Qualche anno fa, nel corso di una puntata sul lago Trasimeno, ho avuto modo di visitare Anghiari, uno dei borghi più belli d’Italia (riconosciuto anche Bandiera arancione dal Touring Club Italiano) noto per essere stato il teatro di una battaglia (1440) che coinvolse fiorentini e milanesi e fu poi dipinta dal grande talento del Rinascimento, Leonardo da Vinci. Ed ecco che, con i limiti imposti dal decorso del tempo che inesorabile si è portato via i ricordi più vividi (ma non le sensazioni che ha generato in me), ho deciso di raccontarti qualcosa sul borgo di Anghiari, sperando di accendere la miccia e darti uno spunto in più per l’estate.

LEGGI ==> Il cantico della natura: una finestra sul lago Trasimeno

alt="Vista di Anghiari dal basso"
Vista di Anghiari dal basso

Il borgo di Anghiari e la famosa battaglia

Ad Anghiari storia e arte sono intimamente connesse l’una all’altra e trovano il loro trait-d’union ne La battaglia di Anghiari, opera incaricata a Leonardo da Vinci dalla Repubblica Fiorentina per affrescare il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a Firenze. La battaglia, combattuta e conclusasi il 29 giugno 1440 con la vittoria delle truppe fiorentine alleate con il papa sull’esercito milanese, aveva portato non solo soldi ma anche lustro e prestigio alla Repubblica che volle immortalare l’impresa in un’opera d’arte.

Ma prima di arrivare alla battaglia, è il caso di contestualizzare il borgo di Anghiari.

Situato nel sud della Toscana, in provincia di Arezzo, ma a soli cinque chilometri dal confine regionale con l’Umbria, Anghiari raggiunse la massima importanza in epoca medievale grazie alla sua posizione strategica alle porte della Val Tiberina. All’epoca la valle era molto ambita sia dai milanesi che dai fiorentini per la ricchezza e la fertilità della terra, e perché importante crocevia di comunicazione tra nord e sud. Fatto sta che i milanesi, decisi ad accaparrarsela, prepararono ogni mossa nel dettaglio per attaccare i fiorentini e si accamparono a Sansepolcro (altro splendido borgo che ti consiglio di visitare), mentre quello fiorentino era di guardia sotto le mura di Anghiari.

alt="Scorcio del borgo di Anghiari"
Scorcio del borgo di Anghiari

Il 29 giugno, giorno della battaglia, è la festa di San Pietro e Paolo e secondo la tradizione non si sarebbe dovuto combattere, ma Niccolò Piccininno, capitano delle truppe milanesi, decise di sfruttare la circostanza per cogliere i fiorentini di sorpresa. Peccato per lui che l’effetto sorpresa non ci fu perché Anghiari si trova in altura, il che permise ai fiorentini di avvistare i nemici in arrivo, scendere a valle e partire a loro volta all’offensiva. La battaglia di Anghiari si concluse con l’accerchiamento dei milanesi da parte della lega fiorentina che togliendogli ogni via di fuga, costrinsero gli avversari alla resa. E così l’esercito sconfitto dovette abbandonare il campo e ripartire alla volta di Milano.

A questo punto subentra il nostro Leonardo da Vinci che nel 1503 fu incaricato dal gonfaloniere a vita di Firenze Pier Soderini di rendere onore alla battaglia con il suo lavoro. Leonardo decise di realizzare l’opera con una tecnica sperimentale ricavata da Plinio, l’encausto (olio su pittura), anziché con quella tradizionale dell’affresco: questo perché l’encausto ha tempi di asciugatura dilatati e ciò avrebbe concesso più tempo a Leonardo per elaborare le sue figure. Peccato che furono proprio i lunghi tempi di asciugatura a far colare il colore decretando il fallimento dell’opera, mai portata a termine.

La battaglia di Anghiari rimase a lungo abbandonata a se stessa, fino a quando il duca Cosimo I De Medici, intorno alla metà del XVI secolo, decise di riqualificare l’ambiente e incaricò Giorgio Vasari di fare della sala l’emblema dei successi legati alla sua casata. Tra il 1555 e il 1572 il Vasari operò importanti modifiche dello spazio e ridecorò le pareti, coprendo l’opera di Leonardo con la sua, La battaglia di Morciano.

alt="Scorcio di Anghiari"
Scorcio di Anghiari

Ma quindi La battaglia di Anghiari che fine ha fatto?

