che per molte cose ci assomigliamo nel modo di concepire e vivere il viaggio… per cui mi chiedo, cos’attendi a iscriverti al workaway?

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