Sono parecchi mesi che mi frulla in testa l’idea di scrivere un post sul tema assicurazione di viaggio, un tema delicato che si ripropone ogni volta che ci si appresta a partire. Perché? Beh, perché scegliere quella giusta non è poi così semplice!

Personalmente, nella ricerca della compagnia con cui assicurarmi ho sempre prestato molta attenzione al prezzo e non perché io sia taccagna ma perché, stando via almeno tre mesi consecutivi, non è proprio una passeggiata di salute.

Tra l’altro, lo confesso, ho sempre dato per scontato di fare un investimento a fondo perso del quale mai e poi mai mi sarei servita e sono stata sempre molto scialla al riguardo. Tuttavia ho imparato a mie spese che ogni cosa ha il suo prezzo e che nessuno ti regala niente per cui la scelta dell’assicurazione di viaggio va ponderata attentamente

Siete mai partiti senza assicurazione di viaggio?

Io si, varie volte, specialmente quando ero ancora giovane e mi sentivo invincibile. Poi un anno la mia migliore amica è partita da sola per il Ghana. Un viaggio organizzato all’ultimo minuto e nella fretta non si è preoccupata dell’assicurazione, quantomeno fino al giorno pre-partenza. “Stai tranquilla”, ricordo di averle detto. “Cosa vuoi che succeda in due settimane!”

Ebbene, in due settimane può succedere di tutto anche alla persona più sana di questa terra. L’ho realizzato quando, nel cuore della notte, mi ha svegliata il suono del cellulare ed era lei, in preda al panico, che si stava recando in ospedale perché aveva un’emorragia in corso.

Per farla breve, l’hanno ricoverata in una struttura pubblica dei dintorni di Accra per un paio di giorni e le hanno iniettato, a sua insaputa, un farmaco che le ha fatto recuperare il sangue perso durante l’emorragia causandole un blocco del ciclo mestruale per i successivi sei mesi. Vai a sapere, capire, vedere, se era realmente necessario…

Fatto sta che quel che mi ha raccontato sulle condizioni igienico-sanitarie del presunto ospedale è stato più che sufficiente a farmi decidere. Mai più senza assicurazione di viaggio! Se mai dovesse capitarmi qualcosa, voglio essere trattata con tutti i crismi…

Siete mai partiti con un’assicurazione di viaggio… farlocca?

Anche qui, purtroppo, devo rispondere positivamente anche se, in tutta onestà, non è dipeso da me. Erano quattro anni che l’assicurazione di viaggio me la regalava il direttore di una rivista con cui collaboravo e che era anche titolare di un’agenzia viaggi. Il mio errore, lo riconosco, è stato quello di non leggere la polizza. In parte perché, ribadisco, la vedevo più come una tranquillità emotiva che come una reale necessità. Poi, ovviamente, quei 200 euro risparmiati mi facevano comodo in viaggio. Infine, ahimè, perché mi fidavo ciecamente di lui.

Come si suol dire, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi e il 2 gennaio 2016 tutte le mie convinzioni sono miseramente naufragate. Ero in Brasile da una ventina di giorni quando mi sono sentita male. Ovviamente la prima cosa che ho fatto è stata comporre il fatidico numero dell’assicurazione e tra un singhiozzo e l’altro ho spiegato all’operatore prima, e al medico poi, la situazione. Facendosi breccia tra le mie lacrime, il medico mi ha chiesto se in passato ne avessi già sofferto. Forse avrei dovuto rispondere di no ma in quel momento, con il corpo in preda a un dolore viscerale mai provato prima e una conoscenza del portoghese pari a quella di un bambino di due anni che sta imparando a parlare, avevo assoluto bisogno di qualcuno che mi dicesse cosa fare. “Beh, mi è capitato in vita mia, come credo a molte altre persone, di soffrire di emorroidi ma si è trattato di casi sporadici che si contano sulle dita di una mano e che si sono sempre risolti nel giro di un paio di giorni con l’uso di una banale pomata. Questa volta è ben diverso, ho una protuberanza sull’ano grossa come una noce di cocco che tenta di farsi strada per ritornare al suo posto!” – ho esclamato stizzita.

