Amazônia, la mostra di Sebastião Salgado curata da Lélia Wanick Salgado, sua compagna di viaggio e di vita, è stata inaugurata lo scorso 12 maggio alla Fabbrica del Vapore di Milano.
Quando si parla di America Latina me ne vado in un brodo di giuggiole: potevo perdermi la potenza espressiva di una delle figure più autorevoli della fotografia mondiale che ha portato la mia amata Amazzonia a due passi da casa? La risposta è sottintesa, diversamente non sarei qui a scriverne.
Con oltre 200 fotografie, Sebastião Salgado racconta i suoi sette anni di viaggi e di incontri con le comunità della foresta pluviale, sottolineandone la bellezza ed evidenziando la necessità di proteggere il fragile ecosistema dell’ambiente e dei suoi abitanti. La mostra – promossa e prodotta dal Comune di Milano, Fabbrica del Vapore e Contrasto, in collaborazione con Civita Mostre e Musei – sarà visitabile fino al prossimo 12 novembre e ti consiglio di non lasciartela sfuggire: le immagini di Salgado, rigorosamente in bianco e nero, veicolano un messaggio importante che con forza – e dolcezza – tocca le corde dell’anima.
Ti basta varcare la porta d’ingresso della sala per ritrovarti catapultato nel cuore dell’Amazzonia più profonda: un’esperienza immersiva ed evocativa che chiama in causa la vista, l’udito e persino il tatto.
Lascio la parola a Lélia Wanick Salgado, autrice, produttrice cinematografica e ambientatrice che da sempre sostiene e accompagna il lavoro del marito:
Una mostra fotografica è l’espressione visiva di un’idea, una rappresentazione pensata per convogliare un punto di vista. Sin dal momento della sua ideazione c’era l’intenzione di inserire tante immagini insieme e di mantenere lo spazio quasi completamente al buio. L’obiettivo era tirare fuori la potenza di questi luoghi. Ho lavorato molto sui testi e sulle didascalie. Poi una notte, nel sonno mi è stato tutto più chiaro. Al risveglio, mi sono messa a disegnare l’allestimento, volevo che gli spettatori entrassero fisicamente nella foresta, incontrassero le comunità, fondendosi insieme. Volevo portare le persone nelle loro case, tra le montagne, nella foresta, nei fiumi e suoni dell’Amazzonia. Volevo che tutto fosse vivo e che si delineasse una sorta di viaggio di esplorazione per il visitatore.
Grazie alla partnership tra Lélia e Sebastião con Fondazione Visio – che si propone di promuovere l’inclusione dei non vedenti nelle attività culturali – la mostra si apre al visitatore con una serie di tavole realizzate su lastre in ottone raffiguranti la foresta amazzonica e i suoi abitanti, invitandolo a sperimentare la lettura tattile. Lo trovi interessante? Io si, ma c’è di più!

Il percorso tra le immagini segue la traccia audio di Jean-Michel Jarre che utilizza i suoni della natura – dal fruscio degli alberi ai pianti degli animali e al canto degli uccelli, fino allo scroscio dell’acqua che sgorga dalla cima delle montagne – per generare la sinfonia che ti accompagnerà lungo tutto il viaggio.
Le fotografie del percorso espositivo, che poste ad altezze diverse si presentano in vari formati, sono organizzate in spazi che ricordano le tipiche ocas (case degli indigeni) e hanno per protagonisti l’ambientazione paesaggistica e le comunità native.

Ammirerai panoramiche e visioni dall’alto, la fitta vegetazione tropicale interrotta dalle linee sinuose dei corsi d’acqua, i “fiumi volanti” che fanno dell’Amazzonia l’unico luogo al mondo in cui l’umidità aerea non dipende dall’evaporazione oceanica ma dall’acqua dispersa dagli alberi, la rappresentazione della forza delle piogge e le forme incantevoli degli isolotti dell’arcipelago Anavilhanas che popolano le acque del Rio Negro, ma anche i ritratti delle antiche popolazioni indigene che Salgado ha immortalato nel corso dei suoi viaggi in Amazzonia.

A corredo dell’esposizione ci sono due sale di proiezione: la prima è dedicata al paesaggio boschivo con le immagini che scorrono accompagnate dal suono del poema sinfonico Erosão (opera del brasiliano Heitor Villa-Lobos), mentre nella seconda scorrono ritratti di uomini e donne indigeni sul sottofondo musicale del brasiliano Rodolfo Stroeter.
Lascio concludere l’articolo allo stesso Salgado, sicuramente più incisivo di me.
Questa mostra vuole ricreare l’ambiente della foresta amazzonica, che ho vissuto, documentato e fotografato per sette anni, dando la possibilità al visitatore di immedesimarsi e immergersi sia nella sua vegetazione rigogliosa sia nella quotidianità delle popolazioni native. Sono particolarmente felice di tornare con Amazônia ad esporre a Milano, la città che ha dato sempre molto spazio al mio lavoro, offrendo ai cittadini l’occasione di vedere le immagini che sono una testimonianza di ciò che resta di questo patrimonio immenso, che rischia di scomparire. Affinché la vita e la natura possano sottrarsi a ulteriori episodi di distruzione e depredazione, spetta a ogni singolo essere umano del pianeta prendere parte alla sua tutela”.
Mostra di Sebastião Salgado
Amazônia
a cura di Lélia Wanick Salgado
Dal 12 maggio al 19 novembre 2023
Fabbrica del Vapore – Milano
Per informazioni dettagliate su prezzi, orari e prenotazioni, consulta QUI il sito ufficiale.
La Globetrotter
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Grazie per le preziosa introduzione alla mostra, sicuramente andrò a visitarla
Imperdibile!