Cambiare vita! Chi di noi non l’ha mai pensato? Un dilemma, credo, che ha sfiorato più o meno tutti almeno una volta nella nostra esistenza. Questa è l’idea che mi sono fatta leggendo post e commenti sui gruppi facebook per viaggiatori. Pensavo di essere un bicho raro e invece scopro di essere in buona compagnia. Eh sì, perché chi non vorrebbe più tempo a disposizione per coronare i suoi sogni? Chi è contento di farsi un mazzo quadrato undici mesi l’anno per poi ricompensarsi con un bel viaggio che dura, a dir tanto, un solo mese? Io no di certo! E visto che in qualche modo io la mia vita l’ho cambiata, ho pensato di scrivere qualche considerazione sull’argomento.

Spesso e volentieri qualcuno mi scrive complimentandosi per la mia scelta, quella – per intenderci – di aver rinunciato a una fetta del mio stipendio per viaggiare. In realtà non ho preso questa decisione per viaggiare ma per essere libera. Che poi la mia libertà si traduca nel peregrinare senza troppi limiti è la diretta conseguenza di ciò che sono e che voglio essere… una Globetrotter part-time!

La Globetrotter milanese prima di cambiare vita

Cambiare vita: scelta coraggiosa o questione di sopravvivenza?

C’è chi ritiene che sia stata una scelta coraggiosa e chi invece pensa che abbia la pianta degli euro che mi cresce sul balcone di casa. Né una cosa né l’altra, ve lo garantisco. Ho scelto di cambiare vita per una questione di sopravvivenza, ridimensionandomi per poter viaggiare più a lungo. Perché è vero che per viaggiare ci vogliono soldi ma non così tanti come si pensa. Cambiare vita mi ha spinta a cambiare la mia forma di viaggiare al punto che, a parità di tempo, ora spendo esattamente la metà di quel che spendevo prima.

Al tempio dei pitoni di Ouidah in Benin

Non ho la pianta degli euro sul balcone di casa e nemmeno guadagno duemila euro al mese per potermi permettere dei mega viaggi. A onor del vero, pur con il recente e congruo aumento e l’ausilio degli ottanta euro di Renzi, non sfioro nemmeno i millecinquecento euro. Insomma, quel che voglio dire è che come la maggior parte delle persone normali ho uno stipendio medio – che però è moltiplicato per nove mesi anziché per dodici – e un maledetto mutuo da pagare. Con l’aggravante che vivo a Milano, una delle città più care d’Italia.

Ma per viaggiare a lungo servono davvero tanti soldi?

Per questo quando mi sento dire che per viaggiare ci vogliono soldi mi viene un po’ da ridere. Tutto è relativo ragazzi, dipende da quel che cerchiamo. Io cerco di vivere il viaggio non come un viaggio o una vacanza ma come uno stile di vita per cui, quando parto, mantengo le mie abitudini. A Milano non vado a mangiare fuori tutte le sere e non solo per una questione economica ma anche perché mi piace cucinare, così come non vado dal parrucchiere tutte le settimane a rifarmi la piega! Perché allora quando sono in viaggio dovrebbe essere diverso?

E poi, come si suol dire, la povertà aguzza l’ingegno, come quando sono riuscita a farmi portare in barca a vela da Panama alla Colombia, passando per San Blas, offrendo in cambio un aiuto in cambusa!

In barca a vela ai Caraibi

Scusate, mi sono persa via! Scrivo sotto il flusso di coscienza che vaga come un cane sciolto! Torniamo a noi e alla scelta di cambiare vita. Personalmente ritengo che quando arriva il momento, se arriva, nessuno si tira indietro. Sognavo di chiedere il part-time da anni ma non mi azzardavo per paura di fare un passo falso e ritrovarmi con il culo per terra. Così mi crogiolavo nella mia frustrazione, paralizzata davanti a una porta socchiusa che mi invitava a entrare senza bisogno di dover bussare.