La battaglia di Anghiari e lì dove l’abbiamo lasciata qualche paragrafo fa, nel Salone del Cinquecento di Palazzo Vecchio, nascosta dietro l’opera di Vasari che riconoscendo la maestria di Leonardo, decise di tutelare l’opera costruendo un’intercapedine tra le due “battaglie”. Pare addirittura che il Vasari abbia nascosto nella sua opera una sorta di messaggio segreto per guidare la riscoperta dell’opera leonardesca. Questo si che significa essere artisti, altro che spirito di competizione!

Ma la storia non finisce qui perché Anghiari sancisce un altro legame, quello tra arte e letteratura. Il dipinto è una cronaca visiva della battaglia in cui ogni figura ha la sua giustificazione storica e riproduzioni dell’opera di Leonardo lasciano supporre che la battaglia di Anghiari sia stata sanguinosa e feroce, con tanto di morti e feriti, in contrasto con la testimonianza fornita dal Machiavelli secondo cui fu solo un uomo a morire, perché caduto da cavallo e ucciso dagli zoccoli dell’animale imbizzarrito. Come si spiega questo fatto?

Partiamo dicendo che i fiorentini volevano esaltare la vittoria sugli avversari e presumibilmente chiesero a Leonardo di enfatizzare la battaglia, rendendola più cruenta del dovuto.

Diciamo poi che all’epoca i combattenti erano mercenari che lo facevano per denaro e non erano ben visti dal Macchiavelli perché privi delle virtù civiche che avevano portato alla creazione della milizia fiorentina per cui descrivere la battaglia di Anghiari con un solo caduto potrebbe essere stato un modo per vendicarsi con la penna contro i soldati di professione. Se così fosse, le parole del Machiavelli sarebbero inattendibili perché contaminate dal fervore dei suoi ideali politici, non ti pare?

Non intendo perdermi tra i meandri di storia e arte, non sono specialista in nessuna delle due materie e finirei dicendo qualche castroneria, ma trovo dannatamente stimolante approfondire le interconnessioni culturali e da profana che ritiene la conoscenza come la più grande fonte di ricchezza, mi piace stuzzicare la mia curiosità, ancor prima della tua.

QUI trovi le informazioni per la visita del borgo di Anghiari

alt="Anghiari"
Anghiari

La Globetrotter

E a te piace andare a caccia di borghi intrisi di storia e mistero? Suggeriscimi qualcosa per la prossima volta. Ti aspetto nei commenti

Clicca QUI se vuoi scoprire altri borghi da visitare in Italia (e non solo in Italia)

Hai trovato questo post piacevole e interessante? Lasciami un commento e condividilo sui social!

Iscriviti alla Newsletter per non perderti le novità settimanali sul blog. Nuovi itinerari, racconti di viaggio, consigli pratici, approfondimenti culturali, partenze di gruppo e tanto altro!

 

8 pensieri su “Il borgo di Anghiari tra arte, storia e letteratura

  1. Anna (polianna) dice:

    te ne suggerisco alcuni Brisighella prov Ravenna con l’antica Via Degli Asini ; Bertinoro prov Forli-Cesena; Sirolo prov Ancona; Numana vicino a Sirolo dove tra l’altro c’è un posto dove si mangia molto bene il pesce che si chiama Ristorante la Conchiglia Numana
    ciao buona giornata Anna

  2. Alfonso Esposito dice:

    Sempre delizioso perdersi nelle tue “Castronerie” Sai ad un tiro di schioppo da te c’è un borgo medioevale interessante quello di Acaya ci arrivi tranquillamente in bus. Un bacio Globbbbbbbb

    • Diana Facile dice:

      Grazie, ad Acaya ci sono stata una sera per uno spettacolo teatrale al castello! borgo meraviglioso… ma tu che fai? Ti fai un giro?

      • Eleonora Uboldi dice:

        Ciao Diana, incuriosita da un tuo post , durante un viaggio in centro Italia, ho fatto tappa ad Anghiari. Un borgo medievale veramente carino e ben conservato, un gioiellino che merita una visita!! Grazie mille per il suggerimento !!! Sei ???

        • Diana Facile dice:

          Carissima, grazie a te per esserti fidata di me e avermi dato riscontro, non capita spesso e mi rende felice sapere che anche tu hai trovato Anghiari un gioiellino! A presto e un abbraccione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *