Credo di non esagerare affermando che buona parte di noi associa l’Amazzonia al Brasile e la immagina come una terra impervia e selvaggia che attrae, e spaventa, al tempo stesso. Il bacino amazzonico tocca in realtà vari paesi del Sud America tra cui il Perù che, a differenza del Brasile, non è stato deforestato ed è ancora totalmente vergine e incontaminato.
Di fatto, la mia scelta di intraprendere l’ennesimo viaggio in Sud America, tra Perù e Colombia, aveva un focus ben preciso: percorrere il Rio delle Amazzoni a bordo di un cargo partendo da Pucallpa, sulle rive del fiume Ucayali (a 750 chilometri da Lima), fino a raggiungere Leticia, capoluogo del dipartimento de Amazonas, in Colombia. Complessivamente ci sarebbero voluti tra gli otto e i nove giorni di navigazione da spezzare a Iquitos, cuore dell’Amazzonia peruviana, nel dipartimento di Loreto. Un viaggio che sarebbe stato indubbiamente memorabile, ma anche molto duro. Alla fine il buon senso ha avuto il sopravvento spingendomi a percorrerne solo un tratto, quello finale, e a trascorrere più giorni a terra.
E così, come spesso accade, quando si chiude una porta, si apre un portone! Perché se è vero che il viaggio in cargo, per tutta una serie di ragioni – i colori di albe e tramonti, il veder scorrere per giorni sotto gli occhi l’imponente e leggendario rio delle Amazzoni e, soprattutto, l’esperienza umana che si vive a bordo – è pur vero che la selva, da lassù, non la vedi nemmeno con il binocolo (in senso lato) per cui disporre di più giorni da passare ferma è stato l’input per scoprirla in maniera diversa, attraverso un’esperienza di adrenalina pura con il tour di tre giorni e due notti all’Avatar Amazon Lodge.

Prima però di raccontarti di cosa si tratta, una precisazione è d’obbligo. Nella mia testa, non so per quale ragione, si era radicata l’idea che il soggiorno in un lodge fosse qualcosa per fighetti, ben lontano dal mio modo di essere e di vivere il viaggio. In realtà il termine lodge indica semplicemente l’alloggio, e non sta scritto da nessuna parte che detto alloggio debba essere di lusso. Che poi, se anche ogni tanto mi concedo una soluzione graziosa al posto del solito ostello, non devo mica vergognarmi o sentirmi, per questo, meno viaggiatrice. È un discorso tra me e me, i primi pregiudizi da abbattere sono spesso quelli che ho verso me stessa!
Torniamo a noi e al rio delle Amazzoni che è stato riconosciuto come una delle Meraviglie del Mondo Naturale. A Iquitos ci sono diverse agenzie che propongono tour, di uno o più giorni, alla scoperta della regione, con pernottamenti in lodge affacciati sul fiume o spedizioni di turismo avventura che però, ti dico subito, ho bocciato a priori perché le ritengo davvero estreme.
Insomma, siamo pur sempre in mezzo alla giungla, con il suo clima umido e inospitale, un ambiente che per anfitrioni vanta un’infinita quantità di insetti e animali, non necessariamente innocui. Per quel che mi riguarda, difendermi dall’attacco perpetuo dei mosquitos contro i quali non esiste repellente che regga, dormire in tenda con il rischio (concreto) che qualche tarantola venga a farmi visita, o magari in amaca sotto la pioggia torrenziale che sai quando inizia, e non quando finisce, è un’esperienza che non muoio dalla voglia di fare. Avventurosa si, ma fino a un certo punto! Perché quando l’avventura diventa un disagio, si perde il gusto del piacere e quindi mi chiedo che senso ha? Ho uno spirito d’adattamento che va ben oltre la media, questo però è un limite che non mi interessa superare!

Generalmente ogni agenzia ha un lodge di proprietà che sorge lungo il rio delle Amazzoni, o uno dei suoi affluenti, e propongono pressoché tutte lo stesso tipo di tour con prezzi che variano in funzione del servizio offerto. Più il tour è lungo, più le attività si dilatano e più aumentano le possibilità di connettersi con la selva in maniera intima e personale anche se poi, sai come la penso, per conoscerla realmente bisognerebbe viverla da dentro come ha fatto Manuel, il mio amico di Iquitos, che ha lavorato ben ventisette mesi dentro l’Amazzonia e le ha dedicato queste parole (tratte dalla poesia Verde chiaro):
E nel momento in cui ti ho vista respirare più forte di me, hai cambiato la mia vita.
Mi piace sentirmi quasi perfetto, però potendo parlare e sentire quanto non sono necessario per te,
Verde chiaro!
Mio colore preferito, che però mi ami così tanto.
Amiamoci sempre di più, insegnami a respirare la vita sempre di più.
Mana PostCultura
Perché la selva è viva, in costante movimento, ed è bello concedersi il tempo di fermarsi ad ascoltare le sue parole e riflettere su come stiamo distruggendo, giorno dopo giorno, uno dei beni più preziosi che abbiamo: il nostro pianeta. Lo sappiamo bene, ma continuiamo a farlo, e credo proprio che la Madre Terra ci stia presentando il conto!
Come dicevo prima di perdermi per la tangente, i vari tour sono molto simili per quel riguarda le attività che si svolgono nelle vicinanze del lodge: dalla visita a una (o più) comunità indigena, alla sosta presso i centros de rescate (dove trovano protezione animali che un tempo vivevano in cattività), dalla pesca dei piranha (che per la cronaca attaccano solo in presenza di sangue e sono ben più piccini di quanto li si immagina), all’avvistamento di delfini rosa e grigi, dalle passeggiate e i giri in canoa in mezzo alla selva (di giorno e/o di notte), alla degustazione di prodotti tipici come il Siete Raices, un distillato afrodisiaco a base di sette diverse piante dell’Amazzonia. Il tutto, chiaramente, intervallato da momenti di relax, nelle ore più calde della giornata.

