Ci sono luoghi che senti tuoi prima ancora di conoscerli. Luoghi in cui sai che ti sentirai come a casa. Luoghi che forse hai toccato in una delle tue vite passate o che magari incrocerai in una di quelle future. Luoghi che, semplicemente, ti appartengono. Il perché non lo sai nemmeno tu e probabilmente hai smesso anche di chiedertelo. Lo accetti così, come un dato di fatto. Ed è precisamente quel che è successo a me con Marsiglia.
L’ho sentita per anni, nonostante la distanza, come un luogo molto vicino a me ma per una ragione o per l’altra non mi sono mai decisa. Nel mio immaginario Marsiglia è sempre stata una città da vivere più che da vedere e ovviamente, per riuscire a vivere un posto, ci vuole del tempo. Tempo che io non ero assolutamente disposta a sottrarre alle mie peregrinazioni d’oltreoceano. Come me ne pento! A volte sono troppo intransigente e non riesco a cogliere le sfumature per cui l’unica alternativa possibile al tutto è il nulla. La convinzione che pochi giorni non sarebbero stati sufficienti a viverla come volevo mi ha bloccata per anni dal recarmi a conoscerla personalmente.
Poi, quando ero in Brasile, un’amica lancia la proposta. Un fine settimana a Marsiglia, in treno, con altre due amiche comuni. Ci conosciamo da anni ma era da tempo che non ci regalavamo una gita fuori porta tutte insieme per cui l’idea mi solleticava parecchio. Peraltro andarci in compagnia, anche se solo per una stretta di mano, sarebbe stato un modo diverso di viverla. Meno intimo indubbiamente, ma carico di energia.

E così io e Marsiglia abbiamo rotto il ghiaccio! L’abbiamo rotto subito, non appena ho posato il piede sulla banchina della stazione. Mi sono sentita bene, pervasa da un mix di serenità, sicurezza e spensieratezza. Non me ne sono stupita, non me ne sono stupita affatto. È la stessa sensazione che provi quando incontri dopo tanti anni un vecchio amico. Qualcuno da cui ti sei allontanato perché a un certo punto avete imboccato sentieri diversi ma che ricordi sempre con affetto. E quando lo rincontri, che siano passati dieci mesi o dieci anni, hai la sensazione che il tempo si sia fermato a dieci mesi o dieci anni prima. Vi è mai successo? A me si ed è esattamente quel che ho provato quando sono arrivata a Marsiglia.
Per questo ho pensato di condurvi con me attraverso le vie e i quartieri di Marsiglia ripercorrendo insieme l’itinerario delle 36 ore trascorse in città. Che poi, per inciso, 36 è un numero convenzionale! Lo si usa per scrivere post di questo tipo perché all’atto pratico sono state meno se escludiamo le ore di sonno. Non si vede certo un luogo, e tantomeno lo si vive, chiusi all’interno di un alloggio. A meno che non si sia ospiti di una famiglia o, comunque, di gente del luogo perché in questo caso lo si vive. Lo si vive eccome!
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Scorrono lente le sette ore di treno che separano Milano da Marsiglia. Fremiamo dalla voglia di arrivare, lasciare le borse e andare a bere qualcosa al Vieux Port. Dicono sia un po’ pericoloso e dopo essermi trovata un coltello puntato alla gola in Brasile sono un po’ paranoica ma non voglio lasciarmi paralizzare dalla paura. Sono cose che possono accadere ovunque e bisogna cercare di prenderla con un po’ di filosofia!
Il nostro alloggio si trova in una posizione strategica. Dieci minuti a piedi dalla stazione e altrettanti dal porto. Libere e belle, imbocchiamo rue Canebière e la percorriamo fino a Quai de la Fraternité che dà direttamente sul porto. Alla nostra destra un’enorme ruota panoramica si riflette nelle acque del Mediterraneo illuminando le barche ancorate alla banchina. Puntiamo a sinistra e ci addentriamo nei viottoli gremiti di locali e ristorantini dal menù a prezzo concorrenziale che adescano i turisti proponendo cibo spesso di bassa qualità. Regna una bella atmosfera al Vieux Port e il clima, ventoso ma non eccessivamente freddo, invita a stare all’aperto.

C’è davvero tanta gente per strada. Sembra che il Vieux Port, oltre a essere uno dei simboli di Marsiglia per il legame leggendario con le origini della città, ne sia anche il cuore pulsante. È qui che il 90% dei marsigliesi si ritrova per passare la serata ed è qui che vengono festeggiate le ricorrenze cittadine. Prendiamo da bere e seguiamo l’esempio dei residenti che anziché accomodarsi all’interno del pub preferiscono stare fuori, in piedi. Passerei qui tutta la notte ma il tempo non gioca a nostro favore per cui riprendiamo rue Canebière e rientriamo in albergo.
Con la luce Marsiglia è ancora più bella. Sono incantata dal crogiolo di culture, accenti, odori e colori che la caratterizzano: il quartiere di Noiailles, che raggiungiamo comodamente a piedi per visitare il marché des Capucins dove vendono frutta e verdura a prezzi imbattibili, è un concentrato esplosivo di questo mix. È un viaggio nel viaggio, con il profumo di spezie e incensi provenienti dall’India e quello di pasticceria tipico dei paesi del Maghreb, con i saloni di bellezza che propongono acconciature africane e le donne che fanno la spesa a capo coperto, con il suono gutturale della lingua araba che si mescola e sovrasta quello melodioso del francese. In un posto così io vado a nozze e credo non sia necessario indagare oltre sulla mia attrazione per questa città. Il richiamo dell’Africa, evidentemente, è così forte da demolire il concetto di frontiera.

Con 36 ore a disposizione bisogna fare delle scelte. Rinunciamo a malincuore al MuCEM, il Musée des civilisations de l’Europe et de la Méditerranée, ma nessuna di noi è disposta a perdersi la visita guidata offerta dalla Savonnerie la Licorne, in Cours Julien 34: un viaggio tra i colori, i profumi e le forme del noto sapone di Marsiglia. Un’operazione di marketing decisamente eccellente! È lì che battezziamo lo shopping marsigliese.

Con la borsa piena di saponette riprendiamo la strada per il porto dirette a Notre-Dame de La Garde. È una splendida giornata e una passeggiata non guasterebbe ma la mancanza di tempo ci fa optare per l’autobus. Non tutti i mali vengono per nuocere! La basilica sovrasta la città e più che una passeggiata sarebbe stata un’arrampicata. Notre-Dame de La Garde, soprannominata affettuosamente la Bonne Mère per la sua leggendaria aura protettrice sulla città, è insieme al Vieux Port l’emblema di Marsiglia. Indubbiamente ha il suo perché anche se, purtroppo, l’eccesso di turisti la snatura parecchio. Peculiarità di Notre-Dame de la Garde, che prende il nome dalla collina su cui fu edificata, è la presenza di due elementi ben distinti: la cripta – spoglia, bassa, scura, dedita al raccoglimento – e la chiesa alta con la sua abbagliante esuberanza decorativa volta a celebrare la gloria della Vergine. E, dulcis in fundo, una vista su Marsiglia di indicibile bellezza.

Con il trenino panoramico torniamo al porto per rimpinzarci di cozze alla provenzale e patate fritte. Eh già, a Marsiglia le cozze si servono così. Siamo in una città portuaria e consumato sul posto il pesce ha tutto un altro sapore. Non ricordo l’ultima volta che ho mangiato delle cozze così saporite. Abbiamo “perso” due ore di tempo ma non è stato assolutamente tempo perso. La gastronomia è uno degli aspetti culturali di un paese e noi siamo delle buone forchette. Ragion per cui, quando raggiungiamo la compagnia marittima e ci rendiamo conto che l’ultimo ferry per il Parc National des Calanques è già partito non la prendiamo poi così male. Anzi, a dirla tutta ci consoliamo subito con la crociera all’archipel du Frioul e la visita al Château d’If edificato nel 1529 su ordine di Francesco I per proteggere la costa dagli invasori e trasformato, pochi anni dopo la sua costruzione, nella prigione di stato. Un luogo davvero suggestivo dal punto di vista storico, paesaggistico e leggendario: è qui che Alexandre Dumas ha messo in cattività uno dei suoi personaggi più celebri, Edmond Dantès de Il Conte di Montecristo.
Tutto sommato, nonostante le misere 36 ore concesse, non possiamo lamentarci. Di cose finora ne abbiamo viste, pur senza correre. Non ci resta che tornare al Vieux Port e inaugurare la serata con un bell’aperitivo. I francesi, si sa, vanno matti per il pastis, a maggior ragione a Marsiglia che gli ha dato i natali, ma nessuna di noi lo gradisce particolarmente. Sorseggiamo uno spritz e pregustiamo la nostra cena. I menù esposti fuori dai ristoranti propongono piatti spaziali, c’è solo l’imbarazzo della scelta! Purtroppo, ahimé, incappiamo nella trappola per turisti peggiore di tutta Marsiglia, il ristorante La Langoustine, che ci lascia con l’amaro in bocca. Forse avremmo fatto bene a chiederci perché era l’unico ristorante del Vieux Port ad avere tavoli liberi ma la fame, e non solo la fretta, è una cattiva consigliera. Raramente lascio qualcosa nel piatto, non fosse altro perché penso sempre alla gente che muore di fame, ma non ce la faccio proprio. Anzi, a onor del vero nessuna di noi ce la fa! Con la stessa fame e la bile di traverso ci alziamo dal tavolo e, poco dopo, imbocchiamo la via del ritorno.
Sono le nostre ultime ore a Marsiglia quelle di domenica mattina e decidiamo di andare a Le Panier, il cuore storico della città situato sul versante destro del Vieux Port, proprio dietro l’Hôtel de Ville. Ho letto da qualche parte che fino a poco tempo fa Le Panier, abbarbicato sulla collina, era un quartiere molto degradato. Sicuramente sarà stato così ma noi concordiamo tutte sul fatto che non avremmo potuto concludere il nostro soggiorno a Marsiglia in un modo migliore. Senza più l’ansia del tempo che vola ci godiamo pienamente l’atmosfera del quartiere fatto di vicoli e scalinate, case ocra su cui spiccano porte e finestre colorate, murales a ogni angolo della strada, negozietti di artigianato e, non ultimo, locali e ristorantini ben più intimi di quelli del Vieux Port. Un vero piacere perdersi in quest’oasi di pace che sembra un’appendice di Marsiglia più che una sua arteria.

C’è ancora molto da vedere ma il tempo stringe. Ci fermiamo ad ammirare la Vieille Charitè, un ospizio edificato nel XVII secolo per accogliere i poveri e gli indigenti di Marsiglia e che ospita oggi alcuni importanti musei ed eventi artistici e culturali. Un gioiello architettonico situato al centro di Le Panier.
Con la visita de La Major, una cattedrale in stile neo-bizantino, congediamo Marsiglia. Riparto contenta. Una toccata e fuga, una stretta di mano e la voglia di tornare a trovarla quanto prima.

E voi, ce l’avete un posto che sentite vostro senza esserci mai stati? Se si, mi piacerebbe conoscere la vostra storia…



