Il viaggio nel Chocó procede verso nord, lungo il río Atrato, e mi conduce a Capurgana e Sapzurro.
Ci sono già stata, anni fa, ma ci torno con estremo piacere. Erano due perle rare all’epoca e mi chiedo come saranno oggi. Sicuramente ben più animate di Nuqui dove il turista muore di solitudine, ma spero non di troppo. Prediligo alloggiare in luoghi tranquilli e spostarmi se ho voglia di far festa che viceversa.
Negli ultimi anni le tensioni presenti in Colombia tra guerriglia, FARC (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia) e ELN (Ejército de Liberación Nacional) si sono attenuate e ciò ha portato alla ribalta un paese strepitoso. Quest’anno poi, 2017, la Colombia sta vivendo un boom turistico notevole anche sul mercato italiano. Un giorno si e l’altro pure ricevo richieste di informazioni da parte di viaggiatori indipendenti smaniosi di conoscere la terra di Márquez e di Pablo Escobar!
Benedetto, o maledetto, Pechino Express. Conosciamo bene gli effetti devastanti che il turismo può avere sulla popolazione di un paese in via di sviluppo e questo mi preoccupa un po’. D’altronde non è detto che le cose debbano necessariamente andare così. Capurgana e Sapzurro, con mio immenso piacere, sono rimaste pressoché inalterate, almeno finora. Ho persino ritrovato la stessa signora che vendeva per strada gelati caseros, mi è bastato chiedere…
Scusa, ne parlo come se la loro conoscenza fosse imprescindibile ma se non sei ancora stato in Colombia non saprai nemmeno cosa sono Capurgana e Sapzurro (che procedono in coppia anche se sono due luoghi distinti e separati).
Capurgana e Sapzurro da un lato e La Miel dall’altro segnano la linea di confine tra Colombia e Panama collocandosi in un luogo quasi irreale, oserei dire proibito.
Tre villaggi persi in quella terra di nessuno che suona al nome di Darién. Una parte di selva impenetrabile e inavvicinabile che ti permette di varcare a piedi la frontiera con Panama e poi ti lascia lì, sospeso, tra mare e vegetazione.

Tre spiagge, tra le più belle di tutto il litorale colombiano, che sfilano l’una dietro l’altra affacciandosi su splendide baie sotto l’occhio vigile della giungla che le sovrasta.
Un luogo non da tutti e non per tutti. Se non sei capace di vivere senza punti di riferimento, a Capurgana e Sapzurro non troverai nulla di che.
D’altronde, c’è da dirlo, difficilmente ci finirai per caso o con una piccola deviazione di percorso. Se arrivi a Capurgana e Sapzurro è perché l’hai scelto. Hai scelto di trascorrere qualche giorno lasciandoti cullare dalle braccia forti e possenti della Pacha Mama, la Madre Terra.
Raggiungere Capurgana e Sapzurro non richiede uno sforzo eccessivo in termini fisici ma sicuramente un “dispendio” di tempo notevole che le esclude dalla maggior parte dei viaggi lampo in Colombia.
Ci arrivi via mare, da Turbo o Necocli a seconda che provieni da Medellin o da Cartagena. Per raggiungere Turbo e Necocli ci vogliono dieci ore di bus, ora più ora meno.
Turbo è la classica città portuaria sporca e disordinata, Necocli è un villaggio grazioso senza né arte né parte. La cosa migliore è viaggiare di notte e raggiungerle alle prime luci dell’alba. La lancia per Capurgana parte al mattino presto ed eviterai di sprecare un giorno in un luogo che non ha assolutamente niente di che da offrire… il paradiso ti attende, a due ore di lancia!
C’è chi ritiene che per raggiungere il paradiso si debba passare per l’inferno. C’è chi ha definito il viaggio in lancia tra Turbo e Capurgana l’esperienza peggiore della sua vita. C’è chi lascia Capurgana con il terrore stampato in faccia all’idea di dover ripercorrere a ritroso lo stesso tragitto per tornare alla civiltà.
Onestamente, io non ho avuto nessun problema. Certo, se il mare è mosso in lancia si sente ma se avessi vissuto un’esperienza particolarmente drammatica la prima volta, senza dubbio me ne ricorderei. Ovviamente non siamo tutti uguali…
Ecco, quel che voglio dire è che se decidi di spingerti a conoscere Capurgana e Sapzurro devi essere motivati.