È alquanto imbarazzante per me parlarne – ebbene si, sono un po’ pudica – e forse chi ha seguito la vicenda all’epoca resterà deluso. Mi sono sentita dire da qualcuno – che ovviamente non ne ha mai sofferto – “Va beh dai, pensavo peggio!” Vi dirò, sottoporsi a un intervento chirurgico di quel tipo, lontana da casa, senza nessun caro ad accudirmi, e trascorrere la convalescenza in un ostello con bagno condiviso è qualcosa che augurerei solo al mio peggior nemico! Comunque sia, il medico dell’assicurazione mi ha detto di andare subito a farmi vedere da qualcuno perché in caso di strozzamento avrebbero potuto sorgere delle complicazioni ribadendo, prima di congedarmi, che trattandosi di una preesistenza non avrebbero seguito il mio caso.

Dopo aver girato invano per tre emergencias di Salvador de Bahia mi sono decisa a consultare un proctologo privato. “Così non vai da nessuna parte” – mi ha detto. “O ti operi qua o torni immediatamente in Italia”, come se fossi in grado di passare dodici ore seduta su un aereo. L’assicurazione non copriva nulla, nemmeno il volo che per l’indomani mi sarebbe costato la bellezza di 1.700 euro, così ho scelto di spendere quei soldi – che corrispondevano pressappoco al mio budget di viaggio – per operarmi in loco. La chirurgia in Brasile è ottima e sapevo che una volta ristabilitami avrei trovato il modo di cavarmela anche con pochissimi soldi.

Ora, qualcuno potrebbe obiettare che sono stata una sciocca e che, si sa, le assicurazioni non coprono le preesistenze. Può essere. Quel che è certo è che altre assicurazioni – lo so da fonte certa – non avrebbero trattato il mio caso come una preesistenza ma come un aggravamento. Perché tra l’aver sofferto qualche volta di emorroidi nel corso della vita e il ritrovarsi improvvisamente con un prolasso emorroidario, dei segni di trombosi e un nodulo tumorale da asportare e analizzare d’urgenza mi sembra ci sia una gran bella differenza. Non potevo nemmeno camminare! Quelli dell’Aci Global non l’hanno vista così e mi hanno abbandonata a me stessa come un cane rognoso. Certo, quando poi a mente lucida ho riletto le condizioni della polizza ho realizzato che le esclusioni superavano di gran lunga la copertura. Sbagliando si impara! Non è sufficiente partire con un’assicurazione di viaggio, bisogna leggerla tutta, per quanto noiosa sia!

Scegliere l’assicurazione di viaggio con un po’ di testa.

Eh si, ho imparato la lezione e quest’anno, dopo una breve consultazione sui gruppi facebook volta a capire che direzione prendere, ho scelto la “Viaggi Nostop Vacanza Annuale multiviaggio” della Europ Assistance che si colloca in una fascia premium sia per il prezzo che per la completezza dei servizi offerti e la capacità di assistere i clienti in difficoltà.

La scelta di fare una polizza annuale è legata al fatto che nel 2016, senza considerare il Brasile, sono uscita dall’Italia cinque volte e sempre, ahimè, senza assicurazione. Dopo la nefasta esperienza avrei dovuto farla già lo scorso anno ma sono un po’ di coccio. Il limite delle polizze annuali, perlomeno di quelle che ho valutato, è che offrono la copertura per un numero di viaggi infinito di durata pari o inferiore ai 30 giorni. La Europ Assistance estende questo limite a 90 giorni e copre alla perfezione la durata del mio viaggio imminente. Insomma, facendo quattro conti l’ho trovata conveniente…

C’è poi la questione bagaglio. Qualche giorno prima del mio intervento sono stata vittima di una rapina a mano armata a Ilha Itaparica. È stato un viaggio un po’ sfigato, lo so! Non avevo granché addosso, più che altro mi sono spaventata, ma visto che quest’anno parto con un’attrezzatura di tutto rispetto l’assicurazione in caso di furto è d’obbligo! Anche qui, tra le compagnie prese in considerazione, la Europ Assistance era quella che mi offriva la copertura migliore.