Cambiare vita per una passione

Ora, non mi vergogno a dirlo, la decisione di cambiare vita è scaturita da una passione. Una grande passione che nel 2012 mi ha spinta a fare la pendolare tra l’Italia e il Sud America. Quattro volte in un anno! Un anno in cui ho venduto di tutto e di più, ho subaffittato casa a una sconosciuta condividendo con lei 25 metri quadrati per ben quattro mesi e mi sono trovata un secondo lavoro. Nove ore in ufficio di giorno e sette in un pub di sera. Poi è finita ma io ero ormai pronta a fare il grande passo consapevole che, in un modo o nell’altro, me la sarei cavata. Forse non era il grande amore – o forse si – ma indubbiamente è stata la persona che, inconsapevolmente, mi ha messa di fronte a me stessa e mi ha spinta a reagire. Ed è così che ho iniziato la mia nuova vita di Globetrotter part-time.

Cosa voglio dire con tutto ciò? Che quando arriva il momento di cambiare vita, che sia in maniera soft o drastica poco importa, non esistono freni, non esistono paure, non esiste più nulla se non il bisogno di farlo. Perché si è giunti al punto di non ritorno e non farlo equivale a morire dentro, lentamente e inesorabilmente.

È già da qualche anno che vivo così. I mesi invernali in paesi lontani e i restanti nove con base a Milano. Ogni volta che torno, lo confesso, vado in crisi. La quotidianità mi terrorizza e sento l’impulso di mollare gli ormeggi per cercarmi la vita day by day. Ma è solo un momento. Anche perché poi, lo so, quella vita diventerebbe la mia quotidianità e non avrei più via di scampo. Alla lunga la vita del nomade diventa una prigione alla stregua di qualsiasi altra forma di vita. L’ho capito grazie all’incontro con due persone che quasi dieci anni orsono hanno fatto il fatidico passo. Due nomadi o viaggiatori, come dir si voglia, anagraficamente e geograficamente lontani ma accomunati dalla medesima inquietudine. Il desiderio, dopo anni di vita alla deriva, di fermarsi da qualche parte in cerca di stabilità e, al contempo, l’incapacità di farlo. “Come per te è difficile mollare tutto e cambiare vita lo è anche per me che apparentemente non ho nulla da perdere” – mi ha confessato uno dei due con le lacrime agli occhi aprendomi i meandri della sua solitudine. “Non saprei da dove cominciare, questa è l’unica vita che conosco ormai…”

Su un cargo in Amazzonia, tra Tarapoto e Iquitos
Su un cargo in Amazzonia, tra Tarapoto e Iquitos

Parole che mi hanno dato molto da riflettere. Perché la scelta di cambiare vita ha sempre i suoi pro e i suoi contro e pure io, che in qualche modo la mia vita l’ho cambiata anche se non radicalmente, inizio ad accusare il colpo.

E oggi, a distanza di anni, facciamo un bilancio?

Insomma, trascorro sei mesi l’anno nel mio mondo ideale – il mese pre-partenza e quello post vivo nel limbo – e poi bruscamente precipito sul pianeta terra con cumuli di fatture da pagare, controlli medici da effettuare, cartellini da timbrare e scadenze da rispettare. Torno ai miei diciotto lavoretti che mi consentono di arrotondare, alle mie fughe del fine settimana per visitare amici lontani ed esplorare luoghi vicini, alle uscite serali per mantenere vivi gli affetti.

Alla fine mi sembra di aver perso quasi tutti i miei punti di riferimento e mi sento un pesce fuor d’acqua sia qui che altrove anche se, paradossalmente, sto bene in ogni dove.

A questo aggiungerei la difficoltà di incontrare una persona che capisca e accetti il mio stile di vita e che, perché no, mi segua in quest’avventura. Non è affatto facile visto che non si tratta di una tantum ma di un modo di vivere. Faccio ciò che amo e ne sono felice ma c’è comunque un prezzo da pagare. Anche perché, nonostante il mio delirio esistenziale, di tornare indietro non se ne parla. Almeno per ora…

Tra i pro, che ovviamente sono tanti, c’è quello di aver imparato a godere del tempo senza più doverlo rincorrere. Questo cambio di rotta mi ha insegnato a vivere il momento per quello che è senza lasciarmi divorare dall’ansia di essere altrove. Eh sì, un tempo ero così. Non ero ancora rientrata da un viaggio che già pensavo a quello successivo. Se non avevo un biglietto in mano non stavo bene, mi sembrava che la mia vita avesse senso solo quando ero via e odiavo Milano perché la percepivo come la città della morte, quella interiore. Ora, invece, la vivo diversamente. Il prossimo viaggio è lì che mi attende… non so dove e non so quando ma so che arriverà. Non sono più io a scegliere lui ma è lui a scegliere me e so che difficilmente mi deluderà. Non ultimo, l’essermi trasformata in una Globetrotter part-time mi ha cambiato la prospettivo al punto che oggi riesco a sentirmi in viaggio anche quando sono a Milano. Incredibile!