Informazioni utili su Marsiglia
PERNOTTAMENTO: L’Odalys Appart-Hotel Canebière, situato in rue Sénac 9, propone un ottimo rapporto qualità/prezzo, il personale è gentile, l’ambiente essenziale ma pulito e si trova in una posizione strategica per visitare Marsiglia. Io mi sono trovata bene.
CENA: Assolutamente da evitare il ristorante La Langoustine in rue St Saens. Se solo avessimo letto le recensioni di Trip Advisor, di cui io non sono una fanatica ma spesso e volentieri torna utile, non ci saremmo rovinate la serata! Un posto inqualificabile sotto tutti i punti di vista: qualità del cibo, accoglienza del personale e igiene.
MEZZI DI TRASPORTO: Se non volete fare la scarpinata fino a Notre-Dame de La Garde avete due possibilità: l’autobus n° 60 o il trenino turistico, rispettivamente 2 e 4 euro a tratta.
Per le escursioni al Parc National des Calanques e all’archipel du Frioul trovate le compagnie marittime su entrambi i lati del porto. Non ho notato differenze di prezzo sostanziali e presumo si distinguano per gli orari di partenza: il costo del Grand Circuit (Intégrale des Calanques) è di 29 euro per 3h15 di escursione; quello del Petit Circuit (l’Essentiel des Calanques) è di 23 euro per 3h15 di escursione; quello per l’Archipel du Frioul con annessa la visita al Château d’If è di 15.50 euro e dura complessivamente 1h45.
La Globetrotter
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Bellissimo racconto, Bellissima Marsiglia per come l’hai descritta. Grazie per i posti di ristorazione, consigliati e sconsigliati……Hai avuto poco tempo, ma ci hai deliziato delle tue bellissime descrizioni……Le stuprende Calanques di Cassis ti aspettano al prossimo viaggio…. Grazie, per il tuo post….Un abbraccio Diana
Certo! Bisogna sempre lasciare qualcosa in sospeso per avere la “scusa” di tornare… grazie Rita!
Ciao diana! Io Marsiglia l’ho abbastanza vicina, ma non ci sono mai stata, chissà perchè, ma ho sempre pensato che non ne valesse la pena. Forse mi devo ricredere e andarci..
Ciao Martina, a me è piaciuta davvero tanto e te la consiglio vivamente, e poi è una Francia un po’ diversa, la gente è un po’ diversa…
Ciao Diana, tante volte ho pensato di andare a Marsiglia ma poi non l’ho mai fatto. Il tuo racconto mi ha convinto ad andarci presto…un abbraccio Linda
Benissimo Linda, anche se di base credo che il mio racconto ha semplicemente fatto sbocciare un fiore, i semi erano già lì… un abbraccio
Non ho mai pensato di visitare Marsiglia. Pensa che io sento mia Carcassonne, anche se non ci sono mai stata. Sogno di andarci da quando ho letto un libro il cui racconto era ambientato proprio lì. E come te mi dico che o tutto o niente. O ci passo una settimana minimo, o non ci vado proprio.
Eh si però forse dovremmo imparare a mediare un po’ non credi? Io mi sarei fermata ancora qualche giorno molto volentieri ma sono comunque contenta di esserci andata…
Grazie per il bel weekend…
Già, proprio un bel weekend… grazie a tutte!
Bello Diana! Alla prossima!
Grazie Giuppy! Alla prossima…
A me è successa la stessa cosa con Lisbona. Sentivo che mi chiamava, che mi aspettava e quando sono arrivata lì ho sentito subito un forte abbraccio! E’ una sensazione strana, inspiegabile, come se avessi vissuto una vita precedente a questa e magari era proprio lì che vivevo. Ne sentivo la mancanza nonostante non ci fossi mai stata, ed ora che ci ho camminato e ho respirato la sua aria, non vedo l’ora di tornarci!
Bel post cara, come sempre! 🙂 Baci!
Carissima Futura, grazie mille per l’apprezzamento e per l’appoggio. E’ una cosa strana e inspiegabile, come dici tu, e succede…non a tutti forse ma noi non siamo tutti giusto? Un abbraccio e buona domenica…
Anch’io non ci sono mai stata e finora non mi sembrava una meta di particolare interesse. Il tuo racconto, coinvolgente come sempre, mi fa venire la curiosità e la voglia di viverne un po’ l’atmosfera.
Carissima Petra, io sono convinta che ti piacerebbe… è sicuramente una città “anomala” per la peculiarità di essere per molti versi una città più magrebina che francese, con tutti gli annessi e i connessi del caso, ma secondo me merita! Un abbraccione
Confermo ancora una volta che i tuoi suggerimenti sono preziosissimi. Dopo l’esperienza di Budapest anche Marsiglia, che abbiamo visitato lo scorso weekend, si è rivelata esattamente come l’avevi descritta tu. Ho ‘rivisto’ tutto quello che avevo già conosciuto attraverso le tue parole. E anche io mi sono sentita assolutamente a mio agio in questa città mediterranea tanto simile alla mia Palermo. Ci ho ritrovato i colori, gli odori, il mare e soprattutto un sole ed un tepore strepitosi…soprattutto se parti da una Milano nebbiosissima i primi di dicembre!! Grazie ancora!
Grazie a te che ti fidi del mio giudizio. Ovviamente tutto è sempre molto soggettivo e dipende molto da quello che cerchiamo, credo! A me Marsiglia è rimasta nel cuore e ho appena finito di leggere l’opera di uno scrittore marsigliese in cui ho ritrovato quel che tu hai rivissuto con me. Te lo consiglio, Il sole dei morenti di Jean-Jacques Izzo. Un capolavoro…
e no…Marsiglia mi manca….ma non mi sta chiamando!!
Perché non ci sei venuto con me!!! E’ un gran bel pezzo di mondo, io sto leggendo i libri di Jean Jacques Izzo, leggine qualcuno e poi mi dirai se non ti chiama…