Dal punto di vista sanitario pare che la Europ Assistance sia un’eccellenza. Spese mediche fino a 200.000 euro – penso a un ipotetico incidente stradale che in alcuni paesi, tra cui l’America Latina dove guidano come pazzi su strade improbabili, non è da escludere – a cui si aggiunge la responsabilità civile verso terzi fino a 250.000 euro.

Una delle cose da non sottovalutare nella scelta di un’assicurazione di viaggio è la disponibilità dell’interprete in caso di necessità. Anche qui parlo per esperienza diretta: anni fa gironzolavo tra Togo e Benin con degli amici quando a una ragazza del gruppo si è infiammata la cisti di Bartolino, un’altra brutta bestiolina! Nessuno del gruppo, oltre a me, parlava francese! In quell’occasione ho realizzato l’importanza di conoscere le lingue… per cui ecco, a meno che non siete poliglotti, la presenza di un interprete è necessaria!

È importante anche che l’assicurazione di viaggio preveda il rientro anticipato in caso di morte o malattia grave di un congiunto. Questo non vale solo per chi ha i genitori anziani. Il mio primo viaggio da backpaper l’ho fatto con un’amica nella Germania dell’est subito dopo la maturità. Eravamo lì da due settimane quando suo padre, che non era certo anziano, ha avuto un infarto ed è deceduto. Ovviamente ci siamo precipitate in aeroporto – non l’avrei mai lasciata da sola – e il volo di rientro ci è costato un occhio della testa! Certo, all’epoca non esistevano le compagnie low-cost ma anche oggi un biglietto aereo comprato all’ultimo minuto ha il suo prezzo…

Ci sono arrivata tardi ma ci sono arrivata e questo è ciò che conta! Dopo circa vent’anni di viaggi zaino in spalla ho capito quanto sia importante viaggiare con la massima tranquillità e se ho deciso di raccontarvi – tra le altre – la mia imbarazzante disavventura brasiliana è perché spesso e volentieri il tema dell’assicurazione è visto come una semplice appendice al viaggio e non gli si da l’importanza che merita.

La scelta di assicurarmi quest’anno con Europ Assistance non è solo legata alle condizioni contrattuali che rispondono in pieno alle mie esigenze ma anche ai consigli di persone che ne hanno usufruito e che sono stati unanimi nel decantare la tempestività e l’efficienza del centro assistenza al momento del bisogno.

Ora, fermo restando che parto sempre con la convinzione che non ne avrò mai bisogno… è sempre meglio lanciarsi con il paracadute!

alt="Basta poco a rendere felice un viaggiatore: biglietto aereo, passaporto, assicurazione di viaggio"
Basta poco a rendere felice un viaggiatore…

Se, come credo, avete altri suggerimenti su come scegliere l’assicurazione di viaggio, scriveteli pure nei commenti. Saranno sicuramente utili a chi passerà da queste parti dopo di voi, oltre che alla sottoscritta…

La Globetrotter

Vuoi sapere di più sulla mia disavventura brasiliana? Leggi Natale a Ilha Itaparica

14 pensieri su “L’assicurazione di viaggio io ho deciso di farla perché…

  1. michele dice:

    no il post non mi è piaciuto quindi non lo condivido….hahahaha, dai sai che scherzo (quasi). Come mai ti impegoli in questo tipo di articoli…..non è da te!! La cosa che più ha destato il mio interesse è che quest’anno partirai con una attrezzatura di tutto rispetto. Questo si che mi incuriosisce. dimmi dimmi

    • Diana dice:

      Ahahah questa è piaciuta a me! Ma guarda, ho scritto questo post perché mi sono scervellata una settimana per trovare l’assicurazione e poi, dopo la storia del Brasile, ci pensavo davvero da tanto. Dovevo solo superare la vergogna… cmque tranquillo, per i prossimi tre mesi i miei post saranno altamente emotional, su questo non ci piove… beh, insomma… a parte il mio piccolo notebook, e-reader e telefonino… quest’anno ho preso la maccchina fotografica nuova che mi è costata mezzo stipendio e l’action cam (pensavo di andare alle Galapagos ma va beh, il modo di usarla sempre lo trovo…)…
      Ah, ma forse tu volevi sapere che tipo di macchina ho preso? Sono rimasta su una compatta perché la Reflex già l’avevo ma non sono una fotografa ed era più un ingombro che altro, qualche soddisfazione si ma nemmeno così tante. Insomma, alla fine dalla mia Panasonic Lumix, che non era male come compatta, sono passata alla Canon g7x Powershot… per te un giocattolo ma per me un investimento!
      E domani si parte…

  2. Lauro dice:

    Diana, ricordati che l’assicurazione del bagaglio copre solo gli articoli per i quali sei in grado di presentare le ricevute/scontrini di acquisto.
    Buon viaggio!

  3. Norma Gadina dice:

    Come ti capisco…!!! Mai avuto bisogno dell’assicurazione, ma visto amiche a ringraziare il cielo di averla…! Quindi, quando parto, la faccio: Europa assistance.
    E’ tra le migliori e la più abbordabile come costo, mentre altre famose sono tutte chiacchere e poi, al bisogno, ti lasciano al tuo destimo.
    Ti auguro di stare benissimo, sicuramente sarai rilassata sapendo di avere un buon parracadute!!!
    Buon viaggio,
    N.

    • Diana dice:

      Sicuramente Norma! In effetti ho puntato solo sui grandi colossi, in questi tempi di crisi non si sa mai, fai un’assicurazione del cavolo e oltre a tutte le jelle che possono capitare c’è pure quella che vada in fallimento… per un anno sono a posto e non ci penso più… e soprattutto, non succederà nulla!

  4. Norma Gadina dice:

    Se ricordo bene E.A. paghi fino a 200 E, e sicuramante ti rimborsano immediatamente al ritorno, se superi pagano loro direttamente. La mia amica Lucia e la mia amica Salvina hanmo, purtroppo, avuto bisogno e ne sono rimaste estasiate dalla correttezza.
    Un abbraccio e… stai beneeee…

    • Diana dice:

      Ottimo! Credo che per chi come noi viaggi tanto la polizza annuale sia la soluzione migliore in assoluto. Poi la scelta della compagnia è soggettiva, io personalmente, già che c’ero, ho scelto quello che per me era il top! Sempre sperando di non averne bisogno, chiaramente…

  5. Chiara dice:

    Tanto cosa vuoi che succeda, poi ti trovi in Madagascar con un braccio rotto, succede spesso, poi le persone dopo piangono quando gli viene presentato il conto. Assicurarsi si, ma farlo con compagnie serie, occhio alle clausole! Buon viaggio

  6. Alfonso dice:

    miglior medicina mattutina e leggere qualcosa della mia bella globe-trotter.Oggi mi sono scelto un qualcosa che quando si viaggia si snobba un po,non certo per soldi ma forse per scaramanzia,viaggiare in paesi fuori dalla comunità europea,dove per avere una buona assistenza medica bisogna svenarsi.Trovare una buona assicurazione che copra gran parte dei problemi che ci possono capitare è un impresa per non parlare delle clausule microscopicamente scritte che ti annoi a leggere.Quello che ti è capitato in Brasile lo trovo particolare vuoi per la delicatezza,vuoi per il contesto in cui vivevi,ma credo che la cosa peggiore sia stata non avere una persona cara che ti avrebbe supportata psicologicamente a superare quel disaggio fisico.Spero vivamente che nel tuo interminabile girovagare avrai sempre questa forza da leone che ti contraddistingue,e dovunque ti trovi anche se solo via web più contare su di me.Un grosso abbraccioooooo

    • Diana dice:

      Caro Alfonso, direi di si, il problema dell’assicurazione è un bel problema e come dici tu non è solo legato a una questione economica (sono care da morire alcune) ma alla scaramanzia… cosa mai potrà succedermi? Ma se poi succede son dolori…
      Per quanto riguarda la mia situazione ti confesso che è andata bene così, probabilmente se fossi rientrata a Milano non sarei guarita così in fretta. Era gennaio, non lavoravo, faceva freddo e tutti i miei cari hanno un lavoro per cui sarei rimasta a casa in convalescenza da sola a deprimermi pensando che avrei potuto essere altrove. Di persone vicine ne ho avute e sono diventate care e soprattutto… io non ho avuto più nessuno problema! Brasile for ever…

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