Magari il fatto che io abbia deciso di tornarci una seconda volta può essere uno stimolo anche se è risaputo che io sono quella che torna negli stessi posti a differenza di molti viaggiatori. Spesso e volentieri ci torno per la gente che ho conosciuto e con cui ho condiviso dei momenti piacevoli ma ci sono volte in cui torno per il puro piacere di rievocare il ricordo del tempo passato.
A Capurgana e Sapzurro non ho lasciato nessun affetto, ma è stato uno dei viaggi che ho amato di più, quello che a bordo di una barca a vela mi ha portata da Panama in Colombia passando per San Blas.
LEGGI ==> In barca a vela alle San Blas
Un’avventura incredibile che oltre ai meravigliosi paesaggi mi ha insegnato tanto, in primis ad avere più fiducia nelle mie capacità. Mi sono sempre ritenuta una pessima venditrice e nell’occasione sono riuscita a vendere niente meno che me stessa. Non fraintendere, mi sono venduta come cuoca e per oltre venti giorni ho navigato gratis nelle acque dei Caraibi in cambio di una mano in cucina! Puoi quindi intuire la gioia e l’emozione che ho provato nel ritrovarmi lì, a distanza di anni, a rievocare momenti che all’epoca avevo condiviso con Michael, il capitano della barca.
Stavolta a Turbo arrivo da sud. Non da Medellin ma da Quibdo, capoluogo del dipartimento del Chocó.
Capurgana e Sapzurro, il paradiso in terra
C’eravamo lasciati all’aeroporto di Nuqui a bordo di un velivolo a sedici posti, ricordi? Ebbene, venti minuti dopo atterriamo a Quibdo e con le ali ai piedi voliamo al porto per vedere se la sorte continua ad assisterci. Evvai, la fantomatica lancia diretta a Turbo esiste davvero! Ne parte una al giorno, alle sette di mattina, ci dicono. Tutto fila liscio anche qui a quanto pare. Quibdo non mi piace affatto ma dobbiamo solo passarci una notte. Una notte che, comunque, trascorro insonne per l’emozione.

Se la prima parte del viaggio nel Chocó mi ha voluta per ventiquattr’ore a bordo di un cargo lungo la costa del Pacifico, la seconda non è da meno: nove ore (presunte) di navigazione lungo il rio Atrato che serpeggia attraverso la giungla fino a raggiungere Turbo.
Anche qui pregusto già il piacere di quel che vedrò. Non è un servizio per turisti con tappe predefinite in alcuni villaggi dove gli indigeni accolgono in festa il visitatore perché sanno che lascerà soldi. No, è proprio una lancia per passeggeri locali, che si ferma nei villaggi lungo il fiume per far scendere, e salire, gente. E così, senza entrarci troppo dentro, mi faccio un’idea di come vivono qui. Ancora una volta mi sento emotivamente catapultata altrove, in un’Africa che ho conosciuto e amato e che trascuro da troppo tempo.
Sono talmente persa nel mio mood che quando mi comunicano che il viaggio in lancia si concluderà a Rio Sucio e che loro, quelli della compagnia nautica, si faranno carico del nostro trasporto fino a Turbo via terra, non mi arrabbio nemmeno! Certo, in lancia c’avremmo impiegato un paio d’ore e via terra non si sa – alla fine sono sette su una strada infernale con un cambio di quattro mezzi di trasporto diversi che si aggiungono alle sette di lancia da Quibdo a Turbo! Ma se non ci fossero gli imprevisti in cosa consisterebbe l’avventura? Nell’andare a scoprire luoghi che chi sa quanti miliardi di persone hanno scoperto prima di noi?

Se viaggi in certi luoghi sai che le cose non vanno mai come ti sono state proposte, che pur di accaparrarsi un cliente si venderebbero la madre e la sorella insieme e che è meglio che tu te ne faccia una ragione se non vuoi iniziare a soffrire di gastrite. E in un paese come la Colombia questo è all’ordine del giorno. A che pro incazzarsi? Tanto se ti va bene è così, se non ti va bene è così ugualmente. Se dopo aver viaggiato in lungo e in largo non ho ancora imparato a farmi scivolare addosso le cose, ho davvero buttato via il mio tempo. Ma visto che sono molto più sveglia di quel che sembro, me ne frego! Che siano due ore, o sei, non fa differenza. L’importante è arrivare, possibilmente prima della lancia di domattina. So cosa mi aspetta e so che ne vale la pena.
Ed eccoci alle prime luci dell’alba al porto di Turbo dopo aver dormito come due bébé. Di comune accordo io e Conny optiamo per il catamarano che ha due motori e dovrebbe ballare meno. Costa solo 10.000 COP (circa 3,50 euro) in più della lancia ma poi si risparmia sul bagaglio per cui alla fine spendiamo la stessa cifra viaggiando più comode e protette dal sole. Tra l’altro, la bilancia che usa la compagnia nautica della lancia è truccata. Ne avevo avuto sentore quattro anni fa e ne ho avuto conferma stavolta visto che avevo pesato il mio zaino in aeroporto il giorno prima. Certo che ne sanno una più del diavolo…
E così trascorro piacevolmente quattro giorni a Capurgana. Quattro giorni di sole, bagni in acque trasparenti e camminate in mezzo alla selva (particolarmente belli il trekking tra Capurgana e Sapzurro e la scalinata infinita che separa Sapzurro da La Miel).

