Non sono una che ama pianificare troppo, nei viaggi e nella vita in generale. Ciò non significa che non mi capiti mai di farlo. Come vi avevo accennato prima di partire per lo Sri Lanka, a sto giro mi sarei cimentata in un viaggio diverso dal solito sotto vari punti di vista. Uno di questi, probabilmente il principale, era il fatto di avere un itinerario alla mano con tanto di strutture pronte ad accogliermi. Ma come spesso accade – povera Claudia, non l’avevo avvisata! – la strada finisce per condurmi dove vuole lei. Nel caso di specie mi ha condotta a Wellawaya, un luogo incantevole e pressoché sconosciuto che merita di essere scoperto nonostante la Lonely Planet gli dedichi a dir tanto poche righe e Mister Google non sia molto più magnanimo al rispetto.

Sarà che io vado controcorrente ma a Wellawaya ci tornerei, senza pensarci due volte…

Quando i piani di viaggio “saltano”… pronti, via e si riparte!

A onor del vero parlare di piani che “saltano” in questo caso non è appropriato. O meglio, se sono saltati è solo perché io e Claudia siamo due stordite! Abbiamo inserito nel nostro itinerario il Gal Oya National Park e il Yala National Park ma nessuna delle due si è presa la briga di verificare sui rispettivi siti che fossero “in attività” durante il nostro soggiorno nel paese. Così, una volta giunte nella Hill Country, scopriamo che due dei settori del Yala – che guarda caso sono anche i più “prosperi” – resteranno chiusi per tutto il mese di settembre.

E ora che si fa? Considerando che il Yala National Park è la prossima tappa ci vuole prontezza di riflessi che, fortunatamente, non manca a nessuna delle due. Di spingerci fin là giusto perché ce l’abbiamo in programma senza poter accedere all’intero parco non ha alcun senso. Oltretutto siamo ancora paghe del safari al Gal Oya National Park. Bocciata pure l’idea di trascorrere qualche giorno in più nella Hill Country. È meravigliosa ma la pioggia e l’umidità che ci accompagnano da quando siamo giunte a Kandy sta iniziando a infastidirci…

Per farla breve, in men che non si dica ci ritroviamo su un autobus diretto a Wellawaya. Non è poi così distante, una quarantina di minuti da Ella. Il clima è decisamente migliore e il fatto di non essere fuori dal mondo ci rasserena entrambe. Se proprio non c’è storia, si torna indietro.

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Alla scoperta di Wellawaya, un luogo sopra le righe

Wellawaya… come si suol dire, un luogo sopra le righe!

Non faccio in tempo a scendere dall’autobus che percepisco subito l’energia del luogo. È quell’energia che solo la Madre Terra è in grado di infondere e Wellawaya ne è intrisa fino al midollo. Sapete tutti quanto amo la natura e mi piace pensare di avere un legame speciale con lei anche se, ovviamente, è solo una mia presunzione!

È tutto talmente bello che decidiamo di percorrere a piedi i due chilometri che ci separano dal Jetwing Kuduruketha per saziare fin da subito i nostri occhi famelici. Due chilometri che da soli possono definirsi “viaggio”. Un’unica strada che taglia in due la lussureggiante vegetazione, con i cani che sonnecchiano beati in mezzo alla carreggiata e le donne che passeggiano avvolte in un’aurea di serenità. Le trovo meravigliose sotto l’ombrellino colorato che le ripara dal sole. Tutte, indistintamente, ci regalano un sorriso. Il silenzio, interrotto da qualche tuc-tuc solitario, ci accompagna fino al nostro alloggio.

Sono estasiata. Adoro trovare il mio luogo in ogni dove e Wellawaya è una manna caduta dal cielo. C’è sempre una ragione per cui i piani saltano, mi piace vederla così…

Inizio a pregustare due giorni di passeggiate a piedi o in bicicletta intervallate dal puro relax in piscina o sul retro del nostro bungalow con la sua vista strepitosa. Non ho grandi pretese, sono semplicemente contenta di essere qui, ignara del fatto che Wellawaya è in realtà un pozzo di San Patrizio!

La prima meraviglia che ci regala è la cascata di Ella Wala raggiungibile con una breve corsa in tuc-tuc o, volendo, in bicicletta. Io e Claudia optiamo senza rimpianti per un tuc-tuc che ci deposita, dopo una breve corsa, all’ingresso di un sentiero che si insinua come una serpe nella fitta vegetazione. Ad accompagnarci, oltre al conducente del tuc-tuc, due cani che scopriamo essere i “guardiani” delle cascate. Sono loro che ci indicano la via da seguire in mezzo alla giungla e ci aprono il cammino per Ella Wala.

Il vocio della cascata ci raggiunge da lontano senza togliere nulla allo spettacolo che ci troviamo di fronte quando raggiungiamo la nostra meta. Un palcoscenico naturale di indicibile bellezza, tra rocce giganti contornate di alberi che si riflettono nello specchio d’acqua frizzante e lei, Ella Waya, sovrana indiscussa di questo Eden terreno.

Noto sul volto di Claudia il mio stesso punto di domanda inespresso. Perché mai un luogo così bello è completamente deserto? Ma è un punto di domanda che non ha lunga vita, spazzato via subito dalla nostra felicità. Un luogo incredibile tutto per noi. Non chiedo di meglio…

Pare che Ella Waya sia solo una delle bellezze naturali dei dintorni di Wellawaya e che la zona pulluli di cascate e angolini remoti e sconosciuti. Stai a vedere che ci tocca stravolgere i nostri piani, penso sogghignando mentre rientriamo al bungalow…

Il secondo giorno lo dedichiamo a nutrire il nostro spirito con la visita di Buduruwagala, un tempio Buddhista della scuola mahayãna situato a sette chilometri da Wellawaya, ignorato dagli itinerari più battuti. Quando arriviamo la mattina non c’è nessuno e ci godiamo la scena in totale beatitudine.

Buduruwagala

Una fila di Buddha, sette per la precisione, scolpiti su un’enorme roccia incorniciata da uno scenario stupefacente. Sono Buddha che risalgono al X secolo d.C., su cui la natura sembra vegliare come una madre. Un’atmosfera mistica e surreale accompagnata, come una sinfonia, dalla brezza che scuote le foglie degli alberi.

Sulla strada verso l’uscita incrociamo un gruppo di fedeli in compagnia di un monaco che si avvicina al luogo sacro. Ancora una volta, come negli altri siti religiosi visitati finora, la loro fede è palpabile.

Alla scoperta di Wellawaya, un luogo sopra le righe
In bici per i dintorni di Wellawaya

Il Jetwing Kuduruketha… dulcis in fundo del paradiso tropicale di Wellawaya

Situato a un paio di chilometri dall’incrocio con la strada principale, quella in cui ti lascia l’autobus proveniente da Ella, si trova il Jetwing Kuduruketha, giusto mix di lusso e semplicità.

Il complesso, che dispone di 25 graziosissimi bungalow, è totalmente immerso nel verde e da qualunque prospettiva lo osservi ti regala una vista strepitosa.

Svegliarmi la mattina all’alba con il canto dei pavoni in calore (questa, quantomeno, la sintesi di Claudia!), aprire la porta della mia alcova, uscire in pigiama, a piedi nudi, per respirare a pieni polmoni l’energia di Wellawaya e perdermi con lo sguardo nello spazio circostante è sicuramente uno dei più dolci ricordi di questo viaggio.

Una splendida piscina che si affaccia sulle risaie, un ristorante bar che serve piatti squisiti e cocktails favolosi, un maestro di yoga disponibile a chiamata e, soprattutto, quiete, pace, serenità. Niente televisione, niente aria condizionata, niente che possa turbare lo stato in cui mi trovo

Al Jetwing Kuduruketha

La Globetrotter

Sei stato a Wellawaya? Che emozioni ti ha suscitato?

Sono stata ospite del Jetwing Kuduruketha durante il mio viaggio in Sri Lanka e le opinioni espresse sulla struttura sono assolutamente imparziali e obiettive altrimenti non lo consiglierei sul mio blog.

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10 pensieri su “Alla scoperta di Wellawaya, un luogo sopra le righe

  1. giada dice:

    leggo con piacere le le tue esperienze, mi fanno viaggiare e scoprire altre realtà che la mia ordinaria ! Io sono una Toscana trasferita in Belgio per lavoro! tanto e allo stesso tempo poco da raccontare continuerò a leggerti per viaggiare con la mia mente, un abbraccio Giada

    • Diana dice:

      Che bello Giada, grazie mille di questo messaggio! Riuscire a farti viaggiare con le mie parole è una delle più grandi soddisfazioni che ho! Andrò avanti a raccontare il mondo per te e per chi ha piacere di viaggiare virtualmente insieme a me, sperando che nascano desiderio, curiosità e realizzazione di tanti viaggi futuri per tutti. Un abbraccio e grazie a te…

  2. er dice:

    Dianuzza, la bellezza dei tuoi post è tutta nelle emozioni con cui descrivi ogni luogo da te visitato.
    Ad essere sopra le righe, in fondo, sei proprio tu 😉

  3. Francesco dice:

    Semplicemente meraviglioso, la capacità di descrivere in poche righe un luogo è le sensazioni vissute non è semplice, ma il lettore, almeno questo capita a me, sembra essere presente in quel luogo e vivere emozioni

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