Ora, sai che non amo prendere in giro nessuno e preferisco dire le cose come stanno. Più si resta vicini a Iquitos, più l’incontro con gli indigeni perde di autenticità, ma questo accade un po’ ovunque d’altronde, basta pensare ai popoli dell’Omo River, in Etiopia, o ai Pays Dogon della falesia di Badiangara, in Mali. Quelli più prossimi ai centri abitati si abituano alla presenza dei turisti e si allontanano dallo stile di vita tradizionale. L’idea dell’indio con indosso il gonnellino di paglia, per dirne una, si scontra con la civiltà che l’evangelizzazione ha portato fin la e oggi buona parte di loro veste all’occidentale e indossa l’abito tradizionale solo in occasioni particolari (o quando arrivano visitatori che portano soldi). Ciò non significa, mi ha garantito la guida, che abbiano rinunciato alla loro essenza e più ci si addentra nella foresta, più è facile incontrare comunità che vivono ancora allo stato primitivo.
Dopo questo lungo preambolo, è lecito chiedersi di cosa sto parlando e dove sta la bellezza in tutto ciò. Beh, per quanto mi riguarda, la bellezza sta nel vivere un’esperienza singolare a stretto contatto, seppur in forma protetta, con la Pacha Mama nella sua espressione più rigogliosa. Perché fatta eccezione per l’incontro con le comunità indigene, tutto quel che si vive durante il tour è assolutamente autentico: gli animali sono reali, le piante sono reali e anche il legame e il rispetto che loro, i locali, hanno verso la selva è reale.

Ecco perché ritengo che un tour di più giorni, come quello che ho fatto io all’Avatar Amazon Lodge, sia un’esperienza assolutamente straordinaria, da vivere almeno una volta nella vita. Sono cari, questo è vero, ma il piacere che ne deriva è tale da giustificare il costo elevato e credimi, è una ricchezza che resta. Mi basta chiudere gli occhi per rievocare e sentire l’energia dell’Amazzonia scorrermi lungo le vene e arrivare al cuore, toccando le corde dell’animo.
Nel caso specifico dell’Avatar Amazon Lodge, l’esperienza intima si carica di adrenalina grazie alla presenza del canopy con due ponti sospesi, quattro zipline, una rete e un salto alla Tarzan nel bel mezzo dell’Amazzonia, alla Indiana Jones. Non so come la vedi tu, per me è tanta roba! Avevo già fatto canopy in un paio di occasioni, ma sorvolare la selva (pur con il timore di stamparmi contro la cima di qualche ramo) è tutto un altro film ed è stato il valore aggiunto a un qualcosa già di per sé sublime.

L’Avatar Amazon Lodge, di proprietà di una coppia di venezuelani che come tanti hanno dovuto lasciare la loro splendida terra, dispone di nove abitazioni semplici ma confortevoli, una sala comune dove vengono serviti i pasti a buffet (di buona qualità) e una piccola piscina che al ritorno dalle attività, si rivela essere una manna dal cielo. Da qualunque prospettiva lo vedi poco cambia… il lusso sta nell’essere lì!
Dulcis in fundo, all’Avatar Amazon Lodge organizzano – su richiesta degli interessati – cerimonie di ayahusca che sono diventate quasi una moda, ma che con un buono sciamano possono rivelarsi illuminanti. La mia prima volta, che ho narrato nel racconto Il viaggio con lo sciamano, è stata un’esperienza tra l’onirico e il reale e mi ha dato davvero tantissimo!

La Globetrotter
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Il viaggio con lo scimano? Una perla di rara bellezza, non so quante volte l’ho letto, anzi sai coma faccio lo vado a rileggere solo così faccio salire l’adrenalina che latita di questi tempi. Straordinariamente brava ed è poco
Ti ci devo portare prima o poi… ti farebbe bene, con un buono sciamano ovviamente!
Brava mujer, es verdaderamente una experiencia única!!!
Hombre gracias, pero tu por donde andas! Sigues en Espana? Yo me estoy yendo a Toscana, ojala…
molto interessante non ricordavo la parte in cui ti riferivi al tuo amico di Iquitos, spero di poter andare in Perù quando non ci saranno più problemi per spostarsi, ciao
Te lo auguro di cuore! Un abbraccio
Y cuando te vas a Toscana?? ?
Sono d’accordo con te, quando si va nella selva amazzonica, meglio scegliere soluzioni confortevoli.
Come sempre, invogli a partire
Eh si, son felice che concordi con me! Non è che si cerca il lusso ma ci sono posti in cui, vuoi o non vuoi, è meglio proteggersi!
Grazie Conny, ora più che mai…
Bellissimo ed emozionante resoconto. La voglia di andarci è fortissima, ma cozza contro l’attuale situazione dei viaggi. Ma chissà, prima o poi…
Grazie per avermi aperto gli occhi su questa parte di mondo.
Vero? La voglia di partire è più forte che mai, bisogna avere ancora un po’ di pazienza…