In tutto questo, un paio di mesi fa (anche se ormai sono diventati anni) mio padre – che non capisce come si possa essere felici vivendo così – mi ha dipinta come un’insoddisfatta che per nascondere la sua frustrazione indossa una maschera con il sorriso stampato… uno che ha capito tutto della vita! Sarò pure un’insoddisfatta frustrata con una maschera dal sorriso stampato al posto della faccia ma da quando ho cambiato stile di vita, nonostante ci siano momenti in cui mi sento alla deriva, il tempo me la godo tutto, fino in fondo! E vi assicuro che è decisamente più stimolante viaggiare con il tempo che con i soldi.

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Cambiare vita… La Globetrotter on the road

Tra i pro e i contro, chi pensate che vinca?

La Globetrotter

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34 pensieri su “Cambiare vita! Una scelta difficile?

  1. katy Cobelli dice:

    Grande Diana!
    Tu sei incredibile e anche se io mai avrei avuto il coraggio di fare delle scelte così radicali come le tue, ti ammiro tanto perchè so quanta fatica e sbattimento ti costano.
    Inseguire i propri sogni e fare di tutto realizzarli non è mai una cosa facile, a volte le difficoltà sembrano insormontabili , e qui viene fuori veramente chi sei : nella perseveranza e nella forza d’animo e soprattutto … con un grande cuore che “butti sempre oltre l’ostacolo”
    un abbraccio Katy

    • Diana dice:

      Grazie Katy, che piacere leggere un tuo commento e che piacere leggere le tue bellissime parole! Già, tu sai bene i sacrifici e le rinunce che mi costa la mia scelta ma non mi pesano affatto, sono diventata sicuramente una persona migliore negli ultimi anni e questo mi rende estremamente felice! Un abbraccio anche a te e buona domenica…

  2. Antonella dice:

    Ciao Diana,
    Eccolo qui il post di cui mi parlavi, bello e profondo.
    Dire che ti ammiro e forse superfluo, ma è la verità. Il pensiero di cambiare vita lo sto meditando da un po pure io, come sai, e forse il momento giusto non è ancora arrivato. O meglio ci sono quasi, ma le paure sono tante. Il tuo post mi ha fatto rivivere tante delle mie incertezze, devo solo fare mente locale e poi spiccare il volo.
    Un abbraccio
    Antonella

    • Diana dice:

      Cara Antonella, la paura è normale… paura del vuoto e dell’incerto anche perché fin da piccoli ci inculcano nella testa che la stabilità è la cosa più importante! Una volta che hai il lavoro fisso e una casa sei a posto! Ma non è così per tutti… quel che mi sento di dirti è che probabilmente ci arriverai, prima o poi! E sarà quando meno te lo aspetti, di questo ne sono sicura… e ricordati una cosa, non è mai tardi per realizzare i propri sogni anche se, ovviamente, più si va avanti con l’età più diventa difficile spiccare il volo! Un abbraccione
      Diana

  3. Norma Gadina dice:

    Ciao Diana, grazie per avermi regalato un po’ del tuo IO… Difficile trovare persone che si aprano, nel negativo e nel positivo, con tanta sincerità.
    Posso dirti di me:
    A 33 anni ho cambiato abitudini, ho capito quello che mi dava serenità.
    Ho avuto la grandissima fortuna di una pensione a 40 anni e da allora il mio tempo è solo “mio” e lo dedico al mio piccolo mondo fatto dei gatti (raccolti randagi), del giardino, dello smontare e rimontare i mobili di casa (mi diverto da morire!) e a studiare viaggi che poi concretizzo.
    Se la salute regge IO sono appagata.
    Tanti x il tuo futuro,
    Norma.

    • Diana dice:

      Carissima Norma! Grazie a te… è vero, è difficilissimo trovare persone che si aprono veramente! Io ci provo sempre, sono fatta così, e mi piace quando qualcuno sente di volerlo fare con me!
      Ho aperto questo blog non solo per raccontare i miei viaggi, probabilmente punto troppo in alto ma mi piacerebbe ospitare i pensieri e le emozioni di chi mi legge! Per questo ti ringrazio immensamente e che dire… hai avuto veramente una grandissima fortuna ma sono fermamente convinta che le cose belle capitano alle belle persone! E alla faccia di chi pensa che senza lavoro ci si annoia, mi sembra che tu abbia il tuo bel daffare!
      Un abbraccione e grazie ancora!

  4. Futura dice:

    “E’ più stimolante viaggiare con il tempo che con i soldi”…… La Globetrotter for President!!!

    Ti stimo, tantissimo, e lo sai. Non mi stancherò mai di ripeterlo che sei il chiaro e bellissimo esempio di come sia un vero viaggiatore…

    Grazie Diana, un abbraccio fortissimo!

    • Diana dice:

      Grazie mille Futura! Non so se sono una vera viaggiatrice, come dici tu, ma sono sicuramente ciò che voglio essere! Un grande abbraccio

  5. Fabrizia dice:

    Leggere le tue riflessioni é toccante,chi non vorrebbe vivere queste emozioni?ci vuole coraggio perché per me ad esempio non è facile staccarmi dagli affetti avendo genitori che hanno bisogno di presenza,ti auguro di realizzare ciò che tu vai cercando,i tuoi racconti mi fanno bene,sono proprio vissuti,continua a farmi emozionare,ti ringrazio e ti auguro tanta strada!!!!!!❤

    • Diana dice:

      Carissima Fabrizia, grazie mille per le tue parole! Nulla nella vita è facile, non lo è stato nemmeno per me in realtà e a volte non lo è nemmeno ora, però credo che ognuno di noi abbia la sua strada da seguire! Quando avevo 16 anni la mia insegnante di pianoforte mi ha fatto il piano astrale, ti parlo di tempi in cui non c’era ancora internet, e una delle due cose che mi sono rimaste impresse è che la mia vita sarebbe stata il viaggio! Lì per lì non ci feci caso più di tanto, sapevo a malapena come mi chiamavo, ma poi ho capito che era così, che era scritto nelle stelle… probabilmente non è la tua strada, probabilmente i tuoi affetti sono ciò di cui hai bisogno per stare bene ed essere felice! Io, per quel che posso, continuerò a raccontare sperando di riuscire sempre a suscitare emozioni positive! Un forte abbraccio e grazie ancora…

    • Diana dice:

      Grazie ragazza! E ti dirò di più… mio padre, quello che mi ritiene un’insoddisfatta frustrata, non mi ha parlato per ben tre anni! Ora ci siamo in qualche modo riappacificati ma viste le sue ultime insinuazioni… credo che non l’accetterà mai, o non mi accetterà mai! Pace e amen… Un abbraccione

  6. Norma Gadina dice:

    Un ultima riflessione:
    I padri fanno molta fatica ad accettare le figlie che non rispondono al loro ideale di femmina… Non so quelli di oggi… ma il mio, nato nel 1905 e perso nel 1983, è stato un vero problema per me. Ci siamo amati alla follia fino ai miei 13 anni e poi “il dramma” che mai si è risolto, e che quando lui è volato in cielo mi ha lasciata più “leggera” di quel peso che ancora un po’ sento ogni volta che devo scegliere!!!

    • Diana dice:

      Concordo in pieno Norma, mio padre è nato nel 1951 quindi anagraficamente non è poi così lontano da me eppure… non mi capisce! Per anni ho vissuto la sua disapprovazione come una condanna, paradossalmente quando ho deciso di seguire la mia strada… mi sono liberata anche di quel peso! Non posso certo cambiare la sua testa ma nemmeno intendo cambiare la mia!

  7. Diletta - Sempre in Partenza dice:

    Ti ammiro tanto Diana, per me sei una vera ispirazione! Ho pensato spesso alla vita “da nomade”, ma proprio come ti hanno detto quei ragazzi con cui hai parlato, temo che alla fine mi stuferei anche di quella… senza mai un punto di riferimento… a me piace anche la mia quotidianità, stare con i miei amici, le mie compagne di squadra, andare al cinema o mangiare una pizza sul divano. Però allo stesso tempo ho bisogno di sentirmi libera, come dici tu, di sapere che la vita non è solo andare a lavoro tutto l’anno per poi farsi una settimana a ferragosto, e poi via, riniziare tutto da capo… ho bisogno di sapere che c’è di più, di avere tempo per me stessa e per ciò che amo fare.
    E tu per me incarni tutto questo. Ancora non ho trovato la strada “definitiva” per me lavorativamente parlando, ma sono sicura che prima o poi seguirò il tuo esempio.

    Un bacione.

    • Diana dice:

      Grazie mille Diletta! Sono sicura che ce la farai… secondo me la cosa più importante, quando si sente questa “inquietudine”, è continuare a cercare senza fermarsi, accontentarsi, assopirsi… credo tu capisca cosa voglia dire! Molti pensano che questi “colpi di testa” si fanno da giovani! Non sono d’accordo… da giovane (non so quanti anni tu abbia, il mio è un discorso generale) forse è proprio un colpo di testa, con l’età uno impara a conoscersi meglio, a capire cos’è bene per lui e ad assecondarlo! C’è un po’ di consapevolezza in più, sicuramente… Non sono nessuno per dare consigli, credo che il miglior consiglio venga da noi stessi, l’unica cosa che però mi sento di dirti è di non perdere mai la speranza, non smettere mai di cercare, non rassegnarti… perché la vita va vissuta sempre intensamente, che sia a venti, cinquanta o settant’anni! Essere felici è un diritto ma anche un dovere! Verso noi stessi… io, almeno, la vedo così! Un abbraccione

  8. Cristina dice:

    Che dire dopo questo tuo “sfogo” ? Solo che ti ammiro tanto per il coraggio delle tue scelte e per la determinazione con cui le vivi. Hai fatto questo grande passo ancora giovane, così che puoi sfruttare al meglio quelli che, dopotutto, sono per una persona gli anni migliori. Io e mio marito eravamo albergatori, pertanto abbiamo vissuto lavorando sempre a tempo pieno, compresi sabati, domeniche e tutte le feste comandate; non avevamo tempo per viaggiare. Quando mio marito é andato in pensione, abbiamo deciso di comune accordo che io avrei smesso di lavorare , pur senza pensione (troppo giovane, solo 32 anni di contributi). Così siamo passati da due stipendi a una pensione, ma per noi era importante essere”padroni” del nostro tempo e della nostra vita. Abbiamo rinunciato a tante cose per privilegiare la nostra grande passione e così abbiamo cominciato a viaggiare e non ci siamo più fermati. Invece di rimpiangere il tempo perso in passato , guardiamo avanti progettando nuove mete e godendo in pieno del tempo pre e post-viaggio. “La vita é un viaggio, viaggiare é vivere due volte” (cit.). Un abbraccio

    • Diana dice:

      Cara Cristina, non è mai tardi per cominciare non trovi? Ti racconto un aneddoto… tempo fa ero in Tunisia e una signora che stava nel mio hotel dava i numeri perché l’albergo non rispondeva ai suoi standard, ha fatto il diavolo a quattro, io la guardavo basita (per me l’hotel era strafigo) e m chiedevo… ma uno viaggia per conoscere o per alloggiare in un posto figo? Perché ti dico questo? Perché tu meglio di molti altri capisci cosa vuol dire vivere con un budjet ridotto e trovare comunque i mezzi per fare ciò che si ama, perchè non è importante il quanto ma il come! Un giorno mio padre mi chiese come faccio a viaggiare così, m diede della morta di fame e io semplicemente gli risposi che se avessi avuto più soldi non avrei cambiato la mia forma di viaggiare ma avrei aumentato il tempo… e alla fine è ciò che ho fatto! L’importante, sempre, è essere felici… un abbraccio e grazie mille!

    • Diana dice:

      Carissima Sicania, che gran piacere leggere le tue parole! S, ti confesso che in tutto il mio delirio non ho mai pensato, nemmeno un istante, nemmeno nei momenti di difficoltà, “chi me l’ha fatto fare!”… poi ognuno ha la sua strada da seguire, io mi sento fortunata ad aver trovato la mia! Un grandissimo abbraccio e buona notte…

  9. Rocco dice:

    Credo che tu sia una persona molto coraggiosa, mi piace la sincerità che hai avuto nel descrivere le tue scelte, analizzando i pro e i contro di tutto ciò. Hai fatto una scelta per la tua felicità, e credo che i contro siano il prezzo da pagare per una vita più intensa e stimolante.

    • Diana dice:

      Si Rocco, la penso come te1 Non mi guardo mai indietro, nemmeno nei momenti di difficoltà… ma vedo solo la strada davanti a me! Grazie mille, davvero… un abbraccio e buona notte

  10. Partyepartenze dice:

    Se sei felice cosa ti importa? Goditi ciò che cerchi e che vivi con grande entusiasmo. Per il posto di lavoro tra la nebbia di Milano, la carriera, le otto ore e ferie pagate, hai tutto il resto della vita, sempre che tu decida di farlo. Ho amici che alla fine non sono più tornati e quando li rivedo non mi sembrano sognatori insoddisfatti. Forse lo sono più io che appena posso viaggio e riesco a farlo anche dal mio divano.

    • Diana dice:

      Esattamente Paola! Io di quel che pensano gli altri di me, detto tra noi, me ne frego abbastanza… nel senso che mi può anche dispiacere se qualcuno non mi stima ma mangio e dormo ugualmente! Quello che conta è riuscire a fare ciò che amo perchè, tra me e te, oggi ci sono e domani… bohhhhh? Comunque, dal mio punto di vista, il viaggio inizia dalla mente… se non c’è quello, puoi andare in capo al mondo e non cambia nulla, se c’è quello, beh… ovunque tu sia trovi ciò che ti fa stare bene, anche sul divano di casa tua (che poi quando sono a Milano non è che io non viaggi con la testa!)… un abbraccio grande

  11. Claudio dice:

    Ciao, è tra tutte le storie di cambiamenti forse quella più con i piedi per terra. ..Da quanto ho capito lavori otto nove mesi e il resto viaggi! Io da anni lavoro otto mesi e quattro li ho per me ma sento il bisogno di staccarmi definitivamente. A volte il fatto di dover rientrare al lavoro (ospedale )non mi consente di avere una prospettiva vera di cambiamento. In bocca al lupo e buon proseguimento. Claudio

    • Diana dice:

      Grazie Claudio, in bocca al lupo anche a te! Io non so cosa sarà di me domani, magari un giorno questo equilibrio non sarà più sufficiente e allora affronterò il problema. se senti il bisogno di staccare definitivamente, prima o poi lo farai, di questo ne sono certa!
      Un abbraccio
      Diana

  12. Claudio dice:

    Grazie dell’incoraggiamento è veramente gradito specie quando a circondarti sono solo persone interessate alle cose materiali…una cosa su tuo padre: spesso vorremmo una comprensione che ci deriva forse dagli inevitabili affetti che proviamo per i genitori o familiari ma ahime ho capito dopo tempo che i familiari spesso sono come degli estranei riguardo alle nostre aspirazioni e bisogna farsene una ragione,ognuno con rispetto per la sua strada….ciao Claudio.

    • Diana dice:

      Guarda Claudio, sfondi una porta aperta… la ricchezza, quella vera, è tutta interiore, almeno dal mio punto di vista! Sono più povera di quando lavoravo a tempo pieno ma sono più libera e felice e questo non ha prezzo! Su mio padre… beh, lo so! Ho defraudato le sue aspettative ma non ho defraudato le mie e poi, proprio ieri, ho ricevuto un suo commento sul blog! Stai a vedere che in fondo in fondo è anche un mio fan!!! Fammi sapere se e quando fai il salto, ci tengo! Un abbraccio

  13. Alfonso dice:

    Anche la pietra più dura ha un cuore,anche un padre deluso a suo modo ama la propria figlia,anche attaccandola sempre,anche non condividendo le scelte anche se poco presente,anche un padre autoritario a suo modo ama sua figlia,io sono sicuro che tuo padre è il tuo primo fan ma non vuole darlo a vedere e poi anche se non avresti fatto le tue scelta ci avresti litigato ugualmente e tutti i santi giorni.Sulle tue scelte non commento ci conosciamo benissimo,un abbraccio interminabileeeeee

    • Diana dice:

      Si sono d’accordo e lo so bene anche se a volte non è facile da accettare… ma hai ragione, se anche non avessi fatto questa scelta le cose non sarebbero poi così diversi per cui, semplicemente, vivo come mi pare!

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