Quattro giorni fuori dal tempo e dallo spazio.
Quattro giorni di pace e tranquillità, intenta solo a impregnarmi dell’energia del luogo. Cosa posso desiderare di più?

La Globetrotter
Sei stato a Capurganà e Sapzurro? Sono o non sono il paradiso?
Se cerchi spunti per organizzare un viaggio nella terra di Márquez, leggi il mio post COLOMBIA TUTTA DA SCOPRIRE, un affresco su tutto ciò che questa meravigliosa terra ha da offrire. Altri articoli dettagliati sulla Colombia li trovi invece QUI.
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questa si che è vita!vagamonda.Complimenti sei riuscita a farti una cascata tutta tua,sarai famosa.Ciao Antonio.
Ahahah! Hai visto? Sono proprio una potenza… grazie!
vorrei sapere la distanza tra Capurgana e Sapzzurro. grazie
Ciao Rocio! Allora, se vai a piedi devi affrontare il trekking in mezzo alla giunga, diciamo che te la cavi con un’ora, un’ora e mezzo. Dipende da te, dal tuo passo, da quanto ti fermi al Mirador. Altrimenti ci arrivi in lancia, non so dirti con esattezza ma credo una quindicina di minuti…
L’ho trovato molto interessante, ma voglio sapere quale e’ la distanza tra Sapzzurro e Capurganà, visto che sto scrivendo un libro e ho bisogno di questa informazione .
Grazie mille
Grazie mille! Ti ho già risposto, che tipo di libro stai scrivendo? Un romanzo?
Sapzurro e Capurgana distano poco più di tre chilometri, percorribili a piedi (la prima volta meglio se accompagnati) o con una lancia a motore (10 minuti). Io ho più volte coperto il tragitto in kayak, esercizio adatto solo ai più allenati.
Brava Diana, mi sei piaciuta!
PS Chila è la venditrice di gelati artigianali.
Ciao Brigitte! Che bello leggerti, un’altra amante di quei luoghi come me. Io la prima volta l’ho fatta in lancia, arrivai a Sapzurro in barca a vela da San Blas e dovevo farmi mettere il timbro a Capurgana, poi sono tornata a Sapzurro via terra… divino! Poi a distanza di un paio d’anni sono arrivata a Capurgana da sud e un giorno l’ho dedicato a Sapzurro… al rientro mi sono persa! Sono luoghi meravigliosi e ritrovare Chila (grazie) è stato superlativo, è stato un salto nel passato. Ma tu vivi li? Perché non c’è il due senza il tre…
Ciao Diana,
Io è proprio questo che stavo cerando di capire, non trovo info per raggiungere las Islas de San Blas da Capurganà. Che tu sappia ci sono agenzie o tour che ti vendono quel pacchetto per farsi 3o4 giorni nelle isole direttamente a Capurganà? Eventualmente anche senza agenzia. Ho una settimana libera e farmela tutta tra Capurganà/Sapzurro non mi va molto.
Ciao Ale, mi spiace non poterti aiutare. Fermo restando che sono stata l’ultima volta nel 2017 e le cose possono essere cambiate nel frattempo, non ricordo di agenzie e se ci sono, presumo, le trovi negli ostelli della via principale, che poi è anche l’unica (o quasi). I veleristi stanno a Sapzurro, non a Capurgana, e l’unico consiglio che mi sento di darti è di andare direttamente a chiedere di barca in barca se c’è qualcuno che può portarti alle San Blas. Dipende molto anche dal periodo in cui vai perché se il vento è contrario non sono molti quelli che risalgono e non sarà assolutamente una cosa economica. Io l’ho fatto nel 2014, da Panama sono arrivata a Capurgana passando dieci giorni alle San Blas, ma avevo il tempo e ho aspettato quasi tre settimane prima di trovare la barca, però io non volevo pagare. Comunque vicino a Capurgana ci sono un altro paio di luoghi carini, uno mi pare si chiami Trigana, non sono stata ma me ne hanno parlato strabene!
Ciao,
Dove hai alloggiato? Un’amica colombiana ci ha parlato di quelle
Zone e ci incuriosiscono un sacco.
Ciao Valentina, scusa il ritardo sono in cambogia un po’ rintronata. Non rocordo il nome del posto in cui ho alloggiato ma sono arrivata li e ho cercato sul posto. Sono una meraviglia, una delle zone della Colomvia che ho